Sommario
Il nome inglese del frutto tropicale che in Italia chiamiamo Carambola è “Star Fruit”, che significa “Frutto Stella”. Abbastanza intuibile se si osserva la sezione di taglio trasversale del frutto, perché ha proprio la classica forma della stella a cinque punte.
È un frutto ancora poco conosciuto in Italia, sebbene in Sicilia siano sorte alcune coltivazioni. Il consumo è spesso legato al periodo natalizio in cui si tende ad acquistare tradizionalmente la frutta esotica.
Il sapore è un particolare agrodolce che ricorda la combinazione di agrumi, mela verde, uva e prugna. Ha una consistenza abbastanza croccante, come quella di una mela. Le varietà che arrivano sui nostri mercati sono quelle dolci, ma ce ne sono tante altre meno dolci in cui l’asprezza risalta per via del loro alto contenuto di acido ossalico.
Il frutto di carambola si utilizza quasi al 100%. La buccia opportunamente lavata è edibile e la polpa non presenta parti dure o estremamente fibrose, tolto qualche seme.
Si può utilizzarlo per insaporire e condire un’insalata o come ingrediente di qualche salsa esotica. In tal caso, si può scegliere (qualora disponibile) una varietà con caratteristiche asprigne oppure utilizzare il frutto ancora immaturo. Il suo succo va usato come fosse quello di un limone, alla maniera dei paesi d’origine del frutto.
Carambola: che cos’è
L’Averrhoa carambola ha origini tropicali, probabilmente in un’area geografica non ben identificata compresa tra l’India, lo Sri Lanka, la Malesia, l’Indonesia (soprattutto le isole Molucche) e la Cina meridionale.
La specie originaria sembra che si sia estinta in natura. Attualmente sopravvivono alcune specie discendenti, che vengono coltivate a scopo commerciale per i loro frutti gustosi e insoliti o come piante ornamentali.
Sono diffuse non solo in tutto il Sud-est asiatico, ma anche in molte altre aree tropicali e subtropicali del mondo (Brasile, Repubblica Dominicana, Colombia, Ghana, Guyana, Polinesia francese, Guam e Hawaii) e in alcune zone calde degli Stati Uniti e dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, compreso il sud d’Italia.
Il frutto di carambola è stato introdotto nei nostri mercati solo recentemente. Ancora non se ne vedono molti in commercio, solo nel periodo natalizio quando è consuetudine acquistare frutta esotica.
Che gusto ha la carambola
Al momento dell’acquisto è bene assicurarsi che la carambola sia davvero matura, altrimenti il sapore è abbastanza deludente.
Il giallo della superficie del frutto deve essere deciso, pieno e tendere all’arancione, mai al verde. Non deve scoraggiare un’eventuale leggera tonalità di verde o di marrone all’apice delle creste del frutto, è normale.
La consistenza al tatto è leggermente più dura di quella di un peperone: la buccia deve presentarsi liscia e cerosa, ed esercitando una leggera pressione con le dita deve rivelarsi soda, indice che la polpa è correttamente croccante.
Il suo sapore è molto particolare. Fondamentalmente è acido, perché contiene acido ossalico, ma alcune varietà possono avere un’importante componente zuccherina predominante. Alcune sono il risultato di selezioni migliorate, specialmente quelle ottenute negli USA o a Taiwan.
Sono le varietà dolci che vengono esportate in Italia e in Europa, perché così sono più facili da consumare fresche. Ma esistono molte altre cultivar di carambola a frutto anche molto aspro.
Se si desidera apprezzarlo in tutta la sua dolcezza, è abbastanza facile procurarsi il frutto della varietà giusta.
Non ci si aspetti ovviamente un’esplosione di dolcezza, ma pensiamo al frutto sempre con un certo grado di acidità. Quando è sufficientemente maturo, ovvero quando ha raggiunto un colore giallo scuro e intenso, basta lavarlo accuratamente e tagliarlo a fette sottili di circa 1 cm, per consumarlo fresco.
