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La carenza di vitamina D si configura come un insufficiente livello di vitamina D nell’organismo. È una delle vitamine più importanti per la nostra salute e la sua carenza è un problema diffuso e sottostimato.
Per capire se hai bassi livelli di questa vitamina basta un esame del sangue. Perché è importante saperlo? Perché la forma biologicamente attiva di vitamina D (calcitriolo) è fondamentale per la salute delle ossa, del sistema immunitario e persino dell’umore.
Spesso è una sostanza carente nel nostro corpo a causa di una scarsa esposizione al sole, di una dieta povera di alimenti ricchi di vitamina D o di fattori di rischio come l’età avanzata.
Ma niente paura. Scopri le strategie per prevenire la carenza di vitamina D e promuovere una salute ottimale.
Vitamina D in breve
La vitamina D, nonostante il nome, non è una vera e propria vitamina. Non fa parte, cioè, di quelle sostanze indispensabili per l’organismo che devono essere necessariamente introdotte con l’alimentazione, poiché l’organismo non è in grado di sintetizzarle.
La D, invece, è prodotta grazie all’esposizione ai raggi solari e, in condizioni di salute normali, non serve assumerla anche con la dieta per raggiungere una quantità adeguata.
Infatti, la vitamina D è in realtà un pre-ormone, con la funzione di regolare il metabolismo del calcio e del fosforo.
Gli alimenti garantiscono circa il 10-15% del fabbisogno di questa vitamina, poiché la maggior parte è prodotta dall’organismo attraverso la pelle.
Si trova in due forme: vitamina D2, o ergocalciferolo, di origine vegetale, e vitamina D3, o colecalciferolo, che deriva dal colesterolo ed è prodotta dall’organismo. È attivata mediante reazioni chimico-enzimatiche che avvengono nel fegato e nei reni.
Sintomi della carenza di vitamina D
In caso di carenza di vitamina D, l’organismo assorbe una quantità inferiore di calcio e fosforo. Poiché questi minerali non sono disponibili in quantità sufficienti per mantenere le ossa sane, la carenza di vitamina D può causare un disturbo osseo detto rachitismo nei bambini o osteomalacia negli adulti, cioè debolezza ossea.
Non ci sono sintomi specifici che possano indicare una carenza di vitamina D e la diagnosi si fa principalmente eseguendo specifici esami del sangue. Solitamente, i valori adeguati di vitamina D sono compresi tra i 30 e i 100 ng/ml. È dunque insufficiente in caso di valori compresi tra 20 e 30 e si parla di carenza se è al di sotto dei 20.
Tuttavia si può nascondere dietro sintomi come dolori muscolari, debolezza e dolori ossei a qualsiasi età.
Ad esempio, gli spasmi muscolari possono essere il primo segno di rachitismo nei neonati, così come l’intero cranio può essere molle. I bambini più grandi, invece, possono avere difficoltà a sedersi e a gattonare e la chiusura degli spazi tra le ossa craniche (fontanelle) può richiedere più tempo.
Nei bambini di età compresa tra 1 e 4 anni, così come negli adolescenti, la crescita ossea può avvenire in modo non corretto, causando una curvatura anomala della colonna vertebrale o valgismo delle ginocchia.
Negli adulti, invece, le ossa, soprattutto quelle della colonna, del bacino e delle gambe, diventano più fragili. Infine, negli anziani, le fratture ossee, in particolare quella dell’anca, possono verificarsi anche con cadute insignificanti.
Insomma, quando è manifesta, la carenza di vitamina D può causare:
- Dolore alle ossa e alle articolazioni.
- Debolezza muscolare.
- Ossa più fragili, che tendono a deformarsi o a rompersi più facilmente.
- Umore depresso
- Affaticamento.
Carenza di vitamina D: cause
Sono diverse le cause che possono portare alla carenza di vitamina D, come l’esposizione limitata al sole, l’età avanzata, una dieta povera di vitamina D, patologie gastrointestinali, ecc.
Un deficit vitaminico solitamente si manifesta in soggetti che non si espongono al sole e che non consumano dosi sufficienti di alimenti che contengono vitamina D.
