Sommario
Le patate dolci, o americane o batate, sembrano un tubero ma appartengono a un’altra specie botanica. Arancione, giallo, viola, bianco o beige, fuori e dentro, l’ortaggio è la radice tuberosa di una pianta perenne del Sud America.
Rispetto alle patate comuni, il vegetale risulta più dotato di proprietà organolettiche e nutrizionali. Infatti, la patata americana ha uno spiccato sapore zuccherino ed è versatile in cucina, cotta come i tuberi.
Coltivato anche in Italia, l’ortaggio va scelto sodo e senza impurità, così si conserva a lungo al buio. La batata è stata eletta il vegetale più salutare dal CSPI-Center of Science in the Pubblic Interest.
Con poche calorie e zero grassi, le patate dolci forniscono minerali, vitamine, carotenoidi e caiapo, contro le malattie del benessere. La radice tuberosa può essere consumata da tutti, anche cruda e con la buccia, più ricca di nutrienti.
Le patate dolci sono eccellenti crude o cotte, fredde o calde, mai eccessivamente dolci, stucchevoli. Con la radice tuberosa si ottengono piatti squisiti, anche solo tagliando la polpa lessata a bastoncini e passandola sulla griglia.
La polpa zuccherina del vegetale si presta per l’elaborazione di dolci morbidi, prima lessata e poi frullata. La forma da dare ai pezzi di batata per il consumo dipende da come deve essere cotta e dalla preparazione scelta.
Cosa sono le patate dolci
La patata dolce, detta anche americana o batata, non è un tubero vero e proprio ma una radice tuberosa.
L’ortaggio, ricco di amidi particolari, si distingue per il gusto molto zuccherino e le importanti doti nutritive. Infatti, l’appellativo “dolce” si deve proprio al sapore della batata, determinato dal suo contenuto di glucidi.
Nel mondo esistono almeno 400 varietà della radice tuberosa, suddivise in due gruppi: a polpa asciutta oppure umida.
Quest’ultima prevale in Europa e nel Nord America, è color arancio e molto dolce e si ammorbidisce in cottura. La batata a polpa asciutta è caratteristica di Asia, Africa e Sud America, è bianco-giallastra, meno dolce e più farinosa.
Come riconoscerle
Il vegetale viene usato in alternativa alle patate, ma, pur essendo simile per aspetto, è diverso da loro. Infatti, la patata dolce ha caratteristiche organolettiche e nutrizionali sue particolari che la differenziano dai tuberi.
Come forma la batata ricorda la patata, ma è più fusiforme e allungata e può essere leggermente massiccia. Il peso del vegetale è variabile dato che può andare dai 40 ai 150 grammi per pezzo, fino ai 3 chili.
La buccia della patata dolce in genere è liscia o poco rugosa e si rivela abbastanza sottile. All’esterno, la radice tuberosa può essere di diversi colori: marrone, rosso aranciato, giallo, viola o bianco.
Anche la polpa interna mostra una varietà di tinte: gialla, bianca, arancione, rossa, beige o violetta. La sua consistenza è pastosa e, per compattezza, si piazza tra quelle della patata e della zucca.
Anche il sapore della patata americana ricorda un mix tra gli altri due alimenti, con una spiccata dolcezza.
L’ingrediente si presta ad essere elaborato in molti modi, ma può essere apprezzato anche crudo e con la buccia. In qualunque preparazione, la patata americana si rivela preziosa per l’apporto di nutrienti e di benefici.
Differenze con le patate comuni
Anche se condividono il nome, la patata dolce e quelle tradizionali fanno parte di famiglie botaniche diverse.
I tuberi classici rientrano tra le Solanacee, per cui, in certe condizioni, possono anche sviluppare alcaloidi tossici. Invece la patata americana appartiene alle Convolvulaceae e non ha niente a che fare con la produzione di alcaloidi.
I due generi di patate si assomigliano per forma e consistenza ma differiscono per sapore e composizione.
Comunque è possibile riconoscere la batata da una patata per la sua forma più piriforme e il colore distintivo. Poi, la batata non va confusa con l’Oca-Oxalis Tuberosa, ritenuta erroneamente una patata dolce in alcuni Paesi, come la Nuova Zelanda.
La polpa della radice tuberosa ha contenuti diversi e migliori, se paragonata a quella dei tuberi comuni. Invece, le patate hanno amidi più resistenti e con indice glicemico elevato, che impattano sulla glicemia.
