Sommario
I ravanelli sono gustosissimi e croccanti vegetali, sfiziosi per risolvere con brio uno spuntino, un contorno, un’insalata e, perché no, anche un bel centrifugato vegetale. In cucina sono molto versatili e possono essere cucinati in molti modi sfruttando anche le foglie verdi.
Della pianta di ravanello possono essere consumate sia le foglie, sotto forma di insalata, che le radici. Inoltre, è sempre più diffusa la preparazione e la vendita dei germogli di ravanello.
Nella cucina italiana i bulbi di ravanello vengono prevalentemente preparati in pinzimonio per essere consumati crudi come antipasto oppure tagliati o grattugiati e aggiunti in gustose insalate o, ancora, come guarnizione e condimento di particolari piatti. Sempre a crudo, le radici si possono centrifugare sole o con altri vegetali perché sono ricche di succo.
Della pianta di ravanello possono essere consumate sia le foglie, sotto forma di insalata, che le radici. Inoltre, è sempre più diffusa la preparazione e la vendita dei germogli di ravanello.
Non tutti sanno però che i ravanelli sono molto preziosi per la salute ed hanno una grande importanza farmaceutica, soprattutto per le loro proprietà antiossidanti efficaci in numerose condizioni patologiche.
Ravanelli: cosa sono
Raphanus sativus L. è il nome scientifico del Ravanello (o Rapanello) da non confondere con il Rafano (classificato nella specie Armoracia rusticana).
Sebbene le due specie siano molto vicine ed entrambe appartengono alla stessa famiglia delle Cruciferae, la quale, come suggerisce il nome, raggruppa un vasto insieme di piante caratterizzate dai fiori a forma di croce.
Questa pianta erbacea annuale si trova in crescita spontanea in molte zone del nostro Paese e nei paesi temperati d’Europa.
Ma la diffusione spontanea interessa anche altri continenti, soprattutto Asia, Africa boreale e America.
Perché il ravanello pizzica?
La pungente sensazione che viene provocata dall’isotiocianato di allile (AITC) è simile ad un bruciore ma non è associato all’alta temperatura. E’ causata da una stimolazione chimica diretta verso i recettori del calore presenti sulla cute e sulle mucose con cui la sostanza entra in contatto.
La sensazione piccante non è uniforme, dipende dalla sostanza che la induce. Con la cottura, il ravanello attenua le sue note piccanti e pungenti, acquistando note più dolci.
Questi composti sono noti in fitoterapia per un complesso di reazioni che producono, come quelle:
- lacrimatoria.
- Rubefacente.
- Vescicante.
- Revulsiva.
Ragione per cui molti alimenti ricchi di glucosinolati, come il ravanello, vengono impiegati sotto forma di cataplasmi ed unguenti contro nevralgie e mialgie.
Ma, l’isotiocianato di allile presente nei ravanelli è molto più di un composto a sapore piccante. Secondo i ricercatori scientifici, gli isotiocianati mostrano molteplici meccanismi antitumorali di interesse farmaceutico, come:
- regolazione degli enzimi di disintossicazione.
- Attivazione dell’apoptosi.
- Prevenzione della progressione del ciclo cellulare.
Studi specifici hanno evidenziato che gli isotiocianati, oltre all’attività antimicrobica contro un ampio spettro di agenti patogeni, hanno mostrato attività antitumorale sia nelle cellule cancerose in coltura che nei modelli animali, sebbene i meccanismi di azione rimangano ampiamente indefiniti.
Proprietà e benefici dei ravanelli
Fin dall’antichità, oltre che come alimento molto apprezzato, i ravanelli erano utilizzati anche nella medicina popolare per risolvere alcuni malesseri, quelli digestivi o disintossicanti di lieve entità. Ma anche problemi più seri: infezioni microbiche o di natura infiammatoria delle vie urinarie, delle vie biliari e del fegato.
Inoltre, venivano anche indicati come alimenti afrodisiaci e, nella tradizione erboristica tedesca, come rimedio per l’insonnia.
