Sommario
Il chinotto è il frutto prodotto dalla pianta Citrus myrtifolia, rientra nella famiglia degli agrumi e il suo sapore è particolarmente amarognolo. Il nome chinotto si associa alla bevanda scura ed analcolica ottenuta da un estratto dell’agrume ma l’infruttescenza si presta anche ad altri usi.
Difatti è rinomato nell’arte culinaria dove si utilizza per la produzione di sciroppi e liquori ed è ricco di proprietà terapeutiche indispensabili per l’organismo umano. In particolare al chinotto si attribuiscono formidabili virtù antiossidanti ed antinfiammatorie.
Il frutto può essere acquistato presso aziende agricole o rivenditori specializzati online. Prediligere sempre agrumi provenienti da agricoltura biologica certificata. Il prezzo si aggira intorno agli 8 euro al chilo.
Chinotto: che cos’è
Con il nome chinotto si designa l’agrume prodotto dalla pianta Citrus myrtifolia, che rientra nella famiglia delle Rutaceae ed appartiene al genere Citrus.
Non sussistono dati certi circa l’origine territoriale della pianta. Alcune fonti ritengono che il nome chinotto derivi da Cina, luogo dal quale l’agrume sarebbe stato prelevato ed importato da un navigatore di Savona, intorno al 1500. Invece una parte di ricercatori sostiene che l’arbusto è nativo della macchia mediterranea dove sarebbe cresciuto per opera di una mutazione gemmaria dell’arancio amaro.
Le piantagioni di Citrus myrtifolia sono presenti in Italia e nella Costa Azzurra francese.
La raccolta avviene in tre momenti differenti durante il corso dell’anno, che si contraddistinguono in base al luogo di esportazione del frutto. La prima raccolta si effettua in autunno, tra il mese di settembre e quello di ottobre, quando i frutti sono ancora immaturi. La seconda raccolta avviene in novembre con gli agrumi semi-maturi e l’ultima si registra a dicembre a maturazione completa.
Botanica: la pianta del chinotto
Le foglie del Citrus myrtifolia sono simili a quelle del mirto, dal quale trae origine il termine ‘myrtifolia’. La pianta si erge in altezza fino ai tre metri ed è caratterizzata da un robusto fusto ricco di ramificazioni dalle quali si sviluppano fiorellini bianchi dalla piacevole profumazione.
Il frutto rassomiglia ad un’arancia dalle dimensioni più contenute. La buccia è particolarmente ruvida e tinteggiata di giallo o arancione. Le foglie del frutto si presentano di piccole dimensioni e colorate di verde intenso.
Inoltre, la scorza racchiude una polpa ricca di acqua e suddivisa in spicchi, comprensiva di piccoli semi. Il succo ha un sapore unico, aspro ed amaro che rimanda alle note dell’arancio amaro.
Utilizzi del chinotto
Il chinotto non è un frutto che può essere consumato nell’immediato perché il suo sapore è particolarmente amaro. Necessita di un processo di lavorazione prima di essere assaggiato. Prima di tutto va messo per un periodo di tre settimane in salamoia.
Dopodiché dev’essere pelato a mano in modo da eliminare lo strato sottile di buccia dove sono contenuti gli estratti e gli aromi che risultano eccessivamente aspri e pungenti. In seguito si passa ad una seconda immersione in salamoia dove il chinotto viene trasformato in sciroppo dolce.
Con la scorza dell’agrume e i fiori si possono realizzare infusi sia rilassanti che idonei a contrastare i cali di energia.
Usi alimentari e cosmetici
I frutti del Citrus myrtifolia si impiegano prevalentemente in ambito alimentare e cosmetico.
Tra gli utilizzi principali del chinotto abbiamo la produzione dell’omonima bevanda gassata e la presenza dell’agrume in numerosi amari, compreso il Campari. In questo contesto il chinotto funge da base essenziale per conferire un particolare aroma alle bevande.
Con le fette del frutto si possono realizzare mostarde, marmellate, canditi e sciroppi.
Dai fiori e dalle foglie si ricava un prezioso olio dal sentore rigenerante e brioso, molto apprezzato in profumeria per la produzione di deodoranti e profumi sia per la cura della persona che per l’ambiente. Inoltre, con le foglie essiccate si può realizzare un infuso per favorire la digestione.
