E’ la solita vecchia contrapposizione vita di città versus vita di campagna, aria inquinata contro aria sana. Luoghi comuni? A leggere uno studio recentissimo sul manifestarsi di allergie alimentari in età infantile non sembrerebbe poi tanto.
Secondo lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori coordinato dal Dr. Ruchi Gupta della Northewestern University Feinberg School of Medicine di Chicago e che sarà pubblicato sul numero di luglio della rivista Clinical Pediatrics. Infatti, esisterebbe una stretta correlazione fra l’insorgere di allergie alimentari e la vita cittadina. Anzi le percentuali risultanti dall’osservazione di un campione di 30,000 famiglie con almeno un bimbo in casa non sono per niente confortanti: il 9,8 % dei piccoli cittadini soffre di allergie alimentari contro il 6,2% dei bambini che abitano in zone rurali.
Allergie alimentari e bambini: quelle più diffuse
Le più diffuse in città sembrano essere quelle al latte, alla soia, ma anche alle noccioline. I ricercatori hanno poi provato ad individuare le cause di una diffusione così vasta di tali disturbi, anche citando teorie già elaborate in passato per studiare un fenomeno in crescita e sempre più allarmante, non solo negli Stati Uniti: se nelle zone rurali l’esposizione sin dalla nascita ad alcuni agenti microbici fortificherebbero l’organismo proteggendolo dall’insorgere di allergie, al contrario in città la presenza di inquinanti nell’aria e il consumo di cibi industriali sembrerebbe favorirle.
Per il Dr. Ruchi Gupta però la questione sulle cause scatenanti è ancora aperta e deve essere risolta al più presto, visto che secondo il suo studio esistono 5.9 milioni di bambini che potrebbero avere allergie alimentari pericolose per la vita. Ben il 40% dei casi analizzati infatti ha evidenziato reazioni allergiche piuttosto gravi se non estremamente rischiose. Il consiglio ai genitori dunque è sempre lo stesso: osservare i propri figli con attenzione e rivolgersi immediatamente al pediatra in caso di reazioni allergiche ai cibi.
Fonte
Pediatrica clinica: SAGE journals.