Sommario
Il Punto G è sicuramente uno dei temi più trattati della sessualità femminile e forse anche il più controverso: anche se ancora non sei riuscita a sperimentarlo in prima persona, non ci sono dubbi che tu ne abbia sentito parlare!
Beh, è ora di smetterla di sentirne parlare solo da altri. E’ arrivato il momento di rendere il Punto G una delle più piacevoli realtà della tua vita erotica. Sì, perché questa zona erogena, situata all’interno della vagina e capace di produrre sensazioni intensissime, non è affatto mitologia, ma realtà tangibile, molto tangibile!
Melarossa si occupa del tuo benessere a 360° e di certo non potevamo tralasciare una parte così importante della tua vita come quella sessuale; così ci siamo messe di punta e abbiamo deciso di andare a fondo una volta per tutte: stavolta l’orgasmo da Punto G non ce lo leva nessuno!
Direi di cominciare dall’ABC.
Punto G: che cos’è?
Il Punto G è conosciuto anche come punto Gräfenberg, dal nome del ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg, a cui è stata attribuita la scoperta di questa struttura anatomica. Il medico tedesco ha ipotizzato per primo la presenza nelle donne di questo punto spugnoso, ipersensibile e capace di regalare un piacere intenso, ai limiti dell’estasi.
Da allora, i ricercatori non hanno mai smesso di dibattere sull’esistenza del Punto G e, nonostante la comunità scientifica si sia costantemente dichiarata piuttosto scettica, sempre più ricerche – documentate da risonanze magnetiche, ecografie e biopsie – ci dicono che il Punto G esiste ed è una parte reale dell’anatomia femminile.
Ottime notizie dunque; questo vuol dire che ognuna di noi ha la possibilità di sperimentare l’estasi generata dalla stimolazione di quest’area. Basta saperla localizzare e poi guidare pazientemente il partner verso la strada per un orgasmo strabiliante!
Dove ti nascondi Punto G?
Mentre si discute ancora della grandezza del Punto G – da 0,70 a quasi 5 cm – sono tutti d’accordo sulla sua posizione: è situato dietro l’osso pubico, ad una profondità di circa 6-8 centimetri rispetto all’ingresso della vagina – tra l’apparato genitale e quello urinario – e forma un angolo di 35° con la parete laterale dell’uretra.
Detta così non sembra facile, lo capisco, ma in realtà è più semplice di quello che pensi. Guarda questa immagine, tutto ti diventerà chiaro e avrai solo voglia di correre sotto le lenzuola a sperimentarti con il tuo lui!
Ora so come trovarti!
Hai sperimentato tutte le posizioni del Kamasutra con il tuo partner ma ancora non sei riuscita a trovare il Punto G? Forse il problema è che non ti sei data il tempo di fare prima qualche tentativo di ricerca in solitaria: una volta che l’avrai individuato da sola, trasmettere al tuo partner le informazioni sarà più veloce e molto più efficace.
Per prima cosa stenditi e rilassati. Con il palmo della mano rivolto verso l’alto, inserisci due dita all’interno della vagina, facendo pressione con i polpastrelli contro la parte centrale della parete vaginale. Devi cercare un’area che al tatto risulti non liscia e leggermente spugnosa o rugosa.
Se dopo qualche minuto ancora brancoli nel buio, il problema potrebbe essere che stai facendo una ricerca puramente scientifica, senza metterci di mezzo un po’ di erotismo ed eccitazione. Prova a lasciarti andare a qualche fantasia erotica: quando sei eccitata pare che il Punto G si gonfi e diventi più largo, quindi più facile da trovare.
Nel caso provassi un urgente bisogno di fare pipì, non allarmarti, anzi è un segno che sei sulla strada giusta. Infatti il Punto G è così vicino all’uretra che quando lo tocchi potrebbe far partire lo stimolo della pipì. Non c’è bisogno di fermarsi però, ne che tu corra al bagno: si tratta di un falso allarme che passerà dopo pochi istanti lasciando il posto a tutt’altro tipo di sensazioni!
Via con la sperimentazione a due
Dopo aver preso la mano – è proprio il caso di dirlo – con la tua anatomia e con la tua personalissima risposta alla stimolazione del Punto G, sei pronta a coinvolgere il tuo partner con una bella sessione di training a due!
Ti ricordi come è stato all’inizio indirizzare il tuo uomo a scoprire il modo più adatto a darti piacere? Ecco, aspettati più o meno lo stesso iter con il Punto G: lui sarà sicuramente eccitato di questa tua proposta e impaziente di farti provare più piacere che mai, ma nel percorso potrebbe avere qualche inciampo.
Guidalo e incoraggialo, invitandolo a ripetere quello che tu hai già sperimentato in solitudine. Se le cose non funzionano, passate a qualcosa che ti piace molto e poi riprovate: ricordati, più sei eccitata più il Punto G si rivelerà facile da trovare. Una volta trovato, possiamo darti qualche suggerimento di stimolazione – massaggi gentili e circolari, movimenti a figura di un 8, pressioni rapide e veloci – ma il modo migliore per godere di questo ritrovato tesoro è ascoltare il tuo corpo e seguire le vibrazioni e i segnali che ti manda.
Le posizioni migliori
Tutte quelle che permettono al pene di toccare la parte anteriore della parete vaginale. Quindi, tu-sopra-di-lui, in primis: una posizione che stimola il contatto con il Punto G e che inoltre ti permette di controllare velocità, profondità e movimento, consentendoti di aggiustare il tiro ogni volta che senti di starti allontanando dalla meta.
Anche lui-da-dietro è una posizione che offre massimo accesso, soprattutto se tu sei stesa sul tuo stomaco e con le gambe appena leggermente aperte: la pressione delle gambe chiuse, crea una sorta di sandwich delle pareti vaginali e non trovare il Punto G diventa quasi impossibile.
Non disdegnare neanche il classico lui-sopra-di-te, inseriscici solo qualche piccola modifica. Piega le gambe, poggia i piedi sul letto, solleva il bacino e infila un cuscino sotto alle natiche. Chiedi al tuo partner di mettersi di fronte a te stando dritto sulle ginocchia: l’angolo che si creerà con questa posizione porterà il pena a toccare proprio la parte della parete vaginale dove si nasconde il nostro amico Punto G.
Non è una questione di età…
Tantissime donne affermano di avere una vita sessuale molto più soddisfacente e intensa con il passare degli anni. Al di là dell’ovvio motivo per cui ognuna di noi crescendo guadagna esperienza e impara a conoscersi meglio, pare che esista anche una ragione scientifica per questi orgasmi di maggior intensità in età adulta.
Quando si è giovani, i livelli di estrogeni nel corpo sono molto alti e di conseguenza il rivestimento vaginale è più spesso e crea una sorta di barriera che impedisce la giusta stimolazione del Punto G. Quando gli estrogeni cominciano a diminuire, il rivestimento si assottiglia rendendo l’accesso al Punto G molto più facile.