Sommario
Il termine disidratazione viene utilizzato per indicare una mancanza di acqua all’interno dell’organismo. Ciò può essere dovuto a uno scarso apporto idrico o a una perdita più importante tramite, ad esempio, sudorazione o emorragie.
I sintomi e la gravità della condizione variano molto tra soggetti adulti e bambini. Nel primo caso, questi posso essere all’inizio più lievi, con stordimento e affaticamento, ma a volte possono complicarsi con veri e propri cali pressori e svenimenti.
Specialmente durante la stagione calda infatti, i soggetti anziani possono avere difficoltà ad assumere un’adeguata quantità di liquidi, perché sentono meno lo stimolo della sete. Nei bambini, la disidratazione compare spesso per sindromi diarroiche prolungate insieme a uno scarso apporto idrico per difficoltà ad alimentarsi.
Riconoscere i primi segni di una disidratazione negli adulti e nei bambini è fondamentale per evitare di incorrere in complicazioni più gravi a seguito della mancanza di acqua nell’organismo.
Cos’è la disidratazione: significato e tipologie?
Il termine disidratazione può indicare una condizione patologica causata da uno squilibrio idrico nel corpo con o senza altre malattie concomitanti. Il nostro organismo contiene infatti tra il 50% e l’80% di acqua.
Le condizioni diarroiche, ad esempio, sono il motivo più comune di disidratazione, diventando così la principale causa di mortalità infantile a livello globale. Il bilancio idrico negativo che può portare alla perdita di liquidi può derivare da:
- Diminuzione dell’assunzione orale di acqua e bevande.
- Aumento dell’escrezione di fluidi a livello renale, gastrointestinale o tramite emorragie.
- Alterazione dell’equilibrio idrico e comparsa di altri tipi di fluidi: ascite, versamenti e stravasi capillari, specifici nelle ustioni e nelle sepsi.
La diminuzione dell’acqua corporea totale provoca riduzioni dei volumi di liquidi sia intracellulari che extracellulari. Le manifestazioni cliniche della disidratazione sono più strettamente correlate alla deplezione del volume del fluido intravascolare e ai tentativi di compensazione fisiologica che si verificano.
Con il progredire della disidratazione, nei casi gravi si verifica uno shock ipovolemico (abbassamento importante di pressione), con conseguente insufficienza d’organo e, nei casi più gravi, morte.
Il volume e la distribuzione dell’acqua nel corpo
Nei soggetti più giovani l’acqua può arrivare a assumere il 55-60% della composizione corporea (45-50% nelle giovani donne). Il volume totale dell’acqua è così distribuito all’interno dell’organismo:
- Muscoli: 50%.
- Pelle: 20%.
- Altri organi: 20%.
- Sangue: 10%.
Circa due terzi del volume d’acqua nel corpo si trova nel compartimento intracellulare e solamente un terzo in quello extracellulare. A tal proposito dunque avremo il volume plasmatico, che rappresenta la parte liquida del sangue cioè il 5% del peso corporeo (3,5 litri per un uomo di 70 kg), e il fluido interstiziale, il 15% del peso è il fluido tra le cellule e comprende alcune come:
- Linfa: 2-3% del peso corporeo. Liquido transcellulare: 1,5% del peso rappresenta il fluido proveniente dagli organi con lume delimitato dall’epitelio: secrezioni digestive, sudore, liquido cerebrospinale, pleurico, peritoneale, sinoviale, intraoculare, pericardico, biliare, fluido intraluminale della tiroide e della coclea (componente dell’orecchio interno). Tessuto connettivo (4,5%).
- Volume intracellulare (VIC) 30-40% del peso corporeo.
Sintomi della disidratazione
Il riconoscimento dei segni e dei sintomi della disidratazione il prima possibile è la chiave per un adeguato trattamento e può aiutare a prevenire casi più gravi e potenzialmente letali. Ci sono diversi segni comuni a cui prestare attenzione, alcuni dei quali più evidenti di altri.
