Sommario
Il miele di Manuka è prodotto dalle api mellifere con il nettare del fiore della pianta di Manuka, una pianta autoctona della Nuova Zelanda e di alcune zone dell’Australia. Negli anni ’80, questo miele è stato oggetto di specifiche analisi chimiche e di studi mirati, e sono emerse le proprietà benefiche uniche di questo alimento, derivanti dalle peculiarità del nettare della pianta e dalla naturale operosità dell’ape.
Infatti, è accertato che l’attività medicinale che il miele di Manuka possiede, è efficace contro le aggressioni microbiche, per un’ampia gamma di batteri, soprattutto Gram-negativi, per la cura di ferite e di ustioni e come antiossidante.
La ricerca indaga ancora sulle tante opportunità che questo miele offre per migliorare la salute. Si affacciano sempre più numerose osservazioni scientifiche che ne confermano le straordinarie proprietà.
Il mercato di questo prodotto naturale ha subito un’impennata. Quindi, per evitare fenomeni speculativi, è stata creata una specifica classificazione dei mieli di Manuka, basata sull’attribuzione di un numero corrispondente alla concentrazione dei composti distintivi unici caratteristici di questo miele. Il più rilevante dei quali è il metilgliossale (MGO), giudicato il maggior responsabile dell’attività antibatterica.
Miele di Manuka: cos’è
Il miele di Manuka viene prodotto in Nuova Zelanda e in Australia.
Come tutti gli altri tipi di miele, è costituito esclusivamente dalla sostanza dolce naturale che le api (Apis mellifera) producono a partire dal nettare.
L’arbusto cespuglioso, per circa 6 mesi all’anno, presenta una ricchissima fioritura, profumata e aromatica.
Le api mellifere bottinano il nettare e lo trasformano combinandolo con sostanze specifiche proprie. Lo depositano, lo disidratano, lo immagazzinano e lo lasciano maturare nei favi dell’alveare creando così il loro prezioso prodotto.
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Perché il miele di Manuka è diverso dagli altri mieli
La caratteristica che rende particolare il miele di Manuka rispetto a tutti gli altri mieli è data dalle sue proprietà benefiche, soprattutto antibatteriche.
Queste virtù sono trasmesse dai pollini e dal nettare della manuka, che conferiscono al miele una straordinaria ricchezza di composti nutritivi.
In particolare, è stata osservata un’elevata concentrazione di una sostanza chiamata metilgliossale (MGO), nonché quantità variabili di gliossale (GO) e di 3-deossiglucosone (3-DG).
Sono tutti e tre composti 1,2-dicarbonilici, cioè prodotti intermedi formati nel processo di degradazione dello zucchero dalle spiccate attività antibatteriche, oltre al 5-idrossimetilfurfurale (HMF), altro composto organico formato dalla disidratazione dei glucidi.
Inoltre, gli studi riguardanti il miele di Manuka, hanno evidenziato in alcuni campioni una rilevante persistenza dell’attività antibatterica.
La chimica alla base di questa attività antibatterica “non-perossido” del miele di Manuka rimane ancora non del tutto chiara, ma è stata collegata in maniera certa alla presenza di quantità variabili dei composti 1,2-dicarbonilici, soprattutto di MGO.
La presenza di fattori qualitativi benefici rappresenta un’importante opportunità commerciale, che viene espressa da un sistema di classificazione chiamato UMF, che sta per “Unique Manuka Factor” (Fattore Unico Manuka), basata su due aspetti fondamentali dei mieli di Manuka.
Quindi, l’autenticità del miele di Manuka e un numero che rappresenta i composti distintivi unici caratteristici di questo miele che includono i marcatori chiave di leptosperina (il polline esclusivo del fiore di manuka) e il DHA (didrossiacetone) composto presente nel fiore di manuka precursore del metilgliossale (MGO).
L’ape prelevando il nettare dal fiore della Manuka trasferisce questo composto nel miele, che verrà trasformato naturalmente in MGO (metilgliossale), attraverso gli enzimi prodotti dall’ape.
Classificazione UMF
Quindi, l’UMF ha un metodo per garantire il livello di efficacia antibatterica del prodotto, che varia in genere da un minimo di 10 a 20+.
Maggiore è il numero, maggiore è la potenza di attività insita nel miele.
Come si può notare nella Tabella 1, nei sei campioni di miele di Manuka dalla Nuova Zelanda, le concentrazioni per MGO variavano da 38 a 761 mg/kg che è, nel valore massimo, fino a 250 volte superiore rispetto al dato medio corrispondente per i campioni di miele convenzionale (3,1 mg/kg).
