Sommario
La cornea è costituita dalla porzione trasparente dell’occhio, quella situata davanti alla pupilla e all’iride. È composta da un tessuto perfettamente trasparente e riccamente innervato, che permette il passaggio dei raggi luminosi e la loro convergenza verso il cristallino e la retina.
È uno dei mezzi diottrici dell’occhio: appartiene alla categoria delle lenti naturali di cui disponiamo e che ci permettono di vedere correttamente.
La cornea non è vascolarizzata: si nutre grazie alla diffusione di sostanze dalle strutture attigue e veicolate dal film lacrimale.
È costituita da strati sovrapposti ed è soggetta ad un ricambio cellulare rapidissimo, tanto da dare prova, a seguito di traumi di gravità lieve o moderata, di processi rigenerativi molto veloci. Tuttavia, aggressioni di gravità maggiore, come le abrasioni profonde, la penetrazione di corpi estranei e le patologie che ne causano uno stato di infiammazione protratta possono penalizzare la sua delicata trasparenza e determinare la formazione di aree opache, che compromettono la visione. In questi casi, spesso l’unica soluzione per recuperare la vista è rappresentata dal trapianto di cornea.
La cornea può essere interessata da alterazioni della sua geometria, che causano difetti refrattivi, come l’astigmatismo o il cheratocono. Queste anomalie possono essere corrette con apposite lenti oppure con la chirurgia.
Fra i disturbi della cornea, anche malattie che riguardano primariamente altri distretti anatomici ma che indirettamente causano danni ad essa, come il diabete. Il trattamento dei pazienti che soffrono di una alterazione corneale secondaria ad altre patologie dipende dalla causa di base.
La diagnosi precoce delle patologie corneali consente di intervenire quando la lesione non è definitiva e la vista può essere recuperata.
Che cos’è la cornea
La cornea è una struttura che ha approssimativamente la forma di una cupola che riveste esternamente la superficie anteriore dell’occhio.
Caratteristiche
Per gli aspetti anatomici e istologici del tessuto da cui è costituita, la cornea è:
- trasparente: grazie alla geometria del tessuto e all’assenza di vasi sanguigni.
- Riccamente innervata: è innervata dalle diramazioni superiori del V paio di Nervi Cranici, il trigemino.
- Speculare: riflette le immagini degli oggetti circostanti.
Queste caratteristiche le consentono di essere una delle nostre lenti naturali (mezzi diottrici), gli strumenti con i quali l’occhio elabora informazioni da inviare al cervello per la corretta visione.
Anatomia
Che forma ha?
La sua superficie esterna, quella esposta all’ambiente, è convessa e ha una forma leggermente ellittica, con il diametro orizzontale maggiore rispetto a quello verticale. La media fra queste due misure è pari a circa 12 millimetri.
La superficie della cornea non ha un andamento perfettamente sferico, ma concoidale: una forma piuttosto complessa e variabile da un individuo all’altro.
Quanto è spessa?
Pur non avendo uno spessore perfettamente costante, il suo spessore medio è generalmente di poco superiore al mezzo millimetro. Invece, nella porzione centrale la cornea è più sottile, in quella periferica è più spessa.
Esternamente è protetta da un sottile strato di lacrime (film lacrimale) e dalle palpebre.
Com’è fatta la cornea
La cornea è composta da 5 strati sovrapposti, che descriviamo dal più esterno al più interno.
Epitelio corneale
L’epitelio della cornea è formato da cellule che hanno una vita brevissima e vengono continuamente sostituite, rigenerando costantemente il tessuto.
Queste cellule nascono nello strato basale e poi migrano, risalendo i diversi strati e dando origine ad un epitelio stratificato: il ricambio completo si verifica ogni 7 giorni. Dopo la loro morte vengono asportate dal film lacrimale, che mantiene la superficie corneale detersa.
Grazie alla sua capacità riparativa, è raro che l’epitelio formi cicatrici, se non a causa di traumi gravi.
Membrana di Bowman
Subito al di sotto dell’epitelio, si trova uno strato composto da fibre di collagene, completamente privo di cellule.
