Sommario
Originari del Medio Oriente, i datteri sono una ricca fonte di fibre alimentari, minerali (soprattutto potassio, rame, ferro, magnesio e fosforo) e presentano un ridotto apporto di grassi. Infatti, Il dattero, in arabo بَلَح “balah” o تَمْر “tamr” significa l’oro del deserto per tutte le proprietà nutrizionali che contiene.
Tuttavia, se sei a dieta, i datteri vanno consumati con moderazione perché sono molto energetici e forniscono prontamente zuccheri (fruttosio, saccarosio, maltosio e destrosio). Normalmente, è bene limitarsi, consumando circa 50 g di prodotto al giorno o ogni due. Infatti, 100 g di datteri essiccati, circa 12-15 frutti hanno 300 calorie. I datteri sono adatti agli sportivi in virtù del loro potere calorico e dell’elevato contenuto di zuccheri ma non sono idonei per chi soffre di diabete.
La presenza dei datteri sulle tavole nel periodo delle feste natalizie invita a considerare anche gli eccessi che potrebbero derivare da una concomitante presenza di tanti altri alimenti ricchi di grassi e di zuccheri semplici.
I datteri possono essere consumati sia freschi che essiccati. Sono principalmente consumati come semplici frutti, freschi e soprattutto essiccati, cioè nella forma in cui sono più facili da conservare e reperirle.
Datteri: cosa sono?
La Palma da datteri (Phoenix dactylifera L.), appartiene alla famiglia delle Arecaceae (Palmae). È originaria del Nordafrica e si è estesa in Medio Oriente, in Arabia fino al Golfo Persico, dove forma la caratteristica vegetazione delle oasi, quindi in molte aree che si affacciano sul Mediterraneo e nelle Canarie.
Successivamente, è stata trapiantata nella parte meridionale degli Stati Uniti, in Sud America, in India e in Pakistan. In Africa settentrionale è ampiamente coltivata, rappresentando non solo una caratteristica paesaggistica ma una vera e propria fonte alimentare primaria.
Solitamente si mangiano essiccati, ma per trarre il massimo beneficio da tutte le loro proprietà, andrebbero consumati freschi. Infatti, sono più ricchi di composti antiossidanti e vitamine, con un apporto calorico di quasi la metà rispetto a quelli essiccati. Anche il sapore dei datteri freschi non è mai troppo dolce.
Invece, Il dattero secco è composto solo dal 20/30% d’acqua e tra il 50% e il 70% di zuccheri. I datteri vengono essiccati per esigenze di conservazione. Invece, Il dattero secco è composto solo dal 20/30% d’acqua e tra il 50% e il 70% di zuccheri. I datteri vengono essiccati per esigenze di conservazione.
Varietà da conoscere
Esistono molte varietà di datteri, ognuna con le proprie caratteristiche distintive in termini di sapore, dimensioni, consistenza e provenienza geografica. Alcune delle varietà di datteri più conosciute includono:
- Medjoul: questi datteri sono famosi per le loro dimensioni più grandi, la polpa morbida e il sapore dolce. Sono anche chiamati “il re dei datteri”.
- Deglet Noor: questa varietà ha una consistenza più ferma rispetto ai Medjoul e ha un sapore dolce e delicato. Sono spesso di colore chiaro e vengono coltivati in Nord Africa, compresi paesi come Algeria e Tunisia.
- Barhi: sono di solito di colore chiaro e hanno una consistenza morbida e cremosa. Sono dolci e ricordano il gusto del caramello. Sono spesso consumati freschi.
- Halawi: sono di solito più piccoli e hanno una polpa tenera e dolce. La loro pelle può variare dal marrone chiaro al marrone scuro.
- Zahidi: questa varietà ha una pelle più spessa e una polpa più asciutta. Sono meno dolci rispetto ad alcune altre varietà.
- Thoory: ha una pelle più scura e una polpa più asciutta. Sono spesso utilizzati per l’essiccazione.
- Dayri: hanno pelle più scura e la forma allungata. Hanno una consistenza più asciutta rispetto ad alcune altre varietà.
- Khadrawy: questa varietà ha una polpa tenera e sapore dolce. I datteri Khadrawy sono spesso consumati freschi.