Per avere un’idea della variabilità dei composti nelle diverse tipologie di mieli commerciali e di mieli di Manuka, si riporta una tabella di analisi eseguita da una ricerca condotta dall’Università di Dresda in Germania e pubblicata dal Molecolar Nutrition Food Risearch n. 52 del 2008.
L’indicazione “UMF-valore” è il parametro commerciale utilizzato per valutare anche l’attività antibatterica del miele di Manuka. E’ direttamente correlato al contenuto di MGO, altro parametro di classificazione.
Produzione in Australia
Il miele di Manuka viene anche prodotto in Australia.
Sembra che in certe zone, per via delle condizioni climatiche più calde, venga raccolto un “super Manuka honey” dalle caratteristiche più forti e stabili, che arriva fino all’incredibile valore di 1750 mg /kg di MGO.
Questi dati sono certificati dallo Stato del Queensland, Ministero del Lavoro, Sviluppo Economico e Innovazione, 2010. Possono anche raggiungere picchi di 2264 mg, di gran lunga superiori a quello Neozelandese che raggiunge al massimo un indice MGO di 800 mg/kg.
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Le fantastiche proprietà nutrizionali del miele di Manuka
I valori nutrizionali dei mieli sono sostanzialmente molto simili.
Ma, nel miele di Manuka, il contenuto totale di fruttosio e glucosio è superiore a 75 g /100 g.
Inoltre, il rapporto tra fruttosio e glucosio (F/G), importante per evitare lo sviluppo di nuclei di zucchero cristallino nel miele, ha un rapporto F/G>1. Per questo il miele di Manuka può essere conservato più a lungo senza cristallizzare.
Il contenuto proteico è determinato dalla presenza di aminoacidi, derivanti da:
- nettare
- enzimi secreti dalle api mellifere
- condizioni di conservazione.
Il miele di Manuka possiede tra i più alti contenuti proteici (fino a 128,5 mg /100 g) rispetto ad altri mieli commerciali naturali.
Il livello di composti fenolici del miele di Manuka risulta tra i più alti (73,4 mg GAE /100 g). Quello registrato in altri mieli naturali va da circa 16 a 120 mg /100 g. Per quel che riguarda il contenuto totale di flavonoidi, il miele di Manuka presenta un livello molto elevato (3,9 mg /100 g) rispetto a molti mieli naturali e commerciali.
Tuttavia, i dati di composti fenolici e flavonoidi possono oscillare notevolmente tra i mieli in base alle fonti di nettare. Infatti, alcuni tipi di miele definiti medicinali, come quello di arjuna e di oliva, hanno quantità fino a 6 volte superiori.
Leggi il nostro approfondimento sul miele.
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I benefici per la salute del miele di Manuka
Proprietà antibiotiche
Il miele di Manuka ha una maggiore attività antimicrobica grazie ad una complessa miscela, che riguarda centinaia di componenti, tra zuccheri, proteine, fenoli (acidi fenolici e flavonoidi) ed enzimi derivati dalla pianta di Leptospermum scoparium e dalle api.
L’aumentata attività antibatterica è attribuita alla ricca presenza di metilgliossale (MGO), non così presente in altri mieli.
E se poi sopraggiunge qualche male di stagione, un raffreddore o un mal di gola, un cucchiaio di miele di Manuka tal quale, tre volte al giorno, aiuta a rafforzare il sistema immunitario e contribuisce a favorire una veloce guarigione e ad alleviare i sintomi più fastidiosi.
Attraverso la maturazione del miele, il diidrossiacetone viene convertito in modo non enzimatico in metilgliossale, determinando la sua presenza all’interno del miele a base di Manuka.
Inoltre, ha dimostrato un effetto inibitorio sui biofilm polimicrobici, in grado di interrompere la formazione di biofilm in diversi agenti patogeni (inclusi Pseudomonas aeruginosa, Escherichia coli e Staphylococcus aureus).
Promuove la guarigione delle ferite
L’uso del miele di Manuka per il trattamento topico delle ferite è aumentato recentemente in tutto il mondo grazie al suo ampio spettro di attività nei confronti dei batteri. L’effetto del miele sulla guarigione delle ferite post-chirurgiche è stato ben documentato.
L’esposizione al miele di manuka effettuata in laboratorio su un gruppo test di batteri, sotto forma di gel per ferite, ha determinato cambiamenti variabili sia nella sensibilità antimicrobica che nella patogenesi rispetto a progenitori microbici.