Se danneggiato da un trauma o da una malattia, la sua riparazione con restitutio ad integrum, ovvero con recupero completo, è meno probabile. Se la lesione arriva ad intaccare la membrana di Bowman è verosimile che lasci una cicatrice, che interferirà con la trasparenza della cornea.
Lo stroma
Lo stroma è la componente principale della cornea: costituisce il 90% circa del suo spessore.
È composto da strati di fibre di collagene orientate secondo una geometria complessa, in grado di assicurare la trasparenza del tessuto. Quando questa regolarità viene persa, a causa di un trauma o di una malattia, la cornea diventa opaca e la capacità visiva si riduce permanentemente.
Tra le fibre, si trovano cellule specializzate che regolano la produzione e la disposizione delle fibre di collagene, i cheratociti, fondamentali per garantire la trasparenza della cornea e la capacità visiva.
La membrana di Descemet
Questa membrana è composta da fibrille di collagene reticolari.
Endotelio
È lo strato più interno della cornea, costituito da un singolo strato di cellule piatte a forma esagonale, che compongono, nel loro insieme, una sorta di mosaico.
Procedendo dall’esterno verso l’interno, gli strati che compongono la cornea perdono progressivamente la capacità di rigenerazione. L’endotelio è quello che ha la capacità riparativa inferiore.
Al massimo, in seguito ad una lesione, può reagire dilatando le cellule sopravvissute, in modo che occupino gli spazi lasciati vacanti da quelle morte. Un’altra soluzione alternativa escogitata dall’endotelio per massimizzare le limitate capacità riparative è quella di stimolare la migrazione delle sue cellule periferiche, che sono più numerose e dense rispetto a quelle localizzate nell’area centrale.
Spostando cellule da regioni in cui sono più dense a regioni a minore densità contribuisce ulteriormente a “tappare” eventuali buchi.
Essendo a contatto con l’umor acqueo, il tessuto liquido che riempie la camera anteriore del globo oculare, l’endotelio regola il passaggio di sostanze fra questo e gli strati superiori della cornea.
Perché la cornea è trasparente
La cornea è perfettamente trasparente grazie a tre fattori.
- Avascolarizzazione: nella sua struttura sono assenti i vasi sanguigni. Quindi, come si nutre e si ossigena la cornea? È il film lacrimale a cederle i principi nutritivi per rifornire i suoi strati superiori, mentre dall’umor acqueo provengono i rinforzi per gli strati più profondi.
- Disposizione del collagene: le fibre di collagene sono disposte secondo una geometria complessa che assicura la trasparenza al passaggio dei raggi luminosi.
- Deturgescenza corneale: si tratta di un fenomeno grazie al quale lo stroma corneale viene mantenuto disidratato; quando l’equilibrio idrico della cornea si altera, il rischio è l’accumulo di liquidi (edema corneale), che causa l’opacizzazione del tessuto e la riduzione della capacità visiva.
La trasparenza permette ai raggi luminosi di penetrare nell’occhio facendoli convergere prima sul cristallino e poi sulla retina ed è quindi fondamentale per la visione.
La cornea è sensibile al dolore?
Sì, la ricca innervazione della cornea è assicurata dalla diramazione superiore del V paio di Nervi Cranici. Il trigemino, il V paio, è il più grande nervo cranico ed è così chiamato perché, nel suo percorso, si dirama in tre componenti: la branca oftalmica, quella mascellare e la mandibolare. È la prima delle tre ad innervare la cornea.
Le fibre nervose che arrivano a questo tessuto sono prevalentemente di tipo sensitivo e responsabili di un’intensa sensibilità al dolore.
Tutti gli strati della cornea sono innervati?
No, due strati della cornea non sono innervati: l’endotelio e la membrana di Descemet.
Come interagisce la cornea con le altre strutture dell’occhio
Lateralmente, prende contatto con la sclera, la parte bianca dell’occhio. Fra le due strutture, si trova la zona di transizione, detta limbus sclerocorneale (o orlo corneale).
La congiuntiva, la membrana che ricopre la parte anteriore della sclera, continua senza limiti netti sulla superficie anteriore della cornea con il suo epitelio.
Posteriormente, la cornea prende contatto con l’umor acqueo, il tessuto liquido che riempie la camera anteriore dell’occhio.
