Sommario
La capsaicina o capsicina è il principio attivo responsabile della piccantezza del peperoncino, una spezia che non deve mai mancare in cucina, ma anche nota per le sue proprietà benefiche in ambito medico e non solo.
Ma come agisce la capsaicina? Con un effetto antidolorifico e antinfiammatorio naturale.
Alcuni studi, infatti, dimostrano che può alleviare i sintomi di artrosi e artrite reumatoide, poiché agisce bloccando i segnali di dolore inviati al cervello, riducendo così il dolore articolare. Sono indagini comunque da approfondire, ma i risultati sono promettenti.
Oltre alle sue proprietà analgesiche, la capsaicina è anche considerata una sostanza brucia grassi. Stimola il metabolismo, aumentando la termogenesi e favorendo la perdita di peso.
È disponibile sia come integratore alimentare, sia come crema per uso topico o cerotti da applicare sulla pelle per alleviare il dolore.
Cos’è la capsaicina?
Isolata per la prima volta nel 1816, la capsaicina, conosciuta anche come capsicina o capseicina, è un estratto del peperoncino (piante del genere Capsicum), con proprietà analgesiche.
Si tratta di un alcaloide responsabile della piccantezza dei peperoncini, insieme a diidrocapsaicina, nordiidrocapsaicina e omocapsaicina.
Le piante la utilizzano come difesa dalle minacce esterne. Le proprietà irritanti della capsaicina servono, infatti, a tenere lontani gli animali che potrebbero mangiare i frutti. Per questo motivo, la concentrazione di questo composto è particolarmente elevata nel tessuto che sorregge i semi e nelle membrane interne dei peperoncini.
La sua composizione chimica fu determinata per la prima volta nel 1919 e, dalla sua scoperta, è stata usata come rimedio omeopatico per trattare il dolore bruciante, usando il concetto di “trattare il simile con il simile”.
In fitoterapia, gli alcaloidi, infatti, sono utilizzati per le loro proprietà benefiche, ad esempio come antinfiammatori nei disturbi articolari o per trattare diverse condizioni dolorose croniche, dalla nevralgia all’osteoartrite, dal dolore muscoloscheletrico al prurito.
Quanto dura l’effetto della capsaicina?
L’effetto della capsaicina varia in base alla modalità di assunzione e può durare da pochi minuti a diverse ore.
Quando è ingerita con il cibo, la sensazione di bruciore nella bocca e nella gola dura pochi minuti, fino a quando la capsaicina non è diluita o neutralizzata dai liquidi o dagli altri alimenti ingeriti.
Se applicata sulla pelle sotto forma di creme o pomate, l’effetto irritante ma antidolorifico può durare diverse ore, fino a quando il prodotto non è rimosso o assorbito.
Negli spray urticanti, invece, l’effetto irritante agli occhi e alle vie respiratorie è intenso ma di breve durata, solitamente pochi minuti.
Per quanto riguarda gli integratori alimentari, l’effetto termogenico e l’aumento del metabolismo basale durano alcune ore dopo l’assunzione, ma i benefici a lungo termine si manifestano solo con un uso costante.
È bene però ricordare che l’effetto “dimagrante” di questi integratori è ancora da confermare dalla scienza.
Perché la capsaicina brucia?
L’effetto “bruciore” o irritante si deve alla sua interazione con specifici recettori del dolore nel nostro organismo detti vanilloidi o TRPV1, che si trovano nella bocca, nella pelle e in altre parti del corpo.
Quando la capsaicina entra in contatto con questi recettori, li attiva in modo simile a come farebbe una temperatura elevata, ingannando il cervello e facendogli credere che l’area esposta sia effettivamente in fiamme o molto calda. È proprio questo meccanismo che provoca la sensazione di bruciore e calore.
I recettori TRPV1 normalmente sono attivati da temperature superiori a 42°C o da altri stimoli chimici o fisici. Una volta “innescati”, inviano segnali al cervello attraverso le fibre nervose, trasmettendo una sensazione di bruciore.
