Mangiare frutta secca almeno 2 volte a settimana aiuta a diminuire il rischio di morte a causa di malattie cardiovascolari. Lo conferma una ricerca presentata all’ ESC Congress, il più grande congresso al mondo di professionisti cardiovascolari.
Lo studio ha esaminato l’associazione tra il consumo di frutta secca e il rischio di malattie cardiovascolari e morte su un campione casuale di 5 mila adulti iraniani. Tutti di età pari o superiore ai 35 anni e senza storie di malattie cardiovascolari.
Lo studio sulla frutta secca
I ricercatori hanno valutato l’assunzione di frutta secca (noci, mandorle, pistacchi, nocciole e semi) dal 2001 al 2013, grazie alla compilazione di un questionario di frequenza alimentare.
Il consumo di frutta secca 2 o più volte alla settimana, dicono i risultati, si associa a un rischio inferiore del 17% di mortalità cardiovascolare. Anche quando cambiano le variabili, come età, sesso, educazione, fumo e attività fisica.
La frutta secca – spiega Noushin Mohammadifard, autore dello studio – è una buona fonte di grassi insaturi e contiene pochi grassi saturi. Ha anche proteine, minerali, vitamine, fibre, fitosteroli e polifenoli, a beneficio della salute del cuore.
Quanta frutta secca possiamo mangiare?
Come ha spiegato a Melarossa Stefania Giambartolomei, nutrizionista della SISA (Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione), consumare ogni giorno una piccola porzione di frutta secca può essere molto utile. Questo perché sono fonte di nutrienti essenziali per la dieta quotidiana. Contengono infatti molte proteine (fino al 20%), minerali, acidi grassi e amminoacidi.
Il consumo quotidiano dovrebbe essere di circa 10 grammi per chi è a dieta e di circa 20 grammi per chi non è a dieta.
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Fonte: ESC Congress