Sommario
Quando preoccuparsi per il fegato e come si fa a capire se si hanno problemi al fegato? Le malattie del fegato comprendono qualsiasi disturbo o malattia che determina un’infiammazione o un danno d’organo, compromettendone la funzionalità.
Tra le varie funzioni che svolge questo organo così importante per la nostra esistenza, c’è anche la funzione digestiva. Infatti, il fegato partecipa al metabolismo degli zuccheri e produce la bile. Si tratta della ghiandola più grande del nostro organismo.
Le cause di un suo malfunzionamento sono molteplici: infezioni, traumi, esposizioni a farmaci o a sostanze tossiche, malattie autoimmuni o genetiche, virus o cattive abitudini alimentari.
Le principali patologie epatiche sono la steatosi (fegato grasso), l’epatite (come l’epatite C ad esempio), la cirrosi, l’ittero, il tumore al fegato, l’emocromatosi e l’epatopatia alcolica.
Dove si trova il fegato e come funziona?
Il fegato è uno degli organi più complessi del nostro organismo, per quantità e diversità delle sue funzioni. Dal punto di vista anatomico, è una ghiandola dell’apparato digerente con una forma quasi triangolare ed è l’organo più grande del nostro corpo.
Si trova al di sotto del diaframma, tra quest’ultimo, il colon trasverso e lo stomaco. Dove si trova il fegato a destra o a sinistra? La parte più grande si estende lungo il fianco destro.
È composto da 4 lobi, lungo circa 24-28 cm e pesa in media 2 kg (che corrispondono al 2,5% del peso corporeo di un adulto).
Il suo nome deriva dal latino ietur ficatum, che sarebbe il “fegato con i fichi”, una ricetta molto nota nell’antica Roma che consisteva nel cucinare il fegato d’oca con dei fichi.
Quali sono le funzioni del fegato
II fegato svolge moltissime funzioni e tutte molto importanti per il nostro organismo.
È, infatti, fondamentale per il metabolismo e svolge una serie di processi come l’immagazzinamento di glicogeno, vitamina B12, ferro e rame, la sintesi delle proteine del plasma e l’eliminazione di sostanze tossiche dal sangue.
Poi, produce la bile, una sostanza preziosa per i processi digestivi poiché favorisce la digestione dei nutrienti come grassi e zuccheri. Inoltre, svolge un ruolo essenziale nel metabolismo delle proteine.
Il glicogeno immagazzinato è trasformato, in caso di bisogno, in glucosio plasmatico. Quindi, l’organo svolge anche un ruolo nella modulazione dei livelli di zuccheri nel sangue (glicemia).
Inoltre, mantiene gli equilibri metabolici dell’organismo ed è fonte dei fattori di coagulazione che permettono la fluidità del sangue ed evitano la formazione di aggregati che possono ostacolare la circolazione.
Un’altra funzione fondamentale del fegato è la produzione, nei primi tre mesi di gestazione, dei globuli rossi nel feto, in attesa che il midollo osseo si sviluppi completamente.
Insomma, il fegato è un organo davvero importante e non esiste nessun macchinario in grado di sostituire le sue funzioni che, riassumendo, sono le seguenti:
- Produce la bile che serve per emulsionare i grassi e rendere quindi possibile il loro assorbimento da parte dell’intestino.
- Gluconeogenesi, cioè la formazione del glucosio necessario per nutrire le cellule del corpo umano.
- Sintesi del colesterolo che, nelle quantità prodotte da un fegato sano, è essenziale per la vita delle cellule organiche.
- Sintesi dei trigliceridi, indispensabile fonte di energia per la vita cellulare.
- Produce fattori di coagulazione come il fibrinogeno e la trombina.
- È un deposito di emergenza per la vitamina B12, il ferro e il rame.
- Elimina le sostanze che non servono più e che sono state sostituite da quelle più attive come l’emoglobina e l’ammoniaca (che è trasformata in urea, più tollerabile per l’organismo).
- Demolisce e cattura le sostanze tossiche che il nostro corpo può assumere più o meno accidentalmente.
Come capire se si ha un problema al fegato?
