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Pur non essendo la varietà di miele più conosciuta, il miele di melata, chiamato anche melata, è un prodotto davvero portentoso: dolce, ma non troppo, dal potere antibiotico, antiossidante, antisettico, è anche la varietà di miele più ricca di sali minerali e l’unica a non essere prodotta col nettare di fiori.
E’, infatti, il risultato della lavorazione della melata, ovvero la secrezione zuccherina espulsa da alberi che producono linfa, o da insetti che si cibano della linfa degli alberi.
Il miele di melata è un grande alleato della nostra salute, un nettare versatile e prezioso da avere sempre in casa.
Che cos’è il miele di melata?
Il miele di melata, detto anche miele di bosco o miele d’albero, è un alimento simile al miele, che le api producono a partire da una sostanza zuccherina chiamata melata.
Dal punto di vista nutrizionale, il miele di melata contiene molte sostanze nutrienti che lo rendono un alimento prezioso per la nostra salute:
- 75% di zuccheri, tra cui fruttosio, glucosio, saccarosio e maltosio.
- Vitamine.
- Sali minerali.
- Tra il 17-18% di acqua.
- Proteine.
- Aminoacidi.
- Acidi organici.
- Oligominerali essenziali, come rame e ferro.
Esistono diverse varietà di questo miele e ognuna prende il nome dall’albero da cui proviene la melata: abbiamo quindi miele di abete, di pino, di quercia, di acero, di larice e così via.
Che sapore ha la melata?
Le caratteristiche organolettiche che accomunano tutte le varietà di miele di melata sono:
- Colore: da ambrato scuro a quasi nero, può presentare una fluorescenza verde.
- Sapore: mediamente dolce (meno dello zucchero e del miele di nettare), il suo gusto terroso ricorda quello del caramello, del malto, della frutta secca e della resina, con leggere variazioni a seconda della varietà.
- Aroma: Legnoso e caldo, di media persistenza.
Cos’è la melata?
La melata è acqua piovana, che dopo aver attraversato i vasi linfatici della pianta, si arricchisce degli zuccheri prodotti dalla sintesi clorofilliana.
Si tratta di una sostanza zuccherina che può essere “fisiologica” (solo l’1%), se secreta dalla pianta per difendersi da determinate condizioni climatiche, o “parassitaria”.
In questo secondo caso, la melata è costituita dagli escrementi liquidi di piccoli insetti, come afidi, psille, aleirodidi, cocciniglie, cicaline sensu lato, che si nutrono della linfa di alberi che proliferano in zone con clima temperato, come:
- Abete rosso.
- Pino.
- Quercia.
- Tiglio.
- Acero.
La linfa di questi alberi ha un elevato contenuto di zucchero, ma una scarsa quantità di amminoacidi. Per questa ragione, per soddisfare i propri bisogni nutrizionali, gli insetti sono costretti a mangiarne enormi quantità, eliminando poi l’acqua e gli zuccheri in eccesso, ovvero la melata. Questa viene espulsa sotto forma di goccioline appiccicose su foglie e corteccia, per poi essere raccolta da api, formiche e altri insetti che se ne nutrono.
Quali sono le differenze tra il miele e il miele di melata?
Anche se il nome può trarre in inganno, il miele di melata è un prodotto diverso dal ben più noto e diffuso miele di nettare:
- La prima differenza è, senza dubbio, la materia prima di cui sono fatti questi due alimenti: il miele è prodotto dalle api che lavorano il nettare dei fiori, a cui aggiungono i propri enzimi. Il miele di melata, invece, deriva dalla lavorazione della melata, ovvero gli scarti di acqua e zucchero, che alcuni insetti che si nutrono di linfa, rilasciano su foglie, rami e tronco degli alberi.
- La seconda differenza è data dal sapore: il miele di melata, infatti, è meno dolce del miele di nettare e il suo sapore è più simile al caramello, con un retrogusto amarognolo di resina, frutta secca o malto.
- Miele di nettare e melata differiscono anche per il colore: la melata, infatti, è di color ambrato molto scuro, tendente al nero.
- Un’altra differenza significativa è che il miele di melata non cristallizza, grazie all’alta percentuale di zuccheri complessi e alla bassa percentuale di glucosio, in esso contenute.
- La bassa acidità è un’altra caratteristica del miele di melata: il suo pH, infatti, è compreso tra 4,5 e 5,5, diversamente da quello più acido del miele di nettare compreso tra 3,5 e 4.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sul miele.
Proprietà e benefici del miele di melata
È considerato un miele curativo perché è ricco di ferro, fosforo, magnesio e potassio. Dalla sua composizione derivano i tantissimi effetti benefici che questo alimento può donare al nostro organismo.
Per questa ragione è consigliato il consumo quotidiano di melata: assumerne un paio di cucchiai al giorno equivale a garantirci un dolce aiuto per la nostra salute.