Proprietà e calorie dei datteri secchi
Acqua (g) | 21,3 |
Energia (kcal) | 277 |
Proteine (g) | 1.81 |
Lipidi (g) | 0.15 |
Colesterolo (mg) | 0 |
Carboidrati disponibili (g) | 75 |
Fibra totale | 6.7 |
I datteri sono frutti ricchi di nutrienti che offrono diversi benefici per la salute. Tra le loro principali proprietà nutrizionali c’è sicuramente l’apporto energetico. Infatti, sono una fonte di energia, principalmente sotto forma di zuccheri naturali come il glucosio, il fruttosio e il destrosio. Questo li rende un’opzione ideale per fornire rapida energia.
Contengono poi una buona quantità di fibre alimentari, che favoriscono la digestione, regolano la glicemia e contribuiscono al senso di sazietà.
Non mancano le vitamine e i sali minerali essenziali e nemmeno antiossidanti, come flavonoidi, carotenoidi e fenoli, che aiutano a neutralizzare i radicali liberi, contribuendo alla protezione delle cellule dai danni da invecchiamento e dallo stress ossidativo. La presenza di minerali come il calcio, il fosforo e il magnesio, inoltre, sostiene la salute delle ossa e il mantenimento della loro densità.
Hanno un basso contenuto di grassi saturi e di colesterolo; ciò li rende un’opzione salutare per chi cerca di limitare l’apporto lipidico nella dieta.
Alcuni studi suggeriscono, infine, che i datteri possono avere effetti positivi sulla salute cardiovascolare, aiutando a ridurre i livelli di colesterolo LDL e a migliorare la salute delle arterie.
Sali minerali e vitamine
MINERALI | |
Sodio (mg) | 1 |
Fosforo (mg) | 62 |
Ferro (mg) | 0.9 |
Potassio (mg) | 696 |
Calcio (mg) | 64 |
Magnesio (mg) | 54 |
Rame (mg) | 0.36 |
Manganese (mg) | 0.29 |
Zinco (mg) | 0.44 |
VITAMINE | |
Tiamina – B1 (mg) | 0.05 |
Riboflavina – B2 (mg) | 0.06 |
Niacina (mg) | 1.61 |
Folati (µg) | 15 |
Vitamina B6 (mg) | 0.24 |
Vitamina A (µg) | 7 |
Vitamina K (µg) | 2.7 |
Quante calorie hanno i datteri?
100 g di datteri freschi apportano 128 Kcal, quindi nemmeno tante, considerando la quantità di datteri che solitamente si consuma e che difficilmente arriva ai 100 g. Le calorie, invece, salgono a circa 277/100 g se mangiati secchi.
Differenze tra datteri freschi e datteri secchi
Si tratta sempre dello stesso frutto, tuttavia, si differenziano sotto alcuni aspetti. I datteri freschi sono i frutti appena raccolti che non vengono sottoposti a processi di essiccazione. Al contrario, i datteri secchi subiscono disidratazione mediante diversi metodi e tempi.
La loro disidratazione però aumenta la concentrazione degli zuccheri, conferendo un gusto più dolce. Tra le varietà di datteri essiccati, spiccano i Medjoul.
Dolci ed energizzanti, i datteri però non sono frutta secca ma frutta essiccata o disidratata. La frutta secca, infatti, chiamata anche frutta a guscio o frutta oleaginosa, comprende i frutti composti da un guscio duro che racchiude un seme commestibile. La frutta disidratata o frutta essiccata, invece, è frutta fresca sottoposta a un processo di disidratazione, che rimuove quasi totalmente l’acqua.
Quanti datteri si possono mangiare?
La quantità giornaliera consigliata è di 2 datteri disidratati, che corrispondono a circa 40 g. Lo dice l’FDA (Food and Drug Administration) che indica come un consumo di un massimo di 40 g di frutta disidratata al giorno, se inserito all’interno di una dieta a basso contenuto di grassi saturi e colesterolo, aiuti a proteggere la salute cardiovascolare e a ridurre i livelli di colesterolo.
Inoltre, sostiene che i datteri essiccati sono un’ottima fonte di magnesio e potassio, utili per la riduzione della stanchezza e dell’affaticamento.
A cosa fanno bene i datteri? Tutti i benefici
Sono energetici
I datteri forniscono un contributo energetico notevole. 100 g di datteri essiccati, circa 12-15 frutti, a seconda della loro dimensione, corrispondono a circa 282 calorie, che provengono quasi esclusivamente da glucidi.
Dunque, i datteri sono prodotti alimentari di prima scelta per gli sportivi in quanto forniscono anche vitamine del gruppo B, necessarie al metabolismo glucidico, in particolare, sulla prestazione a lungo termine ed ogni volta che devi compiere sforzi fisici prolungati come il triatlon o il trail running.