Chinotto: bibita gassata
Il chinotto è una bibita analcolica ottenuta attraverso un processo di estrazione del frutto della pianta Citrus myrtifolia in aggiunta ad altre sostanze aromatiche. La bevanda viene spesso confusa con la cola per via della colorazione scura ma presenta un sapore più amarognolo e rinfrescante rispetto alla bevanda cugina.
L’origine della bibita ha natura incerta, sulla base di alcune fonti è stata inventata dall’azienda San Pellegrino nel 1932.
Recentemente il chinotto possiede un ampio mercato nella nostra penisola, dovuto anche all’introduzione di nuove versioni della bevanda quali Chinò Energy (con l’aggiunta di ginseng e pappa reale) e Chinò Zero, privo di zuccheri aggiunti. I chinotti attualmente sul mercato hanno una concentrazione maggiore di glucosio rispetto alla versione originaria.
La porzione media giornaliera ideale è di 150/250 ml perché gli zuccheri contenuti nella bevanda sono eccessivi. In gravidanza ed allattamento si suggerisce di non oltrepassare i 7 grammi di dolcificante al giorno per evitare che incida eccessivamente sul metabolismo, sull’apporto calorico e sull’apparato digerente.
Proprietà terapeutiche del chinotto
L’agrume contiene sia Vitamina C che betacarotene ma il principio attivo cardine è costituito dalla naringina.
La naringina è un glicoside flavanonico che conferisce agli agrumi il tipico gusto amarognolo. L’organismo umano lo metabolizza con la formazione dell’aglicone: una parte non zuccherina che struttura il glicoside.
Dal punto di vista terapeutico la naringina esercita un’interessante azione antinfiammatoria ed antiossidante. Studi rivelano che il glicoside può dimostrarsi utile nel trattamento dell’obesità, dell’ipertensione e della sindrome metabolica.
Antiossidante naturale
Il chinotto e gli agrumi in generale presentano una cospicua concentrazione di flavonoidi, che hanno un’interessante attività di scavenger dei radicali liberi.
Attraverso tale processo lo stress ossidativo viene trasformato in sostanze non radicali e privato della propria reattività e tossicità. Inoltre i flavonoidi presenti nel frutto sono in grado di prevenire la perossidazione lipidica: un processo attraverso il quale gli agenti antiossidanti e i radicali liberi colpiscono i lipidi e gli acidi grassi polinsaturi.
Azione antinfiammatoria dell’agrume
L’infiammazione è un processo complesso che influisce sull’obesità, il diabete e la sindrome metabolica. Ad esempio nella condizione di obesità i processi flogistici sono costituiti dall’infiltrazione di cellule infiammatorie nel tessuto adiposo.
Alla naringina presente nel chinotto è stata riconosciuta una potente azione antinfiammatoria in grado di ridurre l’elevata concentrazione di TNF-α: una citochina che promuove la reazione flogistica in fase acuta.
Inoltre, il glicoside migliora le condizioni del fegato compromesse dalla secrezione pro-infiammatoria del tessuto adiposo.
Favorisce il benessere intestinale
Il microbiota intestinale è un complesso ecosistema che si differenzia da individuo ad individuo. La relazione che intercorre tra il microbiota e i polifenoli presenti nel frutto del Citrus myrtifolia, è considerata bidirezionale.
In quanto i batteri intestinali riescono a metabolizzare i gruppi fenolici e i polifenoli, d’altro canto, promuovono cambiamenti favorevoli nel microbiota, stimolando la produzione di acidi grassi a catena corta nel colon.
Contrasta l’insonnia
La qualità del sonno è legata all’attività neuroplastica del cervello ed il deficit cognitivo derivante dalla privazione del sonno è ascrivibile ad un aumento dello stress ossidativo.
Attraverso la comunicazione neuronale tra il mesencefalo e alcune aree della corteccia cerebrale (compreso l’ippocampo, il sistema limbico e il talamo) avviene la regolamentazione della cognizione, della vigilanza e del sonno.
La naringenina presente nel chinotto, migliorando la funzione cognitiva dell’ipotalamo, è in grado di apportare benefici sulla qualità e durata del sonno.
