Sommario
Caffè verde: la panacea contro ogni forma di grasso ed eccesso ponderale. Fino a qualche anno fa, questo era il ruolo affibbiato al caffè verde. In realtà, la ricerca scientifica è lontana dal poterlo affermare con certezza. Il risultato è che addirittura l’Autorità Europea sulla sicurezza alimentare (EFSA) si è espressa negativamente sui suoi sospetti benefici. Se si parla del caffè verde, ci si riferisce al chicco del caffè prima che lo stesso subisca la tostatura.
Questo prodotto contiene delle alte quantità di una molecola polifenolica (acido clorogenico). Ed è proprio a questo complesso molecolare che vengono abbinate delle virtù tutte da confermare. In primis quella dimagrante, in sinergia con la caffeina!
Dunque, occhio a farsi trarre in inganno e ad abusarne. Anche perché un consumo eccessivo, rischierebbe di far superare la quota di caffeina da assumere giornalmente con degli effetti (in questo caso certi) assai sgradevoli per la salute.
Cos’è il caffè verde
Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, caffè ‘verde’ e caffè ‘nero’ sono esattamente la stessa cosa. Difatti, almeno dal punto di vista botanico, si tratta della stessa specie (Coffea arabica).
Ciò che differenzia i due prodotti è solamente la lavorazione che hanno subito. A tal riguardo, il caffè verde è il seme così come si presenta prima di subire il processo di tostatura. In conseguenza di ciò, il prodotto assume il classico colore marrone scuro.
Origine e stagionalità
Il caffè verde esiste in due varietà: arabica e robusta. Per entrambe non esiste una stagionalità fissa in quanto è fortemente influenzata dall’area geografica e dalle condizioni climatiche.
Generalmente il periodo migliore per la raccolta del frutto va da ottobre a marzo mentre in Brasile slitta da maggio a settembre. La varietà arabica è originaria dell’Etiopia ed è coltivata diffusamente in Africa orientale e in centro/sud America. La varietà robusta ha origine in Congo e diffusione in Africa occidentale e in Asia.
Cenni storici
La storia del caffè si ritiene che abbia origine in Africa (per la precisione in Etiopia) più di 1500 anni fa.
In questo periodo venne scoperto l’albero del caffè del quale venivano sfruttati i frutti a fini eduli. Per arrivare allo sfruttamento del seme per produrre la bevanda di caffè, dobbiamo invece aspettare il Medioevo. Nei monasteri del Sufismo nell’attuale Yemen, nel XV secolo, viene datato il primo esempio di caffetteria.
Da questo punto in poi, furono gli Ottomani a esportare il caffè oltre i Balcani verso l’Europa ma anche verso l’Asia e l’America. Ciò diede il via al suo successo planetario.
Caffè verde: differenze con il caffè nero
La molecola che ha fatto divenire così importante il caffè verde prende il nome di acido clorogenico (chimicamente noto anche con il nome di acido 3-caffeilchinico).
Ad essa si affianca la caffeina. L’acido clorogenico è una molecola antiossidante appartenente alla famiglia dei polifenoli. Ad oggi, le sue proprietà devono ancora essere realmente confermate dall’EFSA. Ebbene, il caffè verde, con la tostatura che lo porta a trasformarsi in caffè nero, tende a perdere la quasi totalità di acido clorogenico.
Per contro, il contenuto in caffeina tende ad aumentare. Ovviamente anche gli antiossidanti, insieme alla presenza di vitamine e sali minerali, tendono a ridursi con la tostatura.
Caffè verde per dimagrire: funziona? Cosa dice la scienza?
Eccoci al tema caldo di questo articolo… è vero che il consumo regolare di caffè verde aiuta a dimagrire? Ebbene, ad oggi non esistono lavori scientifici che permettano di concludere ciò con certezza.
Esistono comunque dei risultati preliminari che sottolineano il ruolo della caffeina e dell’acido clorogenico nel migliorare la risposta glicemica dopo il pasto nonché il metabolismo dei grassi.
Dimagrimento: chi è il responsabile
Il ruolo trainante di questo meccanismo è dato dalla caffeina. Questa molecola appartiene alla famiglia delle metilxantine (1, 3 ,7 -trimetilxantina) e viene classificata come molecola nervino stimolante. Essa sembrerebbe avere un effetto duplice sullo smaltimento del tessuto adiposo umano: diretto ed indiretto.
Meccanismo diretto
L’azione si esplica sui depositi adiposi. La caffeina favorirebbe un’attivazione di tale tessuto promuovendo la liberazione degli acidi grassi dal deposito al circolo sanguigno.
Meccanismo indiretto
In questa seconda via, l’azione della caffeina si esplica su due neurotrasmettitori. Mi riferisco all’adrenalina e alla noradrenalina. Queste due molecole appartengono alla categoria delle catecolamine le quali hanno un’azione di stimolazione del processo di lipolisi.