Le osservazioni della potente attività del miele di Manuka hanno portato allo sviluppo del miele per uso medico, che ora ha una varietà di usi all’interno di un ambiente clinico.
Gli usi medicinali principali del miele sono un unguento topico e medicazioni a base di miele nel trattamento di ferite e ustioni superficiali. Entrambi lavorano per promuovere la guarigione delle ferite, ma soprattutto prevengono e curano le infezioni microbiche, specialmente quelle causate da microrganismi multiresistenti.
Lo sviluppo del miele per uso medico ha fornito un futuro promettente per il trattamento di ferite e ustioni, con una migliore guarigione e una riduzione delle cicatrici.
Malattie della pelle e emorroidi
Oltre ad essere particolarmente indicato come rimedio medicinale per ferite e ustioni, è efficace anche nei trattamenti e nella cura di:
- pitiriasi (malattie della pelle caratterizzate dalla comparsa di chiazze o macchie su viso, tronco e arti superiori, spesso associate a decolorazione e desquamazione)
- la tinea o tinea corporis (un’infezione micotica dello strato superficiale della cute, provocata da funghi detti dermatofiti)
- seborrea
- forfora
- dermatiti da sfregamento (come ad es. il pannolino)
- psoriasi
- emorroidi
- ragadi anali.
Proprietà antiossidanti del miele di Manuka
I composti fenolici e flavonoidi sono marcatori di attività antiossidante e il loro contenuto viene comunemente tenuto in considerazione per prevedere il potenziale terapeutico di molti prodotti naturali.
Una consistente presenza di tali composti nel miele di Manuka fa presupporre una rilevante attività di scavenging dei radicali (RSA) ovvero la capacità di trasformare i radicali liberi dell’ossigeno in composti non radicalici, privi di reattività e quindi di tossicità, con valori registrati di oltre il 55%.
La capacità di assorbimento dei radicali dell’ossigeno del miele di Manuka è paragonabile a quella di diversi tipi di frutta e verdura fresca.
Tuttavia, proprio in virtù della diversità dei metaboliti vegetali nei nettari floreali anche le attività antiossidanti possono risultare più o meno variabili tra gli stessi mieli di Manuka.
Altri benefici
La valutazione dell’effetto del miele su varie patologie è stata ampiamente studiata in vitro. Infatti, è stato confermato, il suo effetto antidiabetico, protettivo verso il sistema cardiovascolare e sul bilanciamento del colesterolo, nonché verso l’apparato respiratorio (ad es. la rinosinusite fungina allergica) e gastrointestinale.
Inoltre, si è osservato che questo alimento calma le infiammazioni gengivali, le afte e inibisce la formazione della placca dentale, combatte il mughetto e previene la parodontite.
Scarsa invece è la letteratura scientifica su come il processo di digestione influenzi e modifichi la biodisponibilità e la bioaccessibilità dei composti responsabili di questa attività benefica in relazione a molte patologie interne.
Controindicazioni
Come tutti gli altri tipi di miele, anche quello di Manuka può presentare alcune controindicazioni. In particolare, la possibilità di provocare reazione allergica in soggetti già sensibili alle api.
Inoltre, un consumo alimentare eccessivo può provocare un aumento della glicemia.
Per questa ragione, non è consigliata l’assunzione a chi già soffre di diabete o, comunque, va fatta sotto stretto controllo medico.
Inoltre, potrebbe interferire sugli effetti di alcuni farmaci, tra cui i fluidificanti del sangue e quelli chemioterapici. Quindi, in presenza di tali eventualità, meglio assumere il miele dopo aver consultato il proprio medico curante.
Miele di Manuka: come assumerlo
Il miele di Manuka è un prodotto alimentare sicuro da consumare come tutti gli altri mieli.
I prodotti possono avere anche scopi medicinali da applicare a livello topico o possono essere dei derivati da utilizzare a scopo cosmetico e per la cura e l’igiene del corpo.
Tuttavia, essendo un alimento dall’elevato contenuto zuccherino, va tenuto conto dell’apporto calorico che questo miele può produrre in un contesto dietetico generale.
Uno o due cucchiai di miele di Manuka al giorno potrebbero rappresentare una dose sufficiente a garantire i benefici protettivi di questo miele.
È buono sia assoluto che aggiunto ad altri alimenti o bevande, magari come sostituto dello zucchero bianco nel tè o nel frullato o spremuta. Meglio se le bevande sono a temperatura ambiente o tiepide per non alterare le proprietà benefiche del miele.
