Sommario
La crioterapia, o terapia del freddo, viene utilizzata per curare alcune patologie e come trattamento per vari inestetismi.
Sii sincera. Porteresti la temperatura del tuo corpo sotto zero per curare un disturbo fisico o per rigenerare i tessuti della tua pelle? Se ci stai ancora pensando vuol dire che non conosci ancora la crioterapia e non sai che molte persone, tra cui tanti vip, hanno scelto le basse temperature per la cura di patologie, come soluzione per il trattamento di inestetismi o più in generale, per ritrovare il benessere.
Che sia sistemica o localizzata, ossia applicata ad una parte specifica o a tutto il corpo, la crioterapia ha dimostrato di apportare al nostro organismo dei benefici evidenti, sia a livello cutaneo, articolare e muscolare che a livello psicologico.
Mai come in questo caso, infatti, una terapia del corpo, capace di ridurre infiammazioni, dolore e donare tonicità a pelle e muscoli, è stata altrettanto capace di agire positivamente sull’umore di una persona, sebbene questo comporti il sacrificio di entrare in camere o cabine refrigerate a -130° C.
Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
Che cos’è la crioterapia
La crioterapia, anche chiamata terapia criogenica, è un trattamento che utilizza le basse temperature per congelare, o quasi, le parti del corpo interessate al fine di migliorarne le condizioni.
Il trasferimento del freddo al corpo avviene per mezzo di diversi meccanismi di conduzione che approfondiremo di seguito. In sintesi, quelli più usati sono:
- impacchi di ghiaccio.
- Bagni di ghiaccio.
- Bende refrigeranti.
- Crioterapia iperbarica gassosa.
- Camere criogeniche raffreddate con azoto liquido.
I medici utilizzano da anni, la crioterapia, per lo più a base di azoto liquido, per il trattamento localizzato di verruche, per la rimozione di cellule tumorali o per ridurre l’infiammazione. Invece, nel mondo dell’estetica e dello sport viene ormai usata, anche in modo sistemico, per contrastare l’invecchiamento cutaneo e migliorare il recupero fisico post-allenamento.
Per le sue caratteristiche e la sua flessibilità, questa tecnica può essere usata come unico trattamento, come metodo alternativo e in aggiunta ad altre terapie.
La crioterapia si esegue in diversi modi con tempi variabili, a seconda delle richieste del paziente, del suo stato di salute e delle scelte del medico che deve eseguirla.
Come agisce la crioterapia
Il segreto dell’efficacia della crioterapia è nascosto proprio nel suo meccanismo. Quando il corpo viene rapidamente raffreddato ha un consistente sbalzo termico.
Questo fa sì che i recettori presenti nella nostra pelle inviino un segnale all’ipotalamo che per contrastare l’azione del freddo e difendere il corpo attiva delle risposte fisiologiche.
La prima reazione è una forte vasocostrizione, in cui il sangue va dalle estremità corporee verso gli organi vitali per ossigenarli adeguatamente. Subito dopo, l’organismo passa al rilascio di serotonina e ormone adrenocorticotropo (ACTH), inibitore del dolore e dell’infiammazione.
Quando il trattamento finisce e la temperatura corporea ritorna normale, si ha una seconda reazione che è la vasodilatazione periferica. Questo permette al sangue ben ossigenato di irrorare nuovamente le estremità corporee e portare via gli elementi di scarto come acido lattico e istamine.
Grazie a quest’ultima fase si ha un aumento della microcircolazione che favorisce la rigenerazione cellulare e la stimolazione della produzione di elastina e collagene.
Stesse reazioni si hanno di fronte ad un trattamento di crioterapia localizzato su lesioni cutanee. L’abbassamento di temperatura, mediante l’applicazione dell’azoto liquido, determina la dissoluzione delle lesioni sottoposte a trattamento, salvaguardando però le cellule sane.
Il risultato è che la pelle non subisce nessun trauma e la lesione pian piano guarisce.
Quali sono gli effetti della terapia del freddo sul corpo
La grande forza della crioterapia è che produce delle modificazioni biologiche che, combinate tra loro, determinano alcuni importanti effetti terapeutici.
- Effetto antiflogistico o antinfiammatorio, in quanto il freddo è capace di rallentare il metabolismo cellulare e ridurre così la produzione di quei mediatori che trasmettono il segnale infiammatorio.
