Il segreto della dieta mediterranea? Non soltanto gli alimenti che mangiamo, ma anche il modo in cui li prepariamo.
Lo dice uno studio dell’Università di Barcellona, che spiega come alla base della nostra tradizione culinaria ci siano alcuni meccanismi biochimici, che partono da come stiamo ai fornelli.
Lo studio dell’Università di Barcellona
Secondo lo studio, partito da una sperimentazione clinica, il solo consumo dei cibi cardine della dieta mediterranea non è sufficiente a ottenerne i benefici.
Per provare questa teoria, gli scienziati hanno esaminato gli effetti che l’olio extravergine d’oliva ha sui composti bioattivi del pomodoro, della cipolla e dell’aglio. Cioè sugli ingredienti tradizionalmente utilizzati nella preparazione del soffritto.
Il team ha quindi scoperto che l’olio è in grado di liberare le vitamine e gli antiossidanti da questi alimenti, modificando chimicamente le molecole naturali in modo che il nostro corpo le assorba meglio.
Così il soffritto, dicono i ricercatori, contiene 40 composti fenolici, dalle capacità antiossidanti, e un alto contenuto di carotenoidi. E il suo consumo, si associa a un miglioramento del rischio di malattie cardiovascolari e resistenza all’insulina.
Secondo gli studiosi, perciò, è difficile riproporre la dieta mediterranea in altre popolazioni. Al pari degli alimenti, la nostra cultura culinaria, le ricette, i modi in cui prepariamo le pietanze sono infatti fondamentali per sprigionarne tutti gli effetti salutari.