È importante sapere che se la disidratazione diventa più grave, può portare a segni di declino mentale e fisico che richiederanno un’azione immediata d’urgenza. Se i segnali di grave disidratazione sono abbastanza preoccupanti, possono anche richiedere l’intervento di un medico.
Tra i più frequenti ritroviamo:
Adulti
- Sensazione di sete.
- Bocca asciutta.
- Urinare e sudare meno del solito.
- Urina di colore scuro.
- Pelle secca.
- Sensazione di stanchezza.
- Vertigini.
Disidratazione nei neonati e bambini piccoli: sintomi
- Bocca e lingua secche.
- Pianto senza lacrime.
- Assenza di pannolino bagnato per 3 ore o più.
- Febbre alta.
- Comportamento assonnato.
- Irritabilità .
- Occhi che sembrano infossati.
La disidratazione può essere lieve o può essere abbastanza grave da essere pericolosa per la vita. Essa può anche richiedere assistenza medica se i sintomi includono:
- Confusione.
- Svenimento.
- Scarsa minzione.
- Battito cardiaco accelerato.
- Respirazione rapida.
- Shock.
Quando diventa un’emergenza medica?
Quando la disidratazione diventa grave, potrebbero comparire dei sintomi più importanti, come quelli sotto elencati, che dovrebbero attivare assistenza medica di emergenza. Tra di essi ricordiamo:
- Grave diarrea (specialmente negli anziani o nei bambini).
- Presenza di materiale fecale con sangue.
- Episodi diarroici che si verificano per un periodo superiore a 3 giorni.
- Disorientamento.
- Sensazione di vomito persistente.
La disidratazione intensa può anche aumentare la formazione di trombi, responsabili di eventi vascolari come infarto e ictus. Pertanto le persone soggette a fenomeni di coagulazione (fibrillazione, aritmie, insufficienza venosa) devono assicurarsi che durante le giornate calde abbiano una costante e sufficiente assunzione di acqua o altri liquidi.
Allo stesso modo, anche le persone che soffrono di malattie renali o litiasi (calcoli) devono evitare attivamente la disidratazione consumando acqua ed evitando allo stesso tempo le bevande gassate.
Cause della disidratazione e malattie correlate
L’acqua svolge un ruolo chiave nel mantenimento di molteplici funzioni fisiologiche nel nostro organismo. Il corpo umano è costituito da acqua in una percentuale variabile tra il 55% e il 65%.
Due terzi di questa quantità sono intracellulari e un terzo è extracellulare (rispettivamente dentro e fuori la cellula). Un quinto dell’acqua extracellulare è intravascolare (cioè si trova dentro vene e arterie).
Il corpo ha un sistema che agisce, in modo complesso, per mantenere costanti questi volumi (omeostasi). Il controllo primario dell’omeostasi dell’acqua avviene attraverso i cosiddetti osmocettori presenti nel cervello.
Essendo percepita da questi osmocettori, la disidratazione stimola il centro della sete nell’ipotalamo, che porta alla necessità di assunzione di acqua. Questi osmocettori possono anche controllare la ritenzione dell’acqua da parte dei reni.
Quando l’ipotalamo rileva concentrazioni di acqua più basse nel sangue, farà sì che l’ipofisi posteriore rilasci l’ormone antidiuretico (ADH), che stimola i reni a riassorbire più acqua.
Il calo della pressione sanguigna, che spesso accompagna la disidratazione, innesca la secrezione dell’ormone renina. La renina converte l’angiotensina I in angiotensina II, che aumenta il rilascio di aldosterone dalle ghiandole surrenali.
L’aldosterone aumenta l’assorbimento di sodio e acqua da parte del rene. Utilizzando questi meccanismi, il corpo regola il volume dei fluidi e la concentrazione di sodio e acqua.