- Antiedemigeno, ossia riduce gli edemi grazie all’effetto antinfiammatorio combinato alla vasocostrizione che limita lo stravaso ematico nei tessuti.
- Antalgico, in quanto la crioterapia inibisce le terminazioni nervose responsabili della percezione del dolore.
- Effetto miorilassante, perché una lunga esposizione al freddo riduce il tono muscolare e la spasticità.
Benefici della crioterapia
Nella pratica, questo, si traduce in una serie di benefici che agiscono su tutti i sistemi del nostro organismo:
- Circolatorio.
- Nervoso.
- Apparato muscolare.
- Metabolismo corporeo.
E che possono essere così descritti.
Miglioramento della circolazione sanguigna: grazie al freddo applicato direttamente sulla zona interessata, i vasi ematici si costringono e subito dopo si dilatano stimolando proprio la circolazione e migliorando il flusso di sangue.
Guarigione muscolare: la crioterapia è in grado di rilassare e distendere i muscoli, accelerando la ripresa. In questo caso gli effetti sono due: un aumento oppure una diminuzione di tono a seconda del tempo di esposizione al freddo della zona trattata.
Prevenzione e cura di alcune tipologie di cancro: soprattutto quelle conseguenti agli stati infiammatori possono beneficiare della terapia del freddo che ha effetti antiflogistici. Inoltre, in molti casi la crioterapia può essere usata per ridurre il rischio di comparsa di certi tumori.
Sollievo per le emicranie, riduzione di ansia e depressione: la crioterapia stimola la produzione di endorfine e citochine, sostanze che inducono benessere e che sono antidolorifiche e antinfiammatorie.
Riduzione edemi cutanei: effetto collegato alla vasocostrizione e vasodilatazione periferica.
Perdita di peso: il freddo stimola il metabolismo, che è in grado di bruciare più in fretta le calorie per permettere al corpo di riscaldarsi.
Riduzione dell’infiammazione localizzata.
Miglioramento del tono muscolare: che è uno dei motivi per cui spesso si consiglia di finire la doccia con un getto di acqua fredda.
Sollievo dal dolore: la terapia blocca i recettori che trasmettono gli impulsi dolorosi e riduce la velocità di trasmissione dei segnali.
Crioterapia: strumenti usati per i trattamenti
Come abbiamo detto, la crioterapia, in quanto terapia del freddo, può essere eseguita in diversi modi e utilizzando vari strumenti. Di seguito, analizzeremo quelli più comuni.
Borsa del ghiaccio
La famosa borsa del ghiaccio è lo strumento più diffuso.
Viene utilizzata in autonomia anche a seguito di infortuni domestici e applicata facilmente sulla zona danneggiata per eseguire degli impacchi.
Negli ultimi anni, si sono diffusi anche i sacchetti in polivinile al cui interno c’è una gelatina chimica che si raffredda ma che non entra in contatto con la pelle, come avviene invece col ghiaccio quando si scioglie.
La durata del trattamento non deve essere superiore ai 15/20 minuti e va ripetuta ogni due ore.
Bomboletta spray
Un altro strumento molto usato soprattutto da chi fa sport è la bomboletta spray.
Anche questa è sempre presente nelle borse degli atleti o in campo e nelle palestre, perché molto efficace e pratica.
Ma attenzione, il suo utilizzo deve essere corretto perché si rischia di danneggiare e ustionare la parte trattata. E’ importante soprattutto la distanza da cui avviene l’erogazione, che non deve essere inferiore ai 30 cm.
Ghiaccio chimico
Poi c’è il ghiaccio chimico, più moderno degli altri due e usato sempre come terapia locale.
E’ costituito da un pacchetto contenente due reagenti e una piastra che una volta spezzata con le mani crea una reazione chimica in grado di far diminuire la temperatura del sacchetto. La comodità è che questi componenti possono essere conservati anche fuori dal freezer.
Bagni di ghiaccio
Nei bagni di ghiaccio, invece, il paziente è completamente o parzialmente immerso in acqua ghiacciata a una temperatura che varia tra i 12 e i 15° C, ma che può arrivare anche a 6/7° C per un tempo variabile tra i 5 e i 20 minuti.
Bende elastiche
Le bende elastiche refrigeranti combinano la terapia del freddo con quella compressiva e servono a controllare l’edema e il gonfiore favorendo anche il microcircolo.
