Profumo di mare nel piatto, gusto intenso e avvolgente cremosità, la pasta con i calamari è uno squisito tuffo nei sapori mediterranei. Si tratta di una ricetta veloce e colorata perfetta per l’estate: un primo che si può preparare con i pomodorini ma anche in bianco utilizzando solo anelli di calamaro e pochi altri ingredienti.
Una portata di pesce salutare e prelibata, semplice ma ricercata, perfetta per un pranzo informale ma ideale anche per una domenica in famiglia, per cene con amici o in occasioni speciali.
Il sughetto di calamari ben si abbina a formati di pasta tipici campani come i paccheri, i mezzi paccheri o le “calamarate” che prendono proprio il nome dai calamari per la forma molto simile. Insomma, questa è la scelta perfetta per esaltarne il condimento.
Il segreto però, oltre al taglio di pasta, è la scelta dei calamari: procurateli freschi. Vanno bene anche dei calamaretti o dei ciuffi di calamaro – sempre freschi – dal colore vivido e lucido, compatti al tatto e profumati di mare, mai tendenti al giallo. Puoi utilizzare anche dei prodotti puliti e surgelati, ma dovrai mettere in conto una fragranza diversa rispetto alla variante “fresca”. Per il resto, segui il procedimento di Melarossa e non sbaglierai!
La ricetta della pasta con calamari
Pasta con calamari
Ingredienti
- 360 g paccheri
- 500 g calamari (parti edibili)
- 300 g pomodorini (piccadilly o ciliegino)
- 2 spicchi d'aglio
- 2 cucchiaio d'olio extravergine d'oliva
- 60 ml vino bianco secco
- Peperoncino fresco q.b.
- Sale fino q.b.
- Pepe nero q.b.
- Prezzemolo fresco q.b.
- Scorza di limone q.b. (facoltativo)
Istruzioni
- Lava i calamari sotto l'acqua corrente e separa il corpo dalla testa. Pulisci i calamari togliendo le viscere, staccando le alette esterne, svuotando le sacche ed eliminando occhi e becco. Poi, aiutandoti con un coltellino affilato, togli la pelle.
- Ora procedi con il taglio. Taglia il corpo a rondelle e le alette a striscioline. Lascia asciugare bene ogni pezzo su un panno e passa alla lavorazione dei pomodori.
- Lava i pomodorini scelti piccadilly, ciliegini, pachino o piennolo, dal sapore intenso, asciugali, tagliali a metà e mettili da parte.
- In una padella antiaderente, metti un bel giro di olio extravergine di oliva e lascia a rosolare dell’aglio a spicchi interi e del peperoncino rosso fresco sminuzzato.
- Quando l’aglio si sarà leggermente dorato, toglilo e versa i calamari e mescola bene. Falli insaporire a fiamma vivace e poi sfumali con del vino bianco secco, che lascerai evaporare un paio di minuti, poi aggiusta di sale fino e un po' di pepe nero.
- Aggiungi ora i pomodorini lasciati da parte e mescola. Fai andare a fuoco basso finché il sughetto di calamari e pomodorini non si addensa. Ricorda che i calamari diventano morbidi dopo almeno 20-25 minuti di cottura.
- In una pentola capiente porta a bollore l’acqua, salala e versa la pasta. Per un piatto della tradizione usa i paccheri o i mezzi paccheri o meglio ancora le calamarate, un antico formato a forma di anello identico alle rondelle di calamaro.
- Quando sono arrivati al 70% del tempo di cottura, scolali senza gettare l’acqua. Versa la pasta nel sugo caldo e falla saltare aggiungendo al bisogno poca acqua di cottura. Deve mantecare, come una risottatura, questo la rende corposa e condita in modo perfetto.
- A fine cottura spolverizza con abbondante prezzemolo fresco tritato e, se ti piace, un po’ di scorza di limone grattugiata e servi la pasta con calamari ben calda.
Note
- Se preferisci la pasta con i calamari in bianco non dovrai mettere i pomodorini ma usare solo acqua di cottura per cuocere i calamari. Mentre al momento della risottatura ricordati di aggiungere del saporito brodo di pesce al posto dell’acqua di cottura.
- Questa ricetta si sposa bene anche con aggiunte nel sugo di zucchine, piselli, asparagi o carciofi.
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La pasta con i calamari nella dieta
La pasta con i calamari è un piatto gustoso e digeribile e, se preso nelle giuste porzioni, adatto anche a dieta. Si può gustare in tranquillità: una porzione media secondo la ricetta di Melarossa si ferma sulle 480 kcal.
Ideale per chi pratica attività sportiva, per i ragazzi nella fase di crescita e, personalizzando le dosi, è consigliata anche a chi segue diete ipocaloriche e a chi soffre di diabete, colesterolo e trigliceridi alti.
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Le proprietà della pasta con i calamari
I benefici di questo piatto derivano soprattutto dai calamari, molluschi dal grande valore nutrizionale che per l’alta presenza di proteine di elevata qualità favoriscono il buon funzionamento del metabolismo. Contengono, inoltre, molti sali minerali come: potassio e magnesio, che migliorano l’equilibrio del sistema nervoso con azione distensiva sulla mente e rilassamento di tutti i muscoli; fosforo e calcio, per la salute di ossa e denti; selenio, ottimo antiossidante e alleato della funzionalità cardiaca.
Non mancano le vitamine soprattutto del gruppo B. I calamari sono poveri di grassi saturi e ricchi di omega 3, fondamentali per il sistema cardiocircolatorio, antinfiammatori e antiossidanti.
Se non si opta per la versione in bianco, un altro ingrediente fondamentale è il pomodoro, ricco di vitamine e sali minerali, soprattutto vitamina C, B6 e B3, gli acidi fenolici, i flavonoidi glicosilati e il licopene. Un’importante fonte di fibre, il tutto in pochissime calorie. Le sostanze nutritive presenti nei pomodori maturi, meglio se coltivati in campo e alla luce solare, possono svolgere anche una benefica azione nella prevenzione delle malattie tumorali.
Le origini di una pasta dal sapore intenso
La pasta con i calamari è una ricetta della verace tradizione partenopea, in modo particolare di Napoli. Si tratta di una variante della calamarata, nata negli anni ‘30 del ‘900: cioè anelli di calamaro e anelli di pasta tanto uguali da confondersi una volta impiattati e tali da dare il nome a un formato di pasta perfetta che ben si condisce ed esalta il gusto. Ai giorni nostri si fatica a trovarla e si usano per lo più i paccheri o i mezzi paccheri, con un il risultato altrettanto buono.
La storia della pasta in Campania risale ai tempi della Repubblica Marinara di Amalfi che, con i suoi commerci in Oriente e Sicilia, importò la tecnica di essiccare la pasta. Questo permise lo sviluppo della sua produzione in tutta la Costiera Amalfitana fino a Minori che, grazie al suo fiume e ai suoi numerosi mulini, ne diventò il fulcro durante il Regno delle Due Sicilie. Considerata la grande richiesta, l’attività si estese anche a Salerno e a Napoli, dove gli abitanti chiamati “mangiafoglie” per la loro povertà, diventarono “mangia maccheroni”.