Funzioni della cornea
La cornea ha tre funzioni principali, qui brevemente descritte.
La funzione meccanica
La presenza di fibre di collagene e lo stesso nome di questo organo (cornea significa dura) rendono ragione delle sue caratteristiche di resistenza meccanica.
Le proprietà meccaniche della cornea sono necessarie al mantenimento nel tempo della sua forma, fondamentale per il mantenimento della capacità visiva.
Sostegno
Grazie alla sua struttura, la cornea consente il passaggio delle molecole nutritive fra gli strati in modo da sopperire all’assenza dei vasi sanguigni.
Ottica
La trasparenza della cornea permette ai raggi luminosi di penetrare nell’occhio e di arrivare, passando per il cristallino, alla retina.
La cornea è il primo dei mezzi diottrici (le lenti naturali dell’occhio) che la luce incontra e il suo contributo alla convergenza delle immagini sulla retina è pari al 65-75% del totale.
Filtrando alcune lunghezze d’onda dello spettro UV, permette ai raggi luminosi di passare attraverso il tessuto senza essere assorbiti o riflessi sulla sua superficie.
Quali sono i mezzi diottrici dell’occhio
Il sistema (o apparato) diottrico dell’uomo è costituito da:
- Cornea.
- Umor acqueo: il liquido contenuto nella camera anteriore dell’occhio, retrostante rispetto alla cornea, il cui aumento di volume è alla base dell’ipertensione intraoculare (glaucoma).
- Cristallino: la lente situata dietro la camera anteriore e l’iride, che si opacizza nelle età più mature, generando la cataratta.
- Corpo vitreo: il tessuto gelatinoso che riempie la camera posteriore dell’occhio.
Il sistema diottrico complessivo è come una lente convergente dotata di un notevole potere refrattivo, circa 60 diottrie.
Le malattie della cornea
Le cause delle alterazioni ottiche della cornea, che interferiscono con il fisiologico percorso della luce nell’occhio dal suo ingresso fino alla retina, possono essere di natura geometrica (anomalie della forma) oppure essere correlate alla perdita della trasparenza.
Le malattie della cornea compaiono raramente come eventi isolati; più spesso sono associate a malattie dell’occhio o sistemiche.
Patologie della cornea dovute ad alterazioni della geometria
Astigmatismo
È dovuto ad una deformazione della cornea, che tende ad assumere una forma ovoidale. I soggetti astigmatici hanno una visione sfuocata: vedono le immagini poco definite e percepiscono contorni non nitidi.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sull’astigmatismo.
Ectasie corneali
Le ectasie corneali sono dilatazioni della cornea.
Rappresentano un gruppo di patologie congenite, dovute a diversi fattori e caratterizzate dall’alterazione della normale curvatura corneale.
La più frequente ectasia corneale è il cheratocono, un disturbo nel quale la cornea si deforma assumendo la forma di una protuberanza a forma di cono assottigliando lo spessore corneale in prossimità dell’apice del cono.
Disgenesie corneali
Il termine disgenesia significa formazione imperfetta. Le disgenesie corneali sono anomalie congenite che si verificano durante lo sviluppo embrionale. In alcuni casi, si tratta di malformazioni ereditate dai genitori.
Le disgenesie della cornea possono essere unilaterali o bilaterali.
Fra queste patologie, le più diffuse sono la megalocornea, che si verifica quando la cornea è più grande del normale, e la microcornea, quando quest’organo è più piccolo del normale.
Pterigio
È dovuto all’accrescimento abnorme della congiuntiva del lato mediale del limbus, quello più vicino al naso. Lo sviluppo eccessivo della congiuntiva può invadere la cornea.
Lo pterigio può avere andamento autolimitante o progressivo e colpire un solo occhio o entrambi.
Le malattie della cornea dovute alla perdita di trasparenza
Come approfondito nei paragrafi precedenti, mentre gli strati superficiali della cornea sono caratterizzati da un’attività rigenerativa spiccata, quelli più profondi sono meno capaci di riparare una lesione senza formare una cicatrice.
Quindi, un trauma lieve o una patologia che causano una perdita di cellule degli strati superficiali avranno più possibilità di guarire con completo recupero. Mentre eventi patologici più penetranti saranno più facilmente associati a opacità residua.
