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Il modo in cui pensiamo al cibo può condizionare il successo della nostra dieta. Dimagrisci e poi riprendi peso. Inizi una dieta e poi la lasci a metà. Sei attentissima a quello che mangi eppure i tuoi chili restano sempre quelli. Come mai i tuoi sforzi sembrano essere inutili? Il successo di una dieta dipende sì dalla tua capacità di rispettare le indicazioni del nutrizionista, e dal tempo che destini all’attività fisica, però non è tutto.
Gioca infatti un ruolo determinante l’approccio mentale che hai nei confronti del cibo. Quello che mangi e come lo mangi rappresenta un po’ un test di personalità, e la dice lunga sul valore che viene attribuito agli alimenti, e al rapporto con essi.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Floriana Ventura, psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, di spiegarci i meccanismi psicologici e comportamentali che possono concorrere al fallimento della dieta, e quale invece potrebbe essere l’approccio migliore da adottare affinché il nostro percorso di dimagrimento abbia successo.
Pensare da magri
Cosa vuol dire perdere peso pensando da magri?Vuol dire aiutarsi nel dimagrimento attraverso un modo di pensare più produttivo. Questo approccio consiste nel diventare consapevoli di alcuni modi di pensare disfunzionali, controproducenti, che sabotano il dimagrimento in chi sta seguendo una dieta.
Per fare un esempio, le persone magre non considerano la fame un’emergenza. Quindi non corrono a mettere qualcosa in bocca appena sentono un minimo segnale di fame, pensando “è meglio che mangi ora perché dopo chissà se potrò farlo…”. Oppure, le persone magre non sono solite mangiare oltre un moderato senso di sazietà, pensando “vabbè, questo cibo è troppo buono, anche se sono sazio ne voglio mangiare ancora, per una volta non fa niente…”.
Questo modo di pensare, e di agire, alla lunga rallenta e a volte addirittura blocca la perdita di peso.
Il cibo da un’altra prospettiva
Com’è visto il cibo da chi non ha problemi di peso? Il cibo è un nutrimento fisiologico, ma per alcune persone anche psicologico. Le persone magre considerano il cibo unicamente come fonte di nutrimento fisico, depurato dalle connotazioni consolatorie e ingannevoli che invece sono presenti nei pensieri delle persone con problemi di peso.
Questo non vuol dire che i magri non traggono piacere dal cibo, ma solo che sono in grado di esercitare un maggiore controllo sulla propria alimentazione, utilizzando in modo spontaneo un modo di pensare funzionale, e di discernere in modo più nitido la fame di cibo dalla fame di “coccole”.
E chi invece è sovrappeso che immagine ha del cibo?L’immagine di un qualcosa di estremamente appagante, che risolve problemi, che modifica stati d’animo spiacevoli, che serve a festeggiare, così come a consolare… Capita spesso a chi è in sovrappeso di sentirsi triste o frustrato e di consolarsi con qualcosa di goloso. Questo accade quando si confonde il bisogno di coccole, di carezze, con il bisogno di cibo. È proprio a causa della lettura distorta di questi aspetti legati al cibo che quasi sempre le diete dimagranti falliscono.
Come modificare la propria visione del cibo
L’inizio di una dieta dimagrante spesso non fa altro che attivare ancora di più i pensieri disfunzionali che generano associazioni tipo: dieta = privazione, dieta = sofferenza, dieta = limitazione e così via.
Queste associazioni a loro volta provocano pensieri tipo: “è ingiusto che gli altri possano mangiare quello che vogliono e io no!” oppure “non è giusto che debba rinunciare al cioccolato, non voglio farne a meno!”.
Questo modo di pensare, se non viene modificato, porta a frequenti insuccessi delle diete dimagranti e può condurre alla sgradevole convinzione di essere incapaci, all’abbassamento dell’autostima e del senso di autoefficacia percepita.
Guardare al cibo nel modo giusto
È molto importante che venga considerato unicamente come una fonte di nutrimento fisiologico e imparare a procurarsi il nutrimento psicologico (le coccole, le carezze, i riconoscimenti…) in altro modo, utilizzando nuove strade. Come? Ad esempio cominciando a comunicare alle persone che ci sono vicine il nostro bisogno…È più semplice di quanto sembri.
Tutti quei pensieri che, quando ci si imbatte in uno stimolo, invece di determinare un comportamento produttivo, rinforzando i comportamenti che allenano la nostra resistenza, producono un comportamento controproducente, per esempio portandoci a cedere facilmente ai cibi proibiti o a saltare la dose quotidiana di attività fisica.
Modificare i pensieri negativi
La modificazione consiste nel trasformare un pensiero disfunzionale, ovvero controproducente, in uno funzionale, o produttivo. Questa competenza può essere appresa con l’aiuto di uno psicoterapeuta, che attraverso un breve percorso individuale o di gruppo insegna sia a modificare i pensieri disfunzionali. Ma anche strategie, tecniche e strumenti per fronteggiare i comportamenti che solitamente mettono in atto le persone con problemi di peso e che boicottano il raggiungimento dell’obiettivo.
Il coraggio di cambiare
La dieta dimagrante è un percorso lungo e faticoso. Per portarlo avanti con successo è necessario impegnarsi molto, a volte affrontando fasi di stasi, momenti di difficoltà e demotivazione, combattendo quotidianamente con lo specchio che rimanda un’immagine che non piace, avendo sempre davanti agli occhi l’obiettivo, senza mollare, tenendo duro, senza possibilità di scelta.
Questo sì che richiede coraggio! E anche il coraggio di abbandonare le idee illusoriamente (e disfunzionalmente!) rassicuranti che dipingono le persone in sovrappeso come più simpatiche, sornione ed accoglienti. Questo ed altri modi di pensare disfunzionali possono provocare delle difficoltà importanti in chi sta combattendo la dura battaglia contro il sovrappeso e l’obesità.
Il sito di Floriana Ventura: http://www.florianaventura-psicologa.it
A questo link, puoi scaricare la guida che ti aiuta a raggiungere il peso che desideri e a mantenerlo:http://www.florianaventura-psicologa.it/images/pdf/GuidaPsicodieta.pdf