Sommario
Il Molibdeno (Mo) è un elemento chimico catalogato come metallo di transizione nella tavola periodica, di notevole importanza nutrizionale. Collocato nel gruppo dei sali minerali, questo elemento è dotato di un ruolo biologico estremamente importante. Risulta, infatti, coinvolto nel corretto metabolismo dei carboidrati, nella movimentazione del ferro e nell’assimilazione dei grassi.
Anche se il nome potrebbe farlo pensare, non è un metallo nobile come argento, platino o oro che amano stare soli, isolati e non legano facilmente. No, il Molibdeno ha molte simpatie e forma legami stabili e duraturi con altri elementi.
Le principali fonti alimentari di Molibdeno sono il latte e i suoi derivati, i legumi, i cereali, gli ortaggi dalle foglie verde scuro, il fegato di manzo, mentre altri alimenti si possono trovare in maniera più ubiquitaria su una più ampia gamma di alimenti.
Molibdeno: che cos’è ?
Il suo nome viene dalla lingua greca molybdos e significa “simile al piombo“. Infatti, viene utilizzato spesso nell’ambito industriale, ma è anche un elemento fondamentale per gli organismi viventi, essendo un componente coenzimatico estremamente importante.
Oltre che per l’uomo, il Molibdeno è essenziale anche per le piante e per gli animali. Scopriamolo meglio insieme.
E’ un elemento chimico che appartiene al gruppo 6 della tavola periodica degli elementi. Ha il simbolo Mo e il numero atomico 42. È un metallo di transizione e si presenta come un solido argentato, resistente alla corrosione e con un alto punto di fusione (il sesto più alto della tavola periodica). Può formare carburi stabili e duri nelle leghe. La maggior parte dei composti contenenti Molibdeno hanno una solubilità molto bassa in acqua.
Questo elemento è, infatti, utilizzato principalmente come componente di leghe metalliche per aumentarne la resistenza e la durabilità. È presente in leghe come l’acciaio al molibdeno, utilizzato per la produzione di particolari oggetti che richiedono elevate prestazioni meccaniche, come lame, stampi e attrezzi industriali.
Oltre alle leghe metalliche, il Molibdeno trova applicazioni anche nella produzione di catalizzatori, filamenti per lampade a incandescenza, elettrodi per saldatura, lubrificanti ad alta temperatura e additivi per fertilizzanti agricoli.
Dal punto di vista biologico, è un micronutriente essenziale per il corpo umano. È coinvolto nella sintesi dell’enzima aldeide ossidasi e nella regolazione del metabolismo.
In sintesi, il Molibdeno è un elemento chimico molto versatile e dalle numerose applicazioni industriali, oltre a essere un elemento essenziale per la vita umana.
Differenze con gli altri oligoelementi
Ha diverse differenze rispetto ad altri oligoelementi, tra le principali troviamo:
- ABBONDANZA: il molibdeno è relativamente meno abbondante rispetto ad altri elementi comuni come il calcio, il potassio o il ferro.
- RUOLO BIOLOGICO: svolge un ruolo essenziale nella nutrizione umana e animale. È un componente chiave di diversi enzimi e aiuta a svolgere funzioni vitali come la sintesi di proteine, il metabolismo dei carboidrati, il catabolismo di proteine e la detossificazione.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sui sali minerali.
A cosa serve il Molibdeno: proprietà e benefici
L’importanza del Molibdeno nell’equilibrio dei sistemi biologici e dell’ecosistema è oggetto di numerosi studi.
Un documento di ricerca del 2008 ha concluso che “la scarsità di molibdeno nei primi oceani della Terra potrebbe aver fortemente influenzato l’evoluzione della vita eucariotica, quindi anche di tutte le piante e gli animali (uomo compreso)”.
Questo perché, come anticipato, il ruolo principale del Molibdeno è quello di componente enzimatico in catalizzatori biologici molto importanti.
Questa, però, non è la sua unica proprietà, questo elemento, infatti, ha numerosi benefici che contribuiscono al benessere del nostro organismo.
Nel corpo umano lo si trova in massima parte nelle cellule del fegato e dei reni ed entra in gioco nel processo metabolico, favorendo l’assimilazione e il corretto consumo dei grassi e dei carboidrati, ma anche nella sintesi proteica e nella corretta distribuzione del ferro ai vari organi e apparati; passando poi per l’intestino e, infine, venendo espulso attraverso le urine.