Questi fenomeni di perdita della trasparenza, definiti globalmente leucocorie, generano modificazioni della rifrazione corneale e compromettono la visione.
Quando l’opacità è limitata per dimensioni e densità viene definita nubecola. Invece, il leucoma è un fenomeno più marcato, che interessa lo stroma corneale.
Leucomi gravi possono causare la cecità.
I traumi
Il trauma più frequente della cornea è l’abrasione, una lesione superficiale dovuta a:
- contatto accidentale con polvere, sabbia e altri corpi estranei di piccole dimensioni
- incauta applicazione delle lenti a contatto
- rottura della lente a causa dello sfregamento accidentale dell’occhio.
Si stima che le abrasioni corneali siano responsabili del 2% delle visite presso i Pronti Soccorso oculistici.
Come ci si accorge di un’abrasione corneale?
In genere, l’abrasione corneale scatena una sensazione di granulosità nell’occhio, diversa rispetto a quella della “sabbia negli occhi” prodotta dalla congiuntivite perché più intensa e dolorosa.
La ricca innervazione sensitiva del tessuto corneale permette, infatti, di avvertire dolore e bruciore. Questo aspetto è di grande importanza evolutiva: il dolore è un segnale di allarme efficace nell’aumentare il livello di attenzione, impedisce che la lesione passi inosservata e attiva la ricerca di una causa e di una soluzione, limitando di fatto le possibilità di danni permanenti.
Inoltre, lo stato di infiammazione dell’occhio causa:
- arrossamento
- bruciore
- lacrimazione copiosa
- fotofobia (fastidio alla luce)
- visione offuscata
- talvolta, mal di testa.
Abrasioni corneali: cosa fare
Le abrasioni lievi tendono a guarire spontaneamente in 24-48 ore. Tuttavia, è importante prevenire le possibili complicanze, che sono prevalentemente di tipo infettivo (cheratiti, ulcere corneali) con l’instillazione di colliri antibiotici.
In presenza di corpi estranei, la visita in Pronto Soccorso è imprescindibile, per poterli rimuovere tempestivamente.
Le ciglia possono causare lesioni della cornea?
Sì, anche se sembra bizzarro, anche le ciglia possono traumatizzare la cornea.
Questo accade in una patologia specifica delle palpebre, l’entropion, che comporta la rotazione delle ciglia verso l’interno, a diretto contatto con la cornea.
E nella trichiasi, una malattia nella quale le ciglia crescono verso l’interno dell’occhio, danneggiando la cornea.
Patologie infettive
La cornea è soggetta ad infezioni più o meno profonde, che ne determinano uno stato infiammatorio (cheratite) e possono temporaneamente offuscare la vista.
Una volta risolte, le infezioni corneali possono portare a recupero completo (questo si verifica abbastanza spesso nel caso delle nubecole) oppure lasciare cicatrici permanenti (per i leucomi).
Le infezioni della cornea possono avere natura virale, batterica o fungina e possono essere provocate anche da protozoi. Di seguito le più diffuse.
Cheratite da herpes simplex
Questa infezione, causata dallo stesso virus responsabile dell’herpes labiale, colpisce di solito solo la superficie della cornea. Talvolta, però, è la stessa reazione del sistema immunitario ad aggredire quelli più profondi, stroma ed endotelio, e ad avanzare verso la camera anteriore dell’occhio e l’iride.
La cheratite da Herpes simplex è una delle principali cause di cecità in tutto il mondo.
Si tratta di un disturbo che compare inizialmente con una generica congiuntivite, che guarisce anche senza terapia specifica. I sintomi sono quelli classici:
- sensazione di corpo estraneo
- lacrimazione profusa
- fotofobia
- arrossamento (iperemia) congiuntivale.
A volte può manifestarsi anche una blefarite vescicolare, una condizione che determina la comparsa di vescicole sulla superficie interna della palpebra. In questo caso i sintomi peggiorano, la visione si offusca e le bolle si aprono e si ulcerano, per guarire in una settimana circa.
Il trattamento previsto è quello con antivirali, quando necessario associati ai cortisonici.
Herpes zoster oftalmico
Si tratta del temibile “fuoco di Sant’Antonio”, che in questo caso coinvolge il viso e, in particolare, l’occhio.
