Il pesce è un alimento con delle ottime qualità nutrizionali: infatti apporta proteine di alto valore biologico, acidi grassi insaturi, tra cui gli omega-3, sali minerali come il fosforo, lo iodio, il selenio e anche vitamine, come la A, D e B.
Gli acidi grassi insaturi del pesce, a differenza di quelli saturi della carne, risultano più benefici per il tuo organismo, perché ti aiutano a ridurre il livello di colesterolo LDL (cioè quello comunemente definito “cattivo”). Per questo motivo puoi consumare il pesce anche 2 o 3 volte a settimana.
Tutto positivo dunque? Non è proprio così. Quando si parla di quale pesce e come consumarlo, è facile imbattersi in alcune leggende metropolitane o falsi miti su quest’alimento. Dei luoghi comuni che potrebbero portarti sulla strada sbagliata quando decidi di inserirlo nella tua alimentazione.
Per questo motivo abbiamo deciso di svelarti i 7 falsi miti da sfatare secondo i nutrizionisti e i ricercatori di Slowfish.
1 – Il sushi è meglio quando il pesce è fresco
Si è portati a pensare che quando si parla di pesce crudo la cosa più importante sia la freschezza: quindi per sushi sashimi, tartare, carpaccio e marinato vuoi che il pesce sia freschissimo.
In realtà, quando mangi il pesce crudo la legge vuole che sia abbattuto in congelatori che lo portano velocemente a una temperatura di -18 gradi. Questo procedimento è necessario per uccidere un pericoloso parassita, chiamato anisakis, che provoca infiammazioni allo stomaco e all’intestino e reazioni allergiche anche molto gravi.
Questo parassita affligge molte specie di pesci, come sardine, aringhe, branzini e merluzzi e anche calamari. È molto difficile da uccidere, motivo per cui la procedura corretta di abbattimento di temperatura è fondamentale.
Quindi quando decidi di mangiare pesce crudo al ristorante verifica che sia contrassegnato con almeno 3 stelle. E quando lo prepari a casa, assicurati di conservarlo per un minimo di 96 ore in congelatore prima di consumarlo.
2 – Il salmone è ottimo nelle diete ipocaloriche
Il salmone è un pesce spesso consigliato nelle diete ipocaloriche: è una vera miniera di Omega 3, è gustoso e versatile e facile da cucinare. Purtroppo oggi questo pesce proviene sempre più da allevamenti e trovare quello selvaggio è diventato difficile, oltre che molto costoso.
Questo non vuol dire che devi eliminarlo dal tuo menù settimanale se stai seguendo una dieta: però cerca di non abusarne e alternalo ad altro pesce, come quello azzurro, ricordando che quello di taglia più piccola (sgombro, alici, sardine) può essere consumato più spesso, perché accumula meno sostanze tossiche.
3 – Le “bistecche” di pesce sono di migliore qualità
Il tonno e il pesce spada si prestano a un tipo di taglio simile in tutto e per tutto a quello delle bistecche di carne, anche nella grande comodità di cottura: il costo è piuttosto elevato rispetto a quello di altri pesci e questo può far pensare che sia di maggior pregio e qualità.
In realtà, i pesci adatti ad essere trasformati in questo modo, hanno un ciclo vitale molto lungo e possono quindi portare nel nostro organismo più componenti nocivi, come i metalli pesanti: puoi consumarli tranquillamente, ma sempre alternandoli ad altri.
4 – Non esiste una stagionalità per il pesce
Saper comprare il pesce non è facilissimo: bisogna saper riconoscere la freschezza e anche avere nozione delle specie da scegliere in un determinato momento dell’anno.
Infatti, anche il pescato, ha una sua stagionalità, se si rispettano i tempi di riproduzione e quindi il fermo pesca. Per essere certi di acquistare pescato “di stagione”, bisogna rivolgersi a banchi pescheria con cartellini e indicazioni dettagliate. Fai attenzione a comprare quelli dei mari a noi più vicini, cioè quelli che nell’etichetta riportano le seguenti diciture nella sezione “zona di cattura”: zona Fao dell’Atlantico nord-orientale e zona del Mediterraneo – Mar nero.
Fanno eccezione quelli di allevamento, che sono disponibili tutto l’anno.
5 – Le variazioni di prezzo nelle diverse pescherie sono normali
Ti capita di trovare lo stesso tipo di pesce a prezzi diversi a seconda delle pescherie in cui lo acquisti e pensi che questa variazione sia normale, perché magari è dovuta a particolari condizioni di acquisto all’ingrosso.
Non è del tutto vero: se la differenza di prezzo è grande, si tratta molto probabilmente di una vera e propria frode commerciale, ovvero la sostituzione di un pesce con un altro, fenomeno sempre più diffuso nel settore ittico.
Così magari ti ritrovi a comprare moscardini al posto dei polpi, il brosme al posto del baccalà e la lenguata senegalese (valore quattro euro/kg) al posto della pregiata sogliola.
Purtroppo, l’unico modo per difendersi è imparare a distinguere correttamente le varie anatomie dei pesci.
6 – Cozze e vongole sono inquinate
Basta conoscere la provenienza – che si capisce facilmente dall’etichetta che accompagna la rete sigillata in cui vengono commercializzate. Essendo quasi sempre di allevamento, basta sceglierne uno di qualità.
Gli allevamenti di molluschi bivalvi sono tra i più controllati in assoluto e di altissima sostenibilità. Le vongole infatti, così come cozze e ostriche, si nutrono solo dei microrganismi presenti nel mare, rendendo inutile l’apporto di ulteriore mangime.
Inoltre, cozze e vongole sono facili da cucinare, hanno un basso apporto calorico e ottimi valori nutrizionali, quindi sono una valida alternativa ai soliti filetti.
7 – Il pesce fa sempre bene alla salute
La leggerezza della carne del pesce e il suo apporto di acidi grassi essenziali, lo rende un alimento buono per la tua salute.
La regola chiave è variare: questo perché gli stock ittici che consumiamo abitualmente sono ormai al collasso e la maggior parte delle persone non sperimenta specie alternative, che invece spesso sono anche più salutari e nutrienti.
Cerca di privilegiare i pesci a ciclo ciclo stagionale breve, poco conosciuti e per questo anche meno costosi, i pesci azzurri e quelli di piccola taglia, evitando i grandi predatori, noti accumulatori di metilmercurio. Varia anche mangiando crostacei e molluschi.