Sommario
L’intestino pigro, spesso confuso con la stitichezza, è un disturbo caratterizzato da digestione lenta e difficoltà nel transito intestinale.
A differenza della stitichezza, che genera difficoltà nell’evacuazione delle feci, l’intestino pigro produce una motilità intestinale rallentata, che provoca gonfiore addominale, meteorismo, senso di pesantezza e difficoltà a digerire gli alimenti.
A soffrire maggiormente di questo disagio sono le persone anziane, ma anche chi ha uno stile di vita sedentario, consuma poche fibre alimentari o chi beve poca acqua.
Ma come si riconosce un intestino pigro? Se si manifestano episodi frequenti di digestione lenta e feci dure, potrebbe essere un segnale da tenere in considerazione?
Scopri suggerimenti alimentari e rimedi naturali per combattere l’intestino pigro. Uno stile di vita equilibrato, una corretta idratazione e un’attività fisica regolare contribuiscono al benessere intestinale e al suo graduale ‘risveglio’.
Cos’è l’intestino pigro?
L’intestino pigro, chiamato anche stipsi cronica, è una condizione in cui il transito intestinale rallenta, generando digestione lenta e difficoltà nell’evacuazione regolare delle feci.
Questo disturbo si verifica quando i movimenti peristaltici, ovvero le contrazioni dei muscoli lisci che spingono il cibo lungo l’intestino, sono ridotti al minimo o non sufficienti.
Fisiologicamente, il sistema digestivo prevede una fase di scissione degli alimenti che inizia nello stomaco per poi proseguire nell’intestino. Qui, viene avviato anche il processo di assorbimento dei nutrienti a livello dell’intestino tenue, mentre tutti i residui non assorbiti passano nel colon dove vengono formate poi le feci.
Quando il movimento lungo questo percorso è lento, si accumulano scorie e nutrienti non digeriti che portano a fermentazioni intestinali, gonfiore, dolori addominali e senso di pesantezza.
Tra le cause troviamo sicuramente una dieta povera di fibre, una scarsa idratazione giornaliera, ma anche mancanza di attività fisica e condizioni di forte stress.
L’età avanzata e l’assunzione prolungata di farmaci e lassativi naturali possono peggiorare le condizioni di inattività dell’intestino e quindi la costipazione.
Sintomi dell’intestino pigro
Nonostante l’intestino pigro non sia una patologia, ma una condizione che può manifestarsi in forma occasionale (ad esempio in viaggio) o in forma cronica quando si protrae per più tempo, i sintomi possono essere fastidiosi e invalidanti.
Infatti, a causa di questa lentezza, le feci possono rimanere per lunghi periodi nel lume intestinale. Ciò provoca la loro disidratazione e il loro progressivo indurimento, che rende più difficili i meccanismi di espulsione.
A partire da questo quadro si generano sintomi tipici, come:
- Gonfiore addominale.
- Flatulenze.
- Stipsi.
- Sensazione di pesantezza.
- Dolori addominali.
Differenze con altre problematiche intestinali
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o le malattie infiammatorie croniche intestinali, come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa, presentano sintomi più complessi e persistenti rispetto a quelli dell’intestino pigro.
L’IBS, ad esempio, può alternare periodi di stitichezza a periodi di forte diarrea, mentre le malattie infiammatorie intestinali spesso includono anche febbre, perdita di peso, e presenza di sangue nelle feci. Sintomi non riscontrabili tra quelli generati da una condizione di intestino pigro.
È anche vero che un intestino pigro sottovalutato o non trattato può portare alla formazione di fecalomi, diverticoli, emorroidi e ragadi sanguinolente e cistite nelle donne.
Cause dell’intestino pigro
L’intestino pigro può essere causato da una molteplicità di fattori differenti: da un’alimentazione sbilanciata e povera di fibre, fino all’assunzione di lassativi che generano assuefazione e dipendenza nello stimolo della defecazione.
Alimentazione scorretta
Uno dei principali fattori è sicuramente un’alimentazione scorretta e povera di fibre. Sono proprio questi elementi non assorbibili e ricavati da frutta, verdura, ortaggi e cereali integrali a stimolare la peristalsi intestinale, ma anche l’accrescimento del volume delle feci e quindi la loro espulsione.
Moltissimi studi scientifici evidenziano come una dieta povera di fibre, sia solubili che insolubili, oltre a provocare squilibri metabolici e aumento di peso, sia responsabile anche del rallentamento della motilità intestinale.
E’ importante conoscere quali sono gli alimenti più ricchi di fibre e inserirli all’interno dei propri menù giornalieri.
