Sommario
Domandarsi che cos’è la celiachia, una patologia di cui si sente sempre più spesso parlare, è cosa buona e giusta, sia per chi ne ha appena ricevuto la diagnosi, sia per chi ha amici o parenti celiaci.
A questo scopo, è importante chiarirsi le idee su eventuali sintomi, diagnosi da eseguire e cibi giusti da introdurre nell’alimentazione quotidiana.
Scopriamo insieme cos’è la celiachia
La celiachia, o morbo celiaco, è una patologia complessa, che può essere causata da fattori di carattere sia ereditario sia ambientale. Si tratta di un’intolleranza permanente al glutine, risultato di un’infiammazione cronica autoimmune dell’intestino tenue. La conseguenza è la scomparsa dei villi intestinali e il danneggiamento della mucosa. In particolare, a scatenare questa reazione tossica è la prolamina, una delle frazioni proteiche presenti nel glutine.
Quali alimenti contengono il glutine
Il glutine è presente nei seguenti cereali:
- frumento
- segale
- orzo
- avena
- farro
- spelta
- kamut®
- triticale
È bene quindi evitare tutti i prodotti alimentari che vengono preparati con questi cereali, come farine, mix di cereali, pane, crackers, biscotti, pizza, pasta ecc.
I sintomi della celiachia
Quando ci si domanda “cos’è la celiachia”, il pensiero corre subito a quei disturbi che possono rivelarsi possibili campanelli d’allarme. In generale, il quadro clinico della celiachia è caratterizzato da vari disturbi, che spaziano dalla diarrea, con conseguente deperimento, a sintomi extraintestinali come ulcere del cavo orale, dolori articolari, osteoporosi, dermatiti, alopecia, anemia, amenorrea, infertilità, aborti ricorrenti, bassa statura. Si arriva poi a complicanze molto più gravi, tra cui il linfoma intestinale.
Proprio perché può presentarsi con una sintomatologia sfumata su altri sistemi e apparati diversi da quello gastrointestinale, non sempre la celiachia viene diagnosticata con la giusta tempestività. Da qualche anno il Ministero della Salute, insieme alle Regioni e alle Provincie autonome di Trento e Bolzano, ha deciso di investire sulla diagnosi della celiachia e sulla prevenzione delle complicanze, indicando un nuovo protocollo diagnostico.
Attualmente, in Italia, le persone celiache stimate sono l’1% della popolazione, ovvero circa 600.000 individui. Poiché si tratta di una prevalenza riscontrabile anche nel resto del mondo, la celiachia è considerata la più frequente intolleranza alimentare. Un dato rilevante è che le donne celiache siano circa il doppio degli uomini.
Come ci si comporta se si sospetta di essere celiaci?
La prima cosa che devi fare, quando sospetti di essere affetto dal morbo celiaco, è rivolgerti al tuo medico di famiglia, che saprà indirizzarti verso le strutture specializzate nella diagnosi celiaca della tua città. Un altro punto di riferimento fondamentale per chi si trova all’inizio del proprio percorso senza glutine è l’Associazione Italiana Celiachia (AIC), presente su tutto il territorio italiano. La domanda “cos’è la celiachia” otterrà molte ed esaurienti risposte!
In che modo si effettua la diagnosi ufficiale?
La diagnosi vera e propria del morbo celiaco si ottiene mediante alcune analisi del sangue, che individuano specifici anticorpi, e la biopsia dell’intestino tenue che determina, con l’esame istologico, lo stato dei villi intestinali.
Devi sapere che, nel nostro Paese, chi risulta affetto da questa patologia ha diritto, attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e fino a un tetto massimo di spesa, all’erogazione gratuita dei prodotti alimentari specifici. Per saperne di più, leggi qui.
Celiachia: trasmissione genetica e possibili terapie
Diversi studi attestano che la celiachia ha una componente genetica. Quindi, figli e fratelli di individui affetti dal morbo celiaco hanno maggiori probabilità di sviluppare la patologia (si stima intorno al 10%). Ricordati, però, che la celiachia non è una patologia infettiva.
Attualmente, non esistono cure per il morbo celiaco. L’unica terapia è la dieta senza glutine, che deve essere rispettata rigorosamente per tutta la vita. Nello specifico, è fondamentale evitare il più possibile contaminazioni o rischi di “assunzione nascosta” di glutine causati, per esempio, da comportamenti errati.
La differenza tra celiachia e intolleranza al glutine
Chiedersi cos’è la celiachia aiuta anche a individuare la giusta differenza che intercorre tra questa patologia e l’intolleranza al glutine (o gluten sensitivity), una forma di intolleranza sintomatica al glutine, oggi sempre più diffusa.
I sintomi che sembrerebbero legati a questo tipo di sensibilità sono nausea, vomito, alternarsi di diarrea e stipsi, meteorismo, gonfiore intestinale e colon irritabile (sebbene non esista ancora alcuna prova scientifica sulla relazione tra la presenza di glutine e i sintomi appena descritti). Altre reazioni possono essere difficoltà di concentrazione, sonnolenza e confusione mentale, disagi che si manifestano solitamente dopo pochi minuti (o qualche ora) dal consumo dei cibi contenenti cereali.
È bene ricordare che, diversamente dalla celiachia, la gluten sensitivity può regredire dopo un periodo di astinenza dal glutine.