Crioterapia iperbarica
La crioterapia iperbarica gassosa viene usata per trattare una zona specifica. Il metodo prevede l’utilizzo dell’anidride carbonica pressurizzata a -78° C per abbassare la temperatura senza causare dolore.
Cabine criogeniche
Infine, le camere o cabine criogeniche, e, come vedremo, altri strumenti che utilizzano l’azoto liquido per avere effetti benefici su zone traumatizzate, inestetismi corporei e malesseri di vario genere.
La nostra ricerca si soffermerà su quest’ultimo tipo di crioterapia, sviscerandola sotto tutti i punti di vista.
A cosa serve la crioterapia?
Abbiamo detto che la crioterapia, o terapia del freddo, ormai per lo più ad azoto liquido, viene impiegata per curare numerose patologie e trattare diversi inestetismi della pelle.
Infatti, le proprietà benefiche del freddo si estendono dalla dermatologia e chirurgia alla neurologia, dalla fisioterapia alla medicina estetica.
Per capirne di più, analizziamole nel dettaglio, partendo da quest’ultima che è diventata una tra le applicazioni più popolari.
Campo estetico
Molte personalità del mondo dello spettacolo e vip di fama internazionale, difatti, sponsorizzano da tempo e scelgono la crioterapia come metodo alternativo o in aggiunta ai trattamenti tradizionali (creme anticellulite o anti-age per il viso), con risultati evidenti.
La tecnica ha dimostrato di essere efficace per quanto riguarda:
- Riduzione delle rughe, grazie all’azione miorilassante dei muscoli che va ad agire sul viso e contrasta le pieghe della pelle.
- Rigenerazione cellulare e elasticità dei tessuti, grazie alla sua azione antiossidante che rallenta i processi d’invecchiamento.
- Mantenimento del peso forma, per l’effetto brucia-calorie.
- Aumento delle energie, dovuto al cambiamento metabolico dell’organismo e all’eliminazione degli elementi di scarto.
- Riduzione della ritenzione idrica, in quanto la crioterapia crea vasodilatazione e migliora la circolazione.
- Riduzione della cellulite, per effetto del congelamento e l’eliminazione delle cellule adipose, molto sensibili alle basse temperature.
Alcuni timidi risultati solitamente si vedono già dalla prima seduta, ma con appena 10 trattamenti completi è possibile vedere i veri cambiamenti del corpo.
Crioterapia in fisioterapia
La crioterapia è riconosciuta, inoltre, da sportivi professionisti e non, come una modalità benefica di trattamento post-trauma per garantire un recupero veloce.
Può essere applicata a numerosi casi di patologie muscolo-scheletriche e in combinazione ad altri percorsi terapeutici come le onde d’urto, l’ipertermia, gli ultrasuoni e la laserterapia. Ed è per questo che la crioterapia è considerata un prezioso alleato dei fisioterapisti.
Grazie alle sue caratteristiche ha un effetto analgesico immediato oppure differenziato nel tempo e può essere usata per il trattamento di:
- Dolori alla spalla, al gomito e al polso.
- Dolori al ginocchio e all’anca.
- Lacerazioni.
- Contusioni.
- Distorsioni.
- Stiramenti muscolari, tendinei e legamentosi.
- Borsiti, artrosinoviti, tendiniti.
- Artropatie infiammatorie.
- Mialgie e spasmi muscolari.
A livello muscolare, il freddo ha un effetto antinfiammatorio perché innesca, come abbiamo già detto, un processo di vasocostrizione e vasodilatazione che velocizza la circolazione del sangue e permette di smaltire più velocemente le tossine e l’acido lattico prodotti durante l’allenamento.
Campo psicologico
Come si accennava all’inizio del nostro capitolo, la cura del freddo si è dimostrata molto efficace anche per chi ha l’umore a terra.
La spiegazione scientifica è da trovare nella produzione di endorfine da parte del corpo, responsabili del buonumore, come risposta all’esposizione al freddo.
Inoltre, il trattamento agisce anche sull’insonnia, che è uno dei motivi principali di depressione.
Crioterapia: neurologia e malattie croniche
Grazie alle sue funzioni analgesiche, è stato possibile applicare la terapia del freddo anche per ridurre il dolore in pazienti cronici colpiti da:
- Parkinson: la malattia neurodegenerativa causata dalla morte dei neuroni che permettono il movimento.