Tuttavia, nonostante l’irritazione percepita, la capsaicina non danneggia i tessuti. L’effetto bruciore, inoltre, svanisce quando si distacca dai recettori o quando questi sono desensibilizzati a causa dell’esposizione prolungata.
Scala di Scoville
La Scala Scoville, ideata da Wilbur Scoville nel 1912, è l’unità di misura (in SHU – Scoville Heat Units) della piccantezza di un peperoncino. Indica cioè la quantità di capsaicina contenuta.
Si va da 0, nel caso del peperone dolce che non contiene capsaicina, a 15/16 milioni SHU, che corrisponde alla capsaicina pura. Si misura attraverso il test HPLC (High performance liquid chromatography) che rileva direttamente la quantità di capsaicinoidi.
I peperoncini coltivati in Italia hanno un valore sulla scala di Scoville tra le 15.000 e le 30.000 unità, mentre peperoncini molto piccanti come gli Habanero, arrivano a 300.000 unità.
Il peperoncino più piccante al mondo è l’americano Carole Reaper. I peperoncini italiani, invece, sono agli ultimi posti, ma uno dei più piccanti è il peperoncino calabrese, quello usato per la ‘nduja.
Varietà | Unità Scoville |
Capsaicina pura | 15.000.000-16.000.000 |
Carolina Reaper | 2200000 |
Morouga Scorpion | 2009231 |
Trinidad Scorpion ‘Buch T’ | 1463700 |
Naga Viper | 1382117 |
Infinity | 1176182 |
Bhut Jolokia | 1041427 |
Dorset Naga | 923000 |
Red Savina | 350.000-580.000 |
Scotch Bonnet | 100.000-350.000 |
Jamaican Hot | 100.000-200.000 |
Rocoto | 50.000-100.000 |
Pequin | 75000 |
Super Chilli | 40.000-50.000 |
Cayenne | 30.000-50.000 |
Tabasco | 30.000-50.000 |
De Arbol | 15.000-30.000 |
Aji | 12.000-30.000 |
Serrano | 5.000-23.000 |
Hot Wax | 5.000-10.000 |
Chipotle | 5.000-10.000 |
Jalapeno | 2.500-8.000 |
Guajilla | 2.500-5.000 |
Salsa al Tabasco | 2500 |
Pasilla | 1.000-2.000 |
Ancho | 1.000-2.000 |
Anaheim | 500-2.500 |
Nu Mex | 500-1.000 |
Santa Fe Grande | 500-700 |
Pimento | 100-500 |
Peperone | 0 |
In quali alimenti si trova la capsaicina?
È il peperoncino (Capsicum annuum L.) la fonte principale di capsaicina. Ci sono diverse specie di peperoncini, classificate in base alle caratteristiche morfologiche e al grado di piccantezza dei frutti.
La specie più diffusa è il Capsicum annuum (pianta annuale), seguita da Capsicum baccatum, Capsicum chinense, Capsicum frutescens e Capsicum pubescens, solitamente perenni.
Ma si trova anche in alcuni prodotti alimentari come salse, snack e patatine arricchiti artificialmente con capsaicina per renderli più piccanti, così come negli integratori alimentari che sfruttano le proprietà benefiche di questa sostanza, come la capacità di stimolare il metabolismo e la termogenesi.
Proprietà e benefici della capsaicina: a cosa fa bene?
I benefici della capsaicina non sono pochi e sono sempre di più le ricerche scientifiche in questa direzione. Tuttavia servono altre indagini per indicare con certezza a cosa fa bene la capsaicina.
È certamente nota per le sue proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie e per questo è utilizzata sia per via topica, sia per via orale (sotto forma di integratore) per trattare il dolore associato a diverse condizioni cliniche.
In particolare, la sua attività antinfiammatoria sembrerebbe efficace in caso di artrite reumatoide, patologie articolari, traumi, psoriasi e aterosclerosi.
Secondo alcuni studi, inoltre, la sua integrazione migliora la digestione, limita l’aumento della fame e modula la produzione di insulina. Grazie poi alle proprietà antibatteriche, che la rendono un antibiotico naturale, combatte infezioni patogene sia del tratto intestinale, sia dell’apparato respiratorio.
