Con questo articolo vi presento una città che si sta rinnovando in modo intelligente, con l’obiettivo di creare nuovi motivi di interesse per i propri cittadini e per i turisti. Ovviamente la premessa di tutto ciò è che questi luoghi siano raggiungibili.
L’obiettivo è stato raggiunto con un’efficiente ed elegante flotta di tram veloci, che nel loro complesso costituiscono una vera e propria metropolitana di superficie. Ma ci sono anche i battelli che collegano le due rive della Garonna, e una ragnatela di piste pedonali e ciclabili, che hanno quasi del tutto soffocato il traffico privato, ridotto a percorrere in fila indiana le striminzite corsie disponibili!
Un grande parallelepipedo bucato
Ecco la MÉCA, cioè la Maison de l’économie créative et culturelle, che al suo interno ospita esposizioni e spazi pubblici collegati al mondo della creatività. Inaugurata pochi mesi prima della pandemia, ha rivoluzionato il lungofiume della città francese, in una zona nei pressi della stazione che ancora deve essere completamente recuperata.
Il palazzo, molto particolare nella forma, all’esterno offre geometrie e punti di osservazione sulla Garonna e sul centro direzionale circostante. Geometrie che mi hanno ricordato un po’ l’Opera House di Oslo, l’iceberg di marmo bianco realizzato una quindicina d’anni fa dallo studio Snohetta.
Opera di gusto scandinavo
Non è un caso, perché anche a Bordeaux la firma è di uno scandinavo, l’architetto danese Bjarke Ingels, che ha piazzato questo parallelepipedo in cemento “bucato al centro”, dal colore del tufo chiaro, sulla riva della Garonna. Così come l’Opera di Oslo sembra “spiaggiata” sul margine del fiordo.
In entrambi i casi si può anche ignorare ciò che avviene dentro l’edificio, per usarne l’esterno come piazza, belvedere, punto di incontro con il partner o con gli amici, luogo di meditazione o di attività fisica, quello che vi pare… Bello.
Anche se – ripeto – bisognerà aspettare la fine dei lavori circostanti per capire se la MÉCA riuscirà a rivitalizzare la zona della stazione, al momento piuttosto degradata, come da noi.
Un mecenate dal mondo del vino
L’altro centro culturale innovativo è invece opera di un grande produttore di vino della zona, Bernard Magrez, che l’ha fatto nascere pochi anni fa in un elegante palazzo settecentesco circondato da un curatissimo giardino con panchine decorate.
Questo spazio è dedicato alle nuove tendenze artistiche, a cominciare dalla street art, di cui ospita fino a metà novembre un famoso esponente locale, A-MO, del quale non è difficile vedere alcune opere in giro per la città.
Nel centro culturale Magrez ci sono una ventina di ritratti assai originali di animali piccoli e grandi, raccolti sotto il titolo “Essentiel”.
Le varie tendenze della street art
Sempre al centro Magrez si è appena chiusa l’ampia mostra di Jofo, ovvero Jean-Francois Duplantier, un artista francese poco più che sessantenne, per me straordinario. Ha sempre lavorato a Bordeaux, della cui squadra di calcio è un grande tifoso, e si dedica anche alla musica rock.
Il suo “personaggio” più famoso è un omino chiamato Toto, al centro di opere coloratissime e piene di fantasia, anche se non ignora affatto i drammi del mondo come l’invasione dell’Ucraina.
© Brugam