- Sclerosi multipla, la malattia che colpisce il sistema nervoso centrale e in particolare, i nervi ottici, il cervelletto e il midollo spinale con sintomi diversi tra loro.
- Fibromialgia, la patologia reumatica cronica dolorosa che colpisce il tessuto connettivo di tutto il corpo, in particolare le strutture costituite da fibre come muscoli, tendini e nervi.
Inoltre, in questi casi il rilassamento muscolare causato dalle basse temperature ha dimostrato di essere utile anche per mantenere le funzioni muscolari.
Campo dermatologico/chirurgico
Un altro settore in cui la crioterapia è molto usata è senz’altro quello dermatologico.
La pelle, che può essere colpita da lesioni benigne e patologie più gravi, è una delle regioni corporee che più di altre è in grado di beneficiare delle proprietà di questo trattamento.
Per ogni lesione è necessaria una valutazione preliminare che tiene conto delle dimensioni, del numero, dello spessore e della localizzazione.
Tra le lesioni benigne ritroviamo:
- Lentiggini, ossia le macchie cutanee di forma rotondeggiante, lisce al tatto e dal colore leggermente più scuro rispetto al resto della pelle.
- Brufoli, che sono dei piccoli rilievi cutanei di colore rosso contenenti pus, siero o materia grassa (sebo).
- Cicatrici.
- Alopecia areata, una patologia cronica che colpisce i follicoli piliferi del cuoio capelluto e di altre parti del corpo provocando un’improvvisa caduta di capelli a chiazze o di tutti i peli del corpo.
Patologie
Fanno, invece, parte di patologie più serie:
- Emorroidi, ossia l’infiammazione dei vasi dell’area anorettale che causa arrossamento, gonfiore, sanguinamento e dolore.
- Molluschi contagiosi, l’infezione virale benigna della pelle che colpisce prevalentemente i bambini.
- Condilomi acuminati, una malattia a trasmissione sessuale altamente contagiosa, causata da un sottotipo di Papillomavirus umano che si manifesta soprattutto nella zona genitale e anale.
- Cheratosi attiniche e seborroiche, ossia lesioni della cute causate da una non corretta esposizione al sole oppure da fattori genetici.
- Neoplasie come il melanoma, ossia la trasformazione tumorale dei melanociti, alcune cellule che formano la pelle e che sono responsabili della produzione di melanina.
- Verruche, escrescenze della cute causate da un’infezione da Papilloma Virus, a cui dedicheremo un capitolo a parte.
Crioterapia e Papilloma virus ( HPV)
L’Hpv è un noto virus a Dna, sessualmente trasmissibile, che è molto diffuso tra la popolazione e costituisce oltre cento varietà di virus. Di Papilloma Virus esistono ceppi ad alto rischio e ceppi a basso rischio.
Fanno parte della prima categoria quelli che generalmente non sono infettivi, ma che possono provocare lesioni maligne alla cervice uterina, al pene e allo scroto, oppure a faringe, lingua, tonsille e tante altre sedi corporee.
Rientrano nella seconda categoria, quelli che causano lesioni benigne come i condilomi acuminati e le verruche genitali o orali, seppure abbiano un’alta infettività.
Come agisce la crioterapia?
Intanto diciamo che la crioterapia, così come la diatermocoagulazione e il laser CO2, è un trattamento riservato a lesioni poco estese.
Innanzitutto, per sottoporsi al trattamento delle lesioni generate da Papilloma Virus, è generalmente richiesta una preparazione che consiste nel non bere e mangiare nelle tre ore precedenti alla terapia.
Poi, si può procedere con il trattamento che prevede di congelare – o “bruciare”- la lesione tramite un batuffolo di ovatta intriso di azoto liquido a -190° per un tempo più o meno lungo, in base al tipo di lesione.
La procedura è poco dolorosa e non richiede pertanto anestesia, al massimo il paziente può sentire un leggero bruciore che scomparirà nel giro di poche ore.
Crioterapia e verruche
Tra gli utilizzi della crioterapia dermatologica, ce n’è uno che merita particolare attenzione perché tratta una delle infezioni cutanee più frequenti e diffuse: le verruche.
In presenza di verruche, la crioterapia si è dimostrata molto efficace perché è in grado, grazie al potere distruttivo dell’azoto liquido, di congelare e uccidere la cellula infetta.
