Sommario
I nei, o nevi cutanei, sono delle piccole macchie che possono comparire sulla pelle umana. Spesso trascurati o considerati semplicemente come difetti estetici, i nei sono in realtà strutture complesse che possono rivelare importanti informazioni sulla salute di una persona.
Di solito sono di colore marrone e di forma regolare. Con il corso del tempo, l’invecchiamento della pelle e soprattutto l’esposizione al sole i nei possono aumentare di dimensione, numero e pigmentazione. Questo è normale, ma quando ci sono cambiamenti importanti dovrebbero essere controllati da un dermatologo.
In questo articolo, esploreremo il fascino e l’importanza dei nei sulla pelle umana e come essi possono svolgere un ruolo nella prevenzione e nella diagnosi precoce di alcune condizioni mediche.
Cosa sono i nei?
Ogni individuo ha un insieme unico di nei sulla sua pelle. Alcuni possono essere presenti sin dalla nascita, mentre altri possono svilupparsi nel corso della vita.
Ogni neo è formato da una crescita anomala delle cellule melanocitarie, che sono responsabili della produzione di melanina, il pigmento che dà colore alla pelle. I colori dei nei possono variare da tonalità di marrone chiaro a scuro, nero o persino rosa e sembrano delle vere e proprie macchie sulla pelle. Per questo motivo si chiamano così.
L’etimologia del termine “nevo” infatti risale al latino “naevus“, che significa “macchia” o “neo”. La parola latina “naevus” ha la sua origine nell’antico greco “naevos” (νεύος), che aveva lo stesso significato di “macchia” o “neo”. Entrambe le radici linguistiche si riferiscono a un’alterazione o una discromia localizzata sulla pelle, come un segno o una macchia scura.
È interessante notare che la parola “nevo” viene anche utilizzata in altre lingue, come l’inglese “nevus” e il francese “naevus”, per riferirsi a questo tipo di lesioni cutanee. La presenza di un neo può essere congenita (presente fin dalla nascita) o acquisita nel corso della vita.
Come si manifestano alla vista e al tatto
I nevi possono manifestarsi in diverse forme e dimensioni, e la loro apparenza sia al tatto che alla vista può variare a seconda del tipo specifico di neo.
Al tatto i nevi possono avere una consistenza variabile. In generale, tendono ad essere piatti o leggermente rialzati rispetto alla pelle circostante.
Di solito sono lisci e regolari, ma in alcuni casi possono essere rugosi o avere una superficie ruvida. Nei nevi più grandi o sporgenti, potrebbe essere possibile avvertirne la presenza semplicemente passando le dita sulla pelle.
La manifestazione visiva dei nevi dipende da diversi fattori, come la forma, il colore e la dimensione del neo. Ecco alcuni aspetti comuni:
- Colore: i nevi possono essere di diversi colori, tra cui marrone chiaro, marrone scuro, nero o persino rosa. La tonalità del colore può variare anche all’interno dello stesso neo.
- Forma: i nevi possono assumere una varietà di forme, come circolari, ovali o irregolari. Alcuni nevi possono avere una forma ben definita e regolare, mentre altri possono essere più irregolari e sfumati.
- Dimensione: i nevi possono variare in dimensione, dalla grandezza di una testa di spillo a diversi centimetri di diametro. Alcuni nevi possono essere appena visibili, mentre altri possono essere più evidenti e facilmente notabili.
- Superficie: la superficie di un neo può essere liscia e uniforme, oppure può presentare piccole protuberanze o ispessimenti. Alcuni nevi possono avere una superficie verrucosa o rugosa.
Come e perché si formano i nei
Il processo di formazione di un nevo coinvolge principalmente le cellule della pelle chiamate melanociti. I melanociti sono responsabili della produzione del pigmento melanina, che conferisce il colore alla pelle, ai capelli e agli occhi.
La formazione di un nevo può avvenire in diversi modi, ma il tipo più comune di nevo, quello “melanocitico congenito” o “nevo congenito” è presente sin dalla nascita o si sviluppa poco dopo ed è il risultato di un accumulo di melanociti nella pelle. Si ritiene che i nevi congeniti siano causati da una combinazione di fattori genetici e ambientali.
