Sommario
Lo chiamano l’ormone dell’amore, degli abbracci o della fiducia. È l’ossitocina, una sostanza prodotta dal cervello, in particolare dall’ipotalamo, e secreta dall’ipofisi posteriore. Ma è anche un neurotrasmettitore. Svolge quindi un doppio ruolo nel nostro organismo: come ormone agisce a livello periferico, mentre come neurotrasmettitore ha effetti a livello del Sistema Nervoso Centrale. È una molecola dai tanti volti: aiuta le donne durante il travaglio e il parto, aumentando le contrazioni uterine, favorisce l’allattamento e contribuisce a creare quello speciale legame tra madre e figlio.
Però, la scienza indaga con interesse anche sulle altre funzioni dell’ossitocina e che riguardano la regolazione del comportamento, soprattutto nella sfera sociale, i processi di apprendimento, la memoria, l’attività sessuale, il senso di fiducia verso gli altri e i legami affettivi.
Quindi è implicata in molti processi, sia nella sua versione endogena (cioè prodotta dal nostro corpo), sia in quella esogena (cioè sintetica e usata come farmaco proprio durante il parto o perfino, a livello sperimentale, come vedremo in seguito, nei disturbi come l’autismo, l’anoressia e gli stati depressivi).
Che cos’è l’ossitocina?
L’ossitocina (dal greco ὀξύς “veloce” e τόκος “parto”, quindi “parto veloce”) è un ormone che nasce dall’ipotalamo e dall’ipofisi, la piccola ghiandola posta alla base del cervello, ed è coinvolto nel processo riproduttivo e nei meccanismi di accudimento e attaccamento materno.
Ma è anche un neurotrasmettitore, che interviene nel controllo delle emozioni e del comportamento sociale ed è implicato nel rilascio della dopamina, altro neurotrasmettitore connesso con le esperienze piacevoli.
I neurotrasmettitori sono sostanze chimiche che permettono ai neuroni (le cellule del sistema nervoso) di comunicare tra loro e con il resto del corpo.
Infatti, il nostro cervello si avvale proprio di questi messaggeri chimici per regolare e guidare funzioni vitali come la respirazione, il battito cardiaco o i meccanismi digestivi. Da loro dipendono poi anche il sonno, il tono dell’umore e molti altri aspetti.
La sua scoperta si deve a Sir Henry Hallet Dale nel 1906 che ne comprese l’efficacia per indurre le contrazioni del parto. Fu isolata, invece, nel 1953 da Vincent du Vigneaud che riuscì a sintetizzarla per un uso farmacologico e per questa scoperta vinse il Premio Nobel per la Chimica. L’ossitocina sintetica iniziò, quindi, a essere utilizzata nelle sale parto per indurre il travaglio e stimolare la fuoriuscita del latte materno.
Attualmente, sono numerose le ricerche per verificare gli effetti e l’utilità dell’ossitocina somministrata per via nasale (con uno spray) anche in altri ambiti. Li vedremo in seguito.
A cosa serve?
È una sostanza poliedrica che svolge le sue funzioni sia a livello fisiologico, regolando alcuni meccanismi importanti, sia a livello cognitivo e psicologico.
In passato si credeva che l’ossitocina fosse presente soltanto nelle madri che allattavano, invece è una molecola che hanno tutti, sia gli uomini, sia le donne che non allattano.
Nelle donne interviene soprattutto durante e subito dopo il parto. Infatti, è proprio l’ossitocina a provocare le contrazioni uterine per la fuoriuscita del neonato.
Grazie poi alla suzione del capezzolo da parte del bambino, si rilascia nell’organismo della madre il livello di ossitocina necessario a facilitare la contrazione delle ghiandole mammarie, favorendo l’allattamento. Stimola inoltre il comportamento materno e facilita il legame con il bambino.
Studi recenti hanno evidenziato il ruolo dell’ossitocina perfino nelle relazioni sociali e sentimentali, per questo è conosciuto anche come “ormone dell’amore”. Induce, infatti, l’eccitazione sessuale, riduce la pressione sanguigna e il livello di cortisolo nel sangue, contrastando lo stress.
Ma non solo. L’ossitocina favorisce i comportamenti sociali come l’altruismo, la generosità e la fiducia nel prossimo.
Secondo i risultati sperimentali di alcune ricerche, infatti, l’uso di ossitocina spray, aumenterebbe la disponibilità verso gli altri e il riconoscimento delle emozioni. Questi effetti sarebbero possibili attraverso l’inibizione di specifici circuiti cerebrali, attenuando la paura, l’ansia e lo stress.