Al contrario, bisogna limitare i cibi spazzatura, prodotti confezionati o precotti, che sono poveri di nutrienti e possono contribuire ad un rallentamento dei movimenti intestinali.
Sedentarietà
Quando si pratica uno sport si mettono in moto tutti i muscoli del corpo umano, compresi quelli della parete addominale, che a loro volta stimolano la muscolatura intestinale.
Tutto ciò favorisce il passaggio del cibo lungo i vari settori dell’apparato gastrointestinale, fino ad arrivare alla fase di espulsione con le feci.
Al contrario, la sedentarietà prolungata può portare a una riduzione dei processi digestivi e della peristalsi intestinale, con conseguente accumulo di scorie e difficoltà di evacuazione.
Disbiosi intestinale
La disbiosi intestinale è uno squilibrio a carico della microflora batterica, che popola le pareti dell’apparato gastro-digerente.
Sono sempre di più gli studi che mettono in correlazione il benessere dei batteri del microbiota intestinale con la salute dell’uomo in tutte le sue sfaccettature.
Quando i batteri della flora intestinale si riducono a causa di terapie antibiotiche o alimentazione scorretta, fanno posto ad altri batteri patogeni meno efficienti nella digestione e nell’assorbimento dei nutrienti presenti nel cibo.
Anche una sovrappopolazione di batteri intestinali, però, può condurre al medesimo effetto: ovvero la non corretta assimilazione dei nutrienti e la fermentazione dei residui alimentari presenti nel lume intestinale.
Ciò produce proprio un rallentamento dei processi digestivi e di mobilità intestinale e genera un grande quantitativo di gas intestinali.
Fattori ormonali
Gli squilibri ormonali, come quelli che avvengono in caso di ipotiroidismo, possono condurre a una riduzione significativa della velocità del transito intestinale.
La patologia legata ad una riduzione degli ormoni tiroidei è stata messa in stretta correlazione con una riduzione del metabolismo complessivo, che influisce negativamente sulla motilità intestinale.
Anche gli squilibri ormonali legati alla gravidanza o al periodo della menopausa possono condurre a situazioni di intestino pigro e richiedere l’utilizzo di integratori alimentari specifici e di particolari accorgimenti dietetici.
Stress e fattori psicologici
L’asse intestino-cervello è sempre più centrale negli studi condotti dalla comunità scientifica. L’intestino influenza il cervello e il cervello influenza l’intestino, ed è così che fattori come stress, ansia e depressione possono influire negativamente sul funzionamento dell’intestino stesso.
Stati di tensione e agitazione possono rendere l’intestino più lento e meno responsivo.
Farmaci e condizioni mediche
Alcuni farmaci, come i principi attivi antidepressivi, gli oppiacei e anche i diuretici, possono influenzare negativamente la motilità dell’intestino. Questi farmaci agiscono rallentando le contrazioni muscolari dell’intestino o riducendo il contenuto di acqua nelle feci, portando a una condizione di stitichezza cronica.
Per quanto riguarda le patologie e le condizioni mediche, oltre all’ipotiroidismo, anche il diabete si classifica come fattore responsabile della riduzione della funzione intestinale. Questo accade per effetto di una complicanza del diabete, chiamata neuropatia diabetica.
Tale problematica si verifica quando livelli elevati e prolungati di glucosio nel sangue danneggiano i nervi che controllano varie funzioni corporee (anche autonome), inclusa la motilità del tratto gastrointestinale.
Rimedi naturali per l’intestino pigro
Quando bisogna affrontare il problema dell’intestino pigro è bene avere un approccio multilaterale. Per questo abbiamo riportato un vademecum con 7 consigli utili e naturali per affrontare il problema dell’intestino pigro nel migliore dei modi.
Che cosa mangiare e cosa evitare
Per prevenire e combattere i sintomi dell’intestino pigro è utile seguire una dieta ricca in fibre, cereali integrali, ma anche di prebiotici e probiotici.
Via libera, quindi, a frutta, verdura, ortaggi, avena, farro, orzo e riso integrale perché sono tutti alimenti ricchissimi di fibre, solubili e insolubili, che accrescono il volume delle feci e stimolano la mobilità intestinale.
Attenzione, però, le fibre vanno consumate nel giusto rapporto insieme agli altri alimenti e soprattutto vanno accompagnate da una regolare idratazione, senza la quale si potrebbe avere l’effetto non voluto di peggiorare il quadro di stitichezza.