La disidratazione può essere classificata in base all’osmolarità e alla gravità . Il sodio sierico (Na) è un biomarcatore di osmolarità , supponendo che il paziente abbia una normale glicemia. La disidratazione può essere isonatremica (130-150 mEq/L), iponatremica (< 130 mEq/L) o ipernatremica (>150 mEq/L).
La disidratazione isonatremica è la più comune (80%). I due tipi di disidratazione (ipernatremica e iponatremica) rappresentano ciascuno circa il 5-10% dei casi. Le variazioni del sodio sierico riflettono la composizione dei liquidi persi e quindi diversi effetti fisiopatologici.
Disidratazione isoosmotica
Avviene nelle emorragie, ustioni da travaso plasmatico, perdita di liquidi gastrointestinali (diarrea, vomito), peritonite, ascite, fase poliurica di insufficienza renale acuta, sudorazione, diuretici, diabete, alcolismo. Inizialmente, c’è una perdita di fluido plasmatico sostituito dal fluido interstiziale senza modificare l’osmolarità del VEC (volume extracellulare).
Nessun cambiamento si verifica a livello di VIC (volume intracellulare).
Disidratazione iperosmotica
Avviene tramite riduzione dell’assunzione di acqua, diabete insipido (neurogenico o nefrogenico), diabete mellito, alcolismo, somministrazione di sali di litio, febbre, eccessiva evaporazione attraverso il sudore o polmonare (es. respirazione artificiale), diarrea, ustioni, trattamento con mannitolo.
Inizialmente, il liquido perso è il plasma che diventa iperosmotico e attrae il liquido interstiziale con l’aumento della sua osmolarità , c’è una fuga consecutiva di VIC verso l’interstizio, portando infine a una riduzione del volume sia di VIC che di VEC.
Disidratazione ipoosmotica
Può essere dovuta a sudorazione profusa, assunzione eccessiva di diuretici saluretici, perdita renale di sali per insufficienza surrenalica, accumulo di liquidi nelle cavità – ileo, peritonite.
Inizialmente, la perdita di sale porta alla perdita di acqua, ma l’eccesso di sale porterà a una diminuzione dell’osmolarità VEC e al passaggio di acqua da VEC a VIC con conseguente diminuzione del fluido extracellulare e aumento del fluido intracellulare.
Categorie a rischio di disidratazione
Le categorie di persone più soggette alla disidratazione, specialmente nel periodo estivo, sono rappresentate da:
Anziani
Gli anziani possono soffrire di disidratazione se esposti a temperature elevate a causa della diminuita percezione della sete, che si verifica fisiologicamente in alcune persone in età .
Questa alterazione dei sensi provoca una diminuzione dell’assunzione orale di liquidi necessari per il funzionamento ottimale del corpo. Molti anziani richiedono anche la somministrazione di un trattamento a base di integratori di magnesio e potassio sotto consiglio medico.
Neonati e bambini piccoli
Sono più suscettibili al verificarsi di disidratazione acuta, a causa dei deboli meccanismi di compensazione che hanno in questa fase di crescita e sviluppo.
I disturbi gastrointestinali che determinano l’associazione di vomito e feci diarroiche frequenti nei bambini, accentuano il grado di disidratazione dell’organismo attraverso un’ulteriore mancanza di liquidi, oltre alle perdite a livello tegumentario (sudore) e urina.
Patologie croniche
I pazienti che soffrono di varie patologie croniche come il diabete, la fibrosi cistica o le malattie renali (che influiscono sull’equilibrio idroelettrolitico dell’organismo), sono più soggetti alla comparsa di stati acuti di disidratazione dovuti all’incapacità di compensare acqua e perdite elettrolitiche in presenza di temperature ambientali elevate.
Attività professionali
Persone che svolgono attività professionali diverse, che prevedono un’esposizione prolungata al sole e alle alte temperature e comportano un maggiore sforzo fisico, così come quelle che svolgono attività professionali all’aperto senza un’adeguata protezione contro le alte temperature estive, sono più soggette alla comparsa della disidratazione, soprattutto in caso di esposizione diretta e prolungata ai raggi solari.
