Lei si chiama Gurudass Kaur ed è un’insegnante americana Montessori e di Kundalini Yoga e tra le sue attività ci sono anche dei corsi di formazione specifici per bambini, dal titolo Childplayoga. Questi corsi sono un’occasione unica di lavorare fianco a fianco a una persona speciale, capace di risvegliare, con creatività e divertimento, il bambino che è in ognuno di noi adulti, ma soprattutto mostrare un nuovo modo di interagire e insegnare lo yoga ai bambini, fornendo competenze preziose per l’educazione, l’esercizio e la responsabilizzazione dei bimbi.
Siri Sant Kaur, insegnante di yoga e organizzatrice di alcuni workshop, racconta a Melarossa perché è importante partecipare.
A chi è rivolto questo corso?
A tutte le persone che hanno a che fare con i bambini: educatori, psicologi, assistenti sociali, ma anche genitori. Non è necessario avere già competenze di yoga.
Quali sono gli obiettivi del workshop?
Insegnare agli adulti degli esercizi yoga da riproporre ai bambini e che lavorano principalmente su due aspetti: attenzione ed equilibrio. Il metodo di Gurudass Kaur parte dal presupposto che non tutte le posizioni yoga sono fattibili per i bambini, per cui usa il gioco per trasformarle e, ad esempio, lavorare con la stessa efficacia, ma in modo divertente, sul respiro, sulla morbidezza della schiena.
Impari ad insegnare lo yoga ai bambini con creatività e fantasia, ma anche ad essere più aperto e a trovare dentro di te risorse e forza per dialogare con i più piccoli e riuscire ad ottenere da loro impegno ed attenzione.
Perché un genitore dovrebbe sentirsi motivato a partecipare?
Perché insegna a negoziare con i bambini, che non sempre hanno voglia di fare quello che tu chiedi e quasi mai un approccio punitivo o troppo autoritario funziona.
Questo metodo, basandosi sul gioco e sul divertimento, fa sì che un adulto impari a far girare l’energia yoghica, trasformando in positiva l’energia dello spazio in cui bambino ed adulto interagiscono: il bambino si esprime nella sua essenza più pura e tu ti porti al suo stesso livello, comunicando con fantasia e creatività.
Può essere quindi importante far praticare lo yoga ai nostri figli?
Certamente, soprattutto perché oggi i bambini hanno una quotidianità piuttosto stressante, sono sollecitati continuamente ed hanno poco tempo per stare in silenzio e non fare niente. Lo yoga permette loro di trovare uno spazio in cui si rilassano dalle pressioni, si sentono al sicuro e liberi di esprimere se stessi e in più fanno un tipo di allenamento non frenetico, in cui non c’è competizione, ma si valorizza la capacità di stare insieme e di sviluppare la consapevolezza di gruppo. Ovviamente, non tutte le posizioni sono adatte a queste età, per cui devono essere adattate e semplificate. E questo nel metodo Childplayoga avviene attraverso il gioco.
A livello fisico, perché fa bene lo yoga?
Perché insegna ai bambini a lavorare sul respiro e sulla morbidezza della schiena e del corpo, entrambi importanti per equilibrare la mente, ma anche per stimolare la circolazione sanguigna e alimentare in modo efficace il cervello. Alcune posizioni aiutano i bambini a far lavorare organi che, passando molte ore seduti a scuola o a casa, di solito non lavorano e, in più, i giochi di gruppo proposti dal metodo Childplayoga permettono di sviluppare la coordinazione dei movimenti, ma anche i sensi, l’attenzione e le emozioni.
Questo metodo, inoltre, è più libero di altri, perché è influenzato dall’impostazione montessoriana di Gurudass Kaur: nei 45 minuti di lezione puoi dare sfogo alla tua creatività, catturare l’attenzione dei bambini e dare loro importanza e fiducia. Il maestro, infatti, non è lì per controllare, ma accompagna gli allievi, accogliendo con serenità qualsiasi loro reazione.
E gli adolescenti? Per loro lo yoga è importante?
Spesso è difficile convincerli a provare, perché vedono lo yoga come qualcosa di noioso, ma poi quando iniziano ne sono entusiasti. Lo yoga, sempre con esercizi adatti alla loro età, permette di ritrovare uno spazio interiore, conoscersi meglio e avere fiducia nelle proprie capacità fisiche, grazie al superamento di blocchi.