Il primo sintomo è, di solito, il formicolio alla fronte.
Successivamente compare la tipica eruzione, molto dolorosa, in corrispondenza della fronte e dell’occhio. A questo punto il gonfiore, inizialmente solo palpebrale, si estende a tutte le strutture dell’occhio, che appare anche arrossato.
Le forme gravi della cheratite da Herpes zoster possono causare la formazione di cicatrici permanenti.
Anche questa cheratite può essere trattata con gli antivirali e con i cortisonici.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sull’herpes zoster.
La cornea guttata
Si tratta di una malattia della cornea che danneggia l’endotelio corneale creando lesioni distribuite a macchie e determinando nella cornea un’alternanza di aree sane e aree malate.
La morte delle cellule dell’endotelio, notoriamente poco incline alla autoriparazione, causa la formazione di vere e proprie brecce, che lasciano fluire i liquidi dalla camera anteriore dell’occhio. Questo passaggio di fluidi altera l’equilibrio idrico dello stroma, che non è più disidratato come sarebbe richiesto, ma si imbibisce di acqua e si gonfia, provocando l’opacizzazione della cornea: è il classico quadro dell’edema corneale.
La cornea guttata viene trattata con sostanze iperosmotiche che facilitano l’uscita dell’acqua dalla cornea, sgonfiando l’organo e consentendo il miglioramento della visione. Ma, poiché si tratta di una terapia non risolutiva, nel lungo periodo non consente di controllare la malattia, rendendo necessario il trapianto.
Le distrofie corneali
Si tratta di un gruppo di disturbi ad andamento progressivo, che colpiscono generalmente entrambi gli occhi e sono di origine prevalentemente genetica.
Le distrofie corneali innescano eventi che alterano l’attività delle cellule, modificandone la funzione e causando opacizzazione del tessuto.
Compaiono in età diverse, che dipendono dal tipo di distrofia.
Le patologie secondarie
Un importante numero di alterazioni della cornea è causato da malattie che intaccano quest’organo solo indirettamente.
La cheratocongiuntivite secca da deficit di lacrime
La secchezza oculare può essere provocata da fattori quali l’esposizione a fattori irritanti, come:
- luce intensa del sole
- inquinanti atmosferici
- aria condizionata
- permanenza prolungata di fronte allo schermo di un computer.
Anche alcuni farmaci possono avere la secchezza oculare come effetto collaterale, in particolare alcuni antidepressivi e beta-bloccanti.
La menopausa rappresenta un fattore predisponente a questa condizione, perché la cessazione della secrezione di estrogeni altera la composizione e la produzione del film lacrimale.
Poiché le lenti a contatto riducono l’ossigenazione della cornea, è possibile che chi le indossa a lungo vada incontro ad un aumentato rischio di secchezza oculare.
Ma la cheratocongiuntivite secca da deficit di lacrime può anche essere una manifestazione di patologie autoimmuni sistemiche come:
- sindrome di Sjögren
- artrite reumatoide
- diabete
- sclerodermia
- tiroidite di Hashimoto.
In alcuni casi questa patologia può derivare da una inadeguata composizione del film lacrimale, che lo rende più soggetto ad evaporazione. Questo può verificarsi in condizioni nelle quali la componente lipidica sia alterata, come nella blefarite seborroica, una delle manifestazioni dell’acne rosacea.
Scopri il nostro approfondimento sulla sindrome di Sjögren.
L’evaporazione troppo rapida del film lacrimale può verificarsi per una chiusura insufficiente degli occhi, ad esempio dovuta ad una paralisi del nervo facciale, o per uno scarso numero di ammiccamenti, come accade nei pazienti con il morbo di Parkinson.
Quali sono i sintomi della cheratocongiuntivite?
I sintomi dell’infiammazione di cornea e congiuntiva comprendono prurito, bruciore, sensazione di corpo estraneo che tira e gratta all’interno dell’occhio e fotosensibilità.
Può essere presente un dolore acuto di tipo trafittivo.
Altre manifestazioni sono la stanchezza e l’affaticamento degli occhi, oltre all’offuscamento della vista.
Quando l’irritazione è intensa, la lacrimale è accentuata.
