Sport e vita attiva? No, grazie. I teenager italiani sono tra i peggiori al mondo quanto ad attività fisica praticata: 9 su 10 (l’88,6%) non sono sufficientemente attivi. E, purtroppo, non sono i soli: in tutto il mondo, i giovanissimi si muovono troppo poco, mettendo così a rischio la propria salute. E’ il quadro preoccupante che emerge da uno studio condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e pubblicato sulla rivista The Lancet Child & Adolescent Health.
Adolescenti e attività fisica: lo studio dell’OMS
Lo studio dell’OMS ha coinvolto 1,6 milioni di adolescenti di tutto il mondo. Ne è emerso che oltre 4 ragazzi su 5 di età compresa tra gli 11 e i 17 anni non fanno abbastanza attività fisica. L’OMS raccomanda per i giovani di questa fascia di età un’ora al giorno di attività, da moderata a intensa.
I giovani italiani si classificano terzultimi (al 23^ posto) tra 25 paesi ricchi (paesi dell’Europa Occidentale, Australia, Nuova Zelanda, Israele, Canada, USA). I maschi sono addirittura penultimi (l’85,9% di loro è inattivo), mentre le femmine terzultime (il 91,5% di loro è inattivo).
Anche a livello mondiale i ragazzi italiani sono tra i più inattivi: si classificano 137^ sui 146 paesi considerati (131^ i maschi e 136^ le femmine). Peggio dell’Italia, solo Nuova Zelanda, Venezuela, Australia, Zambia, Timor Leste, Sudan, Cambogia, Filippine e Repubblica di Corea (ultima classificata con ben il 94,2% di giovani che si muovono troppo poco).
Tra i paesi più virtuosi ci sono invece il Bangladesh, in cui il 66,1% dei teenager non svolge attività fisica a sufficienza, seguito da Slovacchia (71,5%), Irlanda (71,8%) e Stati Uniti (72%).
Poco sport tra i ragazzi: i rischi per la salute e le possibili soluzioni
L’inattività fisica, cioè il non muoversi abbastanza pur non essendo totalmente sedentari, è il quarto principale fattore di rischio per morte precoce. Muoversi poco si associa a tantissime malattie, prime fra tutte sovrappeso e obesità, ma rende anche i ragazzi mentalmente meno brillanti, facendo calare il loro rendimento a scuola.
Ecco perché, suggeriscono gli autori dello studio, è importante mettere in atto strategie che spronino i giovani a muoversi di più: camminare o andare in bici, anche semplicemente a scuola, contribuire alle faccende domestiche, praticare sport a scuola e in orario extrascolastico e giocare in modo attivo, invece che con i videogiochi di fronte allo schermo di un computer o di un cellulare.
L’obiettivo è tagliare il traguardo fissato nel 2018 dall’Assemblea Mondiale della Salute, organo legislativo OMS: far scendere entro il 2030 la percentuale dei giovani poco attivi dall’attuale 81% al 70%.
Fonte: Ansa