La terapia va ripetuta ogni 1-2 settimane e si prosegue fino alla sua scomparsa.
Queste escrescenze che si formano sulla cute sono altamente contagiose e possono manifestarsi in qualsiasi parte del corpo con forme e colori differenti.
Le verruche si possono classificare in:
- Comuni (porri), molto frequenti sul dorso della mano e delle dita, su gambe e sotto la pianta dei piedi.
- Piane o giovanili, generalmente di piccole dimensioni e spesso si presentano a grappoli su cicatrici e lesioni.
- Plantari, presenti nella pianta del piede o sotto le dita, sui talloni e nelle caviglie.
- Filiformi che si manifestano su palpebre, naso, labbra e collo.
- Verruche a mosaico, si formano nelle dita dei piedi.
- Verruche ano-genitali, dette anche condilomi.
- Seborroiche o cheratosi.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sulle verruche.
Ma come funziona esattamente la crioterapia dermatologica?
Prima di tutto dobbiamo specificare che sebbene sia possibile usare diverse sostanze, quella maggiormente scelta dai medici è sempre l’azoto liquido, in quanto ha dimostrato di essere un gas molto versatile, aggressivo e poco costoso.
La tecnica prevede che l’azoto entri in contatto con la lesione e crei un’ustione da freddo che va a distruggere la cellula per shock termico.
Su quali parti del corpo è applicabile la crioterapia
Come abbiamo visto la crioterapia è applicabile su tutto il corpo attraverso un trattamento sistemico oppure su aree specifiche, con trattamenti localizzati.
La maggior parte di richieste di trattamenti crioterapici arrivano da pazienti che hanno problematiche infiammatorie o infezioni virali a piedi, ginocchia, anche, mani, gomiti, spalle e viso. Ma sono sempre di più coloro che richiedono interventi mirati di crioterapia estetica al corpo e al viso.
La crioterapia del viso
A tal proposito, gli specialisti hanno sviluppato, grazie a questa particolare terapia, delle speciali tecniche da applicare al viso per:
- contrastare i segni del tempo.
- Eliminare le cicatrici.
- Attenuare le rughe.
- Rimuovere o ridurre le macchie scure dovute all’invecchiamento.
Questo trattamento di bellezza si chiama criofacciale e ha lo scopo di far apparire la pelle del viso più tonica, piena, luminosa e omogenea. Il che è possibile grazie al ricambio cellulare generato dal ghiaccio che favorisce la morte delle vecchie cellule e stimola la produzione di collagene.
Si tratta di un trattamento semplice ma che deve essere eseguito da mani esperte in quanto le basse temperature possono danneggiare visibilmente il tessuto facciale che appare molto sensibile e irrorato da numerosi nervi.
Tipi di congelamento: lento o rapido
Tra le varie suddivisioni che riguardano la terapia del freddo, ce n’è una essenziale che riguarda la tipologia di congelamento. Questo può essere di due tipi, lento o rapido, e dalla scelta dipende il tipo di alterazione biologica che ne consegue.
Il congelamento lento crea dei cristalli di ghiaccio extracellulari e per questo è poco controllabile. In pratica, non si sa fino a che profondità crea la lesione né tanto meno quanto può essere estesa.
Invece, il raffreddamento rapido provoca un congelamento intracellulare, altera le proteine e gli enzimi, così da sconvolgere gli scambi di membrana. Questo vuol dire che il danno al tessuto è più preciso e mirato.
La scelta di uno o l’altro metodo dipende dall’obiettivo che si vuole raggiungere e sarà il medico a stabilirlo. In generale, però, si può dire che la metodica maggiormente utilizzata sia quella a congelamento rapido, proprio perché può essere più facilmente controllata.
Ne è un esempio la dermatologia, dove questa viene impiegata per il trattamento di verruche e acne senza quasi mai lasciare segni.
Le temperature della crioterapia
La crioterapia si avvale dell’ausilio di diversi criogeni, anche se il più usato è l’azoto liquido.
Ognuno di questi gas, che sono il freon, l’anidride carbonica, il protossido d’azoto e l’azoto liquido, ha una differente capacità di abbassamento della temperatura.
- Freon. E’ un gas alogenato, considerato ormai inquinante e quindi sottoposto a delle restrizioni, è usato solo in bombolette piccole ed è comodo perchè può essere trasportato. La temperatura più bassa che può raggiungere è di -33/-60/-70° C a seconda della tipologia di Freon usato che può essere del tipo 114, 12 o 2.