Ma vediamo insieme quali sono le sue principali proprietà.
Il Molibdeno partecipa al processo di metabolismo degli aminoacidi
E’ un componente essenziale degli enzimi coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi solforati, come la cistationina beta-sintasi e la sulfurosse-metiletransferasi.
Questi enzimi svolgono un ruolo chiave nella sintesi di diverse proteine e nel metabolismo del solfuro di idrogeno, il cui metabolismo va ad alimentare la fosorilazione ossidativa per produrre energia.
Conversione dell’azoturo di idrogeno
Il Molibdeno è un componente fondamentale dell’enzima azoturo di idrogeno reduttasi, che è coinvolto nella conversione dell’azoturo di idrogeno in ammoniaca. Questo processo è importante per il metabolismo dell’azoto nel nostro organismo.
Detossificazione di composti solforati
E’ coinvolto nella detossificazione di composti solforati, come il solfuro di idrogeno, il quale è un gas tossico. L’enzima coinvolto in questa reazione è la solfito ossidasi, che converte il solfito in solfato.
Molideno: cofattore per altri enzimi
Può anche agire come cofattore per altri enzimi, come la xantina ossidasi e l’aldeide ossidasi, che svolgono ruoli importanti nel metabolismo delle purine e nel processo di detossificazione degli alcoli.
Inoltre, è coinvolto nella sintesi dell’acido urico. L’acido urico è un prodotto di scarto del metabolismo delle purine, e l’enzima xantina ossidasi, che richiede il molibdeno, è coinvolto nella sua sintesi.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sull’acido urico.
Partecipazione nel metabolismo dei carboidrati
Il Molibdeno è coinvolto nella conversione del piruvato in acetil CoA, che è una molecola fondamentale per la produzione di energia nelle cellule.
Contributo all’assorbimento e utilizzazione del ferro
Sembra influenzare il trasporto e l’assorbimento del ferro nell’intestino, contribuendo così alla sua biodisponibilità.
Potenziale ruolo antitumorale
Alcune ricerche suggeriscono che il Molibdeno possa avere un effetto antitumorale inibendo la crescita delle cellule tumorali.
È importante sottolineare che il corpo umano richiede solo piccole quantità di Molibdeno e che un eccesso di questo elemento può essere tossico. Inoltre, l’esposizione a elevate concentrazioni di Molibdeno tramite l’assunzione di cibo o acqua contaminati può portare a effetti dannosi sulla salute, come disturbi renali o problemi nell’apparato digerente che vedremo in seguito.
Le caratteristiche di questo elemento però sono molteplici e non si limitano ai benefici apportati al nostro organismo, ma, come accennato precedentemente, trovano varie applicazioni anche in ambiti diversi.
Elevato punto di fusione
Il Molibdeno ha un punto di fusione molto elevato, di circa 2.623°C, che lo rende adatto per applicazioni ad alta temperatura come nelle leghe per la produzione di acciaio e nelle industrie aerospaziali.
Resistenza alla corrosione
Il Molibdeno è altamente resistente alla corrosione e all’ossidazione, rendendolo ideale per l’uso in ambienti corrosivi come nelle industrie chimiche e petrolchimiche.
Buona conduzione termica ed elettrica
Il Molibdeno ha una buona conducibilità termica ed elettrica, il che lo rende utile nelle applicazioni che richiedono materiali che possono dissipare il calore o condurre l’elettricità efficacemente. Ad esempio, viene utilizzato nel settore elettronico per i filamenti delle lampade o come rivestimenti.
Quindi come possiamo dedurre, il suo utilizzo è ampio e varia in diversi settori industriali, dimostrando la sua importanza nel mondo moderno.
Qual è il fabbisogno giornaliero di Molibdeno?
Il fabbisogno giornaliero di Molibdeno per il corpo umano può variare a seconda di vari fattori come il genere, l’età e la condizione clinica. Tuttavia, non esistono raccomandazioni specifiche sul fabbisogno giornaliero di Molibdeno stabilito da istituzioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità o l’Institute of Medicine.
In generale, il fabbisogno giornaliero per un adulto sano può essere considerato intorno ai 50-250 microgrammi. Ciò varia leggermente, come detto, in base all’età e alle condizioni individuali.
Per quanto riguarda i bambini (1-6 anni), invece, il fabbisogno giornaliero è inferiore a quello degli adulti e si aggira intorno ai 25-75 microgrammi.
