Mangiare noci può aiutare a rallentare il declino cognitivo negli anziani a rischio. Lo ha rivelato The Walnuts and Healthy Aging Study, studio condotto tra California e Spagna e pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition.
Noci e declino cognitivo negli anziani: lo studio
Le noci contengono acidi grassi omega-3 e polifenoli, che studi precedenti hanno collegato ad una riduzione dello stress ossidativo e dell’infiammazione, due fattori che favoriscono il declino cognitivo. La nuova ricerca ha voluto indagare meglio questa relazione, in assenza di dati clinici sugli effetti del consumo di noci sulle abilità cognitive.
Gli studiosi hanno quindi esaminato gli effetti cognitivi che il consumo di noci ha avuto, per due anni, su un gruppo di oltre 600 anziani sani, distribuiti tra Loma Linda, in California, e Barcellona, in Catalogna. Una parte del campione ha incluso le noci nella sua dieta quotidiana, il resto del gruppo non le ha mai consumate.
A differenziare i due gruppi, anche il fatto che i partecipanti di Barcellona fumavano di più, erano meno istruiti e avevano punteggi dei test neuropsicologici più bassi all’inizio dello studio rispetto a quelli di Loma Linda.
Noci: un potenziale contro il declino cognitivo negli anziani a rischio
Dallo studio è emerso che il consumo di noci ha avuto scarso effetto sulla funzione cognitiva, ma con un impatto maggiore sugli anziani che presentavano fattori di rischio di declino cognitivo, ovvero quelli che avevano fumato di più nel corso dei due anni di studio e che avevano ottenuto un punteggio neuropsicologico inferiore all’inizio.
Joan Sabaté, professore di nutrizione ed epidemiologia presso la Loma Linda University School of Public Health e principale autore della ricerca, ha sottolineato che si è trattato del più grande e ben controllato studio mai condotto sugli effetti delle noci sulla cognizione. La ricerca ha fornito uno spunto interessante: le noci potrebbero ritardare il declino cognitivo nei sottogruppi a rischio più elevato.
“Servono ulteriori indagini – ha detto Sabaté -, in particolare rivolte alle popolazioni svantaggiate, che potrebbero trarre il massimo beneficio dall’integrazione di noci nella loro dieta“.
Sabaté e il suo gruppo di ricerca sono stati i primi a scoprire l’effetto di riduzione del colesterolo legato al consumo di noci. I risultati sono stati pubblicati per la prima volta nel New England Journal of Medicine nel 1993. Successivamente, i ricercatori hanno collegato il consumo di noci ad un minore rischio di malattie cardiovascolari. Quest’ultima ricerca aggiunge un altro tassello al quadro delle loro proprietà benefiche.
Vuoi scoprirle tutte? Leggi il nostro articolo “Noci: proprietà, benefici e come usarle in cucina”.
Fonte: MedicalXpress