Bagnini, lavoratori nei cantieri o nella sistemazione di spazi pubblici, postini e agenti del traffico rappresentano categorie di persone a maggior rischio di disidratazione durante l’estate e la stagione calda in generale.
Disidratazione: come fare la diagnosi
Al contrario di ciò che normalmente si crede, disidratazione non significa semplicemente perdita di acqua, ma soprattutto anche di sali minerali fondamentali per il funzionamento degli organi (cuore in primis). I test di laboratorio non sono obbligatori nella valutazione dello stato di disidratazione se l’eziologia è nota ed è presente una forma da lieve a moderata.
Tuttavia, in caso di grave perdita di liquidi, si consigliano analisi di laboratorio come lo ionogramma, utile al medico per classificare il tipo di disidratazione.
In questo modo è possibile avere un livello sierico di sodio deve essere determinato perché sia ​​l’iponatriemia (< 130 mEq/L) che l’ipernatriemia (> 150 mEq/L) richiedono diete e trattamenti specifici.
Il potassio può essere aumentato in determinate condizioni, quali:
- Iperplasia surrenale congenita.
- Insufficienza renale.
- Marcata acidosi.
Nella disidratazione causata da stenosi pilorica o alcalosi, il Na+ sierico è spesso basso.
Il cloro sierico è l’elettrolita che si muove tra lo spazio intra ed extracellulare e lavora a stretto contatto con il sodio, sotto forma di cloruro di sodio, per mantenere la neutralità elettrica della cellula. Nella disidratazione causata da stenosi pilorica (p. es., alcalosi ipocloremica, ipokaliemica o metabolica) o da meningite tubercolare (condizione rara), i livelli di cloro diminuiscono.
La disidratazione dei tessuti provoca la produzione di acido lattico. Il bicarbonato viene consumato quando i livelli di acido lattico aumentano. Nella chetoacidosi diabetica, i chetoacidi consumano anche il bicarbonato.
I livelli di bicarbonato possono anche essere ridotti a causa della perdita di bicarbonato attraverso il passaggio di feci diarroiche. In alcuni casi, bassi livelli di bicarbonato sono stati correlati con una maggiore gravità della disidratazione. Anche il glucosio può essere basso nella chetoacidosi diabetica.
I livelli di urea e creatinina possono essere elevati a causa dell’ipoperfusione renale. Pertanto, nell’insufficienza renale, i valori di queste analisi aumentano.
Infine, l’analisi delle urine può fornire informazioni mediche nei casi con diagnosi di diabete. Nel diabete insipido, l’urina è diluita e la sua densità è bassa, anche nei pazienti disidratati.
Conseguenze ed effetti della disidratazione
Disidratazione isotonica
È caratterizzata dalla perdita isotonica sia di acqua che di soluti dal fluido extracellulare, cioè quando sia l’acqua che il sodio vengono persi in quantità equivalenti, ad es. attraverso vomito, diarrea o un’assunzione inadeguata di liquidi.
Non c’è spostamento osmotico dell’acqua dallo spazio intracellulare allo spazio extracellulare. Questo tipo di disidratazione è tipica dei bambini piccoli.
Disidratazione ipertonica
Nella disidratazione ipertonica la perdita di acqua supera la perdita di sali, cioè quando si perde più acqua che sodio (ad esempio attraverso un inadeguato apporto di:
- Liquidi.
- Sudorazione eccessiva.
- Diuresi osmotica.
- Farmaci diuretici.
Questo è caratterizzato da uno spostamento osmotico dell’acqua dal fluido intracellulare al fluido extracellulare. Questo tipo di disidratazione è più comune nelle persone affette da diabete e rappresenta circa il 10-20% di tutti i casi pediatrici di disidratazione con diarrea.