Secondo i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana), la quantità di fibre raccomandata per un adulto è di circa 25-30 grammi al giorno, mentre la quantità d’acqua da bere si aggira sui 2-2,5 litri giornalieri.
Anche altri alimenti come prugne, semi di lino e yogurt con fermenti lattici vivi possono fornire un effetto benefico, grazie alle loro proprietà lassative e regolatrici del transito intestinale.
Alimenti da preferire | Alimenti da ridurre o evitare |
Frutta fresca (pere, prugne, kiwi) | Carni rosse |
Verdure a foglia verde (spinaci e bietole) | Cibi processati (snack e merendine) |
Legumi (lenticchie, fagioli o ceci) | Prodotti da forno |
Cereali integrali (avena e riso integrale) | Latticini interi e formaggi stagionati |
Frutta secca (mandorle e noci) | Patate fritte e cibi ricchi di grassi saturi |
Semi di lino e chia | Dolci e zuccheri raffinati |
Yogurt con fermenti lattici | Bevande zuccherate o gassate |
Fermenti lattici
Questi batteri presenti all’interno di alimenti fermentati, come lo yogurt o il kefir, oppure all’interno di integratori alimentari specifici, aiutano a mantenere in equilibrio la popolazione di batteri “buoni” presenti a livello intestinali.
Tali microrganismi sono fondamentali per completare la digestione di alcuni nutrienti e favorirne quindi il corretto assorbimento da parte dell’intestino.
Idratazione
Bere circa 2 litri d’acqua al girono, distribuendoli bene durante l’intero arco della giornata, permette di idratare e lubrificare le feci, facilitando il loro passaggio lungo il lume intestinale.
Capire quanta acqua bere al giorno, in base a sesso, età, peso, sport praticato e patologie, rimane un fattore fondamentale per combattere la stitichezza e tutti i problemi di rallentamento intestinale.
Attività fisica regolare
Esercizi semplici come camminare, nuotare o praticare Yoga possono migliorare la motilità intestinale e ridurre i sintomi dell’intestino pigro.
Anche solo 30 minuti di attività moderata al giorno possono fare la differenza per il proprio benessere intestinale.
Massaggio perineale
E’ una tecnica che aiuta a rinforzare e migliorare la consapevolezza della muscolatura pelvica, utile per chi soffre di problemi come la stipsi o la sindrome da defecazione ostruita.
Tra gli esercizi, vi sono pratiche di contrazione e rilassamento del perineo che possono essere eseguite da supino, seduti o in piedi, e durante attività quotidiane. Il massaggio aiuta a rilassare e stimolare i muscoli coinvolti nella defecazione e nel mantenimento del controllo sfinterico, contribuendo a migliorare la coordinazione e a prevenire problemi di incontinenza.
È consigliabile eseguire questi esercizi sotto supervisione di un fisioterapista.
Massaggio del colon
Il massaggio colico è una tecnica per facilitare il transito intestinale, soprattutto in caso di stipsi.
Ci sono due tipi di manovre: retrograda e anterograda. La manovra retrograda consiste nel massaggiare l’addome seguendo il percorso dell’intestino dalla parte inferiore sinistra (vicino al pube) verso la parte superiore destra, seguendo la direzione opposta al normale flusso intestinale.
Si effettuano piccoli cerchi con una leggera pressione verso il basso. Questa manovra va eseguita una sola volta per stimolare il rilassamento.
La anterograda, invece, segue il naturale movimento intestinale, partendo dalla parte superiore destra e scendendo lungo l’addome fino al lato sinistro. Anche qui, il massaggio prevede piccoli cerchi con pressione verso il pube e può essere ripetuto più volte.
Il massaggio va eseguito la sera prima di coricarsi e al mattino al risveglio.
Yoga e rilassamento per intestino pigro
Ai soggetti che soffrono di intestino pigro può essere utile praticare tecniche di rilassamento come lo Yoga, la meditazione o la respirazione profonda.
Una pratica di Yoga che si può fare ogni mattina per migliorare la propria mobilità intestinale è il Malasana, o la posizione della ghirlanda. Per eseguirla correttamente, basta accovacciarsi con i piedi leggermente larghi e le punte rivolte verso l’esterno, unire le mani davanti al petto e spingere delicatamente le ginocchia con i gomiti. Tenere la schiena dritta, respirare profondamente e mantenere la posizione per 30 secondi fino a un minuto.
Bere tisane lassative
Le tisane rilassanti e lassative a base di semi di finocchio, foglie essiccate di malva, tarassaco o prugna, possono essere molto utili per migliorare l’evacuazione delle feci.