Durante lo sviluppo di un nevo, i melanociti si raggruppano e producono melanina in eccesso in una determinata area della pelle. Questo provoca una macchia o un rigonfiamento che può essere di diversi colori, dal marrone chiaro al marrone scuro o addirittura nero. La forma e la dimensione del nevo possono variare notevolmente da persona a persona.
Sebbene la maggior parte dei nevi sia benigna, è importante prestare attenzione a eventuali cambiamenti e sottoporsi a controlli dermatologici regolari per una valutazione adeguata.
Tipi di nei da conoscere
Esistono diverse tipologie di nevi che possono manifestarsi sulla pelle.
Queste variazioni dipendono da fattori come la forma, il colore, la dimensione e altre caratteristiche specifiche del neo.
Di seguito sono elencati alcuni dei tipi di nevi più comuni:
- Giunzionale: solitamente piatto (macula), ben definito e di colore da marrone chiaro a nero.
- Nevo composto: solitamente sollevato (papula) e di colore da marrone chiaro a marrone scuro.
- Il nevo dermico: di solito un nodulo da rosa a marrone. La sua superficie può essere liscia, pelosa, verrucosa.
- Il nevo di Sutton. Corrisponde a un nevo di qualsiasi tipo circondato da un anello di depigmentazione. Colpisce l’1% della popolazione mondiale e in particolare i soggetti affetti da vitiligine, melanoma e sindrome di Turner.
- Nevo blu: solitamente piatto (macula) ma a volte sollevato (papula). E’ di colore nero/grigio-bluastro.
- Nevo di Spitz: questo nevo benigno appare più spesso prima dei 20 anni, di solito sul viso o sugli arti inferiori. La sua crescita è rapida (da 2 a 6 mesi), ha una colorazione da rossa a rosso-marrone.
- Nevo di Reed: questo è un piccolo brufolo nero. Di solito viene rimosso durante l’infanzia.
- Il nevo di Spilus: questa è una formazione melanocitica di colore caffellatte. La sua forma è rotondeggiante e al suo interno punteggiata da piccole lesioni colorate e rialzate, simili alle lentiggini.
- Il nevo dell’unghia: questa è una macchia nera o marrone sull’unghia.
- Il nevo gigante congenito che si traduce nella presenza di un nevo gigante che può coprire fino al 90% della superficie del corpo. Il termine congenito significa solo che “viene con la nascita”. Ciò non significa in alcun modo che questa anomalia dermatologica sia ereditaria. Questa macchia gigante è spesso accompagnata da macchie più piccole, chiamate nevi multipli, diffusi sul corpo.
- Nevo melanocitario (NM). Sono tumori pigmentati della pelle che riflettono una proliferazione melanocitica benigna focalizzata o diffusa. Possono essere presenti alla nascita (nevo melanocitario congenito, NMC) o verificarsi durante la vita (nevo melanocitario acquisito, NMA). Chi ha un nevo melanocitario è a rischio di sviluppare un melanoma (trasformazione maligna).
Nei benigni e maligni: come distinguerli?
I nevi possono essere classificati come maligni o benigni in base al loro potenziale di diventare cancerosi. Per aiutare nella comprensione possiamo elencare le principali differenze tra le due categorie:
- Malignità: i nevi maligni, noti come melanomi, sono una forma di cancro della pelle. Possono diffondersi ad altre parti del corpo e rappresentano un rischio significativo per la salute. I nevi benigni, d’altra parte, non sono cancerosi e non si diffondono ad altre parti del corpo.
- Asimmetria: i nei maligni spesso hanno una forma asimmetrica, il che significa che una metà del nevo non corrisponde all’altra in termini di forma e dimensione. Nei nevi benigni, solitamente la forma è simmetrica e uniforme.
- Bordi irregolari: i bordi di un nevo maligno tendono ad essere irregolari, sfumati o dentellati. Al contrario, i nevi benigni hanno bordi regolari e ben definiti.
- Variazione di colore: i nevi maligni possono avere una variazione di colore all’interno dello stesso nevo, con diverse tonalità di marrone, nero, rosso o blu. Nei nevi benigni il colore è uniforme.
