Sommario
Le pesche sono povere di calorie (circa 30 per 100 g) e praticamente prive di grassi, quindi sono un frutto particolarmente indicato a dieta. Le varietà di pesche che si trovano in commercio sono molto numerose e cambiano per colore e grandezza. Alcune varietà, come le pesche noci o le tabacchiere, possiedono più antiossidanti, il cui livello varia anche a seconda del grado di maturazione.
L’equilibrio tra dolcezza e acidità fa della pesca uno dei frutti estivi più tonificanti e dissetanti e i suoi benefici per la salute sono numerosi.
L’albero di pesco affonda le sue origini in Cina per poi arrivare nelle zone del Mediterraneo. I suoi fiori rosa sono conosciuti in tutto il mondo.
Nella loro millenaria storia, le popolazioni hanno celebrato le pesche come simbolo di vita, ingegnandosi per conservarle e godere delle loro caratteristiche anche oltre la loro stagionalità.
Le pesche sono consumate soprattutto fresche e in cucina si prestano a molti utilizzi, puoi preparare la marmellata di pesche oppure la torta alle pesche. Ma per gustarle fuori stagione ci sono le pesche sciroppate, buone e stuzzicanti, anche se contengono zucchero aggiunto.
Pesche: cosa sono
Le pesche sono frutti dolci e succosi che provengono dall’albero di pesco (Prunus persica). Sono originarie della Cina e sono un frutto molto apprezzato per il loro sapore dolce e rinfrescante, nonché per la loro consistenza morbida e succosa.
Hanno una forma tondeggiante e una buccia vellutata che può variare in colore dal giallo al rosso. La polpa, invece, può essere di diversi colori, tra cui bianco, giallo e arancione, con un grosso nocciolo centrale.
Le pesche sono consumate soprattutto fresche, ma sono anche utilizzate in molte preparazioni culinarie, come marmellate, conserve, succhi di frutta, dolci e gelati.
Si trovano dal fruttivendolo da giugno a settembre e si distinguono anche per le diverse varietà.
A livello mondiale i maggiori produttori sono: Stati Uniti, Cina e Argentina. L’Italia è uno dei maggiori paesi produttivi europei, insieme alla Spagna, seguite da Grecia e Francia.
In Italia si coltivano in particolare in: Emilia-Romagna (circa 1/3 della produzione), Campania (1/4), Veneto, Lazio e Sicilia. Tra quelle cui è stata riconosciuta la denominazione europea di Indicazione Geografica Protetta ci sono: la Pescabivona I.G.P. e la Pesca di Leonforte I.G.P. in Sicilia, la Pesca di Verona I.G.P. in Veneto e la Pesca Nettarina di Romagna I.G.P. in Emilia-Romagna.
Varietà di pesche
Sono quasi 1300 le varietà iscritte nel Registro delle piante da frutto del Ministero delle Politiche agricole al 2019. Ognuna di queste differisce dall’altra per qualche aspetto che riguarda la forma o la colorazione o il periodo di raccolta, o per altre caratteristiche anche di importanza agronomica.
Le varietà vengono distinte commercialmente in 4 tipologie:
- Pesche, dalla buccia vellutata e con polpa interna gialla o bianca.
- Pesche nettarine (o Pesche noci), caratterizzate dalla buccia liscia.
- Percoche, che hanno una polpa più carnosa e gommosa, destinate in gran parte alla produzione di pesche sciroppate.
- Tabacchiere o Saturnine, dall’inconfondibile forma schiacciata.
Pesca noce
Il suo vero nome è nettarina ed è un frutto carnoso, dalla forma tondeggiante, che si trova al mercato da metà giugno fino alla fine di settembre.
La pesca noce si distingue dalle altre pesche perché la buccia è liscia e non presenta quella leggera peluria tipica delle pesche comuni. Ha poi un sapore piacevole e dissetante, con una polpa soda, profumata e croccante. Il suo corredo nutrizionale è del tutto simile alle altre pesche.
Pesca tabacchiera
Detta anche saturnina, è una varietà di pesche che si produce in particolare alle pendici dell’Etna ed è originaria delle Valli del Simeto e dell’Alcantara, sempre in Sicilia.
Il nome si deve alla sua tipica forma, schiacciata sui due lati, che ricorda quella di una tabacchiera o del pianeta Saturno.
