Sommario
Il fluoro è un elemento chimico posizionato nella tavola periodica con il numero atomico 9 e il simbolo F. Fa parte del gruppo degli alogeni ed è un elemento elettronegativo, l’unico capace di ossidare l’ossigeno.
È una sostanza presente in piccole quantità in quasi tutti i tessuti dell’organismo. Si trova principalmente nelle ossa e nello smalto dei denti.
A cosa serve il fluoro? Il suo ruolo è proteggere e prevenire la carie dentale. Sotto forma di ione di fluoruro rende i denti più forti e resistenti all’acidità del cavo orale che facilita appunto la carie.
Dove si trova in natura il fluoro? Il suolo, l’acqua, le piante e alcuni alimenti ne contengono tracce. Infatti, la principale fonte di approvvigionamento è l’acqua, alcuni cibi, dentifricio e altri prodotti dentali contenenti fluoruro, nonché alcuni medicinali.
Fluoro: cos’è e dove si trova
E’ un elemento presente in natura e fa parte della famiglia degli alogeni, la stessa che comprende cloro, bromo e iodio.
Tuttavia, la forma basilare del fluoro, un gas irritante giallo-verde, con un odore piuttosto pungente, è molto reattiva chimicamente quindi raramente si presenta allo stato naturale. Il fluoro, infatti, si presenta solitamente combinato con altre sostanze chimiche come fluorite, fluoroapatite e criolite e altri composti.
Nel nostro organismo questo oligoelemento svolge un ruolo molto importante nella mineralizzazione delle ossa e dei denti, un processo essenziale per mantenerli duri e forti. Infatti, circa il 99% del fluoro presente nell’organismo è immagazzinato proprio nel tessuto osseo e nei denti. Inoltre, riduce il rischio di danni allo smalto dentale, contrastando l’acidità nel cavo orale e quindi le carie.
In natura, invece, si trova anche nell’acqua, suolo, piante, rocce e aria. È anche aggiunto in piccole quantità alle forniture di acqua pubblica negli Stati Uniti e in molti altri Paesi (fluorizzazione dell’acqua). Dal 1962, infatti, il servizio sanitario pubblico degli USA aggiunge il fluoruro all’acqua potabile (del rubinetto) per ridurre il rischio e la gravità della carie dentale.
In Italia, invece, non si è mai scelta la fluorazione delle acque potabili, perché le acque italiane sono sufficientemente ricche in fluoro, tanto da non rendere consigliabile un’addizione ulteriore. Secondo le stime, la media nazionale di fluoro nelle acque italiane è di circa 1 mg/l.
È poi presente in molti dentifrici proprio per la cura dei denti.
A cosa serve il fluoro
Il fluoro è un elemento presente in piccole quantità in quasi tutti i tessuti dell’organismo. I livelli più elevati si trovano nello scheletro e nei denti. Il suo ruolo è di fortificare le ossa, favorendo il deposito del calcio al loro interno e promuovendo lo sviluppo dei denti.
Salute dentale
La carie dentale si verifica quando un dente si deteriora per opera di batteri o per un’infezione. I batteri digeriscono e fermentano il cibo che rimane nei denti, acidificando il cavo orale. L’acido logora gradualmente lo smalto esterno che protegge i denti.
Nel tempo, la carie può estendersi fino allo strato interno del dente (dentina). L’azione batterica danneggia rapidamente la dentina più morbida, formando una cavità.
Se non trattate, le carie possono portare a infezioni, dolore e progressiva perdita del dente stesso.
Una quantità adeguata di fluoro riduce il rischio di sviluppare la carie dentale, poiché ha effetti antibatterici, protegge lo smalto dalla rottura e favorisce una crescita sana del dente.
Alcune ricerche americane hanno dimostrato che l’acqua con fluoro aggiunto può ridurre il rischio di carie e la perdita prematura dei denti nei bambini e negli adulti. Ma anche gli integratori di fluoro, i dentifrici e i collutori sono ugualmente efficaci nella prevenzione delle patologie dentali nei bambini e negli adulti.
Alleato delle ossa
Il fluoro è essenziale per la normale crescita ossea. Stimola le cellule che formano il tessuto osseo, gli osteoblasti, e alcuni ormoni utili per lo sviluppo dell’apparato scheletrico. Una carenza cronica, specialmente nei bambini, può portare a ossa deboli o fragili. Negli adulti, tuttavia, la ricerca scientifica non avalla l’uso di integratori di fluoro per prevenire fratture o migliorare la densità ossea, come nei casi di osteopenia o osteoporosi.
Uno studio su 180 donne in post-menopausa con osteopenia (perdita ossea precoce), seguite per un anno, ha rilevato che rispetto al placebo, gli integratori di fluoro non hanno evidenziato cambiamenti nella densità minerale ossea.
Una meta-analisi di 25 studi, invece, condotta da un team di ricercatori danesi, ha esaminato il rapporto tra la densità minerale ossea e gli integratori di fluoro. Ha riscontrato un aumento della densità ossea della colonna vertebrale e dell’anca con trattamenti più lunghi di integratori di fluoro, ma nessun effetto significativo sulla riduzione delle fratture.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sull’osteoporosi.