Ancora oggi è utilizzato come rimedio per l’eliminazione dei depositi di grasso, di muco e come diuretico dell’acqua in eccesso nei tessuti, nonché come drenante del fegato e dei reni. Risulta efficace anche come:
- antisettico.
- Antirachitico.
- Antiscorbutico
- Eupeptico.
- Utile nelle inappetenze.
- Antifermentativo intestinale.
Oggi si è avuta conferma di molte delle osservazioni empiriche. Ad esse si sono aggiunte scoperte sulle proprietà dei ravanelli di grande interesse per il futuro farmaceutico, soprattutto per il loro contenuto di metaboliti secondari, come:
- Glucosinolati.
- Isotiocianati.
- Polifenoli.
Attività antiossidante e antinfiammatoria
Le radici e le foglie dei ravanelli hanno una composizione ricca di antiossidanti.
Se si confrontano con le radici, le foglie hanno livelli più elevati di
- Proteine.
- Calcio.
- Acido ascorbico.
Mentre il contenuto totale di fenolo risulta due volte più alto nelle foglie rispetto alle radici, il che corrisponde alla loro capacità di eliminare i radicali liberi.
Uno studio ha individuato diverse forme di costituenti polifenolici nei tessuti, sia nelle radici che nelle foglie. Le foglie hanno registrato livelli di flavonoidi quattro volte superiori rispetto alle radici.
Quindi, la parte frondosa dei ravanelli può essere considerata un’ottima fonte di composti bioattivi con potenziali antiossidanti.
Inoltre, gli antiossidanti del ravanello, come di tutte le crocifere, sono in grado di ridurre l’infiammazione cronica.
La ricerca ha dimostrato che mangiare più verdure crocifere riduce alcuni marcatori ematici di infiammazione e lo stress ossidativo. Ciò sarebbe dovuto anche alla presenza di micronutrienti come la vitamina C.
Infine, i folati interagiscono nell’effetto protettivo antiossidante insieme ad altre vitamine del gruppo B, delle quali la radice è una discreta riserva.
Attività epatoprotettiva
I composti solforati sono molecole presenti in notevole quantità nel ravanello. Svolgono un importante ruolo a livello epatico, aiutando il fegato nel processo di detossificazione.
Gli effetti epatoprotettivi dell’estratto di ravanello sono stati registrati in varie ricerche.
Gli studi suggeriscono che il possibile meccanismo alla base degli effetti epatoprotettivi resi dal ravanello potrebbe essere dovuto alla facilitazione della via antiossidante, intervenendo nel miglioramento dello stress ossidativo e aiutando nella regolazione dei geni associati all’infiammazione e alla citoprotezione.
Anche l‘ingestione di succo di ravanello fresco ha ridotto l’epatotossicità indotta, prevenendo la perossidazione lipidica e migliorando il sistema di disintossicazione del fegato.
Azione anticancro dei ravanelli
Sembra assodato che l’ingestione di verdure crocifere comporti benefici significativi di chemio-prevenzione grazie alla presenza di metaboliti secondari, come i glucosinolati, che sono molto noti per le loro proprietà antitumorali.
Diversi studi hanno registrato gli effetti antiproliferativi degli isotiocianati, ovvero le forme idrolizzate dei glucosinolati, in diverse forme di cancro.
Tumore al colon
Gli estratti di ravanelli thailandesi hanno mostrato un’efficace citotossicità contro la linea cellulare di cancro al colon.
La presenza di sostanze fitochimiche bioattive, come il sulforafano e il sulforafene, nell’estratto di ravanello ha indotto l’apoptosi nella linea cellulare del cancro del colon, lasciando intatte le cellule normali.
Inoltre, tali composti bioattivi hanno stimolato gli enzimi preposti ad aiutare l’organismo nella disintossicazione degli agenti cancerogeni.
Tumore al seno
L’estratto aereo di ravanelli ha indotto attivamente citotossicità in alcune linee cellulari di cancro al seno.
Inoltre, ha inibito determinati recettori ed espressioni genetiche che giocano un ruolo importante nello sviluppo tumorale, dimostrandosi una fonte preziosa per la ricerca verso nuovi farmaci antitumorali.