La sua diffusione nel resto di Italia è un po’ limitata, ma è possibile trovarla nei mercati più forniti da metà giugno a fine agosto. È comunque una pesca medio-piccola, ha una polpa bianca dolce e morbida e un piccolo nocciolo che ricorda quello dell’albicocca.
Percoca
Le percoche sono una varietà di pesche con una polpa compatta e soda di colore arancione, con qualche venatura rossa, e dal sapore dolce e delicato. Sono chiamate anche precoche e si coltivano soprattutto nelle regioni del sud Italia come Basilicata, Campania e Puglia.
La loro polpa è soda e compatta e di colore giallo. Ce ne sono diverse varietà, ma le più famose sono la Percoca Romagnola (Emilia Romagna), la Percoca col Pizzo (Napoli) e la Giallona di Siano (Salerno).
Sono più dolci delle altre pesche, per questo sono perfette “affogate” nel vino, magari aggiungendo anche cannella o menta.
Pesche: proprietà nutrizionali
Le pesche sono un frutto con un buon valore nutrizionale, poiché apportano micronutrienti utili alla salute. Ad esempio, una buona quantità di fibra solubile, di acidi organici (tra cui l’acido tartarico, malico, clorogenico e l’acido citrico), di vitamine, tra cui caroteni (provitamina A) e vitamina C, entrambi potenti antiossidanti come i polifenoli, anch’essi presenti.
Non mancano poi i sali minerali come fosforo, potassio, selenio e ferro. Gli zuccheri sono pochi e non contengono grassi e proteine. Le calorie delle pesche sono appena 30 per un etto di pesche, quindi sono ideali per chi segue una dieta ipocalorica o vuole mantenere il peso forma. Il loro basso contenuto in sodio, inoltre, le rende perfette per chi, invece, segue una dieta iposodica.
Infine, contengono tanta acqua, circa il 90%, che le rende idratanti, ideali da gustare in estate.
Pesche: valori nutrizionali (100 g)
MINERALI | |
Sodio (mg) | 3 |
Potassio (mg) | 260 |
Calcio (mg) | 8 |
Fosforo (mg) | 20 |
Zinco (mg) | 0.35 |
Magnesio (mg) | 9 |
Rame (mg) | 0.04 |
Selenio (µg) | 1 |
Ferro (mg) | 0.4 |
VITAMINE | |
Tiamina – B1 (mg) | 0.01 |
Riboflavina – B2 (mg) | 0.03 |
Niacina – B3 (mg) | 0.50 |
Folati totali (µg) | 3 |
Vitamina C (mg) | 4 |
Vitamina E (mg) | 0.73 |
Vitamina K (µg) | 5.80 |
Vitamina A (µg) | 27 |
Fonte dati: Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia e CREA Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
Pesche: composizione chimica (100 g)
Acqua (g) | 90.7 |
Energia (kcal) | 30 |
Proteine (g) | 0.8 |
Lipidi (g) | 0.1 |
Colesterolo (mg) | 0 |
Carboidrati disponibili (g) | 6.1 |
Fibra alimentare (g) | 1.6 |
Fonte dati: Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia e CREA Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
Pesche: i benefici per la salute
Le pesche sono considerate un alimento funzionale, ovvero, secondo la definizione della Commissione sulla scienza degli alimenti funzionali in Europa (FUFOSE), “un alimento che ha un effetto benefico su una o più funzioni nell’organismo, al di là degli effetti nutritivi, in un modo rilevante per il miglioramento dello stato di salute e benessere e/o per ridurre il rischio di malattia”.
I benefici della pesca derivano principalmente dall’azione dei tanti composti antiossidanti che contiene e che sono in grado di proteggere l’organismo dallo stress ossidativo riconducibile all’azione dei radicali liberi, e quindi da molte malattie. Ecco quali sono i vantaggi che offrono all’interno di una dieta sana ed equilibrata.
Antiossidanti
Oltre alla vitamina C, la pesca contiene alcuni composti organici che sono particolarmente attivi contro gli agenti ossidanti. Sono i carotenoidi (precursori della vitamina A), che conferiscono il colore giallo e arancione alla polpa, e i polifenoli (flavonoidi), che tra l’altro sono responsabili dell’imbrunimento della pesca (soprattutto di quella a polpa bianca) per reazione a urti o quando la polpa viene a contatto con l’aria.