Gli effetti benefici delle tisane partono proprio dalla loro temperatura, che è in grado di rilassare la muscolatura ed evitare crampi e tensioni. Inoltre, le tisane a base di tali estratti vegetali possono favorire il processo digestivo e anche aiutare l’intestino ad allontanare i gas intrappolati al suo interno.
Altri rimedi naturali
Sono tantissimi gli integratori alimentari che sfruttano componenti vegetali di vario genere per aumentare il transito intestinale e avere azione leggermente lassativa.
Alcuni esempi sono:
- Psillio: fibra solubile che aumenta il volume delle feci e favorisce la peristalsi.
- Pectina: fibra presente nella frutta e utile per ammorbidire le feci.
- Gomma di guar: fibra che aiuta a regolare il transito intestinale.
- Olio extravergine di oliva (EVO): stimola la secrezione biliare, aiutando il processo digestivo e facilita il transito delle feci con un effetto lubrificante.
Oltre a questi rimedi, esistono anche dei lassativi naturali di origine vegetale come senna, cascara e rabarbaro. Meglio usarli con moderazione e dietro consiglio medico.
Infatti, un loro utilizzo prolungato nel tempo, può provocare una sorta di dipendenza.
Intestino pigro: quando consultare un medico?
Alcuni segnali di allarme, che possono indicare la necessità di rivolgersi a uno specialista per escludere condizioni più gravi, sono:
- Dolori addominali persistenti.
- Sangue nelle feci.
- Perdita di peso inspiegabile.
- Gonfiore addominale severo o protratto.
- Difficoltà persistente nell’evacuazione non risolvibile con i comuni rimedi.
FAQ sull’intestino pigro
Quanto tempo ci vuole per curare l’intestino pigro?
Il tempo necessario per migliorare l’intestino pigro dipende dall’entità dei sintomi e dal tipo di rimedio utilizzato. Solitamente, utilizzando delle modifiche dello stile di vita, possono essere necessarie alcune settimane.
I tempi possono cambiare da persona a persona, ma se non ci sono miglioramenti entro 4-6 settimane, è consigliabile consultare un medico.
Quali sono i migliori alimenti per migliorare il transito intestinale?
Gli alimenti da inserire nella propria dieta per migliorare il transito intestinale sono:
- Frutta ricca di fibre.
- Verdure a foglia verde.
- Cereali integrali.
- Legumi.
- Semi di lino e semi di chia.
I probiotici possono aiutare l’intestino pigro?
Sì, i probiotici sono alimenti o integratori ricchi di batteri “buoni”, che migliorano il benessere del microbiota intestinale e dell’intero organismo. Alimenti ricchi di probiotici come yogurt e kefir, possono essere utili per migliorare i sintomi della stitichezza cronica o occasionale.
Qual è la differenza tra intestino pigro e stitichezza?
L’intestino pigro è una condizione caratterizzata da un rallentamento della motilità intestinale, che può portare a evacuazioni poco frequenti e difficili, ma senza necessariamente essere accompagnata da sintomi gravi.
La stitichezza, invece, è uno dei sintomi che caratterizza l’intestino pigro, e comporta feci dure e difficili da espellere, con meno di tre evacuazioni a settimana.
Conclusioni
L’intestino pigro non è una vera patologia, ma un fenomeno transitorio che colpisce il corpo umano e che può essere gestito con successo attraverso una combinazione di più fattori.
Alimentazione ricca di fibre, idratazione, attività fisica e tecniche di rilassamento, possono essere la chiave per prevenire e combattere sintomi come gonfiore, dolori addominali e costipazione, tipici della sindrome dell’intestino pigro.
Solo nel caso in cui i sintomi siano persistenti o vi siano segnali d’allarme, è opportuno rivolgersi a un medico per una valutazione più approfondita e dettagliata.
Fonti
- LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana).
- Slavin JL. Dietary fiber and body weight. Nutrition. 2005 Mar;21(3):411-8. doi: 10.1016/j.nut.2004.08.018. PMID: 15797686.
- Barros LL, Farias AQ, Rezaie A. Gastrointestinal motility and absorptive disorders in patients with inflammatory bowel diseases: Prevalence, diagnosis and treatment.
- Chaker L, Bianco AC, Jonklaas J, Peeters RP. Hypothyroidism. Lancet. 2017 Sep 23;390(10101):1550-1562. doi: 10.1016/S0140-6736(17)30703-1. Epub 2017 Mar 20. PMID: 28336049; PMCID: PMC6619426.