La patata dolce fornisce soprattutto carboidrati complessi, a lento rilascio, che influiscono meno sui livelli di zucchero nel sangue. Inoltre, nel vegetale la ricchezza di fibre, in quantità doppia rispetto a quella dei tuberi, rallenta l’assimilazione dei carboidrati.
Particolarmente rilevante il fatto che la patata americana risulta più gradevole e gustosa delle altre simili. In effetti, questo vegetale può essere consumato senza molti intingoli, grazie al suo sapore spiccato.
La patate dolce è anche migliore dal punto di vista nutrizionale e della salute in confronto alla patata comune. Il suo patrimonio in vitamine e sali minerali è notevole, le calorie sono limitate e l’indice glicemico moderato.
Perciò, la patata americana può essere introdotta nella dieta di tutti, anche nei regimi dimagranti. Diversamente, i tuberi comuni, a causa dei loro amidi, devono essere ridotti da chi è in sovrappeso e dai diabetici.
Benefici a confronto
Rispetto ai tuberi tradizionali, la batata ha un elevato quantitativo di beta-carotene, come indica il suo colore arancione. Pertanto la radice tuberosa è molto più efficace delle patate comuni per proteggere la vista e dalle carenze vitaminiche.
La patata dolce si può mangiare anche cruda, con la buccia, fornendo maggiori sostanze attive all’organismo. Al contrario, le patate normali vanno cotte perché i loro amidi non sarebbero commestibili senza cottura.
Tra l’altro i tuberi potrebbero contenere, se pur raramente, l’alcaloide solanina, concentrato nella buccia. Invece, della batata si mangiano anche i germogli e le foglie, cotte come gli spinaci, fonti di proteine, vitamine e sali minerali.
All’opposto, le patate comuni non forniscono foglie edibili, che eventualmente potrebbero anche risultare tossiche.
Valori nutrizionali e calorie delle patate dolci
La patata dolce è praticamente priva di grassi, che ammontano a 0,05-0,1 g in un etto di polpa. Sempre in 100 g, l’ortaggio mostra un’importante quantità di carboidrati, prima fonte di energia per l’organismo.
Su 20,12 g di questi macronutrienti, troviamo 4,18 g di zuccheri semplici, in prevalenza fruttosio. Le proteine, i mattoni per costruire e riparare il corpo, si aggirano intorno a 1,57 g per etto di tubero.
Molto utili i 3 g di fibre in 100 g, che sono sazianti e necessarie per regolare varie funzioni fisiologiche. Ma la batata è salutare soprattutto perché fonte di vitamine e sali minerali, come il potassio (337 mg).
Soprattutto la vitamina A nella patata dolce rappresenta il 107% della RDA (dose giornaliera raccomandata). Necessaria a vista e pelle, il micronutriente nella patata dolce è sotto forma di carotenoidi, suoi precursori.
L’ortaggio offre vitamine B, soprattutto B6, e C, per il sistema immunitario, nonché calcio, fosforo e magnesio, per ossa e nervi.
In minore dose, la patata dolce contiene vitamina E e ferro, che contribuiscono al benessere di cuore e sangue. Priva di colesterolo e con scarso sale (55 mg/100 g), la patata dolce procura solo 86 calorie in un etto.
La patata americana deve il suo sapore dolce alla trasformazione dell’amido in zuccheri, invece il colore è dato dai carotenoidi.
Benefici e proprietà delle patate dolci
Il CSPI (Center of Science in the Public Interest) ha dichiarato la patata dolce il vegetale più salutare.
La radice tuberosa, in particolare la varietà rossa, è ritenuta un ottimo antiossidante e anti-aging per i suoi flavonoidi e antociani. Proprio il suo colore acceso rivela l’abbondanza di questi pigmenti, prodotti a difesa della pianta.
Più sono colorate e più le patate americane sono una miniera di carotenoidi, in prevalenza beta-carotene.
Da essi deriva la vitamina A, fondamentale per la crescita, il sistema immunitario, i tessuti e la visione, soprattutto notturna. Nell’organismo umano antociani e simili contribuiscono a neutralizzare i radicali liberi, molecole nocive se in eccesso.
Combattendo l’ossidazione, i principi attivi della batata proteggono circolazione, vista, pelle e mucose. Sembra che consumato crudo l’ortaggio aumenti il suo potere antinvecchiamento e usura del nostro fisico.