Questi antiossidanti, presenti soprattutto nella buccia oltre che nella polpa, agiscono già durante la digestione, neutralizzando i composti radicalici prodotti anche dalla flora batterica intestinale e potenziando le difese del sangue nei confronti delle scorie del metabolismo cellulare.
Gli antiossidanti non hanno un potere nutritivo e vengono assorbiti solo in quantità molto piccole. Quindi, per godere dei loro effetti benefici, è importante mangiare ogni giorno frutta e verdura fresche – le tanto raccomandate 5 porzioni – invece di consumarle occasionalmente. Gli antiossidanti proteggono l’organismo dall’insorgenza di patologie croniche, spesso molto gravi, a carico del sistema cardiocircolatorio.
Amiche del cuore e della circolazione
Alcune ricerche hanno studiato i polifenoli nella prevenzione dei fattori di rischio dei disturbi cardio-metabolici e nelle malattie cardiovascolari.
I risultati mostrano che il consumo di succo di pesca protegge da una combinazione di disturbi metabolici, indotti solitamente dall’obesità, tra cui iperglicemia, resistenza all’insulina e leptina, dislipidemia e ossidazione delle lipoproteine a bassa densità.
Inoltre, grazie agli antiossidanti, contrastano l’ossidazione del colesterolo cattivo (LDL) prevenendo la formazione di placche aterosclerotiche, che sono la causa di importanti patologie cardiovascolari.
Agli effetti benefici sul cuore degli antiossidanti si aggiungono quelli del potassio, che fa della pesca un ottimo drenante che interviene nel meccanismo di regolazione della pressione arteriosa, abbassandola mediante l’eliminazione dei liquidi in eccesso.
Azione antiage su pelle e tessuti connettivi
La vitamina C, i flavonoidi e il beta-carotene o pro-vitamina A intervengono nella produzione del collagene, che è una proteina fondamentale per la salute dei vasi sanguigni e dei tessuti connettivi.
La vitamina C, in particolare, facilita l’assorbimento del ferro necessario alla sintesi di collagene, che aiuta a mantenere l’elasticità della pelle anche in età matura e rallenta il processo dell’invecchiamento.
Per questo motivo, la pesca si può definire un ottimo alimento anti-age.
Occhi in salute
La vitamina A e i suoi precursori, i carotenoidi, sono preziose sostanze che permettono una normale funzione visiva. La vitamina A entra in gioco nella costituzione della struttura della retina dell’occhio e una sua carenza può essere causa di fastidi, dalla secchezza oculare al deficit della visione notturna.
Inoltre contengono un insieme di composti che contribuiscono con le loro proprietà alla salute degli occhi, tra i quali anche la luteina e la zeaxantina, che proteggono l’occhio dalla formazione della cataratta e dalla degenerazione maculare, una patologia che si manifesta in età avanzata.
Altri benefici
Oltre agli effetti prodotti dagli antiossidanti, ecco altri benefici che possono essere attribuiti ad altre componenti delle pesche:
- Regolano il transito intestinale: in caso di diarrea aumentano la consistenza delle feci, mentre nei casi di stitichezza favoriscono il transito intestinale, soprattutto se accompagnate da un buon apporto idrico, rendendo le feci più morbide, evitando fenomeni di eccessiva fermentazione e quindi di gonfiore, depurando il colon da scorie e tossine e favorendo lo stimolo alla peristalsi e all’evacuazione.
- Hanno effetti ricostituenti, tonificanti e depurativi: la polpa della pesca ha proprietà rinfrescanti e disintossicanti grazie alla presenza di calcio e potassio e alla quantità di zuccheri (fruttosio, glucosio e saccarosio), che conferiscono a questo frutto un effetto immediatamente tonificante e ricostituente.
Pesche: usi in cucina e ricette
Tutte le pesche possono essere consumate crude. Sono uno spuntino ideale in qualsiasi momento della giornata, rinfrescante, saziante e ipocalorico.
In alternativa al consumo fresco, è possibile usare le pesche per preparare centrifugati o frullati.
