Sommario
Quando si parla di riso rosso fermentato, si è portati a pensare ad una medicina piuttosto che ad un alimento. Ebbene, si tratta di una errata convinzione! Il riso rosso fermentato corrisponde al classico riso da cucina ma che ha subito una sensibile modificazione chimica e nutrizionale.
Ciò grazie alla presenza di un fungo, noto come Monascus purpureus. Questo, in presenza dell’amido del riso, è in grado di scatenare una reazione fermentativa con la produzione di alcune sostanze dalla provata azione benefica contro il colesterolo alto ed altre patologie.
Ovviamente questa modifica altera anche il sapore del riso facendogli acquisire delle caratteristiche palatali uniche. Occhio però a non considerarlo curativo. Infatti, l’alimento di per sé non contiene il dosaggio minimo di queste sostanze utile ad avere benefici sulla salute. Al contrario, un abuso potrebbe anche causare sgradevoli effetti collaterali.
Cos’è il riso rosso fermentato
Ciò che differenzia il riso rosso fermentato dal comune riso rosso è una reazione chimica che viene innescata dalla presenza di un lievito rosso noto come Monascus purpureus.
Questo agente lievitante avvia una reazione nota come fermentazione che, al termine del processo, regala questa tipica colorazione e le caratteristiche nutraceutiche al riso.
Spesso si confonde il riso rosso con il riso rosso fermentato quando in realtà si tratta di prodotti completamente differenti.
Nel primo caso ci riferiamo ad una varietà di riso integrale, la cui coltivazione è nata in Oriente e si è poi diffusa in tutto il mondo. In commercio ne esistono più varietà.
Nel secondo caso, il protagonista di questo articolo altro non è che il comune riso bianco, il quale ha subito un processo fermentativo a carico di un lievito. A seguito di questa trasformazione chimica acquisisce una serie di proprietà nutrizionali talmente peculiari da farlo considerare non più solo un alimento ma un vero nutraceutico.
Fermentazione
Con il termine ‘fermentazione’ non si fa riferimento ad una singola reazione bensì ad un insieme di processi chimici che avvengono generalmente in più step.
I requisiti fondamentali per lo svolgimento di queste reazioni sono i seguenti.
- Presenza di un agente attivatore. In questo caso si può trattare di lieviti, di batteri o anche di singole molecole enzimatiche.
- Assenza di ossigeno. Infatti, la reazione di fermentazione richiede che si avviino delle reazioni chimiche le quali, in presenza di questo gas, non avverrebbero.
- Presenza di zuccheri. Ebbene sì, la presenza di questa categoria di macromolecole è fondamentale in quanto proprio da esse si dà avvio all’intero processo. Nel caso del riso rosso, la presenza dell’amido nel riso di partenza è un aspetto imprescindibile.
Si tratta di una via alternativa attraverso la quale, in natura, è possibile ottenere energia a partire dagli zuccheri. In realtà è una reazione che anche noi uomini conosciamo molto bene.
Avete mai sentito parlare dell’acido lattico? La sua produzione corrisponde alla liberazione di una molecola di scarto che si produce in un momento specifico dello sforzo fisico.
Mi riferisco alla fase in cui lo sforzo è tale da non permettere di rifornire la muscolatura dell’ossigeno richiesto. Al fine di garantire il giusto supporto energetico ai nostri muscoli, si attiva tale reazione fermentativa che, tra i vari effetti collaterali, vede la produzione di cataboliti quali l’acido lattico.
Ed è proprio un catabolita della fermentazione del riso comune a conferire queste proprietà uniche al prodotto finale, ovvero al riso rosso fermentato.
Procedure di lavorazione
La procedura per ottenere il riso rosso fermentato è molto semplice. Infatti, questa prevede semplicemente l’esposizione del comune riso da cucina al lievito Monascus purpureus. La reazione di fermentazione porta alla produzione di sostanze catabolite del fungo.
Una di queste, nota come monacolina K, è responsabile del colore rosso di questo prodotto nonché di buona parte delle sue proprietà. Infatti, dietro a questa reazione di fermentazione, vi è anche un sostanziale arricchimento di sali minerali e vitamine da parte del riso.
Quindi, il prodotto finale, sebbene ottenuto dal riso comune, presenta delle caratteristiche nutrizionali molto differenti.
Valori nutrizionali del riso rosso fermentato
Essendo ottenuto dal riso comune, i valori nutrizionali del riso rosso fermentato e del riso bianco si equivalgono.
La differenza sostanziale la si ha nel contenuto in fibre e in magnesio e potassio, decisamente più alti rispetto al riso di partenza.
