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È arrivata l’estate. È il momento delle vacanze, del relax, di staccare la spina. Che sia al mare, in montagna, al lago o in collina immersi nella natura. È bello quindi stare all’aria aperta e soprattutto al sole. Ma cosa succede quando ci si espone ai raggi solari?
Cosa sono i raggi ultravioletti (UV)
È il sole la sorgente dei raggi ultravioletti, che si dividono in tre tipi: UVA, UVB e UVC. Quelli che raggiungono la superficie terrestre sono gli UVA e, in piccola parte, gli UVB. Gli UVC, invece, sono totalmente assorbiti dall’atmosfera. Inoltre, i livelli di UV aumentano se cresce l’altitudine e l’altezza del sole (specialmente verso mezzogiorno nei mesi estivi).
Gli altri elementi ambientali che regolano i livelli di UV sono, invece, lo strato di ozono e la capacità riflettente della superficie terrestre. Ad esempio, la neve riflette circa l’80% delle radiazioni UV, la sabbia della spiaggia circa il 15% e la schiuma del mare il 25%.
La cute
La nostra pelle è composta di due strati. C’è l’epidermide, che è la parte a contatto con l’esterno. Poi quello più profondo, composto dal derma e ipoderma. L’epidermide è poi divisa a sua volta in altri strati composti da cellule dette cheratinociti, tra le quali si trova un altro tipo di cellule, i melanociti. Questi ultimi si trovano nel livello più profondo dell’epidermide e ognuno è circondato da circa trentasei cheratinociti. I melanociti presentano poi dei “dendriti”, ossia dei prolungamenti che circondano i cheratinociti, permettendo il contatto fra le cellule. La loro funzione principale è produrre un pigmento, la melanina. Grazie ai dendriti, quindi, la melanina è gradualmente trasportata verso i cheratinociti. Il colore della pelle, dei capelli e degli occhi dipende in buona sostanza da questo meccanismo.
Che cos’è la melanina?
Esistono due tipi di melanina:
- eumelanina, pigmento più scuro ed insolubile
- feomelanina, pigmento rosso-giallastro ricco di zolfo
Quindi il colorito cutaneo è determinato principalmente da tre fattori: quantità totale di melanina prodotta, proporzione fra eumelanina e feomelanina, distribuzione nell’epidermide e dimensioni dei melanosomi.
Ma la melanina svolge anche una funzione protettiva contro l’azione nociva dei raggi ultravioletti. Sul nucleo dei cheratinociti forma, infatti, uno schermo difensivo che fa da filtro, assorbendo e respingendo gran parte delle radiazioni solari. Inoltre, è in grado di neutralizzare la produzione di radicali liberi prevenendo l’invecchiamento cutaneo e alcune malattie degenerative.
Perché ci si abbronza?
Il colore della cute è quindi determinato geneticamente. Quando la pelle esposta al sole non è protetta, si attivano dei segnali molecolari che innescano i melanociti, stimolando la produzione di melanina e il suo trasferimento ai cheratinociti. Questo meccanismo, pertanto, ci protegge dai danni dei raggi ultravioletti: i granuli pieni di melanina, infatti, si dispongono attorno al nucleo dei cheratinociti prevenendo i danni che la luce del sole arrecherebbe al DNA di queste cellule.
Il colore che assume la cute dopo l’esposizione al sole dipende allora dalla quantità di melanina prodotta dal nostro organismo. Più la pelle è chiara più la produzione è minore e viceversa.
L’abbronzatura, dunque, è un meccanismo evolutivo di protezione nei confronti della luce solare.
Oggi è diventato solo un fattore estetico, ma è fondamentale proteggersi dai danni da eccessiva esposizione al sole e limitarla. Più tempo si passa sotto il sol leone e più aumenta il rischio di melanomi o tumori della cute, senza contare l’invecchiamento precoce della pelle. I raggi UVA, infatti, sono in grado di causare una mutazione delle cellule epiteliali in cellule tumorali.
Mantenere una pelle giovane
Secondo alcune ricerche, chi protegge la propria pelle dalle radiazioni ultraviolette dimostra circa quattro anni in meno rispetto alla propria età. Creme solari, cappelli e occhiali da sole sono quindi fondamentali. Non dimentichiamoci però anche del sole “in città”, quando passeggiamo, andiamo al lavoro o aspettiamo un autobus.
Le creme solari, poi, oltre a proteggerci dal sole hanno anche una funzione idratante. Contengono sostanze ad azione ristrutturante sul DNA cellulare.
Altri accorgimenti da adottare sono:
- Limitare il più possibile l’esposizione nelle ore più calde, tra le 10 e le 14.
- Stare all’ombra nelle ore più calde
- Indossare vestiti protettivi
- Usare creme solari protettive (almeno +15), applicandole ogni due ore, oppure dopo aver nuotato o fatto attività fisica all’aperto. Le creme solari non servono per stare di più al sole, ma per proteggersi quando l’esposizione è inevitabile.
- Evitare l’uso di lampade o lettini abbronzanti.
Se vuoi saperne di più sui rischi dell’abbronzatura ti consigliamo di leggere il nostro approfondimento: Eritema solare: cos’è, cause, rischi e cure.
Ci si può abbronzare senza sole?
Il Massachusetts General Hospital sta sperimentando un nuovo farmaco che consenta di stare al sole senza le conseguenze e i danni dell’esposizione ai raggi UVA.
Non parliamo però di un cosmetico o di una crema autoabbronzante, ma di un vero e proprio farmaco pensato per i tumori della pelle e l’invecchiamento precoce.
La ricerca è orientata, infatti, a scoprire un modo per attivare la melanina senza i raggi ultravioletti. Un farmaco come questo, abbinato a una buona crema solare, sarebbe un’ottima soluzione per combattere il rischio di tumori alla pelle, fornendo al nostro corpo la massima protezione possibile.
I ricercatori statunitensi sottolineano quindi che questo farmaco vuole rappresentare un progresso nella lotta al cancro alla pelle e una strategia vincente per proteggersi dai raggi UV.
Fonti:
Medical Fact
Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica dell’Istituto superiore di sanità
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