Palazzo dei Priori, Fontana Maggiore, Collegio del Cambio, Corso Vannucci: sono solo alcuni dei luoghi simbolo di Perugia. Una città che conserva intatto il fascino dell’antico e ricco Comune che tra Duecento e Trecento si impose nel territorio umbro. Basti pensare che alla fine del Duecento si contavano 41 “arti e mestieri” e che già agli inizi del Trecento fu fondata l’Università.
Cosa vedere a Perugia
Sicuramente è il Collegio del Cambio che colpisce per la sua magnificenza e per il ciclo degli affreschi di Pietro Vannucci, meglio noto come Perugino. Fu la potente corporazione dei cambiatori di moneta a commissionare a questo grande artista, intorno al 1500, le pitture parietali della Sala dell’Udienza del Collegio.
Ma, a parte i singoli monumenti e la bella Galleria Nazionale dell’Umbria, è l’insieme della città che rende particolarmente piacevole la visita di Perugia. Lostruscio su Corso Vannucci, tra i tanti giovani che lo affollano, è allietato dai bei negozi che si susseguono. Ma anche da alcune deliziose attrattive gastronomiche come la Pasticceria Sandri, la più antica dell’Umbria.
Grazie alle scale mobili costruite circa 30 anni fa, non è affatto faticoso raggiungere il centro storico. Se poi siete davvero pigri, potrete ascendere al centro storico mediante il Minimetrò. Una contestata opera dell’architetto francese Jean Nouvel, che in ogni caso ha arricchito di un’ulteriore opportunità il sistema di trasporti pubblici della città. Non trascurate comunque altri itinerari come quello lungo Corso Garibaldi, che attraversa un antico borgo medievale fino al Tempio di San Michele Arcangelo, una delle più antiche chiese di Perugia.
La cucina perugina
Per mangiare non c’è che l’imbarazzo della scelta. Vi consigliamo il ristorante Da Cesarino, centralissimo e informale, sulla Piazza 4 Novembre. In ogni caso, fate una puntatina all’Antica Latteria di Perugia in Via Baglioni 5, molto amata dai locali. Si tratta di un piccolo locale con pittoresche maioliche dove, in un’aria d’altri tempi, potete assaggiare squisiti maritozzi con la panna montata artigianalmente davanti a voi, oltre a freschissimi yogurt.
Per dormire e per mangiare ad alto livello, un riferimento obbligato da quasi 130 anni è l’Hotel Brufani Palace, che adesso fa parte della catena italiana Sina. Ogni aprile si raduna qui la parte più viva e curiosa dell’informazione italiana, perché l’albergo è da cinque anni il quartier generale delFestival internazionale del giornalismo di Perugia.
Non si può non provare la cucina di Marco Faiella. Quarantaquattrenne executive chef del Brufani, nato a Gubbio e formatosi prima in Umbria, poi all’estero presso maestri prestigiosi come Michel Roux. Durante l’ultima edizione del Festival, ci ha fatto provare un menu fresco e di grande equilibrio. Su tutti la sfogliatina calda di gamberi e caciotta, con fonduta al tartufo e fiore di zucca fritto.
Due gli assaggi di primi piatti, in quantità tali da consentire la degustazione senza “chiudere lo stomaco”. Abbiamo cominciato con un risotto al ragù bianco di piccione e schiuma di pistacchi al naturale, poi sono arrivati dei tortelloni di broccoli e ricotta, con pomodorini e scaglie di pecorino. La guancia di vitello leggermente brasata con polenta alla griglia arriva quando la sazietà è già in agguato, ma si fa assaggiare e apprezzare comunque. Un po’ di frutta fresca, servita in modo fantasioso e scenografico ma allo stesso tempo comodo per il cliente, è la conclusione ideale di un pranzo che travalica opportunamente i confini della tradizione regionale.