Le cause delle malattie epatiche possono essere diverse, sia congenite (cioè presenti fin dalla nascita), sia dovute a fattori di rischio come:
- Tossicità da abuso di alcol, droghe o farmaci.
- Esposizione a sostanze tossiche.
- Deficit nutrizionali.
- Traumi.
- Disturbi metabolici.
- Infezioni (virali o batteriche).
- Obesità.
Quali sono i sintomi del fegato malato?
I sintomi delle patologie epatiche sono spesso lievi o silenti e difficili da ricondurre a una specifica malattia.
Dove si avverte il dolore al fegato? Il fegato di per sé non ha fibre nervose quindi non può causare una sensazione di dolore. L’unica parte che ha fibre “sensibili” è la colecisti (o cistifellea), quindi solo in caso di colica biliare si può avvertire del dolore. Oppure è relativo ad altri organi vicini.
Il dolore si avverte, comunque, nella parte superiore destra dell’addome e a volte si irradia nella schiena o nella scapola destra.
In caso di malattia acuta, i segni e i sintomi più comuni includono:
- Ittero (colorazione giallastra della pelle).
- Urine scure.
- Feci molto chiare.
- Perdita di peso e inappetenza.
- Astenia (debolezza generalizzata).
- Ematemesi (sangue nel vomito).
- Nausea, vomito e vertigini.
- Gonfiore, tensione e dolore addominale.
- Prurito.
- Variazioni di peso senza un motivo specifico.
Gli esami principali usati per diagnosticare una patologia epatica sono:
- Ecografia.
- Biopsia epatica.
- TAC.
- Esami del sangue.
- Colangiopancreatografia endoscopica retrograda.
- Valutazione dei sintomi da parte di un medico specialista.
Quali sono le malattie del fegato?
Come abbiamo visto, il fegato svolge funzioni basilari per il nostro organismo ma è anche un organo vulnerabile. Infezioni virali, abuso di alcol, fumo, farmaci e cattiva alimentazione, possono danneggiarlo, anche molto seriamente.
Ad esempio, la cirrosi epatica è la conseguenza di un’infiammazione cronica del fegato che distrugge le sue cellule (gli epatociti) e provoca danni ai suoi tessuti, che ne riducono, anche irreversibilmente, il funzionamento.
Ecco l’elenco delle principali malattie del fegato.
1 – Fegato ingrossato (epatomegalia)
Il fegato ingrossato o epatomegalia è una condizione in cui le dimensioni del fegato sono maggiori rispetto al normale, tanto da essere considerate patologiche.
Non è una malattia vera e propria, ma è correlata a patologie che interessano il fegato, altri organi (ad esempio il cuore) o interi sistemi (fra questi il sistema immunitario e quello cardiocircolatorio).
Il termine scientifico usato per indicare questa condizione è epatomegalia, ma non va però confusa con la steatosi epatica. Infatti, un fegato grosso non significa necessariamente fegato grasso, anche se spesso le due condizioni sono co-presenti.
Quali sono i sintomi? Se l’ingrossamento è stato rapido e importante, può comparire una sensazione di fastidio nell’area addominale superiore destra, sotto le costole. Può essere presente dolore all’altezza del fianco destro, che si manifesta o si acuisce alla palpazione.
2 – Fegato grasso (steatosi epatica)
Perché il fegato diventa grasso? Il fegato grasso o steatosi epatica è una condizione clinica caratterizzata da un accumulo di trigliceridi nelle cellule epatiche superiore al 5% del peso del fegato stesso.
È considerata la risposta del fegato allo stress metabolico che, negli anni, può evolvere in forme più gravi di malattia, come la cirrosi epatica. Il quadro clinico è simile a quello della steatosi alcolica ma colpisce persone che non consumano abitualmente alcol o lo fanno in quantità modeste.
Il fegato trasforma gli zuccheri in grassi per creare delle scorte in caso di necessità. Tuttavia, quando la quantità di zuccheri e di grassi assunti nella dieta è troppo alta, il fegato immagazzina grasso in eccesso e appare più grande della norma.
