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Con gli uffici e le scuole chiusi a causa dell’emergenza sanitaria globale dovuta al coronavirus, il tempo di esposizione agli schermi si è moltiplicato in maniera esponenziale. Infatti, secondo l’Unesco, oltre 1 miliardo di studenti in tutto il mondo è a casa a causa della chiusura delle scuole determinata dalla pandemia COVID-19.
Ma, del resto, non ci si può sottrarre al lavoro da casa in smart working per non bloccare del tutto l’attività produttiva. Né si possono evitare le lezioni in streaming e i compiti online, che hanno l’obiettivo fondamentale di proseguire la didattica scolastica e universitaria.
Tuttavia, il rischio di questa sovraesposizione agli schermi di computer e altri device è la malattia dell’occhio secco, in particolare per gli studenti.
Cosa succede all’occhio davanti a uno schermo
Come afferma il prof. Stefano Barabino, responsabile del Centro Superficie Oculare e Occhio Secco dell’Ospedale L. Sacco di Milano:
“L’esposizione prolungata a schermi digitali determina una più rapida evaporazione del film lacrimale, quel sottile strato di liquido che riveste la superficie oculare”.
Perché? “Il motivo risiede nello scarso o incompleto ‘ammiccamento’,‘blink’ in inglese: gli occhi vengono strizzati meno di frequente e questo rallenta la diffusione del film lacrimale sulla superficie dell’occhio con conseguenze che vanno dall’affaticamento al bruciore, dall’irritazione al dolore”, spiega il dottor Baranino.
E prosegue: “Se lo stimolo persiste a lungo, questo provoca un’infiammazione che può diventare cronica. Infatti, studi hanno dimostrato che la visione di fronte a schermi digitali determina una diminuzione del rateo di ammiccamento del 40%”.
L’importanza di sbattere le palpebre
Sbattere le palpebre serve a mantenere intatto il film lacrimale, un sottile strato di acqua e lipidi (grassi) sulla superficie dell’occhio che ci fa vedere nitidamente e ci protegge da corpi estranei e sostanze irritanti.
Purtroppo, fissare gli schermi per periodi prolungati di tempo significa sbattere le palpebre meno frequentemente e aumentare il rischio di sviluppare i sintomi della malattia dell’occhio secco.
Visione da vicino
Oggi i ragazzi accedono ai social media innumerevoli volte al giorno e anche i contenuti video che prima erano fruiti in televisione, oggi si vedono sugli schermi degli smartphone.
Quindi, sottolinea ancora il dottor Barabino, “Questo significa una enorme quantità di visione da vicino che porta a stanchezza oculare e disturbi della visione di varia entità che possono avere un impatto sullo sviluppo fisico, sociale ed emotivo.”
La malattia dell’occhio secco
È caratterizzata da un film lacrimale instabile e più concentrato, che porta ad un aumento dell’infiammazione con conseguenti danni alle strutture e ai nervi degli occhi.
Nel dettaglio, la secchezza oculare da moderata a grave può alterare la qualità della vita e può essere associata a:
- dolore agli occhi
- limitazioni nell’esecuzione di attività quotidiane (ad esempio lettura, guida, uso di dispositivi digitali)
- privazione del sonno, riduzione dell’energia
- cattiva salute generale
- depressione.
Inoltre, “La malattia dell’occhio secco è sempre più un disturbo che osserviamo nella popolazione dei giovanissimi e non è più appannaggio solo della popolazione anziana o delle donne nel periodo che segue la menopausa”, ha approfondito Amy Gallant Sullivan, Executive Director TFOS.
Purtroppo, troppo spesso è liquidata come disturbo lieve e passeggero, quindi la gestione dell’occhio secco è stata relegata in passato a disturbo di “serie b”.
Di conseguenza, i pazienti cercano da soli rimedi che si limitano ad alleviare i sintomi.
Occhio secco: i consigli dei medici
Gli esperti internazionali della Società Scientifica americana TFOS (Tear Film & Ocular Surface Society) hanno deciso di realizzare un breve e allegro video.
Infatti, il filmato, destinato proprio agli studenti ed ai loro genitori in isolamento, ha lo scopo di insegnare loro a fare delle pause dalla visione di fronte agli schermi e riposare gli occhi con la regola 20-20-20.
La regola del 20-20-20
- Ogni 20 minuti di visione da vicino fissa un punto lontano 6 km per almeno 20 secondi.
- Ogni 20 minuti chiudi le palpebre e poi strizzale leggermente per 2 secondi svolgendo un ammiccamento.
In breve, questa semplice azione ripristina il film lacrimale, riattiva la vista a distanza e riposa gli occhi!
Quindi, è importante prendersi del tempo per guardare fuori da una finestra o per chiudere semplicemente gli occhi e dar loro un po’ di riposo.
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