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Effetti antidiabetici
L’uso di estratti di ravanello nei trattamenti di disturbi digestivi o legati allo stomaco sin dai tempi antichi ha fornito un indizio per la presenza di sostanze fitochimiche con proprietà antidiabetiche.
L’estratto idrosolubile di ravanello ha mostrato proprietà ipoglicemiche dovute alla presenza di polifenoli simili all’insulina o composti inibitori del glucosio.
Diversi studi hanno registrato gli effetti antidiabetici del ravanello nell’ambiente in vitro e in vivo. La natura antidiabetica degli estratti di ravanello può essere dovuta a vari meccanismi:
- regolazione degli ormoni correlati al glucosio.
- Prevenzione dello stress ossidativo indotto dal diabete.
- Bilanciamento dell’assunzione e dell’assorbimento del glucosio.
Oltre alla regolazione del metabolismo del glucosio, l’attività antiossidante del ravanello ha prevenuto lo stress ossidativo indotto dal diabete.
Un altro importante composto antiossidante, il sulforafano (isotiocianato), induce la produzione degli enzimi antiossidanti e mantiene l’equilibrio redox in caso di stress ossidativo.
Inoltre, il contenuto di metaboliti nutrizionali e secondari dei ravanelli può essere variato utilizzando diversi metodi di elaborazione per il consumo.
Attività antimicrobica e antibatterica
Le foglie e soprattutto le radici del ravanello sono ricche di glucosinolati dal notevole potere antibatterico e antibiotico.
Sono proprio questi composti a conferire la caratteristica piccantezza e sapore al ravanello, che si sprigiona solo nel momento in cui questa molecola viene trasformata dall’azione degli enzimi prodotti dalla stessa pianta in isotiocianati.
Gli isotiocianati vengono rilasciati come forma di difesa dalla pianta a seguito di un danno, causato ad esempio da frantumazione, cottura o dalla masticazione.
L’enzima coinvolto nella idrolisi dei glucosinolati è la mirosinasi, una glucosidasi presente sia nelle cellule vegetali sia nei batteri che compongono la flora batterica dell’intestino umano. L’azione della mirosinasi fa sì che i glucosinolati si scindano in glucosio e un aglicone labile, il quale viene poi trasformato in isotiocianato.
Gli isotiocianati sono ottimi antinfiammatori e antibiotici naturali. Utilissimi per contrastare influenza e raffreddore. Inoltre, rappresentano validi alleati contro le infiammazioni delle vie aeree e urinarie causate da una serie di agenti microbici.
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Attività digestiva
La radice di ravanello ha un effetto stimolante del processo digestivo, stimolando la produzione di succhi gastrici e di bile. Inoltre, sollecita le mucose intestinali e riequilibra le funzionalità della flora batterica intestinale.
Tutto questo produce un miglioramento del processo digestivo, che permette di contrastare:
- inappetenza.
- Fenomeni di reflusso dovuti a lenta e cattiva digestione.
- Fenomeni di fermentazione che portano a gonfiori addominali.
Alla radice di ravanello viene riconosciuta anche un’attività depurativa perché in grado di stimolare la diuresi e di contrastare la ritenzione idrica nonché per la funzione protettiva che esercita nei confronti del fegato.
L’accelerazione metabolica rende possibile un transito del cibo più veloce con conseguente minor assorbimento dei grassi. Inoltre, l’ottima quantità di fibra di questo alimento ed il suo contenuto ipocalorico contribuiscono a produrre un effetto dimagrante.
Una buona abitudine per ottenere una efficiente attività digestiva è quella di assumere una quantità pari a una tazzina di caffè di decotto di radice di ravanelli dopo i pasti principali.
Calorie e valori nutrizionali del ravanello
Il ravanello fornisce un gran apporto di acqua, essendone costituito per il 95% del suo peso. Inoltre, presenta un buon contenuto di fibra, soprattutto non solubile. Queste caratteristiche lo rendono ideale per essere consumato come snack in qualsiasi momento della giornata.