- Anidride carbonica. E’ sicuramente il mezzo più economico, ma non è proprio sicuro. Nel senso che potrebbe non produrre un congelamento molto rapido. La sua temperatura minima estrema è di -79° C.
- Protossido d’azoto. E’ molto efficace ma si usa con apparecchiature che costano tanto e deve essere confezionato in bombole ad alta pressione che alzano ulteriormente i prezzi. La temperatura raggiunge i -89° C.
- Azoto liquido. E’ il criogeno più usato e versatile sia per i costi bassi che per la sua efficacia. Basti pensare che tra i gas citati è l’unico che raggiunge le temperature più basse, -196° C.
Tipi di crioterapia: generale, locale e sistemica
Per trattare i disturbi descritti finora, che siano di natura estetica o patologica, esistono diverse tipologie di crioterapia. Quelle più comuni sono la generale, la localizzata e la sistemica.
La crioterapia generale
Questo tipo di terapia è una tecnica molto delicata in quanto tutto il corpo viene esposto a basse temperature grazie a casse refrigeranti doppie, all’interno delle quali scorre un liquido che poi evapora.
Di solito, la crioterapia generale è usata nell’ambito d’interventi chirurgici con anestesia totale e serve per rallentare il metabolismo. Un ambito in cui è molto usata è sicuramente quello della cardiochirurgia, dove la temperatura corporea si abbassa al di sotto dei 30° C.
Trattamento localizzato
Se si vuole intervenire in modo mirato o più in profondità, la tipologia di crioterapia più adatta è senza dubbio quella localizzata, o locale, che può essere applicata attraverso tre tecniche. Essa permette di circoscrivere l’area interessata dal problema senza colpire le cellule sane.
Questo metodo è particolarmente usato per trattare problemi di tipo fisioterapico e inestetismi della pelle di diversa natura, come:
- infiammazioni e lesioni muscolari localizzate.
- Postumi da trauma.
- Tessuti danneggiati.
- Dermatite atopica.
- Riduzione della cellulite.
- Trattamento e riduzione degli accumuli adiposi.
- Tonificazione di pelle e tessuti.
- Trattamenti anti-age.
- Stimolazione cutanea per la produzione di collagene.
Altre tecniche
Tecnica a bastoncino o dipstick
E’ la più semplice e viene usata per trattare lesioni localizzate.
In questo caso, il medico si avvale di un bastoncino lungo circa 30 cm sulla cui punta è stato montato un batuffolo di cotone che viene prima immerso in un Dewar contenente azoto liquido e subito dopo sulla lesione.
La procedura dura finché la lesione non risulta congelata e per questo, visto che il batuffolo non viene quasi mai cambiato, c’è il rischio di contagio o infezione.
Spray
La seconda tecnica è quella a spruzzo o spray. Tra tutte è quella più usata ed è adatta a lesioni multiple o frastagliate come le verruche, i nei, i punti neri etc. Lo spruzzo avviene tramite una bomboletta ad una distanza di 1-2 cm e permette un congelamento profondo e mirato.
Se si vogliono trattare zone più ampie della cute è possibile collegare alla bomboletta degli adattatori o erogatori utili al tipo di area.
Cryoprobe
Infine, c’è la tecnica a sonda, o Cryoprobe, indicata per lesioni delimitate e che si applica grazie a sonde di varie dimensioni e forme. Prima di toccare la lesione, la punta deve essere bagnata e subito dopo entrare in contatto con la zona.
Questa raggiunge la temperatura desiderata anche in profondità, grazie ad un criogeno (generatore di freddo) che si espande nella sonda e favorisce l’abbassamento della temperatura.
Come ci si prepara a questo tipo di sedute?
Il trattamento professionale di crioterapia localizzata si sviluppa nelle seguenti fasi.
- Il paziente viene accolto e fatto accomodare in uno spogliatoio dove dovrà svestirsi solo degli indumenti che coprono la parte da trattare. Poi, viene accompagnato nella stanza del trattamento dotata del macchinario o del dispositivo che si andrà ad utilizzare.
- Una volta steso sul lettino, lo specialista avvia il macchinario, oppure prende degli altri strumenti alternativi, e verifica che funzionino correttamente.
- Infine, inizia il trattamento che si conclude non appena tutte le zone da trattare saranno state congelate.
