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A volte siamo spinti da promesse di risultati miracolosi a comprare prodotti che poi si rivelano un grande bluff.
È il caso degli integratori che spesso gli influencer promuovono, in maniera più o meno trasparente, sui social. La denuncia arriva da Altroconsumo, l’Associazione per la tutela dei consumatori.
Gli integratori: cosa sono
Cosa intendiamo per integratori alimentari? Secondo il Portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica:
- vitamine
- probiotici
- sali minerali
- proteine
- fibre
- pappa reale.
Si tratta di sostanze contenute nel cibo e che hanno lo scopo di migliorare il funzionamento dell’organismo, di sopperire a carenze alimentari, di favorire lo stato di benessere della persona e soprattutto di prevenire alcune malattie.
Gli integratori: a cosa servono
Si usano gli integratori per rimanere in salute e in caso di carenze nutritive. Ma, seguendo una dieta equilibrata, non c’è bisogno di ricorrere a questi prodotti. In realtà, il più delle volte è una percezione indotta dalla pubblicità e dal marketing.
La carenze vitaminiche – diffuse nei paesi poveri – in Occidente si possono verificare solo in pochi casi:
- di fronte a una malattia che può impedirne l’assorbimento
- se viene seguita una dieta particolarmente squilibrata
- in caso di fabbisogno aumentato, come in gravidanza.
Perciò, il consumo di integratori vitaminici è superfluo negli individui sani che hanno un’alimentazione sana e variata.
Se vuoi saperne di più sull’argomento leggi il nostro approfondimento su Vitamine, la guida completa dalla A alla Z.
Ecco perché gli influencer diffondono informazioni ingannevoli
Sugli integratori molti influencer diffondono informazioni ingannevoli, che possono indurre a comportamenti dannosi per la salute. La denuncia di
Altroconsumo parla chiaro: il mondo dei social si conferma il regno delle pratiche commerciali scorrette. Troppi influencer (su Instagram, Facebook, YouTube, TikTok) nascondono le finalità pubblicitarie dei contenuti che mettono in rete attraverso post, storie, video, balletti e reels.
Approfittando della fiducia di fan e follower, diffondono informazioni solo all’apparenza sincere. Infatti, spesso presentano in un contesto di vita quotidiana prodotti che consigliano per i loro risultati straordinari. Ma non è così.
Integratori e influencer: l’indagine di Altrocunsumo smaschera le truffe
Nell’ambito di un progetto finanziato dalla Commissione europea, Altroconsumo ha scovato i casi di pubblicità non trasparente od occulta degli influencer. Soprattutto su Instagram, alcuni promuovono integratori alimentari: pillole, capsule, bevande, sostituti del pasto, ma anche tè e tisane. Si tratta di un settore molto delicato, perché è in gioco la salute delle persone. Infatti, consigli errati possono portare a diete sbagliate e pericolose.
Il caso dell’integratore Fame Block
“Avete bisogno di un dimagrante ultra potente e termogenico brucia grassi? Io vi consiglio di provare questo prodotto di @herbamour.it. AZIONE: agisce come riduttore di appetito. Stimola il metabolismo ed elimina il senso di fame, inoltre supporta l’azione anti-fame con effetti diuretici…100% naturale».
Questo è quello che scrive in un post una influencer a proposito dell’integratore Fame Block. Ma sono informazioni false, riportate anche nel sito web del produttore.
Per le pubblicità ingannevoli, inoltre, si punta sui “nanoinfluencer”, cioè profili con meno di 10mila follower. Infatti, sono quelli che hanno una maggiore presa in termini di condivisioni, commenti, like e interazioni perché interagiscono con i propri fan e instaurano con loro un rapporto di fiducia. A differenza delle celebrità, che hanno milioni di follower, i piccoli influencer esercitano, quindi, un ascendente più forte.
Integratori: il trucco dei codici sconto
Il ritorno economico dell’influencer è dato dai codici sconto, generati col software messo a disposizione dall’azienda. Questi codici vengono offerti ai follower come se fossero una “conquista” che l’influencer è riuscito a ottenere a favore dei suoi fan.
Invece, è frutto di un accordo commerciale. In questo modo, l’influencer guadagna una percentuale sugli acquisti con codici sconto a suo nome, mentre l’azienda riesce a tracciare le vendite grazie al codice sconto usato, e a valutare così l’abilità dell’influencer come venditore.
Per esempio, Tummy Tox, la seconda azienda segnalata all’Antitrust per pratiche scorrette, vende Fat Burner Drink Intense a 15,90 euro (già scontato). Un drink descritto come: «Una bevanda al gusto di mango che accelera lo scioglimento dei cuscinetti di grasso».
Influencer: sui social valgono le stesse leggi per la pubblicità
Quello che si contesta non è la promozione dei prodotti, ma la modalità ingannevole e scorretta. Il messaggio promozionale deve essere chiaramente comprensibile e non mascherato da consiglio disinteressato.
Nel 2017 l’Antitrust è intervenuta spiegando che anche il marketing sui social deve conformarsi alle leggi in vigore e che “la pubblicità deve essere chiaramente riconoscibile come tale”.
Per facilitare il compito agli influencer, l’Autorità ha suggerito di inserire nei post, video e storie gli “hashtag della trasparenza“, per esempio
- #pubblicità
- #sponsorizzato
- #advertising
- #inserzioneapagamento
A questi deve seguire il nome dell’azienda. E nel caso di prodotti omaggiati, di usare #prodottofornitoda.
Questa pratica però è ancora poco diffusa. Perciò, bisogna stare attenti e farsi consigliare dal medico per l’assunzione di integratori piuttosto che dall’influencer di turno.
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