È un alimento molto povero di calorie (solo 13 Kcal per 100g) ma ricchissimo di vitamina C, acido folico e minerali come: potassio (ma anche sodio), calcio, ferro. Ha anche molte sostanze chimiche ricche di zolfo, preziose per la salute.
Inoltre, il ravanello condivide con gli altri membri della famiglia delle crucifere spiccate proprietà protettive e antiossidanti contro l’insorgenza di patologie anche gravi, tra cui alcuni tipi di tumori e il diabete.
Composizione chimica
Costituenti | Ravanello |
Ferro, mg | 0,9 |
Calcio, mg | 39 |
Sodio, mg | 59 |
Potassio, mg | 240 |
Fosforo, mg | 29 |
Zinco, mg | 0,09 |
VITAMINE IDROSOLUBILI | |
Vitamina B1, Tiamina, mg | 0,03 |
Vitamina B2, Riboflavina, mg | 0,02 |
Vitamina C (mg) | 18 |
Vitamina B3 o Vit. PP, Niacina, mg | 0,4 |
Vitamina B6, Piridossina, mg | 0,07 |
Folati totali, µg | 38 |
VITAMINE LIPOSOLUBILI | |
(Vit.A) ß-carotene eq., µg | tracce |
Usi in cucina
La parte più usata è quella dell’ipocotile radicale.
Nella cucina italiana i bulbi di ravanello vengono prevalentemente preparati in pinzimonio per essere consumati crudi come antipasto oppure tagliati o grattugiati e aggiunti in gustose insalate o, ancora, come guarnizione e condimento di particolari piatti. Sempre a crudo le radici si possono centrifugare sole o con altri vegetali perché sono ricche di succo.
Nella cucina di altri paesi vengono anche inseriti in cottura in minestre, zuppe, tortini di verdure o frittate. Ma sono altrettanto gustosi affettati e lessati al naturale per 5/10 minuti e conditi con un filo di olio di oliva extravergine a crudo, sale e pepe.
La radice dei ravanelli può essere utilizzata per conserve vegetali. In molti paesi del nord Europa viene consumata sotto forma di sottaceti.
In qualsiasi preparazione, occorre fare attenzione alla piccantezza che può variare, in relazione alle varietà, dal dolce al piccante al molto piccante. Per quanto riguarda la parte fogliare, quelle giovani possono essere mangiate crude in insalata insieme ad altre verdure.
Invece, l’intero ciuffo può essere lessato o saltato in padella, come si faceva un tempo secondo la tradizione contadina, oppure aggiunto a minestroni di verdura o nell’impasto di prodotti da forno a base di verdure.
Le foglie possono anche venire pastellate e fritte o unite alle patate lesse in gustose crocchette.
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Come conservare i ravanelli
Sia le radici che le foglie, specialmente se consumate crude, vanno utilizzate in tempi brevi, evitando di farle aspettare più di tre o quattro giorni in frigorifero, affinché non vadano perse le caratteristiche di freschezza, turgore e croccantezza tipiche dell’alimento.
La “vita” del ravanello può essere leggermente allungata avvolgendoli in un canovaccio umido e riponendo l’involto in un contenitore per alimenti aperto da collocare nel cassetto delle verdure del frigorifero. Così facendo, i ravanelli possono essere conservati fino a 7 o 8 giorni.
Se è previsto un consumo troppo lontano dal momento dell’acquisto è preferibile ricorrere al congelamento nel freezer. Prima di farlo, occorre lavare bene il prodotto per togliere ogni impurità o traccia di terra. Quindi, la radice va asciugata e custodita in sacchetti di plastica ad uso alimentare secondo la porzione più adatta ad un futuro consumo.
La soluzione di conservazione per essiccamento al sole o in forno è sconsigliabile, trattandosi di un vegetale costituito per il 95% di acqua. Inoltre, questo sistema andrebbe a depauperare le principali qualità del ravanello, sia in termini di caratteristiche organolettiche che di nutrienti.