Alcune varietà sono particolarmente indicate per la preparazione di confetture, frutta disidratata, frutta sciroppata e succhi di frutta, sia industrialmente che artigianalmente. Tutte queste preparazioni comportano solitamente l’aggiunta di zuccheri che ne aumentano le calorie. Lo stesso vale per i succhi di pesca, a cui vengono solitamente aggiunti conservanti, acqua e zuccheri semplici.
Invece, le pesche in forma essiccata o disidratata non subiscono grosse alterazioni, se non quella di essere state private dell’acqua e di avere quindi bloccato il processo di degradazione. In questo caso, hanno lo stesso corredo di nutrienti e sali minerali delle pesche fresche, ma in concentrazione più elevata.
Le pesche possono essere tagliate a pezzi per preparare una macedonia o degli spiedini di frutta, oppure usate come base per smoothie e frullati o per insaporire tè freddi e acque aromatizzate. Ma possono anche essere cotte, in pentola oppure grigliate. In questo caso, si sposano benissimo, ad esempio, con gli amaretti, e sono un classico della cucina regionale piemontese.
Sono ingredienti di sciroppi, conserve, gelati, marmellate e moltissimi dessert come semifreddi e crostate.
Infine, sono ottime anche per aggiungere un tocco di dolcezza a ricette salate, come nel caso delle bruschette: ottimo l’abbinamento con formaggi come il caprino.
Vuoi sperimentare i tanti usi delle pesche in cucina? Prova le ricette con le pesche di Melarossa.
1 – Marmellata di pesche
Calorie totali: 1672 kcal
Ingredienti per 750 g:
- 1 kg di pesche noci
- 350 g di zucchero bianco semolato
- 1 bustina pectina
- barattoli di vetro
Scopri come preparare la marmellata di pesche.
2 – Acqua detox pesca, kiwi e melissa
Calorie per 1 litro: 30 kcal
Ingredienti per 1 litro:
- un litro d’acqua
- una pesca
- 1 kiwi
- un ciuffo di melissa
Scopri come preparare l’acqua detox pesca, kiwi e melissa.
Usi alternativi
Dal seme si estrae, per spremitura, un olio di colore giallo, con odore e sapore simili a quelli dell’olio di mandorle, usato come blando lassativo e come emolliente nella preparazione di creme, lenimenti e pomate.
Anche i fiori del pesco sono usati in medicina per preparare uno sciroppo dalle proprietà leggermente purgative.
Maschera per il viso con la pesca
Per nutrire il tuo viso durante l’estate, scegli la pesca per avere una pelle tonica e luminosa.
Basta schiacciare una pesca matura e sbucciata con una forchetta, aggiungi 2 cucchiai di yogurt greco e un cucchiaio di miele. Mescola e applica sul viso pulito. Lascia in posa per almeno 20 minuti. Risciacqua con acqua tiepida.
Maschera per capelli sfibrati
Questa maschera fai-da-te ti aiuterà ad avere capelli sani e lucenti.
Mescola la polpa di 3 pesche mature e aggiungi un vasetto di yogurt bianco, un cucchiaio di argilla verde e il succo di un limone. Dopo lo shampoo, applica la maschera su tutta la chioma, distribuendola bene. Lascia in posa per circa 20 minuti. Risciacqua.
Pesche: quali scegliere
Al momento dell’acquisto le pesche si possono presentare al tatto in consistenze molto differenti. Normalmente, saremmo portati ad acquistare quelle più carnose, invece le pesche fresche si scelgono con il naso.
Di qualsiasi varietà siano, le pesche, infatti, devono essere prima di tutto profumate. Poi è importante controllare che non ci siano ammaccature, grinze e parti troppo molli al tatto. Non è detto, comunque, che una varietà di pesca molto morbida sia più o meno matura di un’altra varietà più dura.
Anche la maturazione per la pesca è una prerogativa essenziale. Il gusto della polpa è condizionato, oltre che dalla componente aromatica, dal contenuto in zuccheri solubili: fruttosio, glucosio e soprattutto saccarosio, che possono variare tra i diversi tipi di pesche e in relazione allo stato di maturazione.
Come conservare le pesche
Se le pesche dovessero risultare acerbe al momento dell’acquisto, sarà necessario farle maturare a temperatura ambiente. Invece, quelle mature vanno conservate in frigorifero, dove si mantengono per pochi giorni.