In questo paragrafo analizzeremo le caratteristiche del miele di melata e i benefici ad esse correlate.
Azione antisettica
Grazie alle sue proprietà antisettiche e balsamiche, è un grande alleato delle nostre vie respiratorie. Ideale per combattere tosse, bronchiti e faringiti e tutte le malattie dell’apparato respiratorio.
Fino al secolo scorso, inoltre, veniva utilizzato in chirurgia per disinfettare ulcerazioni, ferite e lesioni, grazie alla sua azione cicatrizzante.
Antibiotico naturale
Tra le proprietà benefiche della melata, va sicuramente ricordato il suo potere antibiotico e antibatterico, in grado di combattere i patogeni resistenti agli antibiotici, come lo Staphylococcus aureus.
Antiossidante straordinario
Tra le altre cose, è un antiossidante portentoso. I polifenoli in esso contenuti sono in grado di rallentare l’invecchiamento cellulare, contrastando i segni della vecchiaia e anche l’insorgere di alcune patologie.
Basso indice glicemico
Ha un contenuto di zuccheri semplici meno elevato rispetto al miele di nettare.
Per questa ragione è un ottimo dolcificante per le persone diabetiche, che seguono diete dimagranti o con un basso impatto glicemico.
Pur essendo preferibile allo zucchero e al miele di nettare, in caso di diabete e prediabete, anche il miele di bosco andrà consumato con parsimonia.
Fonte di ferro
Essendo ricco di ferro, questo miele è particolarmente indicato come integratore naturale per chi, ad esempio, ha scelto di seguire una dieta vegana e deve bilanciare la mancata assunzione di carne.
Il miele di melata regola la flora intestinale
Grazie alla presenza di molti batteri probiotici, è un valido aiuto per il nostro intestino: limita la proliferazione di batteri dannosi e ripristina la flora intestinale.
Può anche essere assunto come blando lassativo.
Aiuta il sistema nervoso
Rispetto a tutti gli altri tipi di miele, quello di melata ha il più alto contenuto di sali minerali.
Nutre e sostiene il nostro sistema nervoso, favorendo la circolazione cerebrale e la funzione mnemonica.
La minore quantità di glucosio, fruttosio, maltosio, saccarosio, unita alla maggiore quantità di aminoacidi, minerali e oligoelementi (come manganese, zinco, cobalto, zolfo, fosforo), rendono questo prodotto di facile assorbimento da parte del nostro cervello, evitando il picco glicemico e la conseguente produzione eccessiva di insulina, causati invece dallo zucchero.
Fonte di energia
Il miele di melata è detto anche “miele dello sportivo”.
La presenza di polifenoli, vitamine, polline e ormoni, lo rende un perfetto ricostituente naturale. Inoltre, l’elevata concentrazione di sali minerali, come potassio, manganese e magnesio, sostiene il nostro organismo in situazioni di eccessiva sudorazione e disidratazione, come durante l’attività sportiva.
Basterà sciogliendone 2 cucchiaini in ½ litro d’acqua con ½ limone per godere dei benefici di questo integratore 100% naturale.
Calorie e valori nutrizionali della melata
I valori nutrizionali riportati nella seguente tabella, si riferiscono a 100 g di prodotto.
Nutrienti | Quantità | *AR |
Valore energetico | 320 Kcal | 16% |
Grassi | 0 g | 0% |
– di cui saturi | 0 g | 0% |
Carboidrati | 80 g | 29,6% |
-di cui zuccheri | 80 g | 88,9% |
Fibre | 0 g | 0% |
Proteine | 0 g | 0% |
Sale | 0 g | 0% |
L’elevato contenuto di oligosaccaridi e il basso contenuto di saccarosio fanno della melata un nutriente integratore naturale, dal sapore non troppo dolce.
E’, inoltre, caratterizzato da un basso contenuto di acqua: la melata viene raccolta dalle api durante la stagione estiva, per questa ragione il tasso di umidità dell’ambiente circostante è molto basso e questo influisce anche sulla melata stessa, che tenderà a non superare mai il 18% di umidità.
Come si fa il miele di melata
Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, il miele di bosco deriva dalla lavorazione della melata, cioè gli scarti di zucchero e acqua, secreti dalla pianta stessa o da piccoli insetti che si nutrono della linfa di alcuni alberi.
Dopo essersi nutriti della linfa, gli insetti rilasciano la melata su foglie, rami e tronco, sotto forma di goccioline appiccicose.
Durante l’estate, ovvero tra giugno e settembre, il profumo zuccherino della melata attrae le api che, dopo averla raccolta, la sottopongono alla stessa lavorazione del nettare di fiore: dopo aver ingurgitato la melata, le api la mischiano alla loro saliva e la rigurgitano all’interno dei favi, producendo il miele di melata.