Fabbisogno di fluoro
Il fabbisogno di fluoro previsto per gli adulti è di circa 3,5 mg al giorno per gli uomini e 3 mg per le donne. Si tratta tuttavia di quantitativi che comunque variano nelle diverse fasce d’età.
Inoltre, i livelli di assunzione raccomandati in caso di gravidanza e durante l’allattamento restano gli stessi.
Età | Fluoro (mg) | |
LATTANTI | 6-12 mesi | 0,4 |
BAMBINI-ADOLESCENTI | 1-3 anni | 0,7 |
4-6 anni | 1,0 | |
7-10 anni | 1,6 | |
Maschi | 11-14 anni | 2,5 |
15-17 anni | 3,5 | |
Femmine | 11-14 anni | 2,5 |
15-17 anni | 3,0 | |
ADULTI | ||
Maschi | 18-29 anni | 3,5 |
30-59 anni | 3,5 | |
60-74 anni | 3,5 | |
≥75 anni | 3,5 | |
Femmine | 18-29 anni | 3,0 |
30-59 anni | 3,0 | |
60-74 anni | 3,0 | |
≥75 anni | 3,0 | |
GRAVIDANZA | 3,0 | |
ALLATTAMENTO | 3,0 |
Assorbimento del fluoro
Generalmente, la maggior parte di questo oligoelemento contenuto nel cibo o nell’acqua che si ingerisce (circa l’80%) entra rapidamente nel flusso sanguigno attraverso il tratto gastrointestinale. Tuttavia, la quantità che penetra nel torrente ematico dipende anche da fattori come la quantità di fluoro ingerito e altri fattori come l’età e lo stato di salute.
Negli adulti, si trattiene circa il 50% del fluoro assorbito, di cui ossa e denti ne immagazzinano circa il 99%. L’altro 50% è eliminato attraverso le urine. Nei bambini piccoli, fino all’80% del fluoro assorbito è trattenuto nell’organismo, perché ossa e denti ne assorbono di più rispetto agli adulti.
Quali sono i cibi più ricchi di fluoro: Top 15
Le principali fonti alimentari di fluoro sono l’acqua di rubinetto, il tè, i frutti di mare, il latte e lo yogurt. Il livello di questo elemento negli alimenti di origine vegetale varia molto in base alle caratteristiche del terreno su cui sono stati coltivati e dell’eventuale uso di fertilizzanti.
Alimenti | Fluoro μg/100 g |
Tè in foglie | 335 |
Uvetta | 234 |
Granchio in scatola | 210 |
Vino bianco | 202 |
Gamberi | 201 |
Caffè | 90.7 |
Succo di mirtillo in bottiglia | 82.7 |
Cereali d’avena | 71.6 |
Ostriche | 63 |
Pane di segale | 51 |
Salame | 41.2 |
Pesce in scatola | 31 |
Mais in scatola | 18 |
Yogurt da latte intero | 12 |
Latte | 4 |
Quali sono i sintomi di carenza di fluoro
Il fluoro non è considerato un nutriente essenziale, ma svolge un ruolo importante nella salute dentale e ossea. Una carenza di fluoro, come abbiamo visto, può portare, infatti, a disturbi dentali e potenzialmente a problematiche ossee, fino all’osteoporosi.
Le ossa possono quindi diventare più fragili, soprattutto nelle persone anziane, così come si può abbassare l’udito, in quanto si modifica anche la struttura ossea interna dell’orecchio.
L’osteoporosi senile è, infatti, una patologia connessa al progressivo impoverimento della trama fibrosa e di calcio dello scheletro, che può essere anche la conseguenza di uno scarso apporto di fluoro nell’organismo.
Eccesso di fluoro
Se è vero che la carenza aumenta il rischio di carie dentaria, principalmente nella prima infanzia, è anche vero che un iperdosaggio di fluoro può causare una condizione patologica detta fluorosi.
Il primo segno di un’eccessiva assunzione di questo minerale è la comparsa di macchie bianche sullo smalto dei denti. Poi con l’aggravamento progressivo della fluorosi le macchie evolvono in veri e propri solchi. Se si considera il basso fabbisogno di assunzione quotidiano, è facile immaginare quanto sottile sia il confine tra carenza ed eccesso, così come tra rischi e benefici.
Complica la situazione il fatto che il danno da eccesso di fluoro è cumulativo. Vuol dire che tende a rimanere nelle ossa, raggiungendo concentrazioni anche elevate. Se da un lato il deposito osseo di fluoro aumenta la densità dello scheletro, dall’altro è importante ricordare che un osso sano è un osso flessibile. Una struttura rigida invece è meno resistente alla pressione, quindi si rompe più facilmente.
Possono verificarsi anche gravi alterazioni mentali e sistemiche (carenze enzimatiche e minerali, disordini endocrini e immunitari, aumentato rischio di fratture).
Una vera tossicità da fluoruro è rara ma può verificarsi a causa di un eccesso di fluoruro nell’acqua, presente naturalmente o aggiunto, o di un consumo eccessivo accidentale di integratori di fluoro. I sintomi includono:
- Nausea.
