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Consumi cibi light, e sei convinto di mangiar sano e restare in forma. Ma è davvero così? Cosa c’è dietro questa parola magica, presente in centinaia di etichette sugli scaffali dei supermercati?
Abbiamo chiesto a Luca Piretta, medico nutrizionista della SISA (Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione) di spiegarci cosa significa il termine light e quanto incidono durante una dieta dimagrante.
Cibi light: che cosa sono
Con il termine “light” in campo alimentare, si intendono quei cibi che sono stati pensati e realizzati per ridurre l’apporto calorico o per “alleggerirli” di quelle componenti nutrizionali considerati più dannose in termini di salute come i grassi o gli zuccheri semplici.
Secondo la disposizione europea 1924 del 2006, si dovrebbe riferire a cibi light quando un alimento ha perso almeno il 30% del suo apporto calorico se si prende in considerazione il suo omologo classico di partenza.
Per la minore quantità di zuccheri o grassi si utilizzano i termini specifici di “basso contenuto di grassi” o “senza contenuto di grassi”, anche questo definito per legge.
0% di grassi e calorie? A volte è solo marketing!
Ti sarà capitato di leggere l’etichetta “0% di grassi”, ma questa dicitura non dovrebbe essere utilizzata a meno che ci sia l’assoluta certezza dell’assenza di grassi. La disposizione europea definisce un prodotto “senza grassi” se il suo contenuto è inferiore allo 0,5%.
Le cose cambiano per quanto riguarda le calorie. Ci sono, infatti, alcuni prodotti che riportano la dicitura “zero” perché non forniscono calorie.
Cibi light: è giusto mangiarli a dieta?
I cibi light, possono essere inseriti all’interno della dieta purché non si cada nell’errore di credere che il solo fatto di assumerli faccia perdere peso.
Inoltre bisogna considerare che i grassi sono utili alla salute, per esempio per favorire l’assorbimento di alcune vitamine come la A, D, E e K.
Gli alimenti light possono aiutare in alcuni casi particolari dove è necessario abolire in modo drastico alcuni nutrienti perché particolarmente pericolosi. Per esempio:
- lo zucchero semplice nei diabetici
- il colesterolo negli infartuati o cardiopatici e ipercolesterolemici
- il sodio negli ipertesi
- l’eccesso di alcol in chi soffre di fegato.
Cibi light: impara a leggere le etichette
Nei cibi light mancano alcuni nutrienti accusati di nuocere alla salute, in particolare grassi e zuccheri. E questo nella logica filerebbe se non fosse che non è vero che i grassi e gli zuccheri in senso lato fanno male alla salute. E’ vero solo se si eccede!
Ammesso che una persona abbia necessità di eliminare grassi e zuccheri perché tende a consumarne in eccesso, è fondamentale assicurarti che il nutriente che a sostituire con quello incriminato non sia più dannoso del primo!
Molte volte, nelle etichette dei biscotti o altri prodotti dell’industria alimentare con la dicitura “light”, troviamo al posto dello zucchero il ciclammato o la saccarina. Due dolcificanti non molto salutari!
Se al posto del famigerato colesterolo , trovi acidi grassi vegetali (olio di cocco, olio di palma, acidi grassi trans o idrogenati), sei statisticamente più a rischio di avere problemi cardiovascolari o tumorali di quanto non avresti con il colesterolo.
Cibo light: fanno dimagrire?
Secondo Luca Piretta, i cibi light in senso generico sono il classico esempio della cattiva educazione alimentare. Il consumatore infatti è tipicamente alla ricerca di un modo veloce per perdere peso e per fare ciò è disposto a credere molte cose che gli vengono raccontate, anche a costo di non riflettere e di spendere di più.
E’ sbagliato sostanzialmente ricorrere ad un cibo “truccato” (nel senso positivo, cioè con meno grassi o meno zucchero dell’originale) se poi di quell’alimento sei portato a mangiarne di più. Oppure se nel resto della giornata, mangi senza misura, tranquillo perché hai consumato un cibo light che tanto non fa ingrassare.
Cibi light: i pro e i contro
I cibi light possono essere solo un supporto alla dieta dimagrante, in quanto possono “tagliare” qualche caloria su qualche specifico alimento.
Ma non hanno nessuna funzione sganciati da un corretto regime di educazione alimentare.
Diventare troppo ortodossi nelle scelte e nelle limitazioni alimentari può portare a una riduzione nociva dell’apporto di nutrienti.
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