In linea generale le pesche fresche, dopo la raccolta, hanno una vita abbastanza breve che non supera i dieci giorni, anche se conservate in frigorifero. Dipende dalla varietà e dal grado di maturazione. In certi casi non superano i tre giorni dall’acquisto, nonostante siano ancora ben sode quando le compriamo.
Controindicazioni
Le pesche non hanno particolari controindicazioni.
Spesso si legge che il consumo di pesche, così come di uva, albicocche e ciliegie, dovrebbe essere limitato per chi soffre di calcoli ai reni. Questo, però, vale solo in presenza di coliche renali, perché potrebbero peggiorare il problema, in caso contrario non c’è motivo di privarsi di un alimento importante come la frutta.
Per quanto riguarda le allergie, sono rari i casi registrati. In presenza di particolare sensibilità a questo frutto, basta smettere di consumarlo per non avere disturbi.
Tuttavia, particolare attenzione deve essere prestata ai semi contenuti nei noccioli.
Sono commestibili, possiedono proprietà antiossidanti eccezionali, ma contengono anche una sostanza che in alti dosaggi può risultare tossica. Si tratta dell’amigdalina (glucoside cianogenetico), dal sapore amarognolo. Quando il seme viene schiacciato, l’amigdalina entra in contatto con l’emulsina (enzima idrolitico) che libera glucosio, benzaldeide dal caratteristico odore di mandorla, e acido cianidrico, che ha un’azione tossica sul nostro organismo.
Tuttavia, la presenza di amigdalina nel nocciolo della pesca non costituisce un rischio particolare perché il seme è protetto dal guscio del nocciolo e viene così facilmente scartato. Anche nel caso in cui si masticasse il seme della pesca, la quantità di acido cianidrico che si libererebbe sarebbe in concentrazione troppo bassa per costituire un pericolo per la nostra salute.
Pesche: cenni storici
Per molti secoli si è creduto che la pianta del pesco fosse originaria della Persia, attuale Iran, dove si può ancora trovare allo stato selvatico.
Da quell’area geografica il frutto ha preso il suo nome botanico “Prunus persica L.” e prima ancora quello attribuitogli dai latini, Persicum, come riportato da Columella e Marziale; o Persicum pomum e Persica arbor, con cui Plinio e Macrobio distinguevano all’epoca il frutto e l’albero.
Oggi sappiamo che le reali origini sono attribuite alla Cina occidentale. I noccioli fossili sono stati rinvenuti in alcuni siti risalenti ad epoche antecedenti la nascita del genere umano. Il pesco sarebbe stato addomesticato già tra il 3300 e il 2500 a.C. dalle popolazioni cinesi, che nutrivano una grande venerazione verso tale pianta identificandola con il simbolo dell’immortalità e della primavera, mentre la pesca era come un frutto fatato, simbolo di buon augurio, ricchezza e lunga vita.
Non a caso, il dio cinese della longevità è spesso raffigurato mentre emerge da una pesca e per il Buddhismo la pesca rappresenta uno dei tre frutti benedetti insieme al cedro e alla melagrana.
Dalla Cina, già dal 300 a.C. circa, il pesco arrivò in Giappone e poi anche in Asia minore e in Medio Oriente, in un periodo datato intorno al principio del II secolo a. C.
La diffusione nel Mediterraneo
Come sia approdato nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo è incerto. Alcuni sostengono che siano stati gli Egizi a trasferire il pesco dalla Persia già dai tempi del Regno Antico della VI Dinastia, oltre 2000 anni prima di Cristo, e che da qui sia giunto in Grecia e poi in Italia.
Invece, altri credono, come riportato anche dalla letteratura latina, che sia stato importato sempre dalla Persia in conseguenza delle spedizioni espansionistiche del re macedone Alessandro Magno (356-323 a.C.) e che dalla Grecia sia passato in Italia nel primo secolo a.C.
Quello è il periodo storico in cui effettivamente il pesco giunse nella nostra penisola, epoca in cui era in atto l’espansione dell’Impero Romano verso l’area mediorientale e in cui gli scambi mercantili con la Grecia erano molto fiorenti. Quasi contemporaneo fu il passaggio del pesco nella Francia dei Galli.