3 – Tumore al fegato
Il tumore al fegato è una malattia che richiede l’intervento di un team di professionisti, fra cui l’oncologo e l’epatologo. Il fegato può essere colpito da tumori primari, come il carcinoma epatico (nel bambino epatoblastoma), metastasi di altre neoplasie e tumori benigni.
Come capire se si ha un tumore al fegato? I sintomi iniziali sono spesso assenti o poco specifici. Nel tempo compaiono:
- Dolore (all’addome, schiena e spalla destra).
- Ascite (pancia gonfia per accumulo di liquidi).
- Sensazione di bocca amara.
- Vomito.
- Dimagrimento.
- Febbre.
- Ittero.
- Urine scure.
- Prurito.
- Comparsa di lividi e macchie rosse sulla pelle.
Fra le cause più comuni, le epatiti virali (B e C); meno diffusa l’infezione da HIV, ma anche l’età è fra i fattori di rischio. La diagnosi si basa sulle analisi del sangue e di esami come ecografia, TC e risonanza.
Il decorso è progressivo e purtroppo l’aspettativa di vita ancora limitata: è una malattia quasi sempre curabile, ma non sempre operabile e guaribile. Grazie allo sviluppo di farmaci per le forme avanzate, gli indici di sopravvivenza stanno migliorando. Inoltre, l’immunoterapia si è dimostrata un approccio promettente.
Trapianto di fegato
Il trapianto di fegato consiste nell’impianto di un organo sano proveniente da donatore deceduto o vivente in sostituzione di quello malato o danneggiato del paziente.
L’epatologo o l’oncologo decidono per il trapianto quando il paziente soffre di una malattia letale per la quale non sono disponibili (o non hanno funzionato) altri trattamenti ed è entrato in una condizione di insufficienza epatica.
L’intervento è complesso e rischioso: comporta la rimozione del fegato malato, con tutti i suoi vasi sanguigni e le sue fibre nervose, l’impianto dell’organo sano e il collegamento di vasi e nervi con esso.
Questo passaggio deve essere effettuato rapidamente, per evitare che i tessuti vadano in sofferenza. Data la scarsità di organi disponibili, si stanno sperimentando tecniche di trapianto di fegato di maiale geneticamente modificato.
4 – Cirrosi epatica
La cirrosi epatica è l’ultimo stadio dell’epatite in cui un’estesa aerea cicatriziale (fibrosi) causa il cambiamento dell’architettura dell’organo, compromettendone la funzionalità.
Si caratterizza dalla presenza di noduli rigenerativi circondati da tessuto fibroso dall’aspetto denso. La malattia può rimanere asintomatica per molti anni e, quando si manifesta, i disturbi sono spesso poco specifici (mancanza di appetito, affaticamento o perdita di peso).
Se la cirrosi non è curata, il fegato non sarà più in grado di funzionare ed entrerà nell’ultimo stadio della malattia noto come insufficienza epatica.
Qualsiasi malattia epatica cronica, indipendentemente dal fattore che la causa, evolve nel tempo con l’insorgenza di infiammazione, necrosi cellulare ed eventualmente fibrosi epatica.
5 – Ittero
L‘ittero è una condizione patologica che si manifesta con il cambiamento nel colore della pelle e della sclera (bianco degli occhi) verso il giallo. Questo fenomeno si verifica a seguito di malattie anche a carico del fegato ma non solo, che si riscontrano anche nei lattanti (ittero neonatale).
L’ittero neonatale fisiologico avviene in tutti i neonati e si manifesta in uno stato transitorio di iperbilirubinemia dovuto all’immaturità dell’enzima di coniugazione del fegato.
È possibile suddividere la patologia in ittero pre, intra e postepatico, a seconda della localizzazione della disfunzione. I sintomi variano dalla tipica colorazione giallastra di pelle e sclera, prurito, dolore addominale e, nei casi peggiori, brividi e febbre.
Mantenere uno stile di vita sano, una dieta prevalentemente mediterranea così come un consumo moderato di alcol possono aiutare il soggetto con disfunzioni al fegato a scongiurare questa complicazione.