- Dimensione: i melanomi possono essere più grandi dei nevi benigni. Sebbene non ci sia una dimensione precisa che determini la malignità, i melanomi tendono ad essere più grandi di 6 mm di diametro.
- Cambiamenti nel tempo: i cambiamenti nella forma, nel colore, nelle dimensioni o nei sintomi del nevo nel tempo possono indicare la possibilità di malignità. I nevi benigni di solito non mutano.
Sintomi e segnali che stanno cambiando
Quando si parla di un neo, è importante tenere presente alcune informazioni generali sui sintomi e i segni più comuni che potrebbero indicare una sua trasformazione.
Per controllare le eventuali variazioni nell’aspetto di un neo che esiste già è utile ricordare la regola dell’ABCDE:
- Asimmetria nella forma: se il tuo neo cambia forma, ad esempio diventa irregolare o sviluppa margini sfumati o dentellati, potrebbe essere un segno di preoccupazione.
- Bordi irregolari e indistinti: se il neo presenta bordi frastagliati, intagliati o appunto irregolari, allora potrebbe trattarsi di un tumore della pelle.
- Cambiamento di colore: se il colore del neo cambia, ad esempio diventa più scuro, sviluppa macchie più chiare o presenta una varietà di colori, potrebbe essere un campanello di allarme.
- Dimensione in aumento: se il tuo neo sta crescendo rapidamente in dimensioni, potrebbe essere motivo di preoccupazione.
- Evoluzione progressiva del neo: se il tuo neo sta cambiando nel corso del tempo, ad esempio se sta crescendo o mostrando altri segni di trasformazione, è importante sottoporlo a una valutazione medica.
Inoltre, anche se non fa parte della regola dell’alfabeto dei nei, tieni presente che anche segni quali sanguinamento spontaneo o la formazione di crosticine sul neo, prurito e dolore, ossia se il neo diventa pruriginoso o doloroso senza motivo apparente, questi potrebbero essere segni distintivi di una trasformazione.
Se noti uno o più di questi sintomi sui nei pre-esistenti oppure vedi la comparsa di nuovi nei che abbiano queste caratteristiche, consulta un dermatologo per una valutazione accurata.
Va ricordato che il 30% circa dei melanomi evolve da un neo pre-esistente, mentre il restante 70% si sviluppa come nuovo in un punto della pelle ove precedentemente non era presente alcun neo.
Esiste una genetica della malattia?
Sì, esiste una componente genetica nei melanomi. Alcuni individui possono essere più predisposti a sviluppare melanomi a causa di mutazioni genetiche ereditarie che aumentano il rischio. Queste mutazioni genetiche possono essere trasmesse da uno o entrambi i genitori.
Esistono diversi geni che sono stati associati a un aumentato rischio di melanoma ereditario, tra cui i geni CDKN2A, CDK4, MC1R e BAP1. Le mutazioni in questi geni possono influenzare la regolazione del ciclo cellulare, la produzione di melanina e la riparazione del DNA, aumentando così il rischio di sviluppare melanomi.
Tuttavia, è importante sottolineare che la maggior parte dei melanomi non è ereditaria e non è causata da mutazioni genetiche ereditarie. La maggior parte dei melanomi è causata da esposizione eccessiva ai raggi UV del sole o all’uso di lettini abbronzanti, oltre ad altri fattori ambientali e comportamentali.
Nei maligni: cause e fattori di rischio
Il melanoma è anche chiamato cancro della pelle. È un tumore che come abbiamo detto nasce dai melanociti, le cellule dell’epidermide responsabili della colorazione della pelle (pigmentazione). Il melanoma può svilupparsi sulla pelle sana, così come sotto le unghie, le mucose o negli occhi. Deriva da lesioni cutanee esistenti, come una voglia o un neo, oppure dalla pelle fino a quel momento integra.
L’eccessiva esposizione ai raggi UV, cioè la luce solare intensa, svolge un ruolo centrale nello sviluppo del melanoma. Le scottature, infatti, specialmente durante l’infanzia, cambiano le cellule e possono portare, anni dopo, allo sviluppo di un tumore.
