Lo iodio è un micro-nutriente fondamentale per la formazione degli ormoni tiroidei e quindi per lo sviluppo fisico, intellettivo e neurologico del bambino. Per questo in gravidanza, ma non solo, devi assumerne le quantità necessarie per scongiurare rischi alla salute tua e del tuo bambino.
lo abbiamo chiesto a Alessandra Cassio, pediatra endocrinologo della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP).
Iodio e gravidanza: perché è importante
Una carenza di iodio anche lieve durante la gestazione può compromettere la sintesi ormonale tiroidea materna e quindi provocare danni nello sviluppo fisico e mentale del bambino.
E’ stato dimostrato che bimbi nati da madri provenienti da aree con carenza medio/lieve di iodio hanno mostrato in età scolare lievi difetti cognitivi. Ma anche performance meno brillanti nei settori:
- del linguaggio
- della lettura
- della comprensione di testi.
Soprattutto nei primi mesi di gravidanza, alla mamma è richiesta una aumentata produzione di ormoni tiroidei Bisogna tenere conto che in questo periodo il feto non è ancora in grado di sintetizzare ormoni tiroidei e deve dipendere totalmente dall’apporto materno per il suo sviluppo cerebrale.
Quanto iodio assumere in gravidanza
L’apporto iodico giornaliero raccomandato dall’OMS deve passare da 150 a 250 microgrammi durante la gravidanza e l’allattamento. “Circa il 50% in più rispetto a quello necessario in fase di pre-concepimento, spiega Alessandra Cassio, proprio per sostenere la maggior sintesi ormonale tiroidea materna richiesta in questo periodo”.
La regola è integrare
L’organismo non produce questo micro-nutriente, quindi la fonte principale resta il cibo, in cui però la quota di iodio risente dell’apporto ambientale. Ai primi posti ci sono:
Un’altra fonte, fortemente raccomandata dal Ministero della Salute, è il sale iodato da utilizzare per i comuni usi domestici in sostituzione del sale tradizionale.
Ma non basta. “In gravidanza è fondamentale assumere integratori per soddisfare il fabbisogno di iodio”, sottolinea Alessandra Cassio “ ma non sempre i ginecologi li prescrivono. La carenza iodica è un problema molto poco riconosciuto. Ma anche grazie al lavoro di sensibilizzazione attualmente svolto dalla SIEDP si sta diffondendo una maggiore consapevolezza”.