Per 100 g di prodotto:
Nutriente | Quantità |
---|---|
Calorie | 358 kcal |
Grassi | 1,95 g |
– di cui saturi | 0,9 g |
Carboidrati | 71,3 g |
– di cui zuccheri | 0,6 g |
Proteine | 8,6 g |
Fibre | 3,8 g |
Fosforo | 365 mg |
Magnesio | 155 mg |
Vitamine | B1, B2, B3, B5, B6 |
Riso rosso fermentato e colesterolo
A livello globale, in particolare negli ultimi decenni, è esploso un vero e proprio boom di interesse nei confronti del riso rosso fermentato.
Infatti, si è visto che la principale sostanza catabolita ottenuta dal processo fermentativo a suo carico, può avere un’azione molto importante nella gestione della lipidemia, in particolare del colesterolo.
Perché fa bene per il colesterolo
Chiunque abbia avuto nel corso della sua vita una problematica legata ai valori di colesterolo ematico, conosce purtroppo una categoria di molecole note come statine.
Queste molecole, ottenute da una sintesi chimica, possono agire in due modi. Da un lato permettono di limitare l’assorbimento intestinale di colesterolo. Ciò si realizza perché queste molecole scalzano letteralmente la molecola di grasso dal suo recettore intestinale impedendone il legame.
In questo modo, una frazione maggiore può essere eliminata attraverso le feci. Dall’altro lato, regolano la produzione di colesterolo endogeno a livello del fegato.
Tutto ciò avviene grazie ad una categoria di molecole note come monacoline. In particolare, la monacolina K corrisponde chimicamente ad una delle statine maggiormente presenti in commercio, ovvero la lovastatina. Anche il meccanismo di azione è molto simile.
Difatti, agisce inibendo l’enzima chiave della biosintesi del colesterolo a livello degli epatociti.
Principali azioni biochimiche della monacolina K
Soprattutto in quei soggetti che sono geneticamente predisposti a produrre più colesterolo del dovuto, la monacolina K agisce:
- Normalizzando i livelli di colesterolemia totale.
- Agendo verso una riduzione soprattutto di quella frazione di colesterolo noto come ‘colesterolo cattivo’. Mi riferisco al colesterolo LDL (Low Density Lipoprotein).
- Stimolando l’innalzamento dei valori di colesterolo buono HDL (High Density Lipoprotein).
- Normalizzando i livelli di trigliceridi. Questa è una funzione accessoria, la quale si scatena come risposta biochimica ai precedenti cambiamenti. Non è infatti possibile stabilire un nesso causale diretto tra monacolina K e abbassamento di questi grassi.
Il meccanismo d’azione della monakolina K è relativamente semplice. Difatti, questa molecola regola la funzionalità enzimatica implicata nel processo di biosintesi del colesterolo.
Riso rosso fermentato: quanto abbassa il colesterolo?
Sicuramente l’effetto del riso rosso fermentato sulla colesterolemia è noto. Va detto che gli studi sottolineano un’efficacia per un quantitativo di monacolina K di almeno 10 mg.
Allo stesso modo, va precisato che questa quantità non è rinvenibile in una porzione di riso bensì la si può trovare solamente concentrata all’interno di un integratore.
In questo caso si ritiene che questa molecola contribuisca a ridurre il colesterolo LDL del 15-25% già dopo 6-8 settimane.
Riso rosso fermentato per quanto tempo assumerlo?
La durata dell’assunzione di riso rosso fermentato varia in base alle esigenze individuali e alle indicazioni del medico. In generale, il trattamento dovrebbe essere valutato in funzione della risposta del corpo e dei livelli di colesterolo.
Le linee guida suggeriscono un periodo minimo di 4-6 settimane per monitorare i primi effetti. Se i risultati sono positivi, potrebbe essere utile proseguire l’assunzione per un periodo più lungo, sempre sotto controllo medico.
È fondamentale però monitorare regolarmente i livelli di colesterolo e segnalare eventuali cambiamenti o effetti collaterali, come mal di testa, problemi gastrointestinali o dolori muscolari.
Inoltre, il riso rosso fermentato può interagire con altri farmaci per la riduzione del colesterolo, quindi è essenziale consultare un medico prima di iniziare il trattamento.
Meglio le statine o il riso rosso fermentato?
Oltre alla ben documentata attività ipolipemizzante, si ipotizza che il riso rosso fermentato possa contribuire anche con altre azioni utili per il miglioramento della salute.
In tutti i casi, si parla di un abbassamento del rischio aterosclerotico-coronarico. Tali azioni, che differenziano la monacolina K rispetto alle statine di sintesi, sono:
- Antinfiammatoria.
- Riduttiva sui livelli di lipoproteina A.
- Vasodilatatoria.
Ciò renderebbe questi integratori utili anche nel trattamento di:
- Specifiche patologie degenerative (Alzheimer).
- Osteoporosi.
- Alcuni tipi di tumore.