- Dolore addominale.
- Diarrea.
- Dolori articolari.
- Fluorosi scheletrica o perdita ossea.
Fluorosi dentale
Un consumo eccessivo e prolungato nel tempo di fluoruro causa delle macchie bianche sui denti. In base alla grandezza delle macchie e all’estensione si distinguono tre tipi di fluorosi:
- Lieve, in cui le macchie arrivano a ricoprire al massimo il 50% della superficie dentale.
- Moderata, in cui è coinvolta tutta la superficie dello smalto che assume una colorazione opaca, quasi marroncina.
- Grave, in cui la colorazione marrone è presente su tutta la superficie del dente e si può associare a sensibilità dentale.
Assumere troppo fluoro è una condizione che può verificarsi in caso di ingestione di dentifrici o collutori a base di fluoro. È un’evenienza che può riguardare soprattutto i bambini più piccoli che non sanno ancora usare bene il dentifricio e lo spazzolino.
Per questo motivo spesso si consiglia ai genitori di lavare i denti dei bambini solo con lo spazzolino e mettere il dentifricio solo quando il piccolo avrà imparato a non ingerirlo.
Dentifricio senza fluoro
Si trovano in commercio anche dentifrici senza fluoro. Inoltre, il Ministero della Salute raccomanda per i bambini dai 3 ai 6 anni l’uso di dentifrici a basso contenuto di fluoro (500 ppm) due volte al giorno.
Dopo i 6 anni, l’uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro due volte al giorno. Si tratta di dosi raccomandate che considerano il potenziale rischio di fluorosi dentale. Anche se si è allergici al fluoro è meglio utilizzare questo tipo di prodotti senza fluoro.
Fluorosi scheletrica
La fluorosi scheletrica è simile alla fluorosi dentale, ma coinvolge le ossa anziché i denti. I primi sintomi includono dolore e rigidità articolare. Nel tempo, si può perfino alterare la struttura ossea e determinare la calcificazione dei legamenti.
Solitamente la causa è un’esposizione a lungo termine a livelli elevati di fluoro, spesso nell’acqua potabile, ma non è esclusa l’ingestione del dentifricio. Diversi fattori possono, inoltre, causare un eccesso di fluoro nell’acqua, compresa la contaminazione accidentale dovuta a incendi o esplosioni.
Si tratta tuttavia di una condizione piuttosto rara, soprattutto in Italia dove nell’acqua potabile non c’è aggiunta di fluoro.
Integratori di fluoro: quando prenderli
È molto rara una carenza di fluoro, mentre è più comune un eccesso. Infatti, sono molto pochi gli integratori alimentari che contengono fluoro, solitamente sotto forma di fluoruro di sodio.
La maggior parte sono integratori multi vitaminici o multi minerali. Alcuni integratori di fluoro, solitamente destinati ai bambini, sono invece sotto forma di gocce e hanno l’obiettivo di ridurre l’incidenza della carie e favorire la mineralizzazione ossea.
Prodotti che contengono fluoro
Al di là delle fonti alimentari, acqua compresa, il fluoro è presente in alcuni prodotti come quelli per l’igiene dentale e alcuni medicinali per la cura di malattie specifiche, così come per la prevenzione di disturbi dentali, dalla carie all’ascesso, dal granuloma alla pulpite. Altri farmaci invece sono destinati ad uso esclusivamente diagnostico, come ad esempio la PET (tomografia a emissione di positroni).
Dentifrici
La maggior parte dei dentifrici venduti contiene fluoro sotto forma di fluoruro di sodio o monofluorofosfato.
La dose di fluoro ingerita dal dentifricio dipende dalla quantità utilizzata, dal controllo della deglutizione e dalla frequenza con cui si usa il dentifricio. Secondo alcune stime americane, le quantità tipiche di fluoro ingerite giornalmente dal dentifricio vanno da 0,1 mg a 0,25 mg per neonati e bambini di età compresa tra 0 e 5 anni, da 0,2 a 0,3 mg per bambini di età compresa tra 6 e 12 anni e 0,1 mg per adulti.
Altri prodotti includono collutori per uso domestico o i gel utilizzati dai dentisti.
Farmaci
Alcuni farmaci possono contenere fluoro. Ad esempio, il voriconazolo, un farmaco antifungino orale usato per trattare diverse infezioni come la candidosi. Un uso prolungato (ad esempio, per 4 mesi o più) di questo farmaco può portare a concentrazioni elevate di fluoro nel sangue.
Infatti, le informazioni sulla prescrizione di voriconazolo consigliano l’interruzione del medicinale se si sviluppano fluorosi scheletrica e periostite (infiammazione della membrana che circonda e protegge le ossa).
Fonti:
- Harvard, School of public health, Fluoride.
- Agency for Toxic Substances and Disease Registry, Public Health Statement for Fluorides, Hydrogen Fluoride, and Fluorine.
- Istituto Superiore di Sanità, Oligoelementi o microelementi.
- NHS, Fluoride.
- NIH, National Institutes of Health, Fluoride.
- Osteoporos Int., Effects of treatment with fluoride on bone mineral density and fracture risk–a meta-analysis.