Anche questo passaggio avviene per via indiretta. Infatti, le catecolamine promuovono alcuni meccanismi che iper-attivano il consumo dei depositi adiposi. Per la precisione, aumento di
- Flusso di sangue coronarico.
- Numero di pulsazioni cardiache.
- Richiesta energetica della muscolatura.
- Stimolazione nervosa.
Dimagrimento: meglio il caffè nero o quello verde?
Non è corretto parlare di ‘migliore’ o di ‘peggiore’. Ciò che cambia è la velocità con la quale il corpo è in grado di smaltire la caffeina.
Chiaramente, una caffeina a lento rilascio permette di rendere molto più efficace la sua azione. Al riguardo, sebbene il caffè verde ne contenga meno di quello nero, l’emivita della sua caffeina è molto più lunga.
Infatti, si stima che, dopo circa 30-40 minuti dal consumo di un caffè nero, tutta la caffeina sia stata metabolizzata o smaltita. Al contrario, la caffeina del caffè verde agirebbe a lento rilascio per tempi variabili dalle 3 alle 6 ore. Inevitabilmente ciò va a influire sulla sua efficacia a livello metabolico.
Fake news sul caffè verde
Alla luce di quanto scritto fin qui, esiste una grande fake news dietro l’affermazione che il caffè verde faccia dimagrire. Sarebbe molto più corretto affermare che questa sostanza permette di massimizzare la resa atletica dopo uno sport.
Dunque, in presenza di regolare attività fisica, il caffè verde potrebbe favorire un consumo più efficace dei depositi adiposi favorendo l’attività di combustione del grasso a fine energetico. Il tutto sempre in concomitanza con il rispetto di un regime calorico/alimentare idoneo!
Valori nutrizionali e calorie del caffè verde
100 g di caffè verde apportano i seguenti nutrienti:
Potere calorico | 200 Kcal |
Proteine | 11% |
Carboidrati | 7% |
Lipidi | 13% |
di cui acidi grassi saturi | 5% |
di cui acidi grassi monoe polinsaturi | 6% |
Tra i principali sali minerali e vitamine del caffè verde, troviamo che esso è fonte di:
- Calcio.
- Folati.
- Fosforo.
- Magnesio.
- Niacina.
- Potassio.
- Riboflavina.
- Tiamina.
- Vitamina B6.
- Zinco.
Caffè verde: quando assumerlo
L’assunzione del caffè verde è generalmente consigliata al mattino. Al contrario, se si decidesse di prenderlo per migliorare la risposta glicemica post-prandiale, sarebbe meglio assumerlo prima dei pasti principali.
Benefici e proprietà del caffè verde
Le principali proprietà e benefici del caffè verde sono legate all’acido clorogenico. Un litro di bevanda arriva ad apportare al nostro organismo fino a 500-1000 mg. Non tutto questo acido viene assorbito a livello intestinale.
Difatti, una parte viene modificata chimicamente in altre molecole antiossidanti altrettanto importanti. Basti pensare all’acido caffeico, all’acido ferulico e all’acido tannico. Anche queste molecole esercitano una potente azione antinfiammatoria e antiossidante sulle nostre cellule.
Vediamo, a seguire, alcune delle proprietà e benefici del caffè verde, in aggiunta a quelle dimagranti già descritte nel capitolo precedente. Va sottolineato che, ad oggi, l’Autorità Europea sulla sicurezza alimentare (EFSA) ha espresso un parere negativo rispetto agli effetti benefici del caffè verde sulla salute.
Proprio per questo motivo, non sono note posologie idonee alla gestione di nessuna patologia.
Azione antipertensiva
Questa proprietà è stata ipotizzata da uno studio del 2005. I risultati dello studio sostenevano un abbassamento della pressione in persone leggermente ipertese che assumevano quotidianamente del caffè verde.
Caffè verde come ipoglicemizzante
Sembrerebbe che il caffè verde agisca riducendo l’assorbimento del glucosio e dei grassi, i quali spingono in alto i valori di glicemia.
Nel caso specifico degli zuccheri, sembrerebbe che l’acido clorogenico possa aumentare la densità di trasportatori per il glucosio a livello muscolare. Il risultato di ciò dovrebbe essere una migliore utilizzazione periferica degli zuccheri.
Migliora la digestione
Per i motivi descritti al precedente paragrafo, sembrerebbe che il caffè verde possa rendere più agevole il processo digestivo.
Malattie neurodegenerative
Anche in questo caso, esiste uno studio che per primo ha avanzato questa possibilità. Si suppone che il regolare consumo di caffè verde possa proteggere dall’avanzata del processo a carico di alcune malattie neurodegenerative, in primis l’Alzheimer.
Problemi cardiovascolari
Lo studio, di cui ho parlato in precedenza, ha evidenziato come, tra gli effetti benefici del caffè verde, ve ne potrebbe essere un altro. Sembrerebbe, infatti, che possa contribuire a proteggere dall’insorgenza delle malattie cardiovascolari.