Altre proprietà del riso rosso fermentato
Il riso rosso potrebbe essere definito come un vero e proprio alimento funzionale. Questo perché abbina proprietà tipiche di un cibo ad aspetti funzionali per la salute dell’uomo e del suo metabolismo. Proviamo a vedere le principali proprietà in maggiore dettaglio.
Il riso è un cereale naturalmente privo di glutine. Questo alimento, insieme al mais e a tutti gli pseudocereali, è la base alimentare per tutti coloro che avvertono problematiche connesse con l’assunzione di questa proteina.
La ricchezza delle fibre, invece, è legata al fatto che il riso rosso viene ottenuto dalla fermentazione del comune riso non lavorato. Dunque, la presenza della crusca fa sì che la fermentazione non alteri il contenuto in fibre vegetali dell’alimento finale.
Le fibre sono fondamentali per moltissime funzioni fisiologiche. In primis permettono di regalare salute al nostro microbioma.
Dalla loro digestione, ad opera dei batteri buoni che se ne nutrono, si ottiene la produzione di molecole note come ‘acidi grassi a corta catena’ (short chain fatty acids o SCFA).
La loro azione permette di migliorare la digestione, garantendo anche di percepire in modo più attendibile il reale senso di sazietà.
In aggiunta, aiutano a contrastare la stipsi e a regolare l’assorbimento dei grassi, compreso il tanto temuto colesterolo.
Riso rosso tra integratori, compresse e capsule: funzionano?
L’utilizzo degli integratori a base di monacolina K ha preso ampia diffusione anche in Italia negli ultimi decenni.
Purtroppo, come avviene sempre più di frequente quando si parla di integratori, si pensa che possano essere assunti con leggerezza. Al contrario, dato che possono presentare effetti collaterali anche seri, andrebbero assunti sempre sotto supervisione medica.
Nel caso degli integratori a base di riso rosso fermentato, il loro principale vantaggio è legato alla minore incidenza degli effetti collaterali tipici dell’assunzione di statine di sintesi. In primis, faccio riferimento ad una minore incidenza di miopatie.
Controindicazioni, effetti collaterali e rischi
Il riso rosso fermentato può comportare alcuni rischi per la salute. Gli effetti collaterali più comuni includono bruciore di stomaco, vertigini e flatulenza. In casi più gravi, sono stati riportati episodi a carico del fegato ed effetti simili a quelli osservati con l’uso di statine.
Inoltre, il riso rosso fermentato può interagire con altri farmaci, poiché inibisce alcuni enzimi epatici. Un ulteriore rischio è rappresentato dalla possibile presenza di citrinina, una sostanza tossica per i reni.
Le Agenzie regolatorie, come la Commissione Europea e l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), infatti, hanno evidenziato che l’assunzione di riso rosso fermentato può comportare rischi simili a quelli delle statine, raccomandando cautela nel suo utilizzo.
In linea generale, si sconsiglia di assumere il riso rosso fermentato nei seguenti casi:
- Donne in gravidanza o in allattamento non dovrebbero assumere questo integratore.
- La sua azione si esplica soprattutto a carico degli organi emuntori. Quindi, l’integratore di riso rosso fermentato non andrebbe assunto da persone che soffrano di patologie a carico dei reni e del fegato.
- I soggetti che mostrano ipersensibilità alle statine di sintesi potrebbero manifestare effetti collaterali, soprattutto a carico muscolare, se assumessero il riso rosso fermentato. In questi soggetti, dunque, andrebbe sconsigliato.
- Bisogna considerare che l’azione della monacolina K è in tutto e per tutto simile a quella della lovastatina. Dunque, a meno di precise indicazioni del medico, l’assunzione dell’integratore di riso rosso fermentato andrebbe fatta per periodi limitati e non per lungo tempo.
- Infine, se si sta già seguendo una terapia farmacologica a base di statine di sintesi, il consumo di riso rosso fermentato non è consigliato. In questi casi il suo consumo equivarrebbe a raddoppiare le quantità di medicinali prescritte (compresi gli effetti collaterali).
Conclusioni
Il riso rosso fermentato si ottiene dalla fermentazione del riso con il lievito Monascus purpureus. Questo processo produce una sostanza chiamata monacolina K, simile alla lovastatina, che aiuta a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.
Per questo motivo, il riso rosso fermentato è spesso utilizzato per migliorare la salute cardiovascolare. Tuttavia, può causare effetti collaterali, per questo è importante consultare un medico prima di assumerlo.
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Fonti
- R. Sato, SREBPs: protein interaction and SREBPs, in FEBS J., vol. 276, 2009, pp. 622-627.
- J. Ye, Regulation of cholesterol and fatty acid synthesis (PDF), in Cold Spring Harb. Perspect. Biol., vol. 3, 2011, p. a004754.
- J.D. Horton, SREBPs: activators of the complete program of cholesterol and fatty acid synthesis in the liver, in J. Clin. Inv., vol. 109, 2002, pp. 1125–1131.