6 – Epatite (Epatiti infettive da virus)
Le epatiti sono infiammazioni a carico del fegato. Si dividono in due grandi gruppi: infettive e non infettive.
Fanno parte del primo gruppo tutti i processi infettivi causati da agenti patogeni come i virus che sono diversi anche in termini di diversa distribuzione epidemiologica e frequenza di infezione.
Nel secondo gruppo ci sono invece le epatiti causate da:
- Abuso di alcol.
- Malattie autoimmuni, genetiche.
- Sostanze tossiche.
- Cattiva alimentazione.
Sono 5 i tipi di epatite infettiva al momento noti e sono: A, B, C, D, E.
Epatite A
L’epatite A è una malattia acuta contagiosa del fegato, causata dal virus HAV, che si trasmette per contatto con feci infette. Gli alimenti a rischio sono vegetali e molluschi crudi contaminati, ma la trasmissione può avvenire anche con lo scambio di posate, bicchieri, spazzolini e asciugamani con persone infette.
I sintomi sono nausea, vomito, febbre, ittero e si manifestano a 15-50 giorni dal contagio: mentre negli adulti sono di solito piuttosto severi, nei bambini la malattia può essere asintomatica.
Il vaccino per l’epatite A protegge dal contagio per tutta la vita.
Epatite B
L’epatite B è un’infiammazione del fegato causata dal virus HBV. Si tratta di un virus altamente infettivo. Il nome deriva dal greco hepato (fegato) e itis (infiammazione).
Il virus si può trasmettere da madre a figlio durante il parto e attraverso il contatto con il sangue o altri fluidi corporei, inclusi i rapporti sessuali non protetti con un partner infetto. Il contagio può avvenire anche con la condivisione di aghi, siringhe infette, rasoi o altri strumenti non sterilizzati.
Il vaccino e una maggiore informazione sui comportamenti a rischio sono la più efficace forma di prevenzione.
Epatite C
L’epatite C è una patologia causata da un virus (HCV) che infetta le cellule del fegato dando il via a un processo infiammatorio, la fase acuta della malattia.
La malattia è diagnosticata tramite un semplice esame del sangue. Tuttavia, non causando sintomi specifici, risulta poco diagnosticata nella sua fase iniziale. Nella maggior parte dei casi, infatti, il test viene effettuato quando compaiono i sintomi, ossia in una fase anche molto avanzata dell’epatite C, quando i danni al fegato sono già irreversibili.
Epatite D
L’epatite D è un’infiammazione del fegato causata dal virus D (HDV). L’infezione da epatite D non può verificarsi in assenza del virus dell’epatite B. La co-infezione da HDV-HBV è considerata la forma più grave di epatite virale cronica a causa della più rapida progressione verso il carcinoma epatocellulare.
I soggetti maggiormente a rischio di infezione sono quelli che fanno uso di droghe per vena, chi ha contatti sessuali non protetti e chi usa strumentazione non sterilizzata.
Epatite E
L’agente infettivo dell’epatite E è il virus HEV. Causa una malattia acuta molto simile all’epatite A. In casi piuttosto rari, l’epatite E può portare a una forma fulminante di malattia fino al decesso. Si tratta di eventi che si presentano più frequentemente nelle donne gravide, con un tasso di letalità che arriva fino al 20%.
Come per l’epatite A, la trasmissione avviene per via oro-fecale in cui l’acqua contaminata da feci è il veicolo principale dell’infezione. Il periodo di incubazione va da 15 a 64 giorni.
7 – Colangite
La colangite è un’infezione dei dotti biliari causata solitamente da batteri che provengono dal duodeno (la prima parte dell’intestino tenue), soprattutto se il dotto biliare è già in parte ostruito da calcoli biliari. Si tratta di una patologia secondaria ad altri processi patologici delle vie biliari.
I sintomi variano in base all’origine del disturbo e alle condizioni di salute generali del soggetto. In genere comprendono febbre intermittente, spesso accompagnata da dolore addominale ed ittero, anch’esso intermittente ed associato a: urine scure e feci chiare, nausea, vomito, senso di malessere generale.