A colazione si può spalmare su una fetta biscottata o di pane. Oppure, aggiungerlo allo yogurt.
E’ ottimo anche con cibi salati. Un classico è in accompagnamento a formaggi, caprini, ovini o vaccini, ma meglio duri o semiduri stagionati.
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Miele di Manuka: quale scegliere
Il miele di Manuka è ampiamente disponibile online e in alcuni negozi di alimenti naturali.
Prima di acquistarlo, è importante saper scegliere il prodotto e capire esattamente cosa si sta ricevendo, per due ragioni:
- evitare raggiri
- ottenere un miele di Manuka originale con la concentrazione di MGO desiderata.
Infatti, non tutto il miele di Manuka è uguale. Questo tipo di miele è spesso etichettato come “miele di Manuka attivo”, definizione che può risultare fuorviante.
Infatti, questo termine si riferisce agli effetti antibatterici che non sono distintivi del miele di Manuka ma che sono comuni a tutti i tipi di miele.
Quindi, per garantire le proprietà curative uniche del miele di Manuka, occorre fare riferimento all’“attività antibatterica non perossido (NPA)” ovvero alla classificazione UMF.
La sigla UMF “Unique Manuka Factor” non solo certifica ed etichetta “il miele di Manuka attivo” ma lo classifica. Permette anche di escludere tutti gli altri mieli che non sono oggetto di controllo analitico e potrebbero non presentare analoghe proprietà.
Il fattore UMF indica la forza del miele di Manuka, ma non indica direttamente il quantitativo di metilgliossale (MGO) che è il responsabile dell’attività del miele di Manuka.
Invece, un altro sistema di classificazione del miele di Manuka si riferisce proprio al contenuto di MGO, espresso in mg per kg.
MGO è un dato comunque importante che deve comparire in etichetta. Normalmente, va da un minimo di 80 mg/kg fino ad un massimo di circa 800 mg/kg.
Mentre il contenuto minimo di leptosperina non deve essere inferiore al 70% del totale del vasetto.
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Usi in bellezza del miele di Manuka
Il miele di Manuka è un’efficace agente terapeutico nel trattamento delle ferite topiche perché inibisce la crescita dei batteri e impedisce la formazione del biofilm batterico.
Inoltre:
- abbassa il pH delle ferite
- riduce il dolore e l’infiammazione
- promuove la cicatrizzazione
- favorisce la deposizione di collagene
- svolge un importante ruolo di rigenerazione del tessuto.
Per questo motivo, è sempre più sfruttato a livello cosmetico per la cura della pelle.
Grazie all’osmosi viene stimolata la microcircolazione nel tessuto dermico, che si traduce in una sua migliore nutrizione e ossigenazione. In questo modo vengono stimolati anche i processi metabolici e l‘aumento dei processi rigenerativi, grazie anche alle proprietà igroscopiche, che agiscono come disintossicanti del tessuto dermico.
Ciò si traduce in:
- aumento della tensione della pelle
- miglioramento della sua elasticità
- pelle luminosa
- meno rughe.
Inoltre, è un buon cosmetico per riparare dai danni esterni le parti del corpo più esposte, come ad esempio le labbra screpolate, le mani ruvide e screpolate.
Grazie, alla presenza di flavonoidi, il miele può anche svolgere un ruolo importante nella protezione solare prevenendo l’irritazione della pelle.
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Cenni storici
Il miele di Manuka cominciò ad essere prodotto e raccolto da quando, all’alba del XIX secolo, vennero introdotte in quest’area oceanica le api mellifere europee.
La notorietà e l’attenzione verso il miele di Maluka ebbe inizio alla fine degli anni ’80 del XX secolo, quando vennero analizzati alcuni mieli floreali nei centri di ricerca dell’Università di Waikato in Nuova Zelanda. Fu allora che si osservarono per la prima volta le eccezionali proprietà antimicrobiche del miele derivato dalle specie di piante di Manuka.
Si dimostrò che, oltre all’effetto antimicrobico svolto dall’enzima glucosio ossidasi (che rilascia il perossido di idrogeno in presenza di siero corporeo), tipico in tutti i tipi di miele, il miele di Manuka ha qualcosa in più che esercita una potente azione antimicrobica. Successivamente vennero identificati i composti responsabili di questo effetto unico.
Fonti
- CREA– Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione.
- Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia.
- Proprietà cicatrizzanti- NCBI.
- Attività antibatterica dell’alimento- NCBI.
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