Ricapitolando, vediamo quali sono tra le principali funzioni dell’ossitocina.
- Contrazione dei muscoli uterini durante il travaglio e il parto.
- Facilita la fuoriuscita del latte durante l’allattamento.
- Stimola l’istinto materno e il legame con il bambino.
- Riduce la pressione sanguigna, la pulsazione cardiaca e la risposta allo stress.
- Favorisce il rilassamento e contrasta l’ansia.
- Incoraggia le interazioni sociali positive, come l’amicizia e il desiderio di relazione con gli altri.
- Facilita l’apprendimento e la memoria.
- Facilita il desiderio sessuale, l’erezione spontanea, l’eiaculazione e l’orgasmo.
Ossitocina nel parto e nell’allattamento
L’ossitocina riveste un ruolo molto importante nella gestazione e nella nascita.
La sua presenza nell’organismo, infatti, aumenta durante la gravidanza, come risposta fisiologica ai crescenti livelli di estrogeni. Poi, continua ad aumentare durante il travaglio, stimolando le contrazioni uterine e contribuendo alla dilatazione di tutto il canale del parto.
Quindi, al momento della nascita, i livelli di ossitocina sono 3-4 volte superiori rispetto all’inizio del travaglio.
In particolare, quando la testa del bambino spinge sulla cervice e sulla vagina, si assiste a un aumento del rilascio di ossitocina che diminuisce l’attivazione dello stress, la preoccupazione del parto, la paura e la percezione del dolore.
Tale rilascio, durante il travaglio, può essere rinforzato con la stimolazione tattile della pelle della madre, attraverso un contatto fisico gentile o una carezza, che stimola le fibre nervose sensoriali della cute collegate a specifiche aree del cervello.
Queste stesse fibre sono attivate anche durante il contatto pelle a pelle tra la madre e il neonato e promuovono l’interazione e l’attaccamento madre-figlio.
Dopo il parto, l’ossitocina favorisce anche l’espulsione della placenta, attraverso le contrazioni uterine, riducendo il rischio di eventuali emorragie.
Alcuni studi recenti, infine, ipotizzano che alterati livelli di ossitocina possano essere correlati ai sintomi depressivi post partum. Le ricerche sono ancora in corso, ma già si ipotizza l’uso dell’ossitocina spray per alleviare gli stati depressivi.
Gli effetti sulla psiche
La maggior parte degli studi più recenti sull’ossitocina, a proposito dei comportamenti sociali, si basa sull’osservazione delle attività cerebrali legate al senso di fiducia verso il prossimo.
Alcuni esperimenti (sia sui roditori che sugli umani) hanno evidenziato, infatti, un aumento del rilascio di ossitocina alla vista di estranei che fornivano segnali sociali rassicuranti.
Tuttavia, il mito della “molecola della fiducia” non è ancora scientificamente validato, anche se, secondo il congresso della Society for Neuroscience di San Diego nel 2010, l’ossitocina facilita:
- Interazione sociale
- Disponibilità a condividere le proprie emozioni
- Generosità
- Fiducia
- Empatia.
Tra i vari studi, uno in particolare ha posto a confronto due gruppi di persone (che non dovevano assumere farmaci, avere disturbi psichiatrici o essere bevitori o fumatori) in cui i partecipanti del primo gruppo avevano inalato l’ossitocina e gli altri soltanto del placebo.
Dopo circa un’ora e mezza dall’assunzione di ossitocina o del placebo, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a specifici test per misurare:
- Apertura verso l’esterno
- Disponibilità a nuove esperienze e verso il prossimo
- Amabilità
- Attenzione verso gli altri.
Dai risultati è emerso che l’assunzione di questo ormone aveva ampliato alcuni aspetti della personalità come l’entusiasmo, la fiducia, la generosità, l’altruismo e la disponibilità verso il prossimo.
Tuttavia sono ancora studi sperimentali ed è presto per ipotizzare un uso di questa sostanza anche per i trattamenti dei disturbi psicologici o psichiatrici.
L’ormone dell’amore: ossitocina e sessualità
Al pari di tutte le altre emozioni, anche l’amore è collegato a diverse molecole che fungono da messaggeri e consentono alle diverse aree del cervello e del corpo di comunicare.
