Sommario
Il potassio basso o ipokaliemia (o ipopotassiemia) è una condizione caratterizzata da una riduzione della concentrazione di questo sale minerale essenziale nel sangue.
Si parla di bassi livelli di potassio quando i valori plasmatici sono inferiori a 3.5 mmol/l.
Può dipendere da diverse cause, solitamente riconducibili a una carenza delle riserve organiche di potassio o a un suo spostamento anomalo all’interno delle cellule.
Le principali cause di ipokaliemia includono malattie renali, disordini del metabolismo, perdite dal tratto gastrointestinale, uso di alcuni farmaci (come diuretici e lassativi anche naturali), diarrea persistente e dialisi.
Ma anche disturbi dell’alimentazione (come la bulimia con vomito autoindotto).
Può avere conseguenze anche significative sulla salute, come un’alterazione della frequenza cardiaca, debolezza muscolare, pressione bassa, stato confusionale, nausea, sonnolenza e affanno.
Infine, è una condizione che può associarsi anche a livelli insufficienti di magnesio, altro minerale fondamentale per la nostra salute.
È quindi importante riconoscere e trattare prontamente questa condizione per evitare complicazioni.
Potassio basso: sintomi
Cosa succede se si ha il potassio basso? In genere, una lieve riduzione dei livelli di questo minerale nel sangue è asintomatica e passa inosservata. Tuttavia, quando la carenza è più evidente, possono manifestarsi una serie di sintomi.
Infatti, l’ipokalemia causa debolezza muscolare, crampi e alterazioni del ritmo cardiaco.
Se la condizione persiste a lungo, possono insorgere anche problemi renali, con la necessità di urinare più spesso e di bere grandi quantità di acqua.
Ciò si deve al ruolo fondamentale del potassio nel funzionamento di muscoli e nervi: la sua carenza si manifesta infatti con debolezza, fatica, difficoltà di concentrazione, crampi muscolari o spasmi, stipsi e aritmie.
Nei casi più gravi, la debolezza muscolare può portare perfino a paralisi e insufficienza respiratoria.
È quindi importante monitorare attentamente i livelli di questo minerale e intervenire prontamente per evitare complicazioni potenzialmente serie.
Per riassumere, i sintomi più frequenti del potassio basso sono:
- Fatica: se ti senti sempre stanco nonostante un riposo adeguato e senza un aumento dell’attività fisica.
- Crampi: è un elettrolita che aiuta a dilatare i vasi sanguigni, pertanto è essenziale durante l’esercizio fisico. Bassi livelli del minerale possono rallentare l’attività delle cellule neuromuscolari, causando dolori e crampi muscolari.
- Aritmia cardiaca: può comportare palpitazioni o ritmo cardiaco irregolare.
- Vertigini: uno dei possibili effetti di un ritmo cardiaco irregolare, quindi anche di un potassio basso. Sebbene non sia molto comune, è un sintomo da segnalare al proprio medico.
- Stitichezza: una carenza elettrolitica può ridurre le funzioni digestive, causando stipsi, gonfiore e crampi addominali.
Cause del potassio basso
I livelli di potassio nel sangue possono diventare troppo bassi principalmente a causa di una perdita eccessiva dall’apparato digerente. Questo può avvenire attraverso il vomito, la diarrea o l’uso inappropriato di lassativi. Queste condizioni compromettono l’assorbimento e la ritenzione del minerale, portando a un suo deficit.
Un’altra causa comune di ipokalemia è una sovrabbondante escrezione di potassio nelle urine. È un fenomeno spesso indotto dai farmaci diuretici, che aiutano a eliminare sodio, acqua e potassio attraverso i reni.
A proposito di reni, anche le malattie delle ghiandole surrenali, come la sindrome di Cushing, possono causare bassi livelli del minerale poiché le ghiandole in questi casi producono un eccesso di aldosterone, un ormone che stimola i reni a eliminare grandi quantità dell’elettrolita.
Alcuni farmaci, invece, possono aumentare il passaggio di potassio dal sangue alle cellule, ma in genere è un effetto temporaneo, salvo che non ci sia una condizione coesistente che favorisce la perdita del sale minerale.
L’ipopotassiemia può anche manifestarsi a causa di bassi livelli di magnesio nel sangue, una condizione nota come ipomagnesemia. Il magnesio, infatti, è essenziale per la corretta gestione dei livelli di potassio nell’organismo e una sua carenza può peggiorare la situazione.
Infine, è piuttosto raro che tale carenza sia causata da un apporto insufficiente del minerale, poiché sono davvero molti gli alimenti ricchi di questo minerale. Un’alimentazione equilibrata è quindi sufficiente per mantenere adeguati livelli nel sangue.
Quale malattia abbassa il potassio?
