Se pensavi che fosse sufficiente tenerti lontana da cibi calorici e centellinare le porzioni che metti nel piatto per non attentare alla tua linea, è arrivato il momento di ricrederti. Anche la consistenza del cibo può diventare un pericolo per la nostra dieta. A dircelo sono due studi condotti dagli scienziati del Centro di Ricerca Nestlé e dell’Università di Wageningen nei Paesi Bassi. Secondo le due ricerche, gli alimenti morbidi, come il purè di patate, vengono mangiati più velocemente e questo può determinare un’assunzione maggiore di calorie rispetto ad alimenti più duri che richiedono maggiore masticazione.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Appetite, dimostra che i cibi dalla consistenza morbida, che vengono ingeriti in grandi bocconi e masticati poco, ”hanno un tasso di assunzione al minuto considerevolmente maggiore dei cibi solidi, mentre gli alimenti ingeriti in piccoli morsi e masticati per lungo tempo aumentano il senso di sazietà, riducendo quindi le quantità di cibo assunte: ”i volontari che hanno mangiato verdure e bistecca servite intere – hanno confermato gli studiosi – hanno consumato il 10% in meno rispetto a quelli che hanno mangiato il passato di verdure e la bistecca in pezzi”.
Mangiare piano quindi aiuta a diminuire il numero di calorie ingerite e contribuisce anche a facilitare la digestione. “Il boccone ben triturato – come ricorda la nostra nutrizionista Stefania Giambartolomei (SISA) – viene aggredito più facilmente dai succhi gastrici, che possono così demolire ulteriormente gli alimenti ingeriti e iniziare una corretta digestione”.
Dai risultati di queste ricerche risulta che è meno appagante per il nostro appetito una porzione di purè, in quanto viene masticata solo 27 volte circa, contro la stessa quantità di patate in forma solida, che, per essere ingerita, deve essere masticata 488 volte.
“I risultati di questi studi forniscono nuovi indizi su come diversi cibi possono influenzare i comportamenti alimentari – ha spiegato Ciarán Forde, ricercatore di Nestlé e primo autore di entrambi gli studi – L’ obiettivo finale è aiutare i consumatori a controllare il loro apporto di energia. Grazie alle informazioni fornite da questi studi, possiamo produrre cibi più appetibili e soddisfacenti che promuovano la sazietà con meno calorie”.
Isabella Quercia
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