In particolare, durante il corteggiamento, sono le aree dopaminergiche (situate nell’encefalo) a essere le più attive. Anche la scelta del partner in amore non sembrerebbe poi così casuale ma influenzata da sostanze come la dopamina, vasopressina (l’ormone che regola la diuresi e la pressione sanguigna) e ossitocina.
Uno studio pubblicato su The Journal of Neuroscience, ad esempio, ha dimostrato che negli uomini l’ossitocina facilita i legami sentimentali e la fedeltà, in pratica li aiuta a “tenere a distanza” le altre donne.
Poi, secondo la scienza l’amore romantico è un impulso simile a quello della fame e della sete, cambia però l’effetto in base all’ormone e al neurotrasmettitore prevalente. Ad esempio:
- Desiderio sessuale è correlato prevalentemente con la produzione di estrogeni ed endorfine (neurotrasmettitori che aiutano ad alleviare lo stress, il dolore e a dare sensazioni di benessere).
- Amore romantico, con la dopamina, norepinefrina e serotonina.
- Attaccamento, con l’aumento di ossitocina e vasopressina.
Ma l’ossitocina è coinvolta direttamente anche nell’atto sessuale, favorendo il desiderio e l’eccitazione, sia a livello fisiologico che psicologico.
Infatti, durante e dopo l’orgasmo, l’ipofisi produce una discreta quantità di ossitocina, che favorisce l’eccitazione e il piacere, soprattutto attraverso il tocco e le carezze, ma anche il senso di attaccamento al partner.
Ossitocina nell’uomo
Abbiamo visto le funzioni di questo ormone (nonché neurotrasmettitore) soprattutto “al femminile”, per il suo ruolo nel parto, nei comportamenti materni, sociali e sessuali.
Ma negli uomini? Com’è stato detto, l’ossitocina è presente anche nei maschi e interviene nella regolazione di:
- Piacere sessuale
- Erezione
- Eiaculazione
- Mobilità degli spermatozoi.
Poi, favorisce il legame affettivo e l’istinto paterno.
In particolare, durante l’eiaculazione, l’ossitocina stimola le contrazioni dell’apparato riproduttivo maschile, favorendo il rilascio dello sperma.
Ma la sua attività contrattile agisce anche a livello della prostata, regolandone la crescita e interagendo con gli ormoni maschili.
In caso di patologie prostatiche (come l’ipertrofia prostatica ad esempio) è stato anche dimostrato che l’ossitocina influenza il tono prostatico e ne favorisce la contrattilità e il controllo della diuresi.
Cosa vuol dire avere l’ossitocina bassa?
L’alterazione dei livelli di ossitocina è ancora oggetto di studio e di approfondimenti. I ricercatori, infatti, cercano di capire le dirette implicazioni fisiologiche sia in caso di bassi livelli di ossitocina, sia di alti.
Ad esempio, uomini con l’ossitocina alta potrebbero essere più vulnerabili all’ingrossamento della ghiandola prostatica. Mentre nelle donne una carenza di questo ormone può rendere più difficoltoso il parto, ma soprattutto l’allattamento, nonché la risposta sessuale.
È stato dimostrato, infatti, che le donne che presentano livelli più bassi di ossitocina raggiungono meno facilmente l’orgasmo di quelle che presentano valori ottimali.
La ricerca per le disfunzioni sessuali femminili non è ancora adeguatamente sviluppata. Tuttavia uno studio del 2015 pubblicato sulla rivista Fertility and Sterility e condotto su 32 donne, ha indagato proprio sul rapporto tra ossitocina e difficoltà sessuali femminili compresa la dispareunia, cioè dolore durante la penetrazione.
Il risultato emerso è che le donne trattate con ossitocina spray presentavano miglioramenti nella funzione sessuale. Ma una successiva indagine sul rapporto tra ormoni e disfunzioni sessuali femminili, non ha prodotto prove sufficienti per raccomandare l’uso dell’ossitocina per il trattamento della sessualità nelle donne.
Alcune ricerche, infine, stanno anche cercando di verificare il collegamento tra un basso livello di ossitocina e la depressione post-partum o alcuni disturbi come l’autismo, caratterizzato da un alterato funzionamento sociale.
L’orientamento dei ricercatori è, dunque, volto a verificare il possibile uso dell’ossitocina sintetica per trattare questi disturbi, ma al momento non ci sono riscontri scientifici sufficienti.
Il farmaco: quando e perché si usa
L’ossitocina è una molecola semplice e non c’è alcuna differenza chimica fra l’ossitocina sintetica e quella naturale prodotta dall’ipofisi. La differenza è nel meccanismo di diffusione nel corpo.