Se la procedura è particolarmente dolorosa, l’operatore può applicare un anestetico locale, circa mezz’ora prima del trattamento, ed evitare così che il paziente senta male.
La crioterapia sistemica
La crioterapia sistemica, detta anche Whole Body Cryotherapy (WBC), a differenza delle altre, consiste nell’immersione totale, o quasi, del corpo all’interno di criocamere o criosaune raffreddate con azoto liquido.
Il trattamento di solito dura pochi minuti e agisce su:
- dolori articolari.
- Lesioni muscolari.
- Malattie croniche.
- Ritenzione di liquidi e favorisce anche il recupero post-allenamento.
Ha inoltre un effetto depurativo sul corpo grazie all’eliminazione delle tossine prodotte dal processo metabolico. Può essere quindi efficace anche contro la cellulite e la ritenzione idrica, oltre che sulla tonificazione della pelle.
Criosauna
La criocamera e la criosauna presentano delle differenze sia per quanto riguarda la temperatura che per il tipo di ambiente in cui avvengono.
- La criocamera, che esiste anche nella versione a due stanze, è composta di una cabina, con pareti raffreddate da azoto liquido ad una temepratura che va dai -110° C ai -130° C, dove si entra con tutto il corpo. Nel caso di due stanze, nella prima, la temperatura raggiunge i -60° C e nella seconda, scende a -130° C.
- La criosauna invece è una sorta di cabina frigorifero di forma circolare, in cui l’azoto liquido viene vaporizzato, il quale fa raggiungere temperature che oscillano tra i -120° C e i -160° C. L’ambiente che si forma è decisamente secco e asciutto. La principale differenza con la criocamera è che la testa e il collo non sono incluse nella cabina.
Come si svolge una seduta di crioterapia sistemica
A questo punto siete ormai pronti per sottoporvi ad una seduta di crioterapia. L’unica cosa che manca è capire cosa serve per prepararsi al trattamento, cosa aspettarsi durante l’esecuzione dello stesso e cosa fare subito dopo.
- Per quanto riguarda la preparazione, l’unica accortezza riguarda il cibo. Anche se non ci sono controindicazioni in merito, è sempre meglio presentarsi a stomaco vuoto soprattutto se è la prima volta. Non sappiamo infatti quale reazione possa avere il nostro corpo di fronte ad uno shock termico tanto estremo.
- Durante il trattamento il paziente può indossare la biancheria intima e in alcuni casi anche dispositivi di protezione quali calzari, calzettoni, guanti, paraorecchie e mascherina. La sensazione che il paziente avverte è sicuramente di freddo ma trattandosi di freddo secco e non umido, la percezione dei gradi non è quella reale ma al massimo di -15° C.
- Al termine della seduta, il paziente avverte una piacevole sensazione di freschezza, leggerezza e benessere generale, che dura fino a 8 ore dopo. Per ristabilire la temperatura naturale basta sottoporsi ad una leggera attività aerobica, di solito cyclette o tapis roulant.
Quanto costa una seduta di crioterapia
I costi della crioterapia possono sembrare non propriamente economici, ma se rapportati ad altri trattamenti più complessi o invasivi come quelli chirurgici, ai benefici che si possono ottenere, alla semplicità di esecuzione, alla sua efficacia e soprattutto ai pochi e rari casi di effetti collaterali manifestati, allora è possibile che la si inizi a valutare in modo diverso. O quanto meno per ciò che vale veramente.
Ad aggiungere valore, inoltre, c’è anche il fattore della flessibilità di questa tecnica che può essere usata in molte patologie e inestetismi cutanei.
Dopo una breve ricerca sul web, è possibile fare una prima differenza di prezzo tra criosauna e crioterapia. La criosauna costa mediamente tra gli 80 e i 150 euro. Mentre un trattamento di crioterapia ha prezzi leggermente differenti che possono raggiungere anche gli 800 euro.
In particolare, una seduta di crioterapia dermatologica, per esempio, per la cura di verruche o macchie, ha un costo compreso tra i 90 e i 150 euro.
Invece, una seduta di crioterapia estetica può partire da 70 euro e arrivare fino a 800 euro.
Il prezzo delle sedute varia in base al numero di trattamenti a cui si sottopongono i pazienti, all’estensione della zona da trattare e alla tipologia di terapia effettuata, nonché al centro specializzato a cui ci si rivolge.
