Sommario
Le pappardelle al cinghiale sono uno dei piatti più amati della tradizione gastronomica del centro Italia, in particolare della Maremma Toscana. La pasta fatta in casa viene condita da un succulento ragù di carne di cinghiale, cotto a lungo in un sugo aromatizzato con alloro e rosmarino. Quella di cinghiale è una carne magra, dal gusto pungente. Ecco perché si è soliti marinarla a lungo nel vino.
In questo caso, però, visto che si usa il cinghiale già tritato, non è necessario effettuare questo passaggio. Dovrai avere comunque molta pazienza, perché il sugo dovrà cuocere per almeno tre ore. Non è un piatto leggero né adatto per i periodi caldi, ma di sicuro è qualcosa che potrai preparare per una ricorrenza speciale.
Pappardelle al cinghiale, qualche consiglio
Nella nostra ricetta il passaggio della marinatura è omesso perché, come detto, si parte già dal cinghiale macinato. Se invece volessi partire dalla carne a pezzi, ti consigliamo di far marinare la carne in vino e aromi (carota, sedano e cipolla) per almeno tre ore, o meglio ancora tutta la notte.
Non utilizzare la marinata per sfumare il cinghiale, ma utilizza altro vino rosso. Magari dell’ottimo Chianti.
Ricetta pappardelle al cinghiale
Pappardelle al cinghiale
Ingredienti
- 250 g di pappardelle
- 500 g di cinghiale macinato
- 375 g di passata di pomodoro
- 1 cipolla
- 1 costa di sedano
- 50 g carota
- 15 g di olio extravergine d'oliva
- 50 g di vino rosso
- 1 spicchio d'aglio
- 2 foglie d'alloro
- 1 qualche rametto di rosmarino
- sale q.b.
- pepe q.b.
Istruzioni
- Trita sedano, carote e cipolla e falle rosolare nell'olio. A questo punto aggiungi la carne, lo spicchio d'aglio e cuoci a fuoco vivace fino a quando non sarà ben dorata, aggiungendo gli aromi, ovvero rosmarino e alloro.
- Sfuma con il vino rosso, lascia evaporare completamente e aggiungi la passata di pomodoro. Regola di sale e pepe e cuoci per 3 ore a fuoco medio basso, col coperchio, girando di tanto in tanto.
- A questo punto, apri e lascia consumare il sugo per 30 minuti senza coperchio.
- Cuoci la pasta in abbondante acqua salata e condiscila con il ragù di cinghiale.
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Le pappardelle, la pasta perfetta per il ragù di cinghiale
Sono un formato di pasta all’uovo tipico della Toscana. Somigliano alle tagliatelle, ma sono molto più larghe, possono infatti arrivare a 4 centimetri di larghezza.
Si preparano con uova, farina e sale e hanno una superficie molto porosa, perfetta per catturare il sugo, dovuta alla lavorazione sulla spianatoia di legno. In Toscana il condimento privilegiato è quello con sugo di selvaggina, quindi cinghiale, ma anche lepre.
Note sin dal Medioevo, le pappardelle compaiono addirittura nel Decameron del Boccaccio, cotte nel brodo di cappone. La definizione classica viene data nel 1500 dallo chef Domenico Romoli che ne parla come di lasagne sottili. Sua è la ricetta della minestra di pappardelle alla fiorentina.
- Ghisa smaltata
- In ghisa, per una distribuzione e una ritenzione uniforme del calore
- La finitura smaltata e vetrificata non inciderà sul sapore del cibo
Pappardelle al cinghiale nelle diete e nei menù
Una porzione di pappardelle al cinghiale apporta all’incirca 436 calorie. Una quantità che può sembrare alta, ma che in realtà ci parla di un primo così ricco da essere considerato quasi un piatto unico.
La quantità proteica è altissima se tieni in considerazione il fatto che si tratta di pasta all’uovo condita con un sugo di carne. Perciò il consiglio è di gustarla facendola seguire da un’abbondante porzione di verdure fresche, per avere più fibre e più vitamine.
Le proprietà nutrizionali
Quando si parla di cinghiale ci si riferisce al maiale selvatico. Si tratta di esemplari massicci, il cui peso può variare tra i 100 e i 200 chili (e oltre, nelle sottospecie più grosse). L’esemplare comune, Sus scrofa majori, è molto diffuso sul nostro territorio, ma c’è anche il cinghiale maremmano, ideale per la pappardelle al cinghiale e quello sardocorso (Sus scrofa meridionalis). Con lepre, capriolo, camoscio e cervo, il cinghiale fa parte della cosiddetta selvaggina a pelo.
Da un punto di vista nutrizionale, ci troviamo davanti a un tipo di carne, categorizzata come carne nera, relativamente magra (circa 122 calorie per 100 grammi). Questo perché gli animali selvatici sono più snelli e il grasso che producono è intramuscolare. Insomma, un’ottima fonte di proteine nobili.
Il quadro vitaminico e di sali minerali è assolutamente nella media delle altri carni suine, con una prevalenza di ferro, nel cinghiale. Ricca di vitamine del gruppo B (in particolare la B3), la carne di cinghiale si segnala anche per l’alto contenuto di potassio e fosforo. Ferro e potassio sono importantissimi per il funzionamento dei muscoli e per l’ossigenazione dei tessuti.
Il cinghiale ha una carne, di norma, ben tollerata, che andrebbe esclusa dalla dieta (o fortemente limitata) se si soffre di accumulo di acidi urici e ipercolesterolemia.