Infatti, quella naturale agisce sia a livello cerebrale (promuovendo comportamenti pro sociali o legati alla sfera affettiva), che degli organi periferici, che raggiunge attraverso il sangue (come ad esempio l’utero durante il parto o il seno o la prostata negli uomini).
L’ossitocina sintetica (Syntocinon, nome commerciale), invece, somministrata per via endovenosa può avere solo effetti a livello periferico, poiché non riesce a raggiungere il cervello, efficacemente difeso dalla barriera emato-encefalica (che blocca le sostanze estranee immesse nel flusso ematico).
Al momento, l’unico uso approvato dal Sistema Sanitario Nazionale per l’ossitocina è quello collegato al travaglio e al parto per stimolare le contrazioni uterine.
Si assume per via endovenosa, sotto stretto controllo medico, con una pompa da infusione, per controllare con precisione le quantità di farmaco erogato; è anche necessario il monitoraggio della frequenza cardiaca del feto.
È importante poi che il medico tenga presente anche il possibile rischio di coagulazione intravascolare disseminata (una condizione in cui si sviluppano piccoli trombi nel sangue che ostruiscono i vasi di piccolo calibro). Tale rischio aumenta nelle donne con più di 35 anni o in caso di complicanze durante la gravidanza.
Quali sono le controindicazioni?
L’ossitocina non può essere somministrata soprattutto in associazione a:
- Farmaci che hanno effetti simili.
- Anestetici per ridurre il dolore del parto.
- Prostaglandine (sostanze che inducono il travaglio).
È poi controindicato l’uso nei seguenti casi:
- Eccessiva distensione dell’utero (per altre gravidanze ad esempio o in donne non più giovani).
- Precedente taglio cesareo o altri interventi sull’utero.
- Contrazioni ipertoniche.
- Predisposizione all’aborto spontaneo.
Tra i possibili, anche se rari, effetti collaterali (soprattutto in caso di dosaggi elevati), invece, ci sono:
- Alterazioni del sistema immunitario (rash cutaneo).
- Disturbi del sistema nervoso (vertigini, cefalea, sonnolenza, convulsioni).
- Azione antidiuretica, se associato a soluzioni prive di sodio.
- Disturbi cardiovascolari (palpitazioni e aritmie).
- Ipertensione o ipotensione sanguigna.
- Disturbi gastro intestinali (nausea, vomito o dolori addominali).
Anche nel feto e nel neonato potrebbero manifestarsi effetti indesiderati in seguito alla somministrazione di ossitocina durante il travaglio o il parto come:
- Distress respiratorio (insufficienza respiratoria)
- Iponatremia (basso livello di sodio nel sangue)
- Asfissia.
Ossitocina spray
La possibilità di usare l’ossitocina come spray nasale, per facilitare la sua azione a livello cerebrale, è ancora in fase sperimentale e non è ancora approvata per l’uso clinico.
Tuttavia sul web sono molti i siti che la vendono, con formulazioni non controllate e non approvate da nessun ente o organismo preposto. Quindi è meglio evitare “il fai da te” non conoscendo esattamente le possibili conseguenze.
Sono tante, comunque, le sperimentazioni scientifiche di sciroppi o spray a base di ossitocina per verificare la sua efficacia come coadiuvante per la terapia di coppia, in sostituzione degli stimolanti sessuali o per il benessere psicologico in generale.
L’altra faccia della medaglia
La scienza è certamente attratta dalla possibilità di usare l’ossitocina per migliorare il benessere psicofisico, ridurre lo stress, la depressione o altri stati di sofferenza.
Ma quali sono i rischi?
Si è visto, ad esempio, che l’ossitocina in quantità eccessive può stimolare il dolore emotivo, paura e ansia.
Lo confermano studi condotti su animali in cui si è dimostrato come l’ossitocina a forti dosi aumenti la paura invece che ridurla. Una possibile spiegazione è che questo ormone, in realtà, rafforza la memoria sociale in una zona specifica del cervello. Dopo un’esperienza sociale negativa, quindi, l’ossitocina innesca reazioni di ansia e paura di fronte al ripetersi della situazione stressante.
Invece, altri studi hanno evidenziato come un’alta dose di ossitocina sia in grado di innescare comportamenti di invidia o aumentare l’aggressività o interferire sull’apprendimento e la memoria.
Anche nella sessualità, si è verificato, sempre su esperimenti animali, che l’uso di ossitocina aumenta l’attività sessuale, ma una quantità eccessiva comporta l’esatto contrario.