Esistono poi delle particolari condizioni, come ad esempio le donne in gravidanza o in allattamento, che hanno un RDA (Recommended Dietary Allowances) giornaliero più elevato: 50 μg / die.
Per quanto riguarda la sicurezza, essendo l’evidenza scientifica sufficiente, il NAM (“National Academy of Medicine”) stabilisce una Tolerable Upper Intake Levels (ULs) di 2000 μg / die.
Nonostante, tramite l’alimentazione, vengono consumati in media al giorno tra 120 e 240 μg/die, un valore leggermente superiore alle raccomandazioni dietetiche menzionate prima, possiamo stare tranquilli che la dose assunta non supera la soglia considerata sicura.
Dove si trova il Molibdeno: gli alimenti che ne sono ricchi
Il Molibdeno è presente in alcuni alimenti di origine vegetale e animale, ma in base alla provenienza degli alimenti e al suolo in cui sono cresciuti, la sua quantità al loro interno può variare in modo sensibile.
Alcuni esempi di alimenti che possono contenere Molibdeno includono legumi, cereali integrali, semi, noci, carne, fegato e prodotti lattiero-caseari.
Tendenzialmente le quantità di questo minerale nei singoli alimenti sono molto basse, ad esempio, la carne di maiale e agnello, e il fegato di manzo contengono circa 1,5 parti per milione di Molibdeno.
È, quindi, possibile ottenere le quantità consigliate di Molibdeno mangiando una varietà di alimenti, fanno eccezione le frattaglie, come fegato e reni, che risultano molto ricche di questo minerale già da sole.
La lista degli alimenti ricchi di Molibdeno
- Legumi: come fagioli, lenticchie, ceci e piselli secchi.
- Noci e semi: come noci del Brasile, noci pecan, semi di girasole e semi di sesamo.
- Cereali integrali: come orzo, avena, farina di grano intero e farro.
- Verdure a foglia verde: come spinaci, cavolo riccio e cavolo cinese.
- Carne e frattaglie: come fegato di manzo, rene di manzo e cuore di pollo.
- Pesce e crostacei: come aragosta, gamberi, salmone, sardine e merluzzo.
Poiché il contenuto di Molibdeno delle piante dipende dal contenuto di Molibdeno del suolo e da altre condizioni ambientali, il contenuto negli alimenti può variare considerevolmente.
Gli adulti assorbono dal 40 al 100% del Molibdeno ingerito con la dieta. Gli studi hanno dimostrato che l’assorbimento da alcuni alimenti è più scarso di altri; questo vale in particolare per i prodotti a base di soia.
Tuttavia, questo aspetto non è problematico poiché molti cibi ne sono ricchi. Una volta assorbito, il Molibdeno viene, poi, immagazzinato nel fegato, nei reni, nelle ghiandole surrenali e nelle ossa.
Carenza o eccesso di Molibdeno: sintomi e conseguenze
La carenza di Molibdeno è estremamente rara negli esseri umani in quanto il fabbisogno di questo minerale è relativamente basso. Non ci sono sintomi specifici di carenza di Molibdeno, ma alcuni studi hanno evidenziato che la carenza di questo minerale può essere associata ad alterazioni nel metabolismo dell’azoto e dello zolfo, che potrebbero causare problemi neurologici, disturbi del fegato e del sistema immunitario.
D’altra parte, l’eccesso di Molibdeno può verificarsi solo in casi di assunzione eccessiva o ingestione accidentale di grandi quantità della sostanza. L’eccesso di Molibdeno può causare:
Può anche influire sull’assorbimento e l’utilizzo di altri minerali come il rame, portando a una carenza di rame nel corpo.
È importante notare che sia la carenza che l’eccesso di Molibdeno sono estremamente rari e di solito si verificano solo in circostanze particolari.
Tuttavia, esistono alcuni aspetti interessanti di cui vale la pena parlare. In una piccola regione della Cina, il cancro esofageo è 100 volte più comune che negli Stati Uniti. È stato scoperto che il suolo in quest’area contiene livelli molto bassi di Molibdeno, con conseguente basso apporto dietetico.
Inoltre, in altre aree a rischio elevato di cancro esofageo, come parti dell’Iran settentrionale e del Sudafrica, i livelli di Molibdeno nei campioni di capelli e unghie sono risultati bassi.
