Finita la fase dell’allattamento arriva per i genitori il momento di preoccuparsi per l’alimentazione dei propri figli. Preso tra pappe, omogeneizzati e primi esperimenti ti disperi se tuo figlio si rifiuta di mangiare e ti riservi il latte come ancora di salvezza, sempre pronto, sempre gradito.
Certo devi aspettare che lo svezzamento sia completato, ma intorno all’anno di età e fino ai tre anni entri nei supermercati, nelle farmacie, nei negozi per l’infanzia per scegliere, con attenzione e premura, il latte di crescita che credi migliore, convinto che sia più ricco e nutriente del latte vaccino. Tuo figlio dovrà essere sano e forte e i packaging variopinti e divertenti promettono grandi cose a riguardo. Ma è la realtà o si tratta dell’ennesima strategia di marketing?
Latte di crescita si o no?
Altroconsumo e Melarossa ti aiutano a scoprire se vale veramente la pena ricorrere al latte di crescita. La prima riflessione da fare al riguardo è che si tratta di un prodotto industriale al cento per cento, che così formulato in natura non esiste.
Basta leggerne la composizione per avere la conferma: fra farina di riso, lecitina di soia, amido di patate, olio di pesce, vaniglia, saccarosio, vitamine e sali minerali il latte sembra diventare l’ingrediente meno rilevante. Pur essendo l’unico alimento veramente sano, nutriente ed effettivamente utile alla crescita e al benessere dei piccoli. Tutti gli altri alimenti aggiunti alle analisi di laboratorio si sono rivelati inutili e inopportuni. Ma non solo! Il latte di crescita viene venduto come migliore perché meno ricco di proteine del latte normale e dunque più adatto a prevenire l’obesità.
Un’affermazione che secondo il Bfr, l’ente governativo tedesco che si occupa della sicurezza degli alimenti, è da considerare errata, visto che non sembra esserci una correlazione evidente fra la presenza di proteine nel latte e la tendenza a diventare obesi.
Al contrario, tutti gli ingredienti aggiunti, pensa al saccarosio, fruttosio e glucosio, non solo alterano le abitudini alimentari dei bambini, ma, come rileva anche un’indagine condotta da Altroconsumo su 13 prodotti, portano con sé i rischi di un consumo eccessivo di dolci.
Stesso discorso per sali minerali, vitamine, carboidrati complessi e additivi vari: il bambino rischia di assumerne troppi a discapito di altri micronutrienti importanti presenti nel latte vaccino.
Per non parlare poi dei costi! L’analisi di Altroconsumo mette in evidenza come questi latti costino più del doppio del latte vaccino e visto che la quantità consigliata al giorno è di 500 ml, praticamente una bottiglia al giorno, è evidente quanto incidano sul bilancio familiare.
Insomma, se il tuo bambino è in buona salute, il latte di crescita sembra essere inutile e costoso. Meglio un buon bicchiere di latte vaccino, (o l’insostituibile latte materno se il bambino non ha superato i due anni di età), e una dieta sana ed equilibrata, ricca di tutti i nutrienti necessari per garantire a nostro figlio salute e forza fisica.
Leggi l’inchiesta di Altroconsumo sui latti di crescita
La tabella con la valutazione dei prodotti
Fonte: Altroconsumo