Come si diagnostica una malattia della cornea
Nel corso della visita oculistica, lo specialista valuta le condizioni della cornea e studia eventuali lesioni grazie all’utilizzo di metodiche diagnostiche specifiche.
Pachimetria
La pachimetria corneale è un esame che consente di misurare lo spessore della cornea.
Può essere utile per valutare patologie come il cheratocono, per il quale si esegue una vera e propria mappa pachimetrica, che esprime l’andamento dello spessore corneale su tutto l’organo.
Il paziente viene fatto sedere su uno sgabello e, dopo l’instillazione nell’occhio di un collirio anestetico, il medico appoggia sulla sua superficie corneale una sonda per rilevare lo spessore del tessuto. Il valore viene rilevato in vari punti della superficie e i dati raccolti integrati per costruire la mappa pachimetrica.
Topografia corneale
Si tratta di un esame che permette di studiare la forma della cornea e le sue caratteristiche ottiche con elevata precisione: consente, ad esempio, di stabilire quanto è in grado di ingrandire un’immagine.
I valori rilevati vengono utilizzati per produrre una mappatura colorata di questo organo, in cui ad ogni cromia corrisponde un determinato raggio di curvatura.
Quando la procedura visualizza una cornea fisiologica, rileva curvature maggiori nella porzione centrale e minori nell’area periferica, che appare più piatta. Invece, se viene studiata una cornea alterata, quanto più la sua superficie è irregolare, tanto più la mappa ottenuta appare distorta e disuniforme.
Lo studio della curvatura della cornea è importante per valutare patologie come il cheratocono e per verificare il posizionamento del lembo corneale durante l’esecuzione del trapianto di cornea.
Topografia corneale richiede una preparazione
La topografia corneale è un esame semplice e non invasivo. Quindi, non è necessaria l’applicazione di un collirio anestetico, non essendoci contatto dello strumento con l’occhio.
Richiede, però, la sospensione dell’utilizzo delle lenti a contatto per un numero di ore che varia a seconda della loro tipologia, per evitare che lo strumento registri distorsioni morfologiche improprie della cornea, dovute alle lenti.
Conta endoteliale
Questo esame viene utilizzato per lo studio dello strato di cellule più profondo della cornea, l’endotelio corneale: fornisce informazioni sulla loro vitalità, densità, forma e dimensioni.
La conta endoteliale è utile a capire lo stato di salute e l’efficienza delle cellule che compongono l’endotelio prima di un intervento chirurgico oppure in caso di patologie corneali.
Microscopia confocale
È una tecnica ottica che consente di esaminare singolarmente tutti gli strati corneali anche in presenza di opacità, quando le altre metodiche disponibili non sono indicate.
La microscopia confocale permette di ottenere gli stessi dati di un esame istologico della cornea senza dover effettuare la biopsia. Consente di osservare:
- architettura del tessuto
- densità delle cellule
- eventuale presenza di parassiti
- infiammazioni
- infezioni
- cicatrici.
Si tratta di un’importante procedura che viene impiegata per il monitoraggio di tutte le malattie corneali.
Poiché è un esame che prevede il contatto dell’apparecchiatura con l’occhio, viene instillato nell’occhio del paziente un collirio anestetico prima dell’esecuzione.
OCT del segmento anteriore
La tomografia ottica computerizzata del segmento anteriore è una TC che studia la struttura e gli strati della cornea, dell’iride e del cristallino.
Lo scopo è quello di analizzare le patologie corneali, in particolare le distrofie e gli esiti del trapianto.
Si tratta di un esame non invasivo e che può essere eseguito senza preparazione specifica.
Come curare le patologie da cornea
L’instillazione di lacrime artificiali migliora la sintomatologia e il benessere dell’occhio.
Sindrome da erosione corneale
Inibendo tutti i processi rigenerativi, il diabete può causare erosione della cornea. Lo stesso fenomeno può essere dovuto a traumi meccanici, anche verificatisi nel corso di una procedura chirurgica.
La malattia, nel tempo, assume andamento cronico e tende a ridurre l’adesione fra l’epitelio della cornea e la sua membrana basale. Ad ogni attacco, si manifestano crisi di dolore acuto oculare monolaterale, prevalentemente al risveglio o durante la notte.
