Il nostro Paese è tra i primi in Europa per consumo pro capite di acqua minerale. Ci fidiamo poco di quella di fontanelle e rubinetti e preferiamo acquistarla al supermercato seguendo i gusti personali, in termini di frizzantezza e altre componenti chimiche.
A causa del web marketing, monitorare le indicazioni nutrizionali e sanitarie dell’acqua che acquistiamo non è semplice. I prodotti, infatti, vengono reclamizzati in virtù di effetti benefici, ritenuti fondamentali per la salute. Ma queste informazioni, spesso, non si basano su alcuna prova scientifica.
Lo studio dell’Università di Padova
Ad analizzare la correttezza delle informazioni è uno studio dell’unità di Biostatistica, epidemiologia e sanità pubblica dell’Università di Padova. Con il contributo dell’Istituto Superiore di Sanità, la ricerca ha esaminato in profondità i contenuti dei siti web, riguardanti le acque in bottiglia prodotte in Italia. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health
Gli studiosi hanno passato in rassegna i contenuti dei siti web di 253 acque in bottiglia prodotte in Italia. Per ogni marca hanno quindi esaminato le indicazioni nutrizionali e sanitarie riportate, in termini di proprietà preventive, curative o terapeutiche dell’acqua.
E hanno valutato quali tipi di indicazioni fossero segnalate più frequentemente.
Informazioni potenzialmente fuorvianti
Secondo i risultati, 40 acque in bottiglia su 253 includevano informazioni potenzialmente fuorvianti. Non coerenti, cioè, con le direttive europee per il commercio e la commercializzazione di acque minerali naturali.
Abbiamo notato in particolare – spiega Dario Gregori, a capo del team di ricerca -come le informazioni sugli effetti salutistici riportate nei siti web di tali acque, non sufficientemente supportate da riscontri scientifici o di letteratura, si riferiscano per lo più a possibili effetti benefici per le vie urinarie e sistemi cardiovascolari. Spesso allargandosi fino a dichiarazioni di efficacia in ambiti particolari o anche sull’estetica del potenziale consumatore.
I siti web, concludono i ricercatori, dovrebbero essere correttamente monitorati esattamente come le etichette alimentari. Per evitare pratiche di marketing inappropriate e dare al consumatore le indicazioni corrette sui possibili effetti dovuti al consumo.
Fonte: Ansa