Come vedremo tra i fattori di rischio, anche avere un tipo di pelle chiara (tipo di pelle 1 e tipo di pelle 2) e la predisposizione genetica hanno un’influenza sullo sviluppo di questo tipo di tumore.
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Fattori di rischio
Perché alcune persone si ammalano di cancro della pelle e altre no non è ancora completamente compreso. Tuttavia, ci sono fattori che possono avere un’influenza sullo sviluppo:
- Elevata esposizione ai raggi UV (sia fonti naturali che artificiali come docce e lettini abbronzanti), in particolare scottature solari.
- Tipo di pelle chiara.
- Segni di pigmento congeniti o acquisiti (nei, voglie).
- Precedente malattia di melanoma maligno.
- Storia di famiglia.
- Mutazione genetica..
Esposizione ai raggi UV
Molti studi hanno dimostrato che le persone che sono spesso esposte ad alti livelli di raggi UV senza protezione hanno un aumentato rischio di cancro della pelle.
La luce solare intensa è considerata infatti il fattore di rischio più importante per il melanoma.
Questa osservazione è supportata dalla distribuzione del melanoma: solo circa il 6% di essi si sviluppa su parti del corpo che di solito sono protette dal sole (addome inferiore, mucose, area genitale).
Circa il 94% dei tumori maligni, invece, si trovano spesso su superfici cutanee non protette (viso e testa, collo, mano, piede, gambe o schiena).
Tipi di pelle chiara
Le persone con i tipi di pelle più chiari e sensibili 1 e 2 si scottano più rapidamente quando non sono protette al sole rispetto alle persone con i tipi di pelle più scuri 3 e 4.
Qualsiasi scottatura solare, a sua volta, danneggia la pelle e può portare danni al DNA nelle cellule della pelle, che aumenta anche il rischio di sviluppare il cancro della pelle.
Precedente caso di melanoma maligno
Le persone che hanno già avuto un melanoma maligno hanno un rischio relativo aumentato di 8,5 volte di svilupparlo di nuovo. Per questo motivo, esami regolari della pelle nei pazienti con melanoma sono particolarmente importanti.
Familiarità
Il cancro della pelle può verificarsi più facilmente in chi ha una storia famigliare segnata da precedenti casi di melanoma. In particolare, nei parenti di primo grado (genitori e fratelli).
Mutazione genetica
Le mutazioni genetiche possono verificarsi anche indipendentemente dal raggruppamento familiare. Il gene del cancro più frequentemente mutato nel melanoma è chiamato B-RAF ed è stato notato in circa il 50% dei pazienti con melanoma.
Diagnosi dei nei: mappatura e non solo
Nel caso del melanoma, la migliore possibilità di recupero è se viene rilevato in una fase precoce tanto da evitare una rapida metastasi. Pertanto, è importante esaminare regolarmente la propria pelle e notare eventuali cambiamenti come abbiamo imparato finora, anche grazie all’ausilio della regola dell’ABCDE.
Oltre all’autoesame, il sospetto di un cambiamento maligno della pelle può anche sorgere come parte di un esame di routine o durante uno screening professionale per la prevenzione del cancro della pelle.
Al fine di rilevare eventuali cambiamenti nei nei o altre anomalie il più presto possibile, il medico può esaminare la pelle più da vicino. In alcuni casi, uno strumento speciale, un dermatoscopio, viene utilizzato per studiare la struttura dei cambiamenti in modo più dettagliato. Potrebbe anche essere necessario prendere immagini microscopiche digitali a luce riflessa dei nei e conservarle per l’esame di follow-up.
Il primo passo in un’ulteriore diagnostica è quindi la conferma dei risultati clinici sospetti, che di solito avviene grazie alla biopsia, ossia al prelievo di un campione di tessuto dall’area della pelle sospetta.
Esame istologico
L’esame istologico del tessuto rimosso in laboratorio offre attualmente il metodo più sicuro per distinguere tra una lesione cutanea benigna e una maligna. Se la sospetta diagnosi di “melanoma maligno” è confermata, questa diagnosi di laboratorio, nota anche come “microstadiazione”, è seguita da ulteriori esami che sono decisivi per il tipo di trattamento.