Stagionalità
L’albero di carambola è pronto a dare i primi frutti già dopo 1 o 2 anni dall’innesto. Se si parte dalla piantina, che cresce molto lentamente, occorrerà invece aspettare anche 4 anni, prima di poterne assaggiare qualcuno.
La pianta è molto prolifica e regala frutti tutto l’anno producendone una media di 90 chili all’anno. I momenti migliori e più ricchi sono da gennaio a febbraio e da settembre a ottobre. Il frutto anche dopo la raccolta prosegue la propria maturazione.
Questo lo rende un prodotto facilmente deperibile, ma in compenso se il frutto ha un aspetto non troppo maturo, è possibile aspettare qualche giorno affinché risulti pronto al consumo e abbia così un sapore più dolce e gradevole.
Proprietà e valori nutrizionali della carambola
La carambola è un frutto ipocalorico, ricchissimo di acqua e di fibre. È una discreta fonte di minerali, soprattutto di potassio e di rame.
Il quadro vitaminico non è particolarmente significativo fatta eccezione per il notevole contenuto di vitamina C, corrispondente a quasi la metà della quantità giornaliera raccomandata ogni 100 g di prodotto.
Lo star fruit apporta comunque buone quantità di folati e di Vitamina B5 (acido pantotenico). I fenoli e i flavonoidi presenti sono l’acido gallico, la catechina, l’epicatechina e le proantocianidine.
Un composto importante che abbonda nel frutto è l’acido ossalico, che conferisce alla carambola la sua asprezza caratteristica. È un acido che può avere riflessi positivi sull’organismo. Ma è anche oggetto di molte raccomandazioni di cautela verso un consumo eccessivo, perché potrebbe avere riflessi negativi sulla salute dei reni e delle vie urinarie.
Composizione chimica
Carambola | |
Parte edibile (%): | 100 |
Acqua (g): | 91,4 |
Proteine (g): | 1,04 |
Lipidi (g): | 0,33 |
Colesterolo (mg): | 0 |
Carboidrati disponibili (g): | 3,98 |
Amido (g): | 0 |
Zuccheri solubili (g): | 3,98 |
Fibra totale (g): | 2,8 |
Energia (kcal): | 31 |
Sali minerali e vitamine
Ferro (mg) | 0,08 |
Calcio (mg) | 3 |
Sodio (mg) | 2 |
Potassio (mg) | 133 |
Fosforo (mg) | 12 |
Magnesio (mg) | 10 |
Rame (mg) | 0,137 |
Selenio (µg) | 0,6 |
Zinco (mg) | 0,12 |
Vitamina B1, Tiamina (mg) | 0,014 |
Vitamina B2, Riboflavina (mg) | 0,016 |
Vitamina C (mg) | 34,4 |
Vitamina B3 o Vit. PP, Niacina (mg) | 0,367 |
Vitamina B5 o Ac. pantotenico (mg) | 0,391 |
Vitamina B6, Piridossina (mg) | 0,017 |
Vitamina B9, Folati totali (µg) | 12 |
(Vit.A) ß-carotene eq. (µg) | 25 |
Vitamina E (ATE), (mg) | 0,15 |
Benefici della carambola per la salute
La medicina Ayurvedica e quella tradizionale cinese, così come quella popolare in India, nell’Estremo Oriente e in Brasile, attribuisce al consumo del frutto della carambola proprietà terapeutiche nel trattamento di disturbi come:
- Mal di testa cronico.
- Stati ansiosi e nausee.
- Infezioni da tigna.
- Infiammazioni della pelle.
- Febbre.
- Tosse.
- Alcune patologie come ipertensione, diarrea, gastroenterite e iperglicemia.
La scienza moderna trova questo frutto soprattutto ricco di antiossidanti, antinfiammatori e antimicrobici. Vediamo in modo specifico le varie proprietà.