Se i costi vi sembrano comunque eccessivi, non scoraggiatevi, perché su internet o presso i centri specializzati è possibile trovare spesso numerose offerte e sconti. Prezzi che periodicamente si abbassano addirittura del 50% per avviare la caccia di nuovi clienti.
Effetti collaterali e controindicazioni
Sebbene si tratti di un trattamento sicuro e, in generale, privo di rischi è possibile che qualche inconveniente si manifesti.
Se succede, è quasi sempre per un’errata valutazione della lesione o del paziente, oppure per un errore tecnico dell’operatore o ancora, per il malfunzionamento dell’attrezzatura.
Tra i principali effetti collaterali segnaliamo i seguenti.
- Presenza di arrossamenti e gonfiori, piccoli edemi e vescicole a fine trattamento che spariscono di solito nel giro di qualche ora.
- Formazione di bolle siero-ematiche da trattare con antibiotico, meglio se assunto preventivamente.
- Ustioni da freddo.
- Manifestazione di macchie cutanee a seguito di un’esposizione al sole troppo ravvicinata con il trattamento.
Vediamo invece per chi è sconsigliata la crioterapia.
- Donne in gravidanza, bambini e persone particolarmente sensibili al freddo.
- Chi soffre di arteriopatie.
- Pazienti colpiti dalla malattia di Raynaud.
- Persone con malattie cardiovascolari acute o croniche.
L’uso del freddo/ghiaccio nella storia
Quando si parla di crioterapia spesso si pensa ad una tecnica moderna, in verità, l’utilizzo del freddo e/o del ghiaccio come cura di alcune patologie o stati infiammatori risale a migliaia di anni fa.
Già nel 2500 a.C, gli Egizi lo applicavano sulle parti del corpo per trattare le infiammazioni e le lesioni gravi. A testimoniarlo, il ritrovamento di alcuni rotoli di papiro.
E anche Ippocrate, medico greco e padre della medicina, intorno al 400 a.C., descriveva i benefici del freddo su zone gonfie, doloranti e sanguinanti.
Ma non solo salute. Nel corso degli anni, il freddo e il ghiaccio hanno acquisito un’importanza storica anche per il mantenimento del cibo. I primi a farlo furono i Persiani e i Romani che iniziarono ad accumulare ghiaccio con lo scopo di conservare e trasportare alimenti che altrimenti sarebbero andati persi.
Da qui in poi la storia del ghiaccio come conservazione di cose e cura di persone ha avuto un’impennata. A parte l’invenzione dei congelatori per il cibo, quello che a noi interessa oggi è soffermarci sulla straordinaria capacità avuta dall’uomo di studiare e applicare una semplice scoperta alla medicina.
Dall’era napoleonica in avanti, infatti, quando il raffreddamento veniva usato per amputare arti o anestetizzare parti del corpo, il ghiaccio ha avuto sempre di più un ruolo di rilievo. E’ stato usato per congelare tumori della pelle, mammelle e utero o per trattare acne, nevralgie e altre malattie della pelle.
Scopri il ghiaccio come alleato di bellezza.
Storia della crioterapia
Per avere dei risultati più concreti e una terapia che fosse applicabile sul corpo intero, però, bisognerà aspettare due momenti storici fondamentali.
Il primo, nel 1950, è collegato alla scoperta dell’azoto liquido e il secondo, nel 1978, è legato al medico giapponese Yamauchi, considerato padre fondatore della crioterapia.
Dopo avere valutato come positivi gli effetti dell’esposizione al freddo, durante una vacanza in montagna, di alcuni suoi pazienti colpiti di artrite reumatoide, Yamauchi capì che la chiave per trattare il dolore era proprio la crioterapia. Da quel momento, il medico, iniziò a sviluppare camere dove eseguire il trattamento.
Ben presto anche l’Europa e i paesi nordici si fecero avanti, adottando il metodo, ma adattandolo anche ad altri usi come, per esempio, la cura delle patologie e malesseri sportivi.
Da quel momento in poi, atleti professionisti di tutto il mondo cominciarono a usarlo per avere un recupero fisico più veloce e prestazioni più elevate.
Mentre dal 2000 ad oggi, il trattamento è diventato una routine dei centri di riabilitazione e di medicina estetica, dove è possibile trovare macchinari per la crioterapia molto all’avanguardia.