Ad esempio si può eseguire un “riesame”, un esame molto approfondito della pelle in tutto il corpo (compresa la testa e i genitali) o un esame delle vie linfatiche o dei linfonodi. Per approfondire ulteriormente vengono eseguiti speciali raggi X e esami del sangue per trovare eventuali metastasi nel corpo.
Capire lo stadio del tumore è quindi decisivo per la scelta della terapia.
Cos’ è la mappatura dei nei
Tra i tanti esami che il dermatologo può eseguire ce n’è uno che è molto conosciuto ed è la mappatura dei nei. Si tratta di uno screening della pelle che avviene grazie ad un macchinario, una telecamera a fibre ottiche, che scansiona ogni centimetro della superficie corporea per un massimo di 30 minuti.
Tramite delle foto, la telecamera è in grado di evidenziare vecchie e nuove lesioni e offrire al medico immagini utili alla diagnosi e a futuri controlli.
Trattamenti dei nei: dalle cure all’asportazione
Rimozione con laser
Se il nevo è comune e non soddisfa nessuno dei criteri della regola ABCDE, può essere rimosso usando un laser.
Il trattamento viene eseguito in anestesia locale e può essere eseguito su più nei in un’unica sessione.
Apparirà quindi una crosta e un leggero rossore che probabilmente persisterà per due o quattro settimane. La tecnica laser lascia una cicatrice quasi impercettibile ad occhio nudo e viene preferita nel caso di nevi in zone particolarmente visibili come il viso.
Rimozione chirurgica
I nei vengono rimossi chirurgicamente quando il loro rischio di degenerazione è significativo o quando sono esteticamente fastidiosi, o se si trovano in zone di attrito dove possono essere irritati e quindi degenerare.
Per un neo sospetto, la rimozione chirurgica e l’esame istologico sono imperativi. Di solito è una procedura molto semplice in anestesia locale, praticata su base ambulatoriale.
L’aspetto della cicatrice può variare a seconda della topografia del neo e della natura della pelle.
La tecnica dello shaving per limitare le cicatrici
Praticata solo su nei benigni, la tecnica dello shaving o rasatura viene applicata a zone difficili da raggiungere o tensioni muscolari come la schiena.
Il neo viene rasato sulla superficie in anestesia locale, ma non viene completamente rimosso. Gli specialisti lasciano quindi che la guarigione naturale faccia il suo lavoro. In alcuni casi il nevo può ricrescere.
Cicatrici
Se oggi vengono impiegate tecniche di escissioni e suture per limitare le cicatrici visibili, la guarigione è a geometria variabile a seconda dell’individuo e dipende dalla qualità della pelle, l’età, il patrimonio genetico, le zone operate.
Tanti parametri da tenere in considerazione e che avranno un impatto sull’aspetto della cicatrice.
Nei e prevenzione: cosa fare per tenerli sotto controllo
Abbiamo detto che l’esposizione eccessiva permanente o stagionale ai raggi UV è il principale fattore di rischio per lo sviluppo del melanoma maligno. È qui che entra in gioco la prevenzione: l’eccessiva esposizione al sole e le scottature solari dovrebbero essere costantemente evitate a qualsiasi età.
Inoltre, è necessario prestare attenzione per garantire un’adeguata protezione della pelle e degli occhi attraverso indumenti, copricapo, occhiali da sole e crema solare. Vediamo come.
Usa la protezione solare
Per le parti del corpo che non possono essere protette da indumenti o copricapo quando si è al sole, è necessario utilizzare una protezione solare. E a proposito di protezione esiste un programma con delle linee guida oncologiche che consiglia quando utilizzare la protezione solare.
Per esempio dovrebbe essere utilizzata una crema con un alto fattore di protezione solare e va applicato uno strato il più spesso possibile. Tutte le superfici della pelle esposte devono essere cosparse di crema, compreso il dorso delle mani e le piante dei piedi.
La crema deve essere applicata prima (circa 30 minuti) dell’esposizione al sole e rinnovata al più tardi dopo due ore e sicuramente, se in spiaggia, dopo il bagno.