Dieta mediterranea: seguirla per 12 mesi, dopo i 65 anni, fa aumentare i batteri intestinali “buoni”, che aiutano a invecchiare in salute, e riduce quelli che stimolano l’infiammazione e favoriscono il declino fisico e cognitivo, rallentando così le conseguenze negative dell’avanzare dell’età.
Lo sostiene uno studio condotto dalla School of Microbiology dello University College di Cork, in Irlanda. La ricerca, condotta in cinque paesi (Francia, Italia, Regno Unito, Paesi Bassi, Polonia), è pubblicata online sulla rivista Gut.
La dieta mediterranea per invecchiare meglio
Molti studi suggeriscono che una dieta povera, piuttosto comune tra gli anziani, riduce la gamma e i tipi di batteri (microbiota) presenti nell’intestino e aiuta ad accelerare l’insorgenza della fragilità legata all’avanzare dell’età. Il microbiota intestinale, ovvero quel prezioso universo di batteri che popolano l’intestino, gioca un ruolo centrale per tantissime funzioni del nostro organismo. Tra queste, il mantenimento di un sistema immunitario efficiente e la riduzione degli stati infiammatori, che sono all’origine di molte patologie, croniche e degenerative. Perché possa agire come scudo, però, deve essere sano, caratterizzato da una forte presenza di batteri “buoni” che gli permettono di agire come un “antibiotico fisiologico”.
Partendo da queste premesse, i ricercatori hanno quindi analizzato gli effetti di una dieta mediterranea sugli anziani. L’obiettivo era comprendere se potesse contribuire a mantenere in salute il loro microbiota intestinale e a promuovere la proliferazione dei batteri associati all’invecchiamento sano.
Per farlo, hanno analizzato il microbiota intestinale di 612 persone dai 65 ai 79 anni, prima e dopo 12 mesi di dieta normale (289 persone) o mediterranea (323 persone), ricca di frutta, verdura, noci, legumi, olio di oliva e pesce e povera di carne rossa e grassi saturi e appositamente studiata per le persone anziane.
Gli effetti benefici della dieta mediterranea sugli over 65
Lo studio ha mostrato che seguire la dieta mediterranea per 12 mesi era associato a numerosi cambiamenti benefici al microbiota intestinale, in particolare a:
- una riduzione della perdita di diversità batterica;
- un aumento dei tipi di batteri precedentemente associati a diversi indicatori di ridotta fragilità, come la velocità di deambulazione e la forza di presa della mano, e al miglioramento delle funzioni cerebrali, come la memoria;
- una ridotta produzione di sostanze chimiche infiammatorie potenzialmente dannose.
Analisi più dettagliate hanno rivelato che i cambiamenti del microbiota erano associati a un aumento dei batteri noti per la produzione di acidi grassi a catena corta benefici e a una diminuzione dei batteri coinvolti nella produzione di alcuni acidi biliari. La sovrapproduzione di questi acidi è legata ad un aumentato rischio di cancro intestinale, resistenza all’insulina, fegato grasso e danno cellulare.
Inoltre, i batteri che proliferavano in risposta alla dieta mediterranea si sono rivelati determinanti per mantenere un ecosistema intestinale stabile. In particolare erano in grado di agire da barriera contro i microrganismi patogeni associati a indicatori di fragilità.
I cambiamenti sono stati in gran parte determinati da un aumento delle fibre alimentari, delle vitamine e dei minerali. Tra questi, soprattutto C, B6, B9, rame, potassio, ferro, manganese e magnesio.
I risultati erano indipendenti dall’età o dal peso della persona (indice di massa corporea), entrambi fattori che influenzano la composizione del microbiota.
Sono state osservate alcune differenze nella composizione del microbiota intestinale tra persone di diversi paesi. Tuttavia, gli effetti benefici dopo 12 mesi di dieta mediterranea sono risultati simili, indipendentemente dalla nazionalità dei partecipanti.
Se vuoi saperne di più su questo regime alimentare, leggi il nostro approfondimento: Dieta mediterranea: principi, alimenti, proprietà nutrizionali e benefici per la salute.
Fonte: ScienceDaily.