Dalla caduta dell’Impero Romano, in Europa le campagne vennero abbandonate e con esse la coltivazione del pesco, che sopravvisse solo negli orti conventuali o raramente in qualche città fortificata, sia in Italia che in Francia.
Le pesche nel Rinascimento
Solo dopo l’anno 1300, avvicinandosi al Rinascimento, si assistette a una ripresa delle attività agricole e a una nuova diffusione della pianta, soprattutto in Italia, dove il frutto era molto apprezzato dalle famiglie gentilizie toscane.
Sotto il dominio mediceo, erano già molte le varietà di pesco coltivate e alcuni studiosi ne documentano le caratteristiche, come Agostino Gallo (1499-1570), insigne agronomo del Rinascimento. Da allora anche in Francia e in Germania si estesero le coltivazioni.
Il pesco arrivò anche in America, già subito dopo i viaggi di Colombo, ad opera dei colonizzatori spagnoli. Trovò condizioni così favorevoli in Messico da diffondersi velocemente tra le coltivazioni delle popolazioni atzeche, che chiamarono le pesche “Xocotlmelocoton”.
La coltivazione commerciale del pesco in America ebbe ulteriore impulso con l’introduzione di varietà dalla Cina agli inizi del XIX secolo tanto che, nel 1885, questa drupacea divenne il fruttifero più importante della California.
Botanica
Il pesco ha fiori ermafroditi che sbocciano prima della comparsa delle foglie. La corolla, composta da 5 petali separati, più o meno larghi, può variare dal bianco al rosso scuro, anche se, nella maggior parte delle cultivar, il colore dominante è il rosa, in tutte le sue gradazioni.
La specie è autofertile: l’impollinazione avviene nella maggior parte dei casi per auto-impollinazione, con elevati tassi di fecondazione.
L’epoca della fioritura dipende dalle condizioni di freddo necessarie a soddisfare le esigenze di ciascuna cultivar, ma anche dall’accumulo di ore di caldo a disposizione.
In base al “fabbisogno in freddo” (CU), le cultivar di pesco vengono riunite in due categorie:
- Non soggette a dormienza, con crescita praticamente continua (evergreen): non arrestano l’attività vegetativa, sono quindi tipiche dei climi tropicali o sub-tropicali, dove possono fruttificare due volte all’anno (in alcune zone del Centro-America).
- Soggette a dormienza: in questo gruppo si distinguono convenzionalmente tre fasce di fabbisogno in freddo. La maggior parte delle cultivar commerciali è raggruppata nella fascia intermedia (600 < CU < 900).
Non c’è alcuna relazione tra epoca di fioritura e maturazione. A seconda della cultivar, il frutto può impiegare tra i 55-60 e i 270 giorni per raggiungere la maturazione. In Italia, il calendario di maturazione, in pieno campo, delle cultivar di maggiore interesse commerciale inizia a maggio e termina a settembre.
I frutti
Il frutto è una drupa globosa o allungata, carnosa, succosa e zuccherina. Ha la buccia (epicarpo) sottile e vellutata, oppure liscia, più o meno aderente alla polpa, che va dal colore bianco-verdastro al giallo e al rosso-carminio. La polpa (mesocarpo) è dolce e profumata. La colorazione della polpa, bianca o gialla, è il più comune criterio di classificazione commerciale delle cultivar.
Pesche tonde, pesche noci, percoche e saturnine
Altra comune differenziazione è quella tra le classiche pesche tonde e con buccia vellutata, le pesche nettarine (o pesche noci) a buccia liscia e glabra, dovuta ad una mutazione verificatasi in Cina e importata in Europa nel XIV secolo, le percoche (dalla polpa più consistente e gommosa) e le cosiddette pesche tabacchiere o saturnine, così denominate per via della caratteristica forma del frutto. Queste hanno una forma appiattita, con nocciolo piccolo e appiattito alle estremità. Le cultivar con tale frutto hanno cominciato a trovare in Italia una crescente diffusione, soprattutto a livello locale, come per esempio in alcune zone della Sicilia. In Spagna, queste particolari pesche risultano in forte espansione.
Fonti:
- Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia- BDA.
- Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione- CREA.
- Cleveland Clinic, All the Health Benefits of Eating Peaches.