Ricette con ravanelli
1 – Zuppa di spinaci con avocado e ravanelli croccanti
Calorie totali: 346 / calorie a persona: 173
Ingredienti per 2 persone
- 1/2 avocado
- 300 g spinaci freschi
- 50 g yogurt intero
- 1 cipollotto fresco
- limone il succo di 1/4
- 1 cucchiaio olio extra vergine d’oliva
- 100 g ravanelli
- erba cipollina
- sale q.b.
- pepe q.b.
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2 – Acqua detox ravanelli e sedano
Ingredienti per 1 persona
- 1 sedano (la costa)
- 4 ravanelli
- 1 litro di acqua
- melissa q.b.
Scopri come preparare l‘acqua detox con ravanelli.
3 – Insalata di miglio con avocado e ravanelli
Calorie totali: 800 / calorie a persona: 400
Ingredienti per 2 persone
- 120 g miglio
- 1 mela verde
- 120 g ravanelli
- 1/2 avocado
- 1 limone
- basilico fresco qualche foglia
- 1 cucchiaio olio extravergine d’oliva
- sale q.b.
Scopri come preparare l’insalata di miglio.
Controindicazioni/Effetti collaterali
Non sembrano esserci particolari controindicazioni per il consumo del ravanello.
Tuttavia, un consumo eccessivo può nuocere a chi già soffre di irritazione delle mucose gastriche o intestinali. È consigliato un consulto medico prima dell’assunzione da parte dei soggetti che soffrono di:
- ipercloridria.
- Gastrite.
- Ulcera.
- Gastroenterocolite.
- Malattie ai reni e alle vie urinarie.
Inoltre, i ravanelli possono aumentare la minzione e determinare un leggero effetto lassativo.
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Ravanelli: guida all’acquisto
La radice fresca è facile trovarla in vendita nei mercati e nei supermercati, ma occorre fare attenzione alla freschezza perché la durata delle caratteristiche fisiche e organolettiche è molto limitata.
È facilmente deperibile e dovrebbe essere utilizzata a breve distanza di tempo dal momento della raccolta.
Per questa ragione, quando si acquista una radice di ravanello si deve fare attenzione che le foglie conservino il loro turgore e freschezza e che la radice non mostri segni di deterioramento, opacizzazioni o marciumi. La radice deve presentarsi ben dura, non gommosa.
Non è necessario che all’olfatto si avverta l’essenza tipica del prodotto: questa si sprigiona solo al momento del taglio.
Semi
I semi di ravanello sono duri e ricchi di un olio dal sapore pungente che viene estratto, raffinato e destinato a prodotti cosmetici, quali prodotti da barba, idratanti per il corpo e per il viso, detergenti, trattamenti per capelli, prodotti protettivi per la cura del sole, maschere facciali e sieri.
I semi, se spremuti, secernono un olio piuttosto pungente (non adatto ai gusti europei) usato soprattutto nella cucina orientale.
Olio di semi di ravanello
L’olio estratto si presenta come un liquido incolore o giallino, dall’odore pungente e irritante per gli occhi e per le vie respiratorie, motivo per cui ne è fortemente sconsigliata l’inalazione.
In ambito farmaceutico, l’olio viene usato in alcune formulazioni per uso esterno, per il suo potere rubefacente, provocato da un aumento del flusso sanguigno in corrispondenza dell’applicazione cutanea.
Questa proprietà di generare un aumento della microcircolazione sanguigna con un conseguente e piacevole effetto riscaldante, risulta particolarmente efficace nel trattamento dei dolori articolari e muscolari, per ottenere sollievo da:
- fastidi reumatici.
- Artritici.
- Sciatalgie.
- Strappi muscolari.
A questa si abbina, tra l’altro, la proprietà antinfiammatoria dell’isotiocianato di allile.
Usi in bellezza
I semi di ravanello sono duri e ricchi di un olio dal sapore pungente che viene estratto, raffinato e destinato a prodotti cosmetici, quali prodotti da barba, idratanti per il corpo e per il viso, detergenti, trattamenti per capelli, prodotti protettivi per la cura del sole, maschere facciali e sieri.