Quindi, sono più esposte le persone che trascorrono poco tempo all’aria aperta come, ad esempio, gli anziani che vivono in una casa di riposo.
Quando la pelle è esposta alla luce solare, l’organismo di solito produce una quantità adeguata di vitamina D. Tuttavia, in alcuni individui, la pelle produce meno vitamina D in risposta alla luce solare. Tra questi vi sono le persone con carnagione scura o chi fa un uso eccessivo di creme solari.
L’organismo, inoltre, potrebbe non essere in grado di assorbire una quantità sufficiente di vitamina D dal cibo, come nel caso delle malattie da malassorbimento. Oppure il corpo non è in grado di convertire la vitamina D nella sua forma attiva. Alcuni disturbi renali ed epatici e diverse malattie ereditarie o come la fibrosi cistica interferiscono con questa conversione, al pari di certi farmaci, come gli anticonvulsivanti.
Ma la carenza di vitamina D è influenzata anche da diversi fattori, tra cui il fumo di sigaretta, l’età avanzata, l’obesità, l’alcolismo, il morbo di Crohn, la celiachia e il bypass gastrico, solo per citarne alcuni.
Trattamenti per la carenza di vitamina D
La carenza di vitamina D è una condizione che certamente va trattata, poiché si tratta di una sostanza importante per la salute delle ossa, del sistema immunitario e di altri organi.
La cura dipende dalle cause, dalla gravità e dalle condizioni di salute. In generale, il trattamento consiste nell’aumentare l’apporto di vitamina D attraverso l’alimentazione, l’esposizione al sole e gli integratori.
L’alimentazione è la fonte primaria di vitamina D, soprattutto per la forma D2 o ergocalciferolo, che si trova negli alimenti di origine vegetale, mentre la D3 o colecalciferolo, si trova negli alimenti di origine animale, come il pesce azzurro, il tuorlo d’uovo, il fegato di manzo e i latticini.
Quanto all’esposizione al sole, è consigliabile esporsi alla luce solare per almeno 15 minuti al giorno, preferibilmente tra le 10 e le 15, senza usare creme solari e lasciando scoperte le braccia e le gambe. Occorre però fare attenzione a non scottare la pelle.
Gli integratori sono una buona opzione per aumentare i livelli di vitamina D, soprattutto in caso di seria carenza o per l’impossibilità a seguire una dieta adeguata o a esporsi al sole. È necessario però che siano prescritti dal medico, che valuta la necessità, la durata e la dose del trattamento.
In caso di spasmi muscolari o di sospetta carenza di calcio, si associa anche una supplementazione di calcio.
Secondo l’AIFA (Agenzia del farmaco) è bene evitare una prescrizione generalizzata del dosaggio della vitamina D in assenza di precise malattie e il fai da te. È importante non abusare di questo supplemento, come si legge nel vademecum al cittadino stilato proprio da AIFA, in assenza di particolari condizioni, fattori di rischio o malattie, perché potrebbe anche rivelarsi dannoso. Questo perché le evidenze scientifiche disponibili indicano che in mancanza di una reale necessità la somministrazione è inefficace e non appropriata.
Come prevenire la carenza di vitamina D
Sono diverse le strategie per prevenire la carenza di vitamina D e le malattie che ne possono conseguire:
- Esposizione al sole: trascorrere almeno 15 minuti al giorno all’aperto, senza l’uso di creme solari, per favorire la sintesi della vitamina D nella pelle. È importante scegliere l’orario giusto, evitando il sole delle ore più calde.
- Dieta ricca di vitamina D: è importante includere nella dieta alimenti ricchi di vitamina D, come pesce grasso (salmone, sardine, sgombro), tuorli d’uovo, fegato e latticini. Inoltre, esistono alimenti fortificati con vitamina D come cereali per la colazione o il latte.
- Integratori: se l’esposizione al sole e la dieta non bastano, si può ricorrere a integratori specifici ma solo dietro prescrizione medica. Possono aiutare a soddisfare il fabbisogno giornaliero e prevenire la carenza.
Fonti