L’uso dell’ossitocina sintetica, quindi, presenta aspetti ancora poco noti e non tutti positivi. Il suo effetto poi può essere diverso nelle persone e poco prevedibile.
Sono quindi necessarie ricerche più approfondite per procedere con gli usi terapeutici.
Ossitocina e autismo
Come abbiamo visto, l’ossitocina favorisce i legami affettivi e sociali. Per questa sua peculiarità, già da tempo la scienza si domanda se questo ormone possa influenzare il comportamento dei bambini autistici, riducendo le loro difficoltà nelle interazioni sociali.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), una singola dose dell’ormone, inalata tramite spray nasale, sarebbe in grado di aumentare l’attività cerebrale (in zone del cervello deputate alla socialità e al riconoscimento delle emozioni) nei bambini autistici durante le interazioni sociali.
Al momento si è registrato solo un cambiamento nel cervello di questi bambini, ora occorre capire come “sfruttare” questo risultato per aiutare concretamente nella vita quotidiana chi è affetto da autismo.
La ricerca si è svolta su un campione di 17 bambini e adolescenti autistici divisi in due gruppi. Al primo è stato somministrato lo spray a base di ossitocina, al secondo un placebo.
Attraverso una risonanza magnetica funzionale, i ricercatori hanno osservato cosa accadeva al cervello dei ragazzi impegnati in un test di abilità sociale (associare le emozioni alle immagini di occhi di alcune persone). Ciò che è emerso è appunto un aumento dell’attività cerebrale nel gruppo che aveva assunto ossitocina, tuttavia i risultati dei test non erano differenti tra i due gruppi.
Lo studio, quindi, al momento, ha potuto dimostrare solo l’influenza dell’ossitocina su alcune aree cerebrali di ragazzi autistici. Ciò che non è ancora chiaro è il meccanismo di azione a livello fisiologico.
Tuttavia sono risultati incoraggianti, che potrebbero aiutare a migliorare gli effetti delle terapie comportamentali nell’autismo.
Ossitocina e disturbi alimentari
Anche per questi disturbi la scienza indaga sulle possibilità terapeutiche di una sostanza collegata ai sentimenti positivi come l’ossitocina.
Tra i vari studi, uno in particolare, pubblicato sulla rivista Psychoneuroendocrinology, ipotizza che l’ossitocina potrebbe attenuare le ossessioni legate al cibo e all’obesità in chi soffre di anoressia.
Secondo i ricercatori dell’Istituto di Psichiatria del King’s college di Londra, le persone affette da questi disturbi, infatti, presentano difficoltà di interazione sociale già nell’adolescenza e prima della comparsa della malattia. In questo studio (che ha usato un campione di 31 soggetti anoressici e 33 persone sane), è emerso che, dopo aver assunto ossitocina via nasale, gli anoressici erano meno ossessionati dalle immagini del cibo e di persone obese.
Tuttavia non è stato possibile dimostrare con certezza il legame causa-effetto tra ossitocina e la riduzione delle emozioni ossessive e i sui meccanismi di azione.
Sono, quindi, necessari studi ulteriori, su campioni di popolazione più ampi, ma come per l’autismo si stanno ponendo le basi per sviluppare un trattamento terapeutico che aiuti a superare le pulsioni negative verso il cibo.
Fonti
- H. Thackare, H. D.Nicholson, K. Whittington, Oxytocin: its role in male reproduction and new potential therapeutic uses, Human Reproduction Update,12 (2006)
- V. Gandini, G. Curati, M. De Bari, R. Dell’Acqua, E. Lombardi Mistura, O. Righi, E. Stoppele, F. Taricco, Un ormone per due. Il complesso ruolo dell’ossitocina nella diade madre-bambino e nel neurosviluppo, Rivista della Società italiana di psico-endocrino-immunologia, 3 (2021).
- Youl-Ri Kim, Chan-Hyung Kim, V. Cardi, Jin-SupEom, Yoori Seong, J. Treasure, Intranasal oxytocin attenuates attentional bias for eating and fat shape stimuli in patients with anorexia nervosa, Psychoneuroendocrinology, 44 (2014)
- S. Di Nuovo, A. Zagara, L’ossitocina: un regolatore per tutte le emozioni? Annali della facoltà di Scienze della formazione, Università degli studi di Catania, 15 (2016)
- AIFA – Agenzia del farmaco
- Oltre il Labirinto – Fondazione onlus per l’Autismo.
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