Il chinotto: coadiuvante nel trattamento dell’obesità
La condizione di obesità deriva da un maggior apporto energetico rispetto al suo dispendio, traducendosi in depositi di grasso ed incremento del peso corporeo. Un indice di massa corporea superiore a 25 predispone l’organismo al rischio di insorgenza di patologie anche di grave entità quali: diabete, arteriosclerosi e sindrome metabolica.
Studi rivelano che l’incremento di peso corporeo, l’iperlipidemia e l’iperglicemia si possono ridurre grazie all’azione esercitata dai polifenoli presenti negli agrumi.
Inoltre, la naringenina presente nel chinotto riesce a ridurre efficacemente l’adiposità e il deposito di triacilgliceroli (esteri neutri del glicerolo) presente nel tessuto adiposo.
Pertanto la naringenina si può considerare un valido supporto per promuovere miglioramenti del processo infiammatorio che colpisce il tessuto adiposo.
Azione ipocolesterolemizzante
L’iperlipidemia consiste in una condizione clinica che coinvolge i soggetti affetti da obesità e disordini metabolici. La naringenina agisce riducendo i lipidi plasmatici presenti nelle persone affette da obesità ed iperlipidemia.
Inoltre, il glicoside flavanonico esercita un’efficace azione ipocolesterolemizzante sull’LDL conosciuto come ‘colesterolo cattivo‘.
Valori nutrizionali
Per 100 grammi di chinotto verde.
Calorie | 29 kcal |
Protidi | 1,4 g |
Carboidrati | 4,79 g |
Zuccheri | 2,8 g |
Grassi | 0,1 g |
Sodio | 51 mg |
Fibre | 1,9 % m |
Vitamina C | 332 mg |
Zinco | 1,9 mg |
Potassio | 1.374 mg |
Calcio | 1.315 mg |
Usi erboristici del chinotto
Olio essenziale di chinotto
La sua fragranza ricorda l’amaro dolce arricchito da note speziate. Si ottiene attraverso il metodo della pressatura a freddo della scorza dell’agrume maturo.
Diffusione ambientale
Aggiungere dalle 2 alle 4 gocce nel diffusore di aromi, eventualmente in associazione con altri oli quali di lavanda, mirto e bergamotto.
Allevia stati di ansia e stress
Versare un paio di gocce su un fazzoletto e respirare, con questo metodo puoi ridurre la tensione nervosa.
Per capelli lucenti e per ridurre la forfora
Aggiungere dalle 3 alle 4 gocce in una noce di shampoo e massaggiare lentamente e profondamente il cuoio capelluto. In seguito risciacquare.
Tisana digestiva a base di foglie secche di chinotto
Far bollire 250 ml di acqua, versarla in una tazza ed aggiungere 20 g di foglie essiccate di chinotto. Lasciare in infusione per una decina di minuti, filtrare e consumarla calda a fine pasto.
Controindicazioni
Non ci sono fonti specifiche che attestino interazione tra il consumo di chinotto e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. Ciononostante bisogna tener presente che gli agrumi interferiscono con le molecole metabolizzate dal CYP3A4.
Una classe farmaceutica alla quale appartengono gli antidepressivi triciclici, le benzodiazepine, gli antibiotici, gli antistaminici, gli antiepilettici e gli antifungini.
Pertanto si consiglia di chiedere il parere del proprio medico curante prima di assumere l’agrume e prodotti ottenuti mediante estrazione dallo stesso.
Cenni storici
La diffusione dell’agrume si registra a fine ‘800: periodo in cui venne commercializzato, con successo, in Francia e in Inghilterra e servito nei prestigiosi caffè locali. La Francia e il Regno Unito furono i maggiori mercati di esportazione del chinotto.
L’interesse per l’agrume verteva sia sulle virtù gastronomiche che sulle proprietà terapeutiche. Difatti, essendo ricco di vitamina C, lo assumevano i marinai e i navigatori oceanici, per prevenire l’insorgenza dello scorbuto.
A causa di una serie di gelate che hanno caratterizzato gli anni ’50, le piantagioni di chinotto subirono un duro colpo a tal punto da provocare una vera e propria battuta d’arresto della coltivazione.
In seguito a tale disgrazia, la pianta del chinotto si prestò alla coltivazione in serre portando ad una vera e propria distruzione delle piantagioni dell’agrume.
Fonti
- Humanitas
- Pubmed.
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