Molibdeno: integratori e non solo, ecco cosa sapere
Consuma Molibdeno in diverse preparazioni
Prova a incorporare alimenti ricchi di Molibdeno in diverse preparazioni culinarie.
Ad esempio, puoi aggiungere legumi alla tua insalata, includere cereali integrali nella tua colazione, spruzzare semi su piatti come le zuppe o utilizzarli come snack, e aggiungere verdure a foglia verde scuro come contorno o nella tua pasta.
Bilancia la tua dieta
Assicurati di consumare una varietà di alimenti che forniscono Molibdeno insieme ad altri nutrienti importanti. Una dieta equilibrata e variegata può garantire un apporto adeguato di Molibdeno.
Ci sono diversi alimenti che sono buone fonti di Molibdeno e possono essere facilmente integrati nella dieta.
Assicurati di variare la dieta e consumare una combinazione di queste fonti di alimenti per garantirti un adeguato apporto di molibdeno. Come accennato, la carenza di molibdeno è rara e la stragrande maggioranza delle persone ne assume quantità più che sufficienti attraverso la dieta.
Integratori multivitaminici / multiminerali che contengono Molibdeno
Il Molibdeno negli integratori alimentari è generalmente contenuto sotto forma di molibdato di sodio o molibdato di ammonio. Gli integratori sono disponibili in vari dosaggi, che possono andare da 50 a 1000 mcg per dose. I produttori in genere consigliano di assumere 1 o 2 dosi al giorno.
Come spiegato, per rimanere nel range di sicurezza, le persone sane non dovrebbero assumere più di 2 mg di Molibdeno al giorno.
Va sottolineato, però, che l’assunzione di elevate dosi di Molibdeno può comportare alcuni rischi e avvertenze che è importante conoscere. Ecco alcune informazioni da tenere in considerazione.
Sovradosaggio
L’assunzione di dosi eccessive di Molibdeno da integratori alimentari o da altre fonti può causare problemi di salute. Un’assunzione costante e prolungata di dosi superiori a 2000 microgrammi al giorno può portare ad avvelenamento da Molibdeno, causando sintomi come diarrea, gotta, danni al fegato e reni, e compromissione del sistema nervoso.
Interferenza con la funzione tiroidea
L’assunzione elevata di Molibdeno può interferire con la funzione della tiroide, influenzando la produzione degli ormoni tiroidei. Questa interferenza può portare a problemi come ipotiroidismo o ipertiroidismo.
Reazioni allergiche
Alcune persone possono essere allergiche al Molibdeno o agli integratori contenenti Molibdeno. Le reazioni allergiche possono manifestarsi attraverso sintomi come:
- Eritema.
- Prurito.
- Eruzioni cutanee.
- Difficoltà respiratoria.
Interazioni con altri nutrienti
L’assunzione di Molibdeno può interferire con l’assorbimento di altri nutrienti, come il rame. La sua capacità di ridurre l’assorbimento del rame, dimostrata soprattutto nei ruminanti, è stata sfruttata per sviluppare un composto chiamato tetratiomolibdato (TM).
La capacità del TM di abbassare i livelli di rame libero viene studiata come potenziale trattamento per la malattia di Wilson, il cancro e la sclerosi multipla.
Fonti
- Molybdenum absorption and utilization in humans from soy and kale intrinsically labeled with stable isotopes of molybdenum:J R Turnlund 1, C M Weaver, S K Kim, W R Keyes, Y Gizaw, K H Thompson, G L Peiffer.
- Aluminum, boron, calcium, copper, iron, magnesium, manganese, molybdenum, phosphorus, potassium, sodium, and zinc: concentrations in common western foods and estimated daily intakes by infants; toddlers; and male and female adolescents, adults, and seniors in the United States:C D Hunt 1, S L Meacham.
- Amino acid intolerance during prolonged total parenteral nutrition reversed by molybdate therapy: N N Abumrad, A J Schneider, D Steel, L S Rogers.
- Molybdenum, nickel, cobalt, vanadium, and strontium in total diets: J A Pennington 1, J W Jones.
- Treatment of Wilson’s disease with tetrathiomolybdate: V. Control of free copper by tetrathiomolybdate and a comparison with trientine:George J Brewer 1, Fred Askari, Robert B Dick, Julia Sitterly, John K Fink, Martha Carlson, Karen J Kluin, Matthew T Lorincz.