L’occhio viene trattato con l’instillazione di lacrime artificiali e pomate oftalmiche oppure con l’impiego di lenti a contatto terapeutiche. Quando questi sistemi non risolvono la sintomatologia, si può ricorrere alla chirurgia per rimuovere l’epitelio corneale malato.
Cheratite stromale
L’infiammazione dello strato principale della cornea, lo stroma, può essere causata dalla sindrome di Cogan, una patologia autoimmune che colpisce occhio e orecchio e che provoca una serie di disturbi, fra cui anche l’infiammazione della sclera (sclerite), dell’uvea (uveite) e di altre strutture dell’occhio.
La cheratite stromale si manifesta con la comparsa di irritazione oculare, dolore, fotofobia e riduzione della vista. La copresenza di sintomi audio-vestibolari (ipoacusia neurosensoriale, acufeni e vertigine) permette di orientare la diagnosi.
Questa patologia può, raramente, rappresentare la conseguenza di un’infezione come:
- tubercolosi
- mononucleosi
- malattia di Lyme.
Il trattamento della cheratite stromale richiede generalmente l’uso di cortisonici topici.
Cheratite neurotrofica
La cheratite neurotrofica è una malattia rara degenerativa della cornea causata da un danno al nervo trigemino, dovuto a disturbi come la cheratite erpetica, il diabete o conseguente ad una procedura chirurgica oculare o nervosa.
Questo nervo cranico, con la sua branca superiore, porta fibre sensitive alla cornea, responsabili della sensibilità al dolore. Un problema al trigemino può determinare lesioni spontanee dell’epitelio corneale, che possono peggiorare fino a determinare la formazione di un’ulcera.
Qualsiasi trattamento per la cheratite in sé non sarebbe efficace se non si trattasse la causa primaria della malattia, ossia la lesione trigeminale.
Qualche anno fa è stato sviluppato un farmaco, il cenegermin, discendente del Nerve Growth Factor (NGF) che valse il Premio Nobel a Rita Levi Montalcini, che viene utilizzato per il trattamento della cheratite neurotrofica.
Il cenegermin agisce promuovendo il ripristino della sensibilità nervosa corneale.
Cheratite ulcerativa periferica
Si tratta di una grave ulcerazione corneale che si verifica spesso in persone che soffrono di alcune malattie autoimmuni del tessuto connettivo, come l’artrite reumatoide.
Provoca riduzione della capacità visiva, fotofobia e sensazione di corpo estraneo.
L’opacità si sviluppa nella parte periferica della cornea (da qui il nome della malattia) ed è dovuta all’infiltrazione di globuli bianchi conseguente al processo infiammatorio.
La cheratite ulcerativa migliora con l’assunzione dei farmaci immunosoppressori usati per la cura della patologia primaria.
Cheratocongiuntivite flittenulare
Questa malattia della cornea e della congiuntiva è secondaria ad un’infezione batterica e dovuta ad una reazione del sistema immunitario alla presenza di questi germi. Fra i microorganismi responsabili:
- stafilococchi
- streptococchi
- micobatterio della tubercolosi
- Chlamydia trachomatis.
La patologia determina la comparsa di piccoli noduli giallo-grigi (detti flittenule e che ne legittimano il nome) a livello di congiuntiva, cornea e limbus. Le flittenule persistono per un tempo che varia da alcuni giorni a 2 settimane e sono accompagnate da:
- lacrimazione intensa
- fotofobia
- offuscamento della vista
- dolore
- sensazione di corpo estraneo.
Sulla congiuntiva queste lesioni si ulcerano ma guariscono senza cicatrici. A livello della cornea, invece, il rischio di cicatrici e opacizzazione irreversibile è serio.
La terapia richiede l’utilizzo di associazioni di cortisonici e antibiotici.
Fonti
- Relazione fra ametropie e geometrie corneali – R. Auriemma – Università degli Studi Federico II Napoli.
- Anomalie della cornea – E.Piozzi, A.Del Longo – Ospedale Niguarda Ca’ Granda Milano
- NGF diventa farmaco – M.Torriani – Notiziario Chimico Farmaceutico, novembre 2019.
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