Ravanelli: botanica
La pianta predilige un habitat di tipo mediterraneo ma con prolungamenti verso nord e verso est, dalla pianura a quello collinare e montuoso non oltre i 1000 metri slm, con clima non troppo rigido né troppo siccitoso. Soffre gli sbalzi termici eccessivi tra giorno e notte. Rientra tra le piante moderatamente tolleranti alle gelate, anche se lo zero vegetativo è a 5°C.
Si inserisce spontaneamente tra le altre coltivazioni, nelle vigne e negli uliveti, e in campi incolti o aree ruderali anche impervie. Preferisce terreni umidi e ricchi di sostanza organica, con un pH neutro e con substrato calcareo o siliceo.
Alcune varietà e loro selezioni sono state inserite in coltivazioni specializzate, sia in pieno campo che protette, per le apprezzate proprietà al consumo della radice.
Questa, infatti, ha la caratteristica dell’ipocotile ingrossato, ovvero un rigonfiamento della parte superiore della radice in corrispondenza dell’attaccatura del picciolo fogliare, che forma nella varietà più comune una sorta di pallina rossa a volte striata di bianco, tondeggiante, dalla consistenza croccante e dal sapore più o meno piccante.
In altre varietà meno note può essere a forma allungata a mo’ di sigaro oppure a forma di carota ed il colore può variare ed essere bianco, verdastro, giallo, arancione, rosso, viola o marrone scuro.
Wasabi: il ravanello giapponese
La pianta del ravanello non va confusa con quella, molto simile, del wasabi o Wasabia japonica (o anche Eutrema japonicum), nota pure come ravanello giapponese.
Il wasabi è una pianta di origine giapponese appartenente a una specie simile sempre della famiglia delle Brassicaceae (o Cruciferae). Si tratta di una pianta semiacquatica, originaria dei torrenti montani del Giappone centrale, molto difficile da coltivare e per questo molto pregiata e costosa.
Per questa pianta occorre aspettare diversi anni prima che si possa raccogliere e talvolta, se le condizioni non sono perfette, non riesce neanche a germinare.
Con lo stesso nome viene indicata la piccantissima pasta verde che si ottiene dalla radice della pianta e che accompagna notoriamente i piatti di sushi giapponesi. Il wasabi, quello originale, è tra i prodotti più costosi al mondo. All’ingrosso viene venduto a circa 150 euro al kg.
La parte che si consuma del wasabi è il gambo rizomatoso della pianta, grosso e tozzo come quello di una radice. Questo viene grattugiato e polverizzato in una pasta speziata che deve essere mangiata immediatamente altrimenti perde il suo sapore in 15 minuti.
Il “finto” wasabi nel 99% dei casi è un misto di rafano macinato aromatizzato con senape cinese a cui è aggiunto un colorante alimentare verde.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sul wasabi.
Qual è la differenza tra ravanello e rafano nero
Nel caso del Rafano nero (Raphanus sativus niger), chiamato anche Ramolaccio o Radice d’inverno o Ravano, ci troviamo di fronte a una pianta erbacea annuale molto somigliante al ravanello e al rafano.
Si tratta del Raphanus raphanistrum L. Anch’esso appartiene alla famiglia delle Cruciferae e costituisce la versione selvatica del ravanello.
Ha una radice commestibile di forma allungata, con un’epidermide bruno-scura o nera e una polpa bianca croccante dal sapore particolarmente intenso e piccante. La varietà nera e globosa è più simile ad una grossa rapa.
La pianta e i fiori di Raphanus sativus possono essere facilmente confusi con quelli del Raphanus raphanistrum.
Un semplice metodo per distinguere le due specie è quello di osservare i frutti. Infatti, nella siliqua di ravanello, i semi sono molto ravvicinati. Mentre per il ramolaccio i semi all’interno della siliqua sono più distanziati formando un andamento ondulatorio della superficie del frutto.