Si parla invece di colangite biliare primitiva quando l’origine della patologia è autoimmune. In altre parole, è un disturbo cronico dei dotti biliari le cui cellule sono attaccate per errore dal sistema immunitario. La colangite sclerosante primitiva invece è una patologia rara, di cui non si conoscono le cause, caratterizzata dall’infiammazione dei dotti biliari che progressivamente si restringono o scompaiono sommersi da tessuto cicatriziale.
8 – Colestasi
La parola colestasi indica il flusso della bile verso l’intestino ostacolato. Rappresenta un sintomo comune in più malattie epato-biliari.
Può essere definita come il risultato di un’ostruzione delle vie intra o extra epatiche che rende impossibile l’escrezione della bilirubina e dei sali della bile che ristagnano nei dotti.
L’ittero, segno tipico di colestasi, è spesso associato a un prurito cutaneo notturno a causa della deposizione dei sali biliari nel tessuto sub-cutaneo, con effetto irritante.
9 – Epatite autoimmune
L’epatite autoimmune è una malattia del fegato causata da un difetto del sistema immunitario di cui non si conoscono ancora le cause. Le nostre difese immunitarie per errore non riconoscono il fegato come parte dell’organismo e lo considerano un corpo estraneo.
Quindi, lo attaccano distruggendo le cellule epatiche e provocando un’infiammazione che nel tempo può alterare la struttura dell’organo fino alla cirrosi.
Spesso è asintomatica, ma durante la fase di esordio (danno acuto) può comportare sintomi come stanchezza intensa, disturbi digestivi e ittero (colorazione giallastra delle sclere e della pelle). Solitamente è associata ad altre patologie autoimmuni.
10 – Epatopatia alcolica
L’epatopatia alcolica è un processo infiammatorio progressivo a carico del fegato, associato a un abuso di alcolici. Si tratta di un’infiammazione cronica dei tessuti epatici che porta alla morte (necrosi) e all’alterazione delle funzionalità epatica.
È una malattia frequente negli alcolisti (circa il 50% dei forti bevitori), il cui rischio aumenta in proporzione alle quantità di alcol consumato e alla durata dell’abuso.
Oltre all’alcolismo, tra i fattori di rischio ci sono anche l’epatite C, l’obesità e una dieta non corretta.
11 – Malattie epatiche da farmaci
Sarebbero almeno 600 i principi attivi contenuti nei farmaci che possono causare sofferenze al fegato. Alcuni studi, infatti, indicano che l’epatite da farmaco sarebbe responsabile del 10% del totale delle epatiti.
Alcuni di questi, come le statine ad esempio (usate per la cura dell’ipercolesterolemia), possono aumentare i livelli di enzimi epatici e causare un danno al fegato senza dare sintomi.
Infatti, il danno epatico cronico da farmaci si caratterizza solitamente con forme sub cliniche che si manifestano anche dopo molti anni in cui si è utilizzato un farmaco in maniera continuativa e regolare.
12 – Malattie del fegato di origine genetica
Le malattie genetiche e congenite del fegato, specie quelle che colpiscono le vie biliari, sono patologie rare e fino a pochi anni fa poco studiate.
Si tratta di patologie del fegato causate da mutazioni genetiche che possono causare una crescita eccessiva delle strutture biliari (con formazione di cisti con dimensioni anche superiori ai 15 cm all’interno del fegato) o infiammazione e fibrosi, che sono i processi con i quali le malattie epatiche croniche progrediscono verso la cirrosi e il cancro.
Tra queste c’è l’emocromatosi ereditaria, una malattia genetica che tende a manifestarsi dopo i 40 anni di età. Anche il Morbo di Wilson è una malattia ereditaria autosomica, cioè che si sviluppa solo quando due portatori sani del morbo concepiscono un bambino.
Il difetto genetico determina un accumulo sistemico di rame nell’organismo, soprattutto nel cervello e nel fegato, che provoca danni generalizzati di carattere neurologico, ematologico ed epatico.
13 – Epatoblastoma
L’epatoblastoma è il tumore del fegato più comune in età pediatrica ed è solitamente diagnosticato durante i primi 3 anni di vita. L’età media alla diagnosi varia da 12 a 21 mesi.