Come assumere il caffè verde
Il caffè verde può essere assunto in due modi differenti, come indicato nei successivi paragrafi. In tutti i casi, non sono note interazioni con l’assunzione di farmaci. Nonostante ciò, il consiglio è sempre quello di chiedere al medico prima di iniziare ad assumerlo e di evitare il fai-da-te.
Caffè verde negli integratori
In commercio esistono infiniti integratori di caffè verde. Si possono trovare sia con l’indicazione ‘caffè verde’, sia con quella del principale principio attivo, ovvero l’acido clorogenico.
In ogni caso, il dosaggio giornaliero di questo acido dovrebbe essere compreso tra i 120 e i 300 mg. Questo è l’intervallo più comune testato nei principali lavori di letteratura.
Caffè verde in tisane e infusi
Preparare un infuso di caffè verde è un processo abbastanza semplice. Si possono seguire più vie.
- Prima di tutto bisogna ottenere una polvere dei semi. Dunque, qualora non vengano acquistati già polverizzati, è necessario dotarsi di un mortaio. A questo punto, in una tazza, va aggiunta la polvere di caffè e va addizionata con dell’acqua a 80°C. Il composto va lasciato macerare per qualche minuto prima di filtrarlo. Il gioco è fatto, non rimane che berlo.
- In questo caso si utilizzano i chicchi interi. Gli stessi vengono messi in un pentolino con 1 parte di chicchi e 3 di acqua. Il tutto viene fatto bollire per 10-12 minuti e successivamente filtrato con un colino. In questo modo si produce più di una porzione di infuso e lo stesso più essere conservato qualche giorno in frigorifero.
- La via più semplice! In commercio esistono degli infusori (bustine) come quelli del comune the nero. In questo caso è sufficiente portare a bollore l’acqua e lasciar infondere la bustina per qualche minuto.
Dove si compra il caffè verde?
Acquistare del caffè verde è molto semplice. Difatti, è possibile trovarlo in commercio, sia fisicamente nei negozi, sia via internet, in più forme. La più comune è quella di compresse o chicchi.
In quest’ultimo caso, i chicchi devono essere pestati prima di preparare un infuso ed è dunque possibile trovarli in vendita già ridotti in polvere. Ci tengo a fare una precisazione.
L’alto contenuto in caffeina e acido clorogenico lo rende un prodotto ad azione stimolante. Dunque, il suo consumo andrebbe assolutamente regolato da un esperto. Al riguardo, sconsiglio decisamente il fai-da-te a favore delle indicazioni di un medico.
Quanto costa?
Il prezzo di vendita del caffè verde dipende dal packaging e dalla tipologia di prodotto:
- Capsule: mediamente il prezzo oscilla tra i 20 e i 30 euro per confezioni da 60 capsule.
- Polvere: se si decidesse di acquistare un pacchetto di caffè verde in polvere da 250 g, andremmo a spendere tra i 7 e i 10 euro.
- Polvere solubile: in questo caso il rapporto quantità/prezzo è decisamente più alto. Per 150 g di prodotto potremmo spendere dai 15 ai 20 euro.
- Filtri: questa è probabilmente la forma più economica sotto cui acquistare il caffè verde. Infatti, una scatola con 18/20 filtri costa circa 5 euro.
Possibili effetti collaterali e controindicazioni del caffè verde
Il consumo di caffè verde andrebbe limitato in tutte le persone che soffrono di patologie infiammatorie e neuronali nonché in alcuni stati specifici:
- Ansia.
- Bambini.
- Diarrea.
- Donne in allattamento.
- Donne in gravidanza.
- Gastrite.
- Glaucoma.
- Nausea.
- Osteoporosi.
- Sindrome del colon irritabile.
- Tachicardia.
- Tiroiditi o problemi della tiroide in generale.
Da un lato, si è sufficientemente sicuri che il consumo di un infuso di caffè verde al giorno per 3 mesi, difficilmente dà effetti collaterali. Dall’altro lato, in soggetti fragili quali quelli prima citati, sconsiglierei di abusare di questo prodotto.
Se poi ci trovassimo in presenza di un paziente con valori di omocisteina alta, il discorso si complica. Infatti, in questo caso il problema sarebbe strettamente connesso con l’assunzione di acido clorogenico, non consigliata in chi soffre di questa disfunzione.
Fonti
- GORJI, Zahra, et al. The effect of green-coffee extract supplementation on obesity: A systematic review and dose-response meta-analysis of randomized controlled trials. Phytomedicine, 2019, 63: 153018.
- BUCHANAN, Rachel; BECKETT, Robert D. Green coffee for pharmacological weight loss. Journal of evidence-based complementary & alternative medicine, 2013, 18.4: 309-313.
- ONAKPOYA, Igho; TERRY, Rohini; ERNST, Edzard. The use of green coffee extract as a weight loss supplement: a systematic review and meta-analysis of randomised clinical trials. Gastroenterology research and practice, 2010, 2011.
- NAIDU, M. Madhava, et al. Studies on extraction and antioxidant potential of green coffee. Food Chemistry, 2008, 107.1: 377-384.