Inoltre, grazie al loro potere energetico, sono molti utili in caso di:
- affaticamento.
- Carenze vitaminiche
- Debilitazione fisica.
Antiossidanti
Ai datteri freschi sono ricchi di antiossidanti grazie alla presenza di: antociani, carotenoidi e composti fenolici.
Invece, una quantità significativa di antiossidanti e carotenoidi si perde dopo l’essiccazione al sole dei datteri, mentre il contenuto totale di fenolici e acidi fenolici liberi e legati è aumentato significativamente.
Antinfiammatori
I datteri avrebbero anche proprietà antinfiammatorie. La tradizione attribuisce ai datteri benefici soprattutto a favore dell’intestino e delle vie respiratorie, con un’importante attività espettorante.
I datteri consumati in decotto col miele aiutano le vie respiratorie, grazie alle proprietà emollienti e utili a contrastare il catarro.
Sono rimineralizzanti
Sono un’ottima fonte di potassio e una buona fonte di fosforo. In ogni caso, sono ricchissimi di sali minerali e possono essere quindi considerati un ottimo remineralizzante naturale.
Infatti, il potassio, insieme al magnesio, è particolarmente utile per l’equilibrio dei liquidi nell’organismo e come protettore del sistema cardiovascolare, il fosforo invece aiuta le funzioni cerebrali.
Proteggono l’apparato scheletrico
La vitamina K presente nel dattero, oltre ad essere un fattore utile alla coagulazione sanguigna, interviene nella corretta funzionalità di alcune proteine implicate nella formazione. Non solo, mantiene in forze le ossa, come l’osteocalcina (o proteina GLA dell’osso), necessaria per il normale metabolismo dell’osso.
L’osteocalcina è sintetizzata dagli osteoblasti, ovvero le cellule ossee, e interviene nella regolazione dell’incorporazione del fosfato di calcio nelle ossa.
La relazione tra vitamina K e il processo di rafforzamento del tessuto osseo sembra essere confermata da alcune recenti evidenze scientifiche che dimostrerebbero l’esistenza di una relazione tra i bassi livelli di vitamina K nel sangue e lo sviluppo dell’artrosi, o di una fragilità ossea patologica o ancora di osteoporosi.
Datteri: usi in cucina
Solo alcune varietà (la Berhi e la Hiann) vengono commercializzate fresche e destinate al consumo diretto. I datteri si possono mangiare da soli, nei dessert, oppure con tutti i formaggi saporiti.
In commercio, trovi anche datteri farciti con frutta in guscio, che ne aumentano il potere energetico. Trattandosi di un alimento calorico, nella quotidianità è consigliato assumere una porzione di datteri adeguata al tuo dispendio energetico senza appesantirti.
Infatti, è preferibile, consumarli a:
- prima colazione, magari in accompagnamento a cereali integrali e uno yogurt al naturale.
- Dopo pranzo.
- Snack “spezza-fame” pomeridiano.
Lo sciroppo di datteri, che si ottiene bollendo i frutti in acqua, è considerato un buon rimedio contro tosse e raffreddore. Ma i datteri possono essere utilizzati anche per varie preparazioni e fantasiose ricette. I datteri, uniti al latte e accompagnati da cereali sono un’ottima prima colazione, energetica e dolce come piace ai più piccoli.
Inoltre, la loro matrice zuccherina forma un buon connubio con i formaggi, soprattutto se molto saporiti. Un’idea per una pietanza originale e sostanziosa può essere quella di preparare alcuni datteri, denocciolati e farciti con formaggi di vario tipo, accompagnati con una dadolata di polpa di pere. Ma possono anche essere l’ingrediente esotico di un’insalata agrodolce.
Controindicazioni ed effetti collaterali
Ai diabetici i datteri sono fortemente sconsigliati. L’elevato apporto calorico derivante dagli zuccheri contenuti nei datteri suggerisce di non eccedere mai con la quantità. Questo consiglio, che vale in generale per tutti i frutti zuccherini, risulta particolarmente importante per chi già presenta elevati indici glicemici nel sangue o per chi segue una dieta ipocalorica.
Meglio consumare i datteri al di fuori dei pasti principali soprattutto se abbondanti, per evitare di alzare troppo il carico glicemico.
Soprattutto, occorre limitarti a cena perché, durante la notte, gli zuccheri in eccesso, non vengono utilizzati dall’organismo e vengono trasformati in riserve, sotto forma di grasso.
