L’11 febbraio è la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. L’obiettivo? Ricordare tutte le grandi donne che hanno dato il loro contributo allo sviluppo scientifico.
Istituita nel 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, questa giornata serve a ricordare l’importanza e la necessità di promuovere la parità di genere, considerata punto cardine da raggiungere per il 2030.
La Giornata Internazionale delle donne nella scienza rientra, infatti, nel programma di sviluppo sostenibile per migliorare il mondo; ma per permettere ciò, è necessaria una formazione scientifica accessibile in ugual misura sia agli uomini sia alle donne.
Diventa fondamentale, quindi, superare le barriere sociali nell’accesso allo studio delle materie scientifiche. Questo è l’obiettivo, ossia supportare e incoraggiare le donne nell’intraprendere un percorso di studi e, successivamente, una carriera nel mondo scientifico.
Un dato significativo viene, inoltre, dall’analisi del rapporto UNESCO di Woman in Science 2018, dal quale si denota che in ambito STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) solo il 28,8% delle donne riesce a emergere e affermarsi.
Una disparità, purtroppo, ancora esistente non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo, anche se qualcosa fortunatamente sta piano piano cambiando.
Infatti, ad esempio, l’Unione Astronomica Internazionale ha istituito lo Women and Girls in Astronomy Day per spingere le donne a intraprendere una carriera in ambito astronomico.
In Italia, invece, è nato nel 2016 il sito www.100esperte.it, una sorta di banca dati dove è possibile trovare professioniste italiane esperte in STEM.
Favorire la parità di genere è, quindi, un obbligo mondiale che, secondo un rapporto OCSE, aiuterebbe la crescita del PIL globale.
Un monito per tutte le generazioni è quello di smantellare gli stereotipi e avere uno sguardo lungimirante per un futuro fatto di uguaglianza e inclusività.