Antiossidante e antinfiammatoria
La carambola è un prodotto vegetale utile nella prevenzione dell’insorgenza delle malattie da raffreddamento tipiche della stagione invernale. Stimola la risposta immunitaria ed interviene in numerosi processi protettivi per il benessere del corpo.
In particolare, la vitamina C contenuta nella carambola, insieme alla buona quantità di folati e di acido gallico, donano al frutto importanti attività antiossidanti che aiutano a eliminare le specie ossidative reattive (ROS) e partecipano all’attività antinfiammatoria.
L’azione antiossidante contribuisce al rallentamento dei processi degenerativi dell’organismo e quindi dell’invecchiamento, dalla comparsa dei suoi segni più banali come le rughe o la perdita dei capelli fino ai più gravi.
Inoltre, la vitamina C aiuta il buon funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio e interviene nel mantenimento in salute della pelle rallentando il processo di invecchiamento. In particolare, contribuisce alla biosintesi del collagene, della carnitina, della norepinefrina, all’attivazione di ormoni peptidici, al catabolismo della tirosina e di molti altri che producono effetti benefici sui tessuti e sull’intero organismo.
Aiuta a controllare la concentrazione di glucosio nel sangue
La presenza nel frutto di elevate quantità di fibra consente di assorbire il glucosio e ritardare la diffusione del glucosio nel flusso sanguigno. Questa proprietà rende il frutto particolarmente utile nella prevenzione del diabete e nel controllo della malattia dai picchi glicemici.
Effetto ipolipidemico
L’assunzione di carambola mostra anche un effetto ipocolesterolemico e ipolipidemico poiché migliora la rimozione di colesterolo, lipidi e acidi biliari attraverso gli escrementi.
Carambola: gastroprotettore naturale
Tradizionalmente, le foglie delle piante di carambola sono usate per alleviare il disagio allo stomaco o qualsiasi disturbo simile all’ulcera. Le moderne ricerche scientifiche sembrano confermare che gli estratti delle foglie abbiano proprietà antiulcerogeniche.
Infatti, contengono terpenoidi, flavonoidi e mucillagini, che sono noti per esercitare attività antiulcera. La mucillagine riveste la mucosa gastrointestinale, aiutando così ad evitare danni dovuti alla gastrite.
Alimento ricco di fibre
La fibra di carambola è composta per circa il 60% di cellulosa, per il 27% di emicellulose e per il 13% di pectina, rappresentando così una fonte molto ricca di frazioni di fibre insolubili.
Queste hanno la capacità di trattenere l’acqua più della cellulosa e aiutano effettivamente il movimento regolare dell’intestino.
Carambola: come consumarla
La polpa soda e succosa è già invitante al naturale, ma è possibile esaltarla con l’aggiunta di cioccolato fuso o un po’ di miele. Le fettine tagliate sottili si prestano magnificamente a guarnire torte o biscotti o anche per decorare un cocktail. Oppure, tagliata a pezzetti più piccoli può arricchire una fantasiosa macedonia.
Il frutto è preferibile utilizzarlo e consumarlo appena tagliato, evitando di avviarlo in cottura, perché in entrambi i casi si perderebbero tutte le sue proprietà nutrizionali, soprattutto la grande ricchezza in vitamina C.
E’ un frutto che sembra sodo e resistente, ma in realtà è estremamente delicato: è sensibile agli urti ed è facilmente deperibile. Lasciato a temperatura ambiente il processo di maturazione aumenta di velocità e in meno di quattro giorni è già al limite per essere consumato. Va conservato in frigorifero per un periodo non superiore a una decina di giorni.
Nel caso fosse già un po’ avanti con la maturazione, Il suggerimento è quello di utilizzarlo per un centrifugato o un frullato, magari insieme ad altra frutta. Con un agrume, o un po’ di ananas o il succo di un melograno, lo star fruit può essere l’ingrediente perfetto per ottenere dell’ottimo succo disintossicante dal sapore tropicale.