Ecco allora a cosa fa bene (potenzialmente) la capsaicina.
Proprietà antinfiammatorie
La capsaicina inibisce l’espressione delle citochine, le molecole pro-infiammatorie coinvolte in numerose condizioni patologiche come artrite reumatoide, artrosi, psoriasi e aterosclerosi.
Quest’azione antinfiammatoria è più efficace nell’applicazione topica mediante creme e unguenti.
Azione analgesica
È nota anche come analgesico per alleviare il dolore. Infatti, il suo uso topico è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) per il trattamento del dolore.
Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, è in grado di desensibilizzare le cellule nervose che ricevono i segnali del dolore, riducendone la percezione.
Secondo alcune ricerche, le creme a base di questo fitocomposto sono efficaci nel ridurre il dolore lombare, così come i cerotti alla capsaicina sono comunemente prescritti per alleviare il dolore in chi soffre di neuropatia periferica diabetica, di artrite o cefalee a grappolo.
Dimagrimento
Gli alimenti piccanti, come i peperoncini, sono spesso considerati “stimolatori del metabolismo”. Tuttavia, non è ancora chiaro se favoriscano effettivamente la perdita di peso.
Alcune ricerche indicano che la capsaicina può aumentare il dispendio energetico e la temperatura corporea, fattori che potrebbero contribuire al dimagrimento nel tempo.
Inoltre, il consumo abituale di cibi piccanti può anche ridurre l’appetito e quindi l’apporto calorico.
Tuttavia, non va bene affidarsi totalmente alla capsaicina come unica soluzione per perdere peso. Alcuni studi, infatti, hanno evidenziato risultati opposti, associando un maggiore consumo di peperoncino a un rischio più alto di obesità.
Pressione sanguigna
Alcune ricerche indicano che un maggiore apporto di peperoncino nella dieta può contribuire a ridurre i livelli di pressione. Tale effetto potrebbe derivare dalle proprietà vasodilatatorie della capsaicina, che favorisce il rilassamento delle pareti vascolari.
Può migliorare la resistenza muscolare
La ricerca sull’integrazione di capsaicina per migliorare le prestazioni atletiche ha portato a risultati contrastanti.
Alcuni studi hanno concluso che gli integratori a base di questo fitocomposto non hanno effetto sulla resistenza aerobica, tuttavia potrebbero migliorare la resistenza muscolare. In altre parole, assumere un integratore di capsaicina ha permesso ai partecipanti allo studio di allenarsi più a lungo prima di raggiungere il cedimento muscolare.
I ricercatori ritengono che ciò sia dovuto in parte agli effetti dell’alcaloide sui recettori coinvolti nel rilascio di calcio nel muscolo scheletrico, un sale minerale necessario per la contrazione muscolare.
Man mano che i muscoli si affaticano durante l’esercizio, le cellule rilasciano sempre meno calcio. Gli integratori sembrerebbero, invece, attenuare la riduzione del rilascio di calcio, agendo su specifici recettori nei muscoli.
Per ora, tuttavia, l’integrazione di capsaicina per le prestazioni atletiche non è raccomandata.
Usi della capsaicina
Gli usi di questo alcaloide sono diversi. È somministrata principalmente in forma topica, come creme, lozioni, pomate, unguenti e cerotti a bassa concentrazione.
Ad esempio, per alleviare il dolore, è possibile applicare una crema fino a 4 volte al giorno oppure cerotti per un massimo di 8 ore. L’applicazione però non deve superare i 5 giorni consecutivi. Se dopo un breve periodo non si notano risultati apprezzabili, è meglio consultare il proprio medico.
La capsaicina può essere somministrata anche attraverso iniezioni intradermiche o sottocutanee (dietro prescrizione medica) e formulazioni orali.
Gli integratori di capsaicina, in particolare, sembrerebbero aumentare leggermente il metabolismo, favorendo la perdita di peso e l’ossidazione del tessuto adiposo.
