Fare la mammografia tra i 40 e i 48 anni, e non dopo i 50 come è attualmente raccomandato dai medici, può ridurre del 25% il tasso di mortalità per carcinoma mammario.
Lo afferma uno studio anglosassone pubblicato su Lancet Oncology. Ma è presto per tirare conclusioni definitive.
Lo studio
La ricerca, avviata negli anni Novanta dalla Queen Mary University di Londra, riporta un aggiornamento dei dati dopo circa 23 anni di follow-up.
Sono stati coinvolti più di 20 centri di screening mammografico in Gran Bretagna, su un campione di popolazione femminile di età compresa tra 39 e 41 anni. Le donne interessate dallo studio sono state più di 160.000. Di queste, circa 53.000 (il 34%) sono state convocate ogni anno, tra il 1990 e il 1997, per effettuare uno screening mammografico. Le altre, circa 107.000 (il 66%), non sono state sottoposte a nessun controllo fino ai 50 anni.
Dopo 10 anni, i ricercatori hanno osservato una diminuzione della mortalità per carcinoma mammario statisticamente significativa nel primo gruppo. Qui, infatti, si sono verificati 83 decessi, mentre nel secondo gruppo se ne sono verificati 219.
Conclusioni
I ricercatori, quindi, concludono che sottoporsi a mammografia intorno ai 40 anni, può comportare una diminuzione significativa del rischio di morte per cancro al seno. Questo effetto, tuttavia, si attenua dopo 10 anni, sebbene la riduzione assoluta rimanga costante.
Lo studio, pertanto, evidenza un potenziale vantaggio dell’abbassamento dell’età per la prima mammografia, ma non può essere definitivo.
La questione rimane quindi ancora aperta nell’attesa che i nuovi studi sullo screening mammografico si avvalgano di tecniche innovative in termini diagnostici (imaging, biopsia liquida, ecc.) e terapeutici.
Se vuoi saperne di più sull’argomento, ti consigliamo di leggere il nostro approfondimento Tumore al seno: fattori di rischio, prevenzione e terapie.
Quando fare la mammografia?
L’American Cancer Society consiglia di sottoporsi a mammografia una volta l’anno, soprattutto per le donne tra i 45 e 54 anni. Tra i 40 e i 44 anni, invece la mammografia è consigliabile, ma resta una scelta individuale.
Anche le nuove linee guida europee concordano con l’Associazione statunitense, ma sconsigliano di sottoporsi a screening troppo presto. Infatti, la mammografia di un seno giovane può comportare un aumento dei “falsi positivi”. Questo perché il seno è “opaco” ai raggi X (e quindi di difficile lettura) ed è alto il rischio di un test falsato.
È, invece, fondamentale assicurare lo screening alle donne tra i 50 e i 69 anni, dove l’incidenza del carcinoma del seno è molto più alta.
Le 4 fasce di età
Secondo la European Commission Initiative on Breast Cancer (ECIBC), le fasce di età considerate per la mammografia sono le seguenti:
• 50-69 anni (per la quale in Italia è attivo il programma di screening): è fortemente consigliata. Infatti, gli studi dimostrano che i vantaggi sono superiori ai rischi e che lo screening può ridurre significativamente la mortalità in questa fascia di età.
• 45– 50 anni: consigliata, ma le ricerche in atto non sono ancora definitive.
• 40-44 anni: poco consigliata poiché non ci sono certezze sull’efficacia dello screening in questa fascia di età in donne asintomatiche. Gli studi, infatti, non evidenziano grossi vantaggi, anzi occorre fare attenzione al rischio di radiobiologico e di falsi positivi.
• 70-74 anni: attualmente in molte Regioni italiane si è esteso lo screening a queste fasce di età con cadenza biennale.
Fonti:
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