Dipende dalle cause scatenanti. Ad esempio lo spostamento del potassio all’interno delle cellule come in caso di: somministrazione di insulina, paralisi periodica familiare (una rara malattia genetica che sposta grandi quantità di potassio all’interno delle cellule), stimolazione del sistema nervoso simpatico o disturbi della tiroide come l’ipertiroidismo.
Ma ci sono anche i disturbi renali che possono causare un aumento dell’eliminazione del potassio. Tra le malattie più frequentemente associate alla perdita di potassio ci sono:
- Sindrome di Cushing.
- Sindrome di Bartter e di Gitelman (malattie genetiche rare con marcata perdita renale di potassio e sodio).
- Eccessiva ingestione di sostanze come la glicirrizina (presente nella liquirizia e utilizzata nella fabbricazione di tabacco da masticare).
- Sindrome di Liddle (malattia genetica rara causata dal riassorbimento incontrollato del sodio che determina sia ipertensione grave sia una marcata perdita renale di potassio).
- Sindrome di Fanconi (rara sindrome che determina perdita renale del minerale, glucosio, fosfato, acido urico e aminoacidi).
- Ipomagnesiemia (perdita di magnesio) associata spesso all’uso di diuretici o diarrea che comporta aumento delle perdite renali di potassio.
Potassio basso: la diagnosi
La misurazione del livello di potassio nel sangue è fondamentale per diagnosticare l’ipokalemia. È spesso accompagnata da altri esami diagnostici per capire meglio la causa e gli effetti della diminuzione del potassio. Tra questi:
- Elettrocardiogramma (ECG), per monitorare il ritmo cardiaco.
- Misurazione del potassio nelle urine. Aiuta a determinare se la causa della carenza minerale è data da un’eccessiva escrezione renale.
È importante anche valutare i sintomi come vomito frequente o diarrea che possono indicare una perdita di potassio. Anche l’assunzione di determinati farmaci (come diuretici) o altre sostanze va valutata con attenzione per individuare il trattamento più appropriato.
Perché si misura il potassio e quali sono i valori?
L’esame del sangue si chiama kaliemia ed è un test di routine necessario per verificare l’eventuale variazione dei livelli di questo importante elettrolita nel sangue.
Si richiede anche in presenza di sintomi specifici di ipokaliemia, come aritmie cardiache, debolezza muscolare e tremori, oppure se si tratta di persone che soffrono di ipertensione, problemi renali o sono in dialisi o sottoposti a terapie con diuretici. In questo caso è bene che si sottopongano al test del potassio periodicamente.
Spesso, l’esame del potassio è associato a quello del sodio, poiché questi due elettroliti sono strettamente correlati e interdipendenti.
I valori normali di potassio nel sangue sono compresi tra 3.5 e i 5 mmol/l. È però un range può variare in base a fattori ormonali, dieta, funzionalità renale, ecc.
Concentrazioni inferiori a 3,5 indicano ipokaliemia, che può essere lieve, moderata o severa (< 2,5). Valori superiori ai 5, invece, segnalano iperkaliemia.
Come fare per aumentare il potassio?
Il potassio è un minerale ben presente negli alimenti, pertanto, nei casi lievi di carenza, il primo intervento è una dieta più equilibrata. Mangiare più alimenti ricchi di potassio può spesso risolvere la carenza senza bisogno di altri trattamenti.
Se necessario, il medico può anche prescrivere integratori di potassio o di magnesio e potassio da assumere per via orale (nei casi più gravi anche per endovena, sotto stretto controllo medico).
Se invece si deve a una malattia specifica o a una condizione medica, è necessario intervenire sulla causa.
Per quanto riguarda, invece, l’alimentazione è importante sempre inserire nella dieta frutta e verdura fresca e di stagione, ridurre l’uso del sale e limitare il consumo di cibi industriali ricchi di conservanti.
È anche necessario essere consapevoli che molti alimenti vegetali sono trattati con fertilizzanti che possono alterare il profilo organolettico del prodotto.
Prima di ricorrere agli integratori, invece, occorre ricordare che un consumo elevato può portare a iperkaliemia (livelli alti di potassio nel sangue), una condizione associata a sintomi anche gravi, soprattutto alterazioni del ritmo cardiaco.
Per questo motivo è bene evitare di prendere gli integratori senza il parere del proprio medico.
Conclusioni
La gestione dei livelli di potassio è importante la salute generale. Identificare la causa del potassio basso serve per adottare le misure correttive più adeguate e prevenire le complicazioni.
Serve un approccio bilanciato che parta dalla dieta e, se necessario, includa l’uso di integratori sotto controllo medico.
L’intervento puntuale e appropriato, insieme al monitoraggio continuo sono le strade per la normalizzazione dei livelli di questo minerale e la prevenzione delle complicanze.
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Fonti