Tuttavia, lo ripetiamo, non ci sono studi conclusivi, quindi è bene evitare il fai da te e chiedere sempre consiglio al proprio medico.
Usi in cosmetica
La capsaicina produce un’azione stimolante sulla circolazione cutanea e muscolare. Questo effetto rende utile la sua applicazione topica per:
- Riscaldamento muscolare profondo e immediato prima della prestazione sportiva.
- Prevenire i dolori muscolari e i crampi dei polpacci.
- Migliorare la circolazione locale, favorendo l’ossidazione dei grassi e il trattamento della cellulite.
Quali sono le creme a base di capsaicina e a cosa servono?
Grazie alla sua azione riscaldante, il principio attivo è utilizzato in formulazioni farmaceutiche quali pomate e creme da applicare localmente sull’area cutanea interessata.
Sono prodotti utili in caso di dolori muscolari e articolari, ma anche nel caso di dolori reumatici o per il riscaldamento muscolare prima della prestazione sportiva.
La capsaicina agisce, infatti, sulla circolazione locale con il richiamo di sangue nella zona di applicazione, producendo una sensazione di calore che riduce i sintomi dolorosi.
Le creme possono essere applicate e massaggiate sulla pelle diverse volte al giorno, donando una piacevole sensazione di calore che dona sollievo alla muscolatura e alle articolazioni.
Negli Stati Uniti, tra i trattamenti consigliati per il dolore causato dall’herpes zoster o fuoco di Sant’Antonio c’è proprio la capsaicina sotto forma di pomata.
Capsaicina in cucina
Il peperoncino, l’unico alimento a contenere alti livelli di capsaicina, era molto diffuso nei ceti popolari meno abbienti, che lo utilizzavano per insaporire i loro piatti poveri. Per questo motivo è detto anche la “spezia dei poveri”.
Più che un ortaggio, il peperoncino è un condimento. Il suo sapore e la piccantezza si esaltano con la cottura, per questo va dosato affinché non copra i sapori. Fresco poi ha una sapidità molto diversa da quello essiccato o in polvere.
In cucina sono usate soprattutto le specie Capsicum annuum e Capsicum frutescens. È una spezia che non deve mai mancare nella dispensa, perché si presta a moltissimi piatti, dalle zuppe, alle salse, alle verdure ripassate, fino ai piatti di carne o di legumi.
Tra le ricette popolari con peperoncino al primo posto c’è sicuramente la pasta con aglio, olio e peperoncino o le penne all’arrabbiata. Segue poi l’amatriciana, pasta al tonno, chili con carne, guacamole, fino alla pasta alla carrettiera e molte altre ancora.
Insomma sono davvero tante le ricette piccanti al peperoncino. Se piace, è una spezia così versatile che la puoi usare su tutto.
Effetti collaterali e precauzioni
Tra gli effetti collaterali della capsaicina, può esserci quello irritante per la mucosa gastrica e intestinale, soprattutto se consumata in eccesso. È poi consigliato evitarne o ridurne il consumo se si soffre di ulcera peptica, morbo di Crohn, emorroidi, cistiti o prostatiti.
Inoltre, l’applicazione topica di preparati contenenti capsaicina (come creme, pomate e cerotti), può causare reazioni avverse e allergie, con forte prurito o comparsa di dermatiti e arrossamento della pelle e sensazione di bruciore.
È poi basilare evitare l’uso di questi prodotti sulla cute lesionata, come ferite, abrasioni o eczema. Dopo l’applicazione, poi è importante lavarsi le mani ed evitare il contatto con gli occhi.
Questa sostanza, infine, può anche interagire con alcuni farmaci. Per questo, prima di ricorrere agli integratori, è necessario parlarne con il proprio medico.
Conclusioni
La capsaicina è il principio attivo responsabile del sapore piccante dei peperoncini. Questo composto ha numerosi effetti benefici sulla salute: stimola il metabolismo, favorendo la perdita di peso e agisce come analgesico naturale, grazie alla sua capacità di ridurre il dolore attraverso la desensibilizzazione dei recettori nervosi.
Inoltre, possiede proprietà antinfiammatorie e digestive.
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