L’indice di massa corporea (IMC, o BMI se vogliamo usare l’acronimo inglese) è un dato che indica, il peso di un soggetto in relazione a quello che viene considerato il peso forma ideale. Tale dato si otteneva dividendo il peso di una persona per il quadrato della sua altezza. Il vecchio IMC risultava però impreciso in alcuni casi e per questo è stato elaborato un nuovo sistema di calcolo. Come nella vecchia versione dell’IMC, se il numero che viene fuori dal calcolo è compreso tra i 18.5 e i 25 si è normopeso, se è tra i 25 e i 30 si è sovrappeso, mentre se supera i 30 si è obesi. Abbiamo chiesto al nostro nutrizionista, Luca Piretta, di spiegarci meglio le differenze tra i due sistemi.
Vecchio indice di massa corporea: i limiti
All’origine dell’introduzione di un nuovo metodo di calcolo dell’IMC ci sono i limiti del vecchio, che, spiega Piretta, “teneva conto del rapporto fra peso e altezza, ma non considerava da cosa scaturisse il peso in questione. Per questo se una persona aveva una grande massa muscolare, veniva catalogata come sovrappeso, pur non essendolo. É normale che un atleta, con una massa muscolare importante, pesi di più rispetto ad una persona che non pratica attività fisica. Si aveva perciò una sovrastima dell’indice di massa corporea, portando gli atleti in fasce sbagliate. Lo stesso accadeva per le persone molte basse, come i bambini, o molto alte, la cui categorizzazione non risultava corretta”.
Nuovo indice di massa corporea: cosa è cambiato
“Il nuovo sistema di calcolo indice massa corporea è più raffinato. Si moltiplica 1.3 per il peso e si divide il tutto per l’altezza elevata alla 2.5. Il calcolo è quindi il seguente: 1,3 x peso (Kg) / (Altezza (m))2,5. Quindi, se prendiamo come esempio un soggetto alto 175 centimetri e con un peso di 80 kg, il calcolo sarà il seguente: 1,3 x 80 / (1,75)2,5 = 25,67″. Questo nuovo indice di massa corporea risulta più preciso rispetto al precedente, ma qualche limite resta.
Nuovo indice di massa corporea: migliore, ma non perfetto
“Anche con questo nuovo sistema di calcolo – conferma Piretta – i soggetti troppo alti o troppo bassi rischiano di non essere catalogati correttamente. E’ un metodo complesso che potrebbe creare qualche problema, causando una scarsa diffusione di questo nuovo IMC, quindi dal mio punto di vista il gioco non vale la candela: non so quanto possa servire organizzare un cambio culturale per elaborare un calcolo così complicato, ma che comunque risolve solo parzialmente i vecchi problemi. Diciamo che aiuta nelle situazioni al limite. Una persona che prima risultava sovrappeso per poco, essendo però un atleta, ora rientra nella fascia dei normopeso. Questo, tuttavia, avviene solo per quei soggetti che oscillano ai limiti delle fasce”.
“Per essere più precisi – aggiunge ancora Piretta – bisognerebbe rapportare l’indice di massa corporea con la circonferenza vita. Questo aiuterebbe a capire se si ha a che fare con un finto sovrappeso, quindi una persona con tanta massa muscolare, o un individuo realmente sovrappeso. Va comunque sottolineato come questi dati siano più che altro una stima, che serve per valutazioni generiche. Il valore che risulta dal calcolo dell’IMC non va preso come oro colato: è un indice che aiuta, grosso modo, a catalogare le persone nelle diverse fasce”.