Datteri: botanica
L’albero di palma si presenta con un lungo tronco che può raggiungere un’altezza anche superiore ai 30 m. Le radici della palma sono relativamente corte, ma sono molto numerose e si sviluppano a raggiera nel suolo. In questo modo, riescono a sfruttare meglio le risorse idriche dal terreno e si ancorano saldamente ad esso resistendo a situazioni di vento molto forti.
Il tronco della palma, a differenza di altri alberi, non è in grado di sostenere pesi enormi, ma in compenso possiede una flessibilità notevole, tanto da potersi piegare fino a 50 gradi.
L’interno ha una consistenza fibrosa e all’esterno è costituito da un tipico rivestimento a losanghe disposte orizzontalmente che rappresentano i resti delle guaine delle foglie cadute. Non sviluppa ramificazioni: quelle che formano una rada corona all’apice del fusto sono le foglie.
Queste sono pennate, lunghe fino a 6 metri, raggruppate in un numero massimo di trenta. Le superiori sono ascendenti mentre le basali ricurve vanno verso il basso, e sono di colore verde-glauco.
Stagionalità dei datteri
A seconda delle varietà, i datteri possono presentare la polpa dura o molle e possono essere più o meno carnosi. I datteri d’Israele sono abbastanza noti per la polpa particolarmente ricca.
Si raccolgono tra agosto e settembre. Ciascuna palma ha una capacità produttiva tra gli 80 e i 150 kg di datteri all’anno.
La palma si moltiplica per polloni (naturali escrescenze alla base della pianta) o per semina in primavera. Inizia a fruttificare solo dopo l’ottavo anno di vita, raggiungendo la piena maturità a trenta. Inoltre, è molto longeva, può vivere oltre 200 anni.
La palma da dattero cresce bene su ogni genere di terreno purché sia fertile e ben drenato. È una pianta sensibile al freddo, e nelle aree a clima temperato, anche se esposte a zone soleggiate, non sono produttive e hanno solo scopo ornamentale.
Per far sì che i frutti giungano a completa maturazione sono richieste temperature piuttosto elevate (40°C) e un notevole apporto di acqua, che nelle coltivazioni viene sostenuto da impianti irrigui.
Cenni storici
La palma da datteri è conosciuta da millenni (oltre 7000 anni fa) dalle popolazioni che vissero nell’area a Sud della zona temperata boreale e nella zona torrida, specialmente in:
- Medio Oriente.
- Nord Africa.
- India nordoccidentale.
Questa pianta era talmente importante per il sostentamento umano che molti esperti la ritengono la prima pianta coltivata dall’umanità.
La pianta presso le popolazioni latine aveva assunto un valore simbolico molto preciso: quello dell’onore e della vittoria. La palma del dattero, anche se sferzata dal vento e appesantita dai frutti, non cede e non si abbatte mai, ma prosegue la sua crescita verso l’alto. I Romani usavano donare un ramo di palma a persone illustri per valore artistico, culturale o per il coraggio dimostrato in battaglia o nell’arena come gladiatori.
Questa simbologia venne poi trasferita alla tradizione cristiana, dove le foglie diventano un segno di pace a ricordo degli onori attribuiti a Gesù quando entrò a Gerusalemme. Inoltre, i Romani facevano uso frequente del frutto anche per aromatizzare e addolcire il vino, per produrre con la sua fermentazione bevande alcoliche oppure come ingrediente per dolci.
Involuzione delle coltivazione
Durante l’ultimo secolo, si è assistito ad una progressiva involuzione delle coltivazioni di datteri, soprattutto nei Paesi del Nord d’Africa. Questa regressione è dovuta a vari fattori, fra cui la malattia del Bayoud, che dal 1870 continua a dilagare e che è all’origine della scomparsa di gran parte del patrimonio phoenicolo.
A questo problema, si aggiunge l’effetto delle siccità prolungate che ha messo in ginocchio le Palmeraies di molte aree, finendo per allontanare l’interesse delle popolazioni locali verso le palme da datteri a favore di attività più remunerative. Tutto ciò anche a danno di equilibri di ordine sociale e agro-turistico, considerando il ruolo basilare della palma da datteri nel mantenimento dell’identità ecologica del suo ambiente ed al ruolo di ponte commerciale.
Nel nostro Paese non c’è un grandissimo consumo di datteri, fatta eccezione nel periodo natalizio durante il quale le tavole delle feste si arricchiscono di questi dolci frutti.
Fonte
- USDA– Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti.