Allergie alimentari: secondo gli ultimi dati dell’EEACI – European Academy of Allergy and Clinical Immunology – sono sempre più diffuse ed in costante aumento. Il motivo potrebbe essere ricercato da un lato nella capacità di fare delle diagnosi migliori, individuando quindi più casi che in passato, dall’altro nei cambiamenti ambientali che hanno favorito l’incidenza di tali allergie.
In effetti, i fattori scatenanti sembrano essere diversi: il fumo, uno stile di vita sedentario e, per quanto riguarda l’alimentazione, il consumo minore di cibi freschi provocherebbe una minore assunzione degli antiossidanti contenuti in essi.
Allergie alimentari e intolleranze: che differenza c’è?
Le intolleranze alimentari fanno parte di un più vasto gruppo di disturbi definiti come reazioni avverse al cibo.
Si parla di intolleranza alimentare, piuttosto che di allergia, quando la reazione non è provocata dal sistema immunitario.
Invece, quando invece si tratta di una reazione allergica significa che il sistema immunitario produce anticorpi contro una sostanza innocua, presente nel cibo (o nell’ambiente), come se fosse patogena.
I consigli del nutrizionista
Una reazione negativa al cibo, spesso viene scambiata per un’allergia, ma potrebbe trattarsi di una intolleranza.
Sintomi: Le intolleranze hanno sintomi simili a quelli delle allergie, cioè nausea, diarrea, crampi allo stomaco.
Azione: le allergie agiscono sul sistema immunitario, le intolleranze coinvolgono il metabolismo.
Sostanze: generalmente le intolleranze riguardano lattosio, glutine o solfiti.
Cosa fare: gli allergici devono eliminare tutto il cibo incriminato, mentre le persone intolleranti possono sopportare piccole quantità dell’alimento o del componente in questione.
Fanno eccezione gli individui sensibili al glutine o al solfito.
Allergie alimentari: glutine, lattosio e test da fare
Il test più sicuro per la diagnosi di intolleranza al lattosio è l’H2 Breath Test, che valuta la presenza di idrogeno nell’espirato prima e dopo la somministrazione di 50 grammi di lattosio. Si prelevano 9 campioni di aria ottenuti facendo soffiare il paziente in una sacca a intervalli regolari (ogni 20 minuti circa), per un tempo di 3 ore circa.
Invece, per diagnosticare l’intolleranza al glutine è sufficiente un prelievo del sangue per verificare il dosaggio degli anticorpi IgG e IgA, cioè Anticorpi Anti-Transglutaminasi e Anticorpi Anti-Gliadina.
Maria Antonella Muraro, medico Responsabile scientifico del Centro di Specializzazione Regionale per lo studio e la cura delle Allergie e Intolleranze Alimentari attivo presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, sottolinea come ogni cibo potrebbe essere un potenziale allergene per l’organismo, ma nella maggioranza dei casi le reazioni allergiche sono scatenate da un gruppo di 7 alimenti rappresentati da:
- latte vaccino
- uova
- soia
- grano
- pesce
- arachidi o altra frutta secca
- crostacei.
“La correlazione fra allergie e questi cibi”, precisa la dottoressa Muraro, “potrebbe essere legata al fatto che oggi ne consumiamo in quantità maggiore rispetto al passato.”
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Allergie al nichel: cibi da eliminare
Per l’intolleranza al nichel, bisogna esserne certi tramite test molto validi ( patch test).
Gli alimenti che ne contengono maggiormente sono:
- tè
- cioccolato.
Poi ci sono ci sono i legumi, la soia e i grani integrali perché presente nel terreno dove crescono questi alimenti.
Infatti, molti alimenti di origine vegetale hanno il nichel proprio per il terreno. Anche il pomodoro e i prodotti inscatolati hanno nichel, basta pensare alla lattina del tonno.
Accertarsi sempre con il proprio medico di essere intolleranti.
Allergie alimentari: sintomi in base all’età
Dipende dall’età. Nei lattanti, di solito, si manifestano con:
- eczemi atopici
- diarrea
- vomito continui
- rallentamento o arresto della crescita.
Invece, in giovani e adulti esistono sintomi abbastanza immediati come:
- gonfiore delle labbra
- senso di occlusione alla gola
- sintomi cutanei
- nei casi più gravi difficoltà respiratorie.
Esistono dei test, chiamati test di provocazione, effettuati presso le strutture mediche. Somministrano ai soggetti potenzialmente allergici piccole quantità dei diversi gruppi di cibi per verificare le reazioni dell’organismo.
I soggetti più a rischio
Sono i soggetti in età pediatrica ad essere maggiormente esposti.
Gli ultimi dati parlano di 250mila bambini in età prescolare che in Italia sono affetti da allergie alimentari.
Inoltre i bambini che hanno uno dei parenti allergici hanno il 50% di rischio in più di contrarre allergie. Ma anche gli adolescenti non sembrano essere immuni. Una delle cause è il fumo che provoca un danno irreversibile nel DNA delle giovani fumatrici capace di trasmettersi ai futuri figli che più facilmente potrebbero diventare soggetti allergici.
Una differenza importante relativa alle fasce di età sta nel fatto che raramente nei ragazzi e negli adulti si manifestano allergie a latte e uovo, mentre è più facile trovare individui allergici ai pollini, le cui molecole possono essere presenti in frutta e verdure non cotte.
Allergie alimentari: si possono prevenire?
Purtroppo prevenire le allergie alimentari è molto difficile: certamente uno stile di vita sano fatto di moto e vita all’aria aperta, e un’alimentazione equilibrata possono essere d’aiuto in quanto rinforzano le difese immunitarie.
Le neo-mamme hanno un ruolo fondamentale è giocato anche dall’allattamento al seno, visto che il latte materno è capace di stimolare e modificare le risposte immunitarie dell’organismo.
Uno dei consigli più frequenti è quello di allattare in modo esclusivo sino al 6° mese per scongiurare o almeno limitare la manifestazione di una delle allergie alimentari più diffuse nei primi anni di vita.
Ad esempio, le allergie alle proteine del latte vaccino che oggi in Italia interessa circa 100mila bambini in età prescolare.
Allergie alimentari: si può guarire?
La risposta della dottoressa Muraro può tranquillizzare: “l’allergia alimentare rappresenta l’unica allergia dalla quale si può guarire completamente.
Se diagnosticata correttamente è possibile guarire in un’epoca fra i 3-5-7 anni (dipende dall’intensità diversa da soggetto e soggetto) da allergie a uova, latte e grano, mentre quelle al kiwi, alla frutta secca, al pesce e ai crostacei tendono ad essere più persistenti.
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