Varietà
Le varietà coltivate sono molto numerose, ben oltre 300 quelle registrate a livello europeo (Catalogo comune delle varietà delle specie di ortaggi — 37.a edizione) e vengono classificate in base alla forma, al colore esterno dell’ipocotile e all’epoca di coltivazione (precoce, tardiva o normale rispetto alla stagionalità).
Nella provincia di Latina si concentra gran parte della produzione italiana di ravanello, interessando circa 2000 ettari, coltivati su vari cicli, con semine che vanno da ottobre a marzo, e anche oltre se si considerano le strutture protette.
Le produzioni italiane tendono a collocarsi in contro-stagione rispetto a quelle dei mercati del Nord Europa, in modo da poter colmare il vuoto produttivo interno di Germania, Austria, Francia, Polonia e Repubblica Ceca.
Per questo in Italia si punta su varietà come la Jostar. Ha le caratteristiche agronomiche e merceologiche ideali per affrontare tali mercati, ovvero omogeneità del bulbo e del fogliame, ottima conservabilità, assenza di scarto, estrema maneggevolezza che permette di velocizzare la lavorazione.
La varietà presenta un bulbo di colore rosso intenso e armonico nella forma, con polpa bianca, croccante e radice sottile. La foglia è spessa e consistente, con cotiledoni sani sino al momento della raccolta.
Un’altra varietà introdotta fin dai primi anni ’90, è la Donar, storicamente il primo ibrido di ravanello che ha permesso alla coltivazione pontina di soddisfare la domanda del Nord Europa.
Le altre varietà più diffuse in Italia (soprattutto in Piemonte ed Emilia-Romagna), per i ravanelli tondi e rossi sono Cherry Belle e Saxa, per quelli bianchi ed oblunghi Candela di Ghiaccio, mentre per i ravanelli rossi ed oblunghi Candela di Fuoco, Ravanello Lungo o Torino o Tabasso.
Quest’ultimo registrato quale Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Piemonte insieme al Ravanello lungo detto Arreiga e sestu della Sardegna.
Tecnica colturale, produzione e raccolta
Il ciclo colturale dura da un minimo di tre settimane, nel periodo estivo, ad un massimo di 2-3 mesi durante l’inverno.
Il terreno deve risultare ben azotato e organicamente ricco. Necessita di frequenti irrigazioni. L’avvicendamento colturale è una pratica essenziale per la coltivazione del ravanello. Sono sconsigliate rotazioni con altre crucifere.
La produzione ad ettaro è di circa 30 quintali. Il ravanello viene raccolto manualmente e confezionato in mazzetti di 10/15 unità, provvisti di foglie, o, più raramente, in sacchetti, già privato delle foglie.
In questo modo, sono pronti per essere avviati alla commercializzazione e alla distribuzione.
Cenni storici
Le origini del ravanello sono antichissime e, sebbene incerte, vengono fatte risalire geograficamente all’Estremo Oriente asiatico. La pianta si diffuse rapidamente e spontaneamente verso la parte occidentale e meridionale dell’Asia e nelle aree fertili e temperate dei continenti Europeo e Africano.
Sembrerebbe che la pianta fosse già nota e coltivata, oltre che in Cina, Giappone e India, anche dagli antichi Egiziani e dalle popolazioni del settore mesopotamico e mediorientale. Le prime tracce nel consumo del ravanello risalgono a oltre 3000 anni fa.
Sappiamo con certezza che veniva coltivato diffusamente anche dai Greci e dai Romani. Alcuni scritti riportano che il medico greco Androcide ne consigliava il consumo ad Alessandro Magno per alleviare i sintomi dovuti agli eccessi di vino.
Nel Settecento, il ravanello divenne una pianta di largo consumo per le sue qualità curative: diuretiche, antibiotiche e digestive.
Durante l’Ottocento, al ravanello vennero anche riconosciute forti virtù stimolanti e, insieme al rafano e al ramolaccio, fu inserito tra i cibi afrodisiaci. La tradizione popolare ancora oggi ritiene che questa “radice” possieda indubbi poteri eccitanti.
Fonti
- Ravanelli e prevenzione del tumore colon-retto.
- Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia, CREA Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione.
- Ravanello e diabete.