Disidratazione ipotonica
Nella disidratazione ipotonica si perde più sodio che acqua, ad es. in alcuni casi di elevata sudorazione o perdite idriche gastrointestinali o quando i deficit idrici ed elettrolitici sono trattati solo con la sostituzione dell’acqua, è caratterizzata da uno spostamento osmotico di fluido dall’area extracellulare a quella intracellulare.
Si verifica anche con l’eccessiva assunzione di acqua naturale o altri liquidi con poco o nessun contenuto di sodio.
Questo tipo di disidratazione rappresenta circa il 10-15% di tutti i casi pediatrici di diarrea acuta. Questa complicanza può essere pericolosa per la vita nel caso di una complicazione fatale: l’edema cerebrale.
Cure e rimedi
La terapia varia a seconda del tipo e della gravità della disidratazione, solo su consiglio del medico. Nelle forme lievi, con causa nota come lieve diarrea, vomito in piccole quantità o sudorazione più abbondante dopo l’esposizione a temperature elevate, di solito si consiglia assunzione di acqua attraverso i liquidi, 2,5-3 litri/giorno, associando soluzioni di reidratazione orale (bere in 4 ore 500 ml della soluzione ottenuta sciogliendo 15 grammi di polvere in acqua).
Il primo passo per alleviare la disidratazione è bere acqua immediatamente. Questa condizione può essere combattuta solo reidratando e sostituendo i minerali e gli elettroliti perduti. A seconda della categoria di età interessata, il trattamento può variare.
Combattere la disidratazione nei bambini
Se un neonato o un bambino soffre di disidratazione, è consigliabile portarlo immediatamente dal medico per un controllo e per la somministrazione del trattamento appropriato. Esistono però anche rimedi rapidi che possono migliorare la condizione dei più piccoli finché non vengono controllati da uno specialista. Le soluzioni orali a base di minerali reidratanti possono rappresentare un’efficace alternativa per contrastare i primi sintomi.
Esse contengono le quantità ottimali di sali ed elettroliti per ripristinare i liquidi e migliorare le funzioni digestive. Possono essere somministrati a bambini che soffrono di febbre, diarrea o vomito.
Attenzione! In caso di inappetenza, difficoltà nell’idratazione o scarsa alimentazione, i piccoli vanno portati dal proprio pediatra di fiducia per una prima valutazione.
Adulti
La maggior parte degli adulti affetti da disidratazione può alleviare rapidamente i sintomi bevendo acqua. La terapia consta nell’assunzione di liquidi in quantità moderate, da uno a due bicchieri, a intervalli compresi tra 30 minuti e un’ora.
Se la disidratazione è stata causata da diarrea o vomito, si raccomanda di non reidratare con succhi, tè o caffè. In caso di persistenza di sintomi, contattare il proprio medico di fiducia.
Atleti
Indipendentemente dalla loro età , gli atleti possono riprendersi rapidamente dalla disidratazione bevendo acqua fresca o bevande destinate a persone che esercitano uno sforzo fisico. Esse contengono minerali ed elettroliti, ma anche un complesso di carboidrati (zuccheri).
Va evitato il mito secondo il quale è consigliabile aggiungere del sale all’acqua, in quanto troppo sodio può portare a ipernatriemia.
Combattere la grave disidratazione
In situazioni di grave disidratazione, indipendentemente dall’età della persona colpita, il soggetto dovrebbe essere trattato urgentemente da un medico.
Fluidi e sali verranno somministrati per via endovenosa, poiché questa procedura aumenta l’assimilazione delle sostanze nel corpo. La disidratazione grave è una complicazione frequente nei bambini e negli anziani e, se non trattata, può portare alla morte.
Complicanze e prognosi
Sebbene le linee guida non abbiano raccomandazioni specifiche per l’assunzione di acqua, gli adulti sono incoraggiati a mantenere un’assunzione giornaliera di circa 2-3 L.
Le persone che perdono una grande quantità di liquidi attraverso il sudore durante le attività fisiche sono incoraggiate a bere più acqua (atleti). Nei pazienti anziani, il consumo eccessivo di liquidi può causare iponatriemia, pertanto si raccomandano soluzioni idratanti bilanciate.