Il succo di carambola si utilizza anche per la preparazione di liquori e distillati. Invece, la polpa fatta a cubetti si presta ottimamente alla realizzazione di canditi, oppure alla trasformazione in gelatine e caramelle. Le varietà a frutto più acido vengono trasformate in sottaceti o come succedaneo del tamarindo.
La carambola viene usata perfino nell’industria cosmetica. Dal frutto si ricava un olio essenziale impiegato nella produzione di profumi.
Controindicazioni dello star fruit
Questo frutto contiene un’elevata quantità di ossalato, che è pericoloso per i pazienti uremici, e di caramboxine (CBX), sostanza che è risultata neurotossica.
Va tenuto conto che l’effetto dell’acido ossalico si esplica con l’assunzione ripetuta di grandi quantità di questo frutto. Tuttavia, i pazienti con malattie renali non sono in grado di secernere sostanze tossiche dal loro corpo in modo efficiente; di conseguenza, la loro salute è influenzata negativamente dagli ossalati.
Al pari di altri frutti come l’ananas, anche la carambola può contenere sostanze inibitorie dei principi attivi di alcuni farmaci. Per questa ragione, prima di consumarla è consigliato consultare il proprio medico curante.
Botanica
La pianta, Averrhoa carambola L., è un piccolo arbusto sempreverde della famiglia delle Oxalidaceae a crescita lenta e dal tronco corto. In altezza non supera i 9 metri, ma sviluppa una folta chioma arrotondata che può raggiungere il diametro di circa 6 metri, con rami intricati e penduli.
Le foglie sono composte e si dispongono alternate sui rami. Ogni foglia è dispari-pennata ed è costituita da 5 a 11 foglioline ovate di colore verde e medio lunghe (dai 4 agli 8 cm). Queste foglioline sono sensibili alla luce e al tatto: come le foglie delle mimose pudiche si ripiegano con il buio durante la notte o quando vengono disturbate.
I fiori sono piccoli (circa 1 cm di diametro) di colore rosa o di un viola molto delicato, profumati. Sbocciano in gruppetti (racemi) in posizione ascellare rispetto alle foglie durante tutto l’anno, in genere in un massimo di quattro fioriture separate. I fiori lasciano il posto a frutti cerosi, di un intenso colore giallo-arancio, oblunghi/ellissoidali, a cinque angoli, con sezione a forma di stella.
I frutti maturi all’interno presentano una polpa traslucida, succosa e croccante più o meno agra e dolce a seconda delle varietà, che ricorda una combinazione molto particolare di sapori di uva, mela verde e agrumi. I semi sono disposti al centro e seguono lo stesso orientamento delle creste che formano le punte della stella.
Infatti, la pianta resiste anche al clima invernale delle zone temperate, purché non venga esposta a gelate. L’habitat di coltivazione deve essere comunque soleggiato e caldo umido, meglio in luoghi riparati dal vento, su qualsiasi terreno, meglio se argilloso ricco e moderatamente acido, dotato di un buon drenaggio.
Può essere coltivata in vaso all’aperto ma è preferibile farla svernare al chiuso se le temperature sono troppo basse, in tal caso però potrebbe non dare frutti. Il periodo vegetativo della pianta generalmente si interrompe quando la temperatura scende sotto i 12°C.
Carambola: cenni storici
Quando Linneo nel 1753 attribuì alla pianta la nomenclatura Averrhoe carambola, intese certamente dedicare la nomenclatura del Genere botanico all’illuminato e celebre filosofo, giurista, medico e astronomo arabo di Spagna Abū l- Walīd Muḥammad ibn Rushd (Cordoba 1126 – Marrākesh 1198), noto come Averroè. Il perché non è noto.
Per quanto riguarda il nome specifico “Carambola”, la documentazione storica riferisce che era già in uso in Europa, soprattutto il Portogallo e Spagna, nel corso del XVI secolo per indicare il frutto e che lo stesso era il nome locale usato nel Malabar, nell’India sudoccidentale.
Fonti
- USDA. Servizio di ricerca agricola del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti.
- Valori nutrizionali dello star Fruit.