L’emicrania è una malattia al femminile. A soffrirne di più e più precocemente, infatti, sono le donne, che però si curano meno rispetto agli uomini. Quasi l’80% dei pazienti che soffrono di emicrania è costituito da donne, mentre appena il 18,3% da uomini. È quanto emerge dalla ricerca “Vivere con l’emicrania” realizzata dal Censis. Grazie alla collaborazione delle società scientifiche che si occupano di emicrania e cefalea a grappolo e delle associazioni dei pazienti è stato possibile interpellare un campione di 695 pazienti dai 18 ai 65 anni. Tutti pazienti con una diagnosi di emicrania. Non solo: è stato realizzato anche un focus sui pazienti colpiti da cefalea a grappolo, una forma non frequente di cefalea primaria particolarmente dolorosa.
Emicrania, quando si manifesta
L’esordio della malattia si registra in media a 21,4 anni di età per le donne contro i 26,1 anni degli uomini. La patologia si manifesta in maniera precoce, cioè prima dei 18 anni, per il 42,1% delle pazienti donne, rispetto al 26% degli emicranici uomini.
Le donne, però, si trascurano e dilatano i tempi della diagnosi.
L’emicrania è una patologia che tende ad essere trascurata e riconosciuta con ritardo. Sono ancora le donne a indugiare di più (il 23,3% contro il 9,4% dei maschi).
Il tempo medio per arrivare a una diagnosi è di 7,1 anni: 7,8 anni per le donne, solo 4,1 anni per gli uomini. La patologia rimane quindi in molti casi non diagnosticata per molto tempo.
Se vuoi sapere di più sull’emicrania, leggi il nostro articolo su Emicrania: sintomi e cura.
Emicrania:una malattia invalidante
Non solo l’emicrania è una malattia la femminile ma è anche una malattia invalidante. Appare più debilitante per le donne colpite, che definiscono “scadente” il proprio stato di salute nel 34,1% dei casi.
E il 47,9% delle donne soffre contemporaneamente di altre patologie. La durata media per singolo attacco, se non debitamente trattato, nel 46% dei casi è pari a 24-48 ore e nel 34% dura più di 48 ore.
Sono proprio le donne a lamentare gli attacchi più lunghi: si tratta di una patologia che impatta fortemente sulle attività quotidiane, in misura maggiore per le pazienti femmine.
L’aspetto più penalizzante è considerato il dolore, seguito da stanchezza ed energie ridotte.
Sono sempre le donne a lamentare una riduzione delle attività sociali in misura maggiore rispetto agli uomini e a causa del mal di testa hanno più problemi di vario tipo: sul lavoro, nello svolgimento dei propri compiti familiari e domestici, ad occuparsi dei figli.
Il condizionamento esistenziale può essere ancora più penalizzante per coloro i cui sintomi si manifestano più precocemente. Il tempo medio per arrivare a una diagnosi in questi casi è in media di 11,5 anni. Inoltre, chi ha avuto un esordio precoce (cioè prima dei 17 anni) descrive in misura maggiore un impatto negativo sul lavoro.