Le complicazioni della disidratazione si verificano a causa di una scarsa quantità di acqua e sali minerali nel corpo. Lo stato mentale alterato, l’insufficienza renale, lo shock epatico, l’acidosi lattica, l’ipotensione e persino la morte sono correlati al fenomeno dell’ipoperfusione d’organo (complicanze gravi).
Possono verificarsi anomalie dei fluidi e degli elettroliti come:
- Uremia.
- Iponatriemia (bassi livelli di sodio nel sangue).
- Ipernatriemia.
- Ipokaliemia (bassi livelli di potassio nel sangue).
- iperkaliemia.
- Acidosi e alcalosi metabolica.
L’eccessiva assunzione di liquidi per correggere la disidratazione può causare edema periferico ed edema polmonare, nonché ipertensione brusca, motivo per cui il trattamento dei casi gravi è spesso ospedaliero.
Come prevenire la disidratazione corporea
Per non finire in una situazione in cui la disidratazione si manifesta più che attraverso un aumento della sete, si possono seguire alcuni semplici accorgimenti:
- Consumare una quantità adeguata di acqua in relazione al peso corporeo (circa 40 millilitri/chilocorpo).
- Prendere consapevolezza delle situazioni che accentuano la disidratazione (giornate calde, sforzo fisico, sudorazione eccessiva), adattando la relativa assunzione di liquidi.
- Adottare una dieta equilibrata, con alimenti ricchi di sodio e potassio (avocado, banane, patate dolci, spinaci, ecc.).
- Evitare l’alcool (la bevanda favorisce la disidratazione).
Un consumo insufficiente di liquidi può avere conseguenze negative sul corpo e sulle sue funzioni. Si raccomanda di non aspettare che la sete si faccia sentire per bere acqua, ma di avere sempre a disposizione una fonte nelle vicinanze.
Se si notano alcuni dei suddetti sintomi, non bisogna esitare a chiedere rapidamente il parere di un medico, specialmente se si parla di bambini o anziani.
Come evitare la disidratazione corporea in estate?
Il trattamento eziologico degli stati di disidratazione mira a sostituire le perdite di liquidi ed elettroliti ed è individualizzato a seconda dell’età e della gravità delle manifestazioni, comprese le seguenti raccomandazioni.
Soluzioni reidratanti
Spesso i medici consigliano la somministrazione di soluzioni per la reidratazione orale a bambini che soffrono di vomito, diarrea o febbre.
Queste contengono acqua e sali in determinate proporzioni, che ripristinano l’equilibrio idroelettrolitico dell’organismo e riducono le manifestazioni cliniche specifiche della disidratazione.
Continuare l’allattamento al seno in caso di neonati insieme, ove possibile, alla somministrazione di soluzioni per la reidratazione orale.
Consumo di alcol
Evitare il consumo da parte degli adulti di bevande dolci o acide e sostituirle con acqua, tè freddi e bevande per gli sportivi.
L’acqua è la scelta migliore, soprattutto se la sintomatologia è associata a sindrome diarroica, perché le bevande dolci e gassate possono aumentare la perdita di liquidi intestinali.
Trattamento medico
Consiste nella somministrazione di soluzioni per infusione in caso di grave disidratazione, sia negli adulti che nei bambini, nelle istituzioni mediche di pronto soccorso.
Dieta ricca di liquidi
Integrare l’assunzione orale di liquidi nei casi di lieve disidratazione può avvenire anche consumando frutta idratante come melone o anguria, mele, uva o verdure rappresentate da cetrioli e pomodori.
Abbigliamento adeguato
Durante i viaggi che prevedono l’esposizione diretta al sole e temperature elevate, si consiglia di indossare abiti larghi, in colori chiari, completi di cappelli o berretti a coprire il capo, ricercare luoghi ombrosi e ben ventilati.
Fonti
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