Per quanto riguarda la sua provenienza geografica, in Italia il miele di melata è tipico di alcune zone montuose e boschive di Alpi e Appennini, dove prosperano gli alberi di cui si nutrono gli insetti che producono la melata.
Nel resto d’ Europa, questo miele viene prodotto anche in Grecia, Turchia, Urali e nella Penisola Balcanica. Tale produzione è molto più diffusa nei paesi dell’Europa centrale.
Come si usa il miele di melata in cucina?
Il miele di melata viene usato in cucina in molti modi diversi.
- Può essere mangiato col cucchiaino da solo o aggiunto allo yogurt.
- È un ottimo sostituto di zucchero e miele di nettare, per dolcificare tè, tisane, latte e altre bevande.
- È gustoso spalmato su fette biscottate o fette di pane tostato, al posto di creme e marmellate.
- Può essere aggiunto agli impasti di torte e biscotti o usato per preparare la marmellata.
- Il suo sapore lo rende un abbinamento perfetto con formaggi grassi stagionati, come Gorgonzola DOP, Fontina Valdostana DOP, Pecorino Romano.
- Viene usato anche per preparare piatti salati, come il pollo in padella con semi di sesamo e salsa di soia.
Come scegliere e dove acquistare il miele di melata
Il miele di melata non è molto diffuso nel nostro paese ed è quindi difficile da reperire tra gli scaffali dei normali supermercati. Per chi desidera provare questo alimento, ricco di proprietà benefiche, il consiglio è di recarsi presso apicoltori locali di fiducia, in erboristeria o in negozi che vendono prodotti naturali biologici, chiedendo sempre di indicarne la provenienza.
Per quanto riguarda il prezzo, 1 kg di miele di melata costa circa € 15,00, in linea con il prezzo del miele di nettare, che però, può oscillare parecchio a seconda delle varietà.
È molto difficile distinguere le diverse varietà di melata, tutte troppo simili tra loro.
Solo alcune presentano delle peculiarità che le differenziano dalle altre. È il caso delle due tipologie più facili da reperire sul mercato:
Melata di abete
La melata di abete viene raccolta dalle api nei mesi estivi, tra luglio e settembre, nei boschi di Alpi e Appennino. Il suo colore, tipicamente ambrato scuro, può presentare una leggera fluorescenza verde scuro. Ha un aroma balsamico e un sapore simile al caramello e al malto.
Melata di Metcalfa
Il nome di questa tipologia deriva dal nome di un insetto di origine americana
Anche questa tipologia viene raccolta nei mesi estivi, ma è tipica delle regioni pianeggianti e collinari del centro e nord Italia. Il suo colore va dall’ambra scuro al nero intenso, mentre odore e sapore sono simili a quelli della marmellata di fichi, con un retrogusto salato.
Controindicazioni del miele di melata
Il consumo del miele di melata non ha particolari controindicazioni e può essere assunto quotidianamente da adulti e adolescenti. È invece sconsigliato per l’alimentazione dei bambini con meno di un anno di età, il cui sistema immunitario è ancora in fase di sviluppo.
Dal momento che la melata, al contrario del nettare, non è protetta dal calice del fiore, è possibile trovare al suo interno residui di altre sostanze, come i metalli pesanti prodotti dall’inquinamento. Per questa ragione è sempre bene accertarsi della provenienza e della lavorazione di questo prodotto, al momento dell’acquisto.
Il regolamento CE n. 1829 e 1830 del 2003 ha, inoltre, la funzione di determinare la composizione di questo miele, per garantire che non contenga e non sia ottenuto da organismi geneticamente modificati.
Cenni storici
Originariamente la melata era molto apprezzata per le sue proprietà antisettiche: circa due secoli fa, infatti, veniva utilizzata come disinfettante per ferite, piaghe e lacerazioni.
Inoltre, grazie alla concentrazione di zucchero in essa contenuta, la melata costituisce da sempre fonte di nutrimento, non solo per i piccoli insetti, ma anche per l’uomo. Veniva, infatti, raccolta da tribù indigene del Sudafrica, dell’Australia e del Medio Oriente.
Nel 1740 il naturalista francese Reaumur scoprì che la melata non era prodotta esclusivamente dagli alberi, ma che, nella maggior parte dei casi veniva prodotta dagli afidi.
In Italia il miele di melata fa la sua prima apparizione intorno al 1980, in Veneto, per poi diffondersi in tutto lo stivale, isole incluse, e nei paesi confinanti, come Francia, Svizzera, Croazia e Slovenia.
Dal 2014 alcune aziende specializzate in prodotti apistici si sono adoperate per far conoscere il più possibile le peculiarità di questo prodigioso alimento, promuovendone la diffusione in tutt’Italia.
Fonti
- La melata, potente agente antibatterico.
- Wisconsin Pollinators.
- Agris Fao.
- Bioapi.