Batata e diabete
Inoltre, mangiando anche la buccia sarebbe possibile fare provvista di una sostanza concentrata in essa: il cajapo. L’elemento potrebbe ridurre colesterolo e glicemia, contrastando le malattie del benessere, come diabete e ipertensione.
Il suo indice glicemico risulta non troppo alto grazie all’abbondanza di fibre e alla tipologia di carboidrati.
Il rapido aumento dei valori di zucchero nel sangue viene modulato da questi carboidrati complessi, trasformati più lentamente. Perciò la radice tuberosa potrebbe aiutare a tenere sotto controllo:
- Glicemia
- Colesterolemia
- Ipertensione.
Quindi la patata dolce, nonostante il nome, potrebbe essere adatta ai diabetici, con un minor rialzo della glicemia. Comunque, visti gli zuccheri semplici, questo alimento va inserito da questi pazienti in una dieta equilibrata e in porzioni corrette.
Del resto, uno studio ha evidenziato che i giapponesi della regione Kagawa sembrano esenti da diabete e ipertensione. Il fenomeno è stato messo in relazione al loro costante consumo di batate crude e con la buccia, fonte di cajapo.
Il rapporto salutare è stato confermato da un’indagine del CNR di Padova, con l’Università di Vienna.
Alcuni soggetti con diabete 2, mangiando a lungo patate dolci crude e con la buccia, hanno ottenuto una riduzione di glicemia e colesterolo.
Vantaggi da vitamine & sali minerali
Grazie a vitamine, sali minerali, antiossidanti e fibre, la radice tuberosa sostiene la salute cardiovascolare. Essendo priva di grassi e colesterolo, la batata agisce non solo su cuore e arterie ma può ostacolare l’aterosclerosi.
Le vitamine del gruppo B dell’alimento possono favorire alcuni processi metabolici per il buon funzionamento dell’organismo. Invece, la sua vitamina C interviene contro le infezioni e per migliorare l’assorbimento del ferro, anti-anemia.
Mentre, la vitamina B6 può contrastare le malattie degenerative in quanto riduce l’eccesso nocivo dell’aminoacido omocisteina.
Il ferro favorisce la produzione di globuli rossi, il potassio il cuore e la pressione, il calcio e il fosforo le ossa. In particolare, l’abbondanza di potassio interviene a regolare il battito del cuore e gli impulsi dei nervi. Il minerale rilassa i muscoli, potenzia le funzioni renali e può ridurre edemi e gonfiori.
Il complesso di sostanze attive della batata può servire a rafforzare ossa, pelle, denti e difese immunitarie e a migliorare l’umore.
Le patate dolci: quante mangiarne a dieta
Per chi è a dieta dimagrante, la radice tuberosa si dimostra saziante e ipocalorica, se non troppo condita. Secondo i nutrizionisti, la batata potrebbe essere consumata con frequenza, più volte alla settimana, per ricavarne benefici.
Anche i bambini possono giovarsi delle doti dell’ortaggio, iniziando a mangiarlo dopo i 6 mesi d’età. Non presentando grossi rischi, la batata può entrare nell’alimentazione di persone di tutte le età.
Leggera e sana, la patata americana è indicata specialmente per chi manifesta carenze di nutrienti o ipovitaminosi.
Per la sua salubrità, l’ortaggio può essere gustato anche dai sofferenti di allergie, poiché non provoca intolleranze. L’abbondanza di fibre dell’alimento, presenti anche nella polpa, può servire a chi soffre di stipsi.
Una patata dolce del peso di 150 g può entrare facilmente in tutti i menù, preparata in molti modi. Per estrarre maggiormente i preziosi nutrienti del vegetale, bisognerebbe consumarlo crudo e con la buccia.
In ogni caso è buona norma accompagnare la batata con un grasso, preferibilmente olio Evo. Infatti, in presenza di lipidi, l’organismo riesce ad assimilare meglio i carotenoidi, che sono liposolubili.
Come scegliere e cucinare le patate dolci
Per una resa migliore, andrebbero preferite le patate dolci di colore acceso, più ricche di antiossidanti.
Tra le tante, vanno selezionate le pezzature medie ma pesanti che indicano una polpa intatta e a giusta maturazione. Inoltre, l’esemplare troppo grande potrebbe risultare legnoso, soprattutto nella parte centrale. La batata deve presentarsi soda al tatto, con buccia priva di lesioni o parti ammuffite, annerite o marce.