Le cause sono a tutt’oggi sconosciute. È stato osservato che la prematurità e il basso peso alla nascita potrebbero essere un fattore di rischio. Il meccanismo esatto non è ancora noto, ma sembra che giochino un ruolo fondamentale:
- Ossigenoterapia.
- Farmaci necessari per superare in culla le settimane che avrebbero dovuto trascorrere nell’utero materno.
- Nutrizione parenterale totale (nutrizione somministrata per via venosa).
- Necessità di numerose radiografie.
14 – Epatite fulminante
È una delle condizioni più gravi per il fegato per la rapidità con cui evolve.
Un’epatite fulminante, infatti, determina una necrosi massiva delle cellule del fegato, gli epatociti, che non riescono più a garantire la funzionalità dell’organo.
Le cause possono essere: virus, abuso acuto di alcol, sostanze tossiche (comprese le droghe come l’ecstasy e la cocaina), alcuni farmaci, specialmente in caso di abuso (ad esempio il paracetamolo, che in dosaggi particolarmente elevati può causare questa situazione).
Cosa bere e mangiare per purificare il fegato?
I principali nemici di un fegato sano sono l’alimentazione scorretta e uno stile di vita malsano. Consumi elevati di alcol, cibi grassi e zuccheri possono sovraccaricare il fegato di tossine, riducendone la capacità depurativa e causando malattie come il fegato grasso (steatosi).
Cosa fare per depurare il fegato? Non esistono farmaci specifici per l’affaticamento del fegato o la steatosi, quindi la cura si basa sulla correzione dello stile di vita: perdita di peso, dieta equilibrata, rinuncia o moderazione al consumo di alcol, smettere di fumare e fare attività fisica regolare.
Tuttavia ci sono alcuni alimenti, soprattutto, vegetali dall’alto potere antiossidante che possono aiutare il fegato a depurarsi.
Tra questi:
- Verdure amare come cicoria, carciofi, rucola, cavoletti di Bruxelles.
- Aglio, cipolle e barbabietole.
- Tè verde e frutta ricca di antiossidanti come mirtilli e mele.
- Asparagi e avocado.
- Pesce grasso come salmone e sardine.
Anche integrare lo yogurt, i probiotici e la fibra alimentare per supportare la flora intestinale contro le tossine, è molto utile. Così come bere circa 2 litri di acqua al giorno per aiutare i reni a eliminare le tossine. Infine, preferire le cotture leggere e consumare piccoli pasti ma più frequenti, per non sovraccaricare il fegato e stimolare il metabolismo.
Invece, quali sono gli alimenti che danneggiano il fegato?
Cibi ricchi di grassi saturi (salsicce, burro), zuccheri semplici (dolci, bevande zuccherate), fritture e sostanze stimolanti e irritanti (come troppa caffeina).
Conclusioni
Il fegato è uno degli organi più grandi e vitali del corpo umano, essenziale per numerose funzioni metaboliche, tra cui la detossificazione, la sintesi delle proteine, e la produzione di sostanze chimiche necessarie alla digestione.
Situato nell’addome superiore destro, sotto il diaframma, il fegato aiuta a metabolizzare i carboidrati, i grassi e le proteine, e a regolare i livelli di glucosio nel sangue. Gioca un ruolo essenziale poi nell’eliminazione delle tossine dal sangue e nella gestione delle riserve energetiche.
Le malattie del fegato possono variare da condizioni lievi a gravi, inclusi il fegato grasso, l’epatite e la cirrosi, quindi è fondamentale mantenere uno stile di vita sano per preservarne la funzionalità.
Fonti
- Ospedale Bambin Gesù, Epatoblastoma.
- Nature Reviews, Pathobiology of inherited biliary diseases: a roadmap to understand acquired liver diseases.
- FIRE – ONLUS, Fondazione Italiana per la Ricerca in Epatologia, Il Fegato.
- ISS, Epatiti.
- Burra P., Malattie del fegato: prevenzione e terapia. Informazione per i pazienti, Azienda ospedaliera – Università di Padova.