Esternamente non devono essere visibili troppi filamenti bianchi, causati da un’esposizione al freddo e all’umido. Deve essere scartato l’esemplare raggrinzito (ovvero disidratato), molliccio o con troppe radici, in quanto vecchio.
Normalmente la batata non emana odori particolari che se avvertibili segnalano marciume. Comunque, per sincerarsi sulla qualità di una patata dolce, basta strizzarla leggermente con la mano.
Se la polpa si rivela molto morbida o spugnosa, non è il caso di consumarla perché è deteriorata. Una batata che presenta alcune ammaccature o fori, deve essere consumata subito per impedire lo sviluppo di muffe.
Per la scelta, va detto che le patate più diffuse in Italia, bianche e gialle, sono meno dolci e succulenti delle altre.
Di solito la patata americana è reperibile nei negozi più riforniti, ma può anche essere acquistata on line. Ma, nel web si rintracciano molti siti di aziende agricole che producono batate, anche biologiche, da ricevere a casa.
Il prezzo della radice tuberosa e di circa 3-4 euro al chilo, a cui va aggiunto quello della spedizione per l’acquisto in Internet.
Come conservarle
Le patate dolci non vanno tenute in frigorifero, ma in un luogo asciutto, al riparo dalla luce e dall’umidità. In una cantina al buio, ben riparata, l’ortaggio di qualità può conservarsi per oltre 2 mesi.
Altrimenti, essendo più delicate dei comuni tuberi, le batate dovrebbero essere consumate prima possibile. Infatti, l’ortaggio, riposto in condizioni non ottimali, dura circa una settimana, arrivando al massimo a 10 giorni. Importante è collocare le patate dolci in uno strato solo, senza sovrapporle, per evitare ammaccature.
La radice tuberosa ha bisogno di una temperatura costante, senza sbalzi verso il freddo o il caldo. Per proteggerla meglio, si può avvolgere in carta d’alluminio e poi chiudere in un sacchetto di plastica per alimenti.
Come pulire la buccia
Di regola, le patate dolci non devono mai essere lavate se non al momento del loro utilizzo.
Per pulirle bene, soprattutto se vanno mangiate crude, bisogna spazzolare la loro buccia sotto l’acqua corrente. Anche in cottura sarebbe opportuno mantenere la buccia, miniera di nutrienti, per cui va asportata ogni traccia di terra.
Per una pulizia accurata, è necessario togliere dalla scorza eventuali punti neri, radici e buchi.
Se la ricetta richiede di eliminare la buccia, nell’operazione non si deve affondare troppo la lama del coltello nella polpa.
Così, levando un leggero strato esterno, si possono preservare maggiori quantità di sostanze benefiche. Al taglio, la polpa deve mostrarsi ben compatta, asciutta e soda, mai farinosa e nemmeno cedevole.
Usi in cucina e come cucinare le patate dolci
Dal momento che l’ortaggio sbucciato può ossidarsi all’aria e diventare nerastro, conviene metterlo subito nell’acqua fredda. Al liquido si può aggiungere una manciata di sale che impedisce il cambiamento di colore.
Anche in cottura può verificarsi che la polpa si scurisca, se si aggiungono altri ingredienti troppo presto. Per fissare il bel colore della batata, è consigliabile inserire altri prodotti solo quando è cotta a sufficienza. La polpa cotta è pronta da mangiare se i rebbi di una forchetta possono affondare facilmente in essa.
In cucina, la patata dolce è versatile, dall’antipasto al dolce, e nelle ricette può sostituire i tuberi e la zucca. In pasticceria, la batata viene adoperata per tanti dolci, come nella torta al posto delle mele o per biscotti, con cioccolato.
Patata americane cruda: proposte ricette
Dal momento che le proprietà della batata rimangono intatte senza cottura, l’ortaggio crudo è più salutare e gustoso.
In insalata, la patata americana si abbina con champignon crudi, indivia, rucola, cipollotti e germogli. Un tono in più è dato dalla nota croccante, fornita da frutta secca, come i pinoli, o da crostini di pane abbrustoliti.
Scelti gli ingredienti del mix, bisogna pulire a fondo la radice tuberosa, raschiando dalla buccia terra e impurità.
La batata deve essere tagliata a fette sottili o a pezzettini e in modo rapido, perché non diventi scura. L’ingrediente può anche essere ridotto a julienne oppure grattugiato, allo stesso modo delle carote.
Nell’insalatiera, batate e ingredienti si possono condire con un’emulsione di olio extravergine d’oliva, aceto e sale. Oppure l’insalata acquista sapore con maionese o una salsa a base di yogurt, zafferano e menta.
E’ possibile assaporare la batata cruda, oltre che con olio e limone, con spezie e aromi, tra cui rosmarino, aglio e peperoncino.
Batate bollite: come prepararle
La radice tuberosa può essere lessata, preferibilmente con la buccia, intera oppure tagliata a cubetti grandi. Spazzolate sotto l’acqua corrente oppure sbucciate, le patate americane vanno immerse in acqua in ebollizione e coperte.
L’ingrediente è pronto in circa 20-25 minuti di bollitura, quando la polpa risulta morbida infilzata con uno stecchino. Il preparato può essere gustato con olio evo e prezzemolo o con cipolla, timo e paprica oppure con una salsina.
Le batate lessate sono la base per:
- Gnocchi
- Torte
- Muffin
- Polpette
- Zuppe
- Vellutate
- Focacce.
Se la ricetta la richiede sbucciata, la radice tuberosa va lasciata intiepidire prima di asportarne la scorza. Per la polpa in purea, da condire con burro e grana o da usare per altro, la si può anche passare al passaverdure.
Patate dolci in pentola
Negli umidi, la patata americana, tagliata a pezzi, deve essere aggiunta al sugo prima di altri ingredienti. Con la pentola a pressione, è possibile cuocere le patate dolci, anche intere, in poca acqua per 15 minuti.
La cottura dell’alimento può avvenire anche nella vaporiera, che mantiene meglio sostanze nutritive e sapore. Tuttavia nell’apposito cestello la radice tuberosa, a pezzi e in un solo strato, richiede oltre 20 minuti di cottura.
Patate dolci al forno
In teglia, le patate dolci possono cuocere intere con la buccia o a tocchi o bastoncini, con olio, rosmarino e aglio. Il vegetale deve rimanere in forno già caldo a 200° C per 30-40 minuti, aggiungendo il sale alla fine.
Chips di patate americane si realizzano affettandole finemente e facendole essiccare, condite con olio, sulla placca.
Allo scopo, lo sportello dell’elettrodomestico deve rimanere aperto e il vegetale va lasciato in forno a 60°C finché è secco. Alla maniera americana, le batate si preparano al cartoccio, dopo essere state lavate, asciugate e bucherellate con una forchetta.
Avvolte in carta da forno, le radici tuberose devono poi cuocere a 180° C per circa 50 minuti. Aperto il cartoccio, la polpa va scavata a purea, rispettando la buccia, e condita con burro, formaggio ed erba cipollina.
Diversamente, nel forno a microonde, le patate dolci a tocchi cuociono in minor tempo, confezionate in cartoccio. A 600-700 watt, l’ortaggio deve rimanere per 3 minuti, poi va controllato e, se necessario, cotto ancora per altri 3 minuti.
Intere, le batate vanno avvolte in carta assorbente umida, punzecchiate e cotte per 15 minuti, alla massima potenza.
In padella
In frittura sono più adatte le batate arancioni perché diventano morbide all’interno e croccanti in superficie. Divise a spicchi uguali, le patate dolci vanno tuffate in acqua bollente e scottate per 10 minuti.
Asciugate bene, devono essere immerse in olio d’oliva caldo e fritte finché sono dorate. Un delizioso contorno è costituito da batate prelessate e poi passate in padella con cipolla, burro, sale e pepe.
Comunque anche usando l’ortaggio crudo, a spicchi uguali, sono sufficienti 20 minuti di cottura a fuoco medio. Al preparato possono essere aggiunte altre verdure per un contorno ricco: melanzane, zucchine, radicchio rosso o broccoli.
I vegetali aggiunti vanno cotti nella padella con le batate, arrivate a metà cottura, coperti con il coperchio.
Possibili effetti collaterali e controindicazioni
In caso di assunzione di farmaci diuretici, la batata è controindicata perché potrebbe interferire con essi. La radice tuberosa contiene acido ossalico che può facilitare la formazione di calcoli, soprattutto nei predisposti.
I diabetici devono tenere conto dei carboidrati apportati dalla batata, per inserirli nella quota giornaliera di glucidi concessa. Quindi, un esagerato consumo di patata dolce, in particolare cotta, non è consigliabile a questi pazienti.
Anche obesi e persone in sovrappeso devono limitare le porzioni di batata condita, per le calorie e i grassi aggiunti. Comunque il consumo di patate americane non comporta particolari problemi, se non si eccede con la quantità.
Patate dolci: botanica
Quella della patata dolce è una pianta erbacea originaria dell’America Centrale di cui è commestibile la radice tuberizzata. Ipomoea batatas è il nome scientifico dell’albero perenne che appartiene alla famiglia delle Convolvulacee.
Infatti, rientra tra le piante ornamentali, con i suoi fiori bianchi e le foglie palmate o lobate, a cuore. La sua coltivazione è più adatta in un terreno di pianura e ben esposto al sole per più ore al giorno.
Dal momento che soffrono il freddo, le batate vanno raccolte prima che le temperature scendano sotto i 5° C. Recentemente è stato scoperto che tutte le piante di patata dolce contengono DNA batterico.
I geni di questo acido desossiribonucleico, contenente il codice genetico, hanno permesso una migliore coltivazione della pianta. In relazione al processo, la Ipomoea batatas è in parte il risultato di un meccanismo transgenico, ma naturale.
La pianta si è addomesticata ed evoluta, grazie alle modificazioni genetiche indotte dai batteri, per cui ha potuto diffondersi.
Produzione
La batata viene coltivata soprattutto nei Paesi non industrializzati, dove potrebbe risolvere il problema della fame.
La produzione mondiale si aggira intorno ai 128 milioni di tonnellate all’anno, con la Cina capofila dei produttori. I Giapponesi risultano tra i maggiori consumatori di patata americana, base di molti piatti tradizionali nipponici.
Invece, in Italia, il vegetale viene coltivato soprattutto in Puglia, Lazio e Veneto, in particolare nella zona padovana di Anguillara. Nel nostro Paese, la patata dolce ha ricevuto il riconoscimento di “prodotto agroalimentare tradizionale”.
Provenienza e stagionalità
L’Ipomoea batatas è stata importata in Europa dopo la colonizzazione delle Americhe, arrivando fino in Cina. In Giappone le patate dolci sono state introdotte dai Portoghesi negli anni iniziali del 17° secolo.
Ma la batata non conosce confini poiché agli albori era già conosciuta in Polinesia e si è diffusa anche in Corea, a metà del ‘700. In particolare, il vegetale si è espanso nelle zone a clima temperato e provviste di idonee fonti idriche.
Attualmente il 64% della radice tuberosa è prodotto in Cina e alte percentuali si riscontrano in Malawi e Nigeria. Anche in Spagna, Portogallo e Italia è presente una buona coltivazione dell’ortaggio che si adatta meglio in questi climi.
Pertanto la patata dolce può essere considerata quasi ubiquitaria e senza stagioni, sempre nel mercato. Il vegetale è disponibile tutto l’anno in quanto può arrivare in Italia da Paesi lontani, grazie alla sua ottima conservazione.
In Italia il periodo migliore per gustare la patata dolce nostrana è quello autunnale, in pratica da settembre a novembre. Tuttavia le radici tuberose locali rimangono apprezzabili anche fino a marzo inoltrato, se ben tenute.
Cenni storici
L’uomo si cibava di batate già 8.000 anni prima di Cristo, come testimoniano reperti trovati in Perù. Sembra che le primordiali specie selvatiche della pianta siano apparse nelle zone tropicali del Messico.
Le prime coltivazioni del vegetale sarebbero state impiantate in America Centrale nel 3.000 a.C. Dai luoghi di nascita, la pianta è poi dilagata in tutta la regione, compresi i Caraibi.
Dopo il 1492, al seguito di Cristoforo Colombo, la patata dolce è stata esportata nel Vecchio Continente. Nel corso del 16° secolo, il vegetale si è radicato in Europa e in Asia e poi anche in Oceania.
In Giappone, la patata dolce, importata nel 1600, è stata accolta con favore come rimedio alle carestie. In Africa, dove si è ben acclimatato, l’ortaggio è giunto insieme agli schiavi liberati in America, nel 1800.
Questo espandersi della batata spiega come mai sia diventata uno degli alimenti più consumati al mondo.
Con la consulenza di Rosanna Ercole Mellone, divulgatrice della nutrizione e del benessere.
Fonte
